La vedova a caccia
Cap.5 I fili traballano
Natasha si sedette sopra
il muso della macchina e appoggiò
le mani sopra la superfice di metallo.
“Il generale
Fury vuole dei risultati e io comincio a
dubitare di potergliene dare di veramente interessanti”
spiegò. Steve appoggiò
una mano sul volante della sua motocicletta e corrugò la
fronte.
“Questa idea
è stata tua. Non puoi buttare due settimane e
mezzo” ribatté il Capitano. Natasha si
leccò le labbra rosso sangue e socchiuse
gli occhi.
“Non riesce a
recuperare la memoria. Se è il suo amichetto
che spera di ottenere grazie a me, deve dimenticarlo. L’Hydra
ha creato un muro
di cemento intorno alla sua testa, il suo amico non esiste
più” ribatté. Steve
digrignò i denti e piegò verso il basso il capo.
“C’è
del buono in lui” ribatté. Natasha alzò
e abbassò le
gambe slanciate.
“Non ho dubbi
che sia convinto di essere buono. A quanto
pare l’Hydra ha dimostrato di essere più
funzionale del governo americano. Sono
convinti di salvare gli innocenti, non di condurli al macello come
pecore. Mi
ricorda l’Urss” ribatté. Steven
rialzò il capo e s’irrigidì.
“So che ti ho
già chiesto tanto, ma questo potrebbe essere
il nostro modo di rimediare agli errori del passato. Se riuscirai a
ricavare da
lui delle informazioni, sarai a un passo dalla redenzione che
cerci” disse
indurendo il tono. Natasha saltò giù.
“Mi ha convinta
Capitano” disse. Si girò dando le spalle a
Steve.
“Però
non si dimentichi che è stato lui a impedirmi di poter
mettere ancora il bikini” sibilò, allontanandosi.