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Autore: Fly to the sky    27/05/2014    0 recensioni
Una raccolta di storie, non collegate tra loro e scritte nello stesso momento in cui hanno attraversato la mia mente. Spesso non avranno nemmeno senso, altre volte ne avranno fin troppo.
Un piccolo tributo ai magnifici personaggi di questa storia.
#1: Donna - madness
#2: RosexTentoo - sguardi
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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John Smith sa che il rapporto che lui e Rose hanno costruito è fragile quanto un castello di vetro, ma sa anche che ha fondamenta forti quanto possono esserlo solo gli sguardi.
Già, il loro amore si basa sugli sguardi.
Non bisogna fraintendere però: non si basa sul semplice e magnifico modo in cui lui la osserva mentre dorme, o l’occhiata divertita e accondiscendente che lei gli lancia quando lo vede armeggiare con cacciaviti e invenzioni; le radici stanno sullo sguardo reciproco, quello che viene ricambiato, che sembra incatenare i loro occhi nocciola.
John Smith sa di non essere realmente quell’uomo chiamato ‘Il Dottore’. Lui è un dottore, ma non il Dottore, e Rose lo capisce benissimo, purtroppo.
Rose Tyler, su quella spiaggia, credeva davvero di aver ricevuto il lieto fine che meritava. Dopo aver salvato vari mondi così tante volte, ed essere rimasta bloccata in un universo parallelo dove la persona che ami non potrà mai raggiungerti, pensava davvero di meritare almeno qual cosina, e il fato aveva voluto darle ancora di più.
 John Smith, il Dottore in versione umana: tutto l’universo e i ricordi del Signore del Tempo in una vita sola, in un cuore solo che batteva per lei.
Quando lui le aveva sussurrato quelle parole che il Dottore non avrebbe mai proferito, lei si era convinta di come John fosse reale e magnifico come non mai.
Ma dopo la tempesta iniziale aveva notato che lui non era il Dottore. John Smith era professore di scienze in un’università, era razionale ed esuberante ad un tempo e le parlava con quei termini che lei odiava perché rendevano le frasi incomprensibile. Era il Dottore, solo che non viaggiava nel tempo e nello spazio, e se non viaggiava nel tempo e nello spazio non era il Dottore.
Rose Tyler passava giornate intere a rodersi le meningi su questi dolorosissimi pensieri, a ricordare ogni singolo pianeta che aveva visitato assieme al Dottore, e ad immaginare quale persona stesse adesso viaggiando con lui, mentre lei aveva sposato una copia, un clone in versione umana.
John Smith passava tutti i secondi preziosi della sua breve vita a guardare Rose e a pensare a quanto lei soffrisse e a come lui non fosse ciò che si aspettava.
E poi Rose alzava la testa e incontrava quegli occhi che passavano la vita a fissarla, e con dolcezza ricambiava lo sguardo.
E in quel momento lei dimenticava alieni verdi, bambini con maschere per il gas, uomini di metallo e strane cabine della polizia blu, e ogni preoccupazione volava via come se non fosse mai esistita.
Restavano così per un po’, fino a che Rose non avanzava e lo abbracciava, stringendolo così forte da fargli male.
John nemmeno ci pensava: era troppo occupato a ringraziare il cielo che esistessero gli occhi.
  
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