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Autore: leila91    28/05/2014    7 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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INCONTRI INASPETTATI
Faramir si svegliò all'improvviso, guardandosi attorno spaesato.
No, quella non era decisamente la sua camera.
Impiegò alcuni minuti per ricordarsi dove fosse, e perchè.
Minas Tirith, ma certo! Era arrivato da appena un giorno.
Si massaggiò leggermente le tempie, cercando di ricordare cosa stesse sognando fino a un momento prima, ma senza successo. Era certo che riguardasse la Contea, e che fosse un sogno piacevole; ma più si sforzava, più il ricordo scivolava via, assieme alla sensazione di benessere che aveva portato. Alquanto seccante!
 
Ormai del tutto sveglio, e incapace di riprendere sonno, l'Hobbit scese dal comodo letto su cui stava riposando. Si avvicinò lentamente alla finestra e la aprì, inspirando a pieni polmoni l'aria notturna. La luna brillava alta nel cielo autunnale, attorniata da centinaia di stelle.
Dovevano essere circa le tre, calcolò Faramir. I suoi occhi scrutarono la volta, alla ricerca dell'Orsa Maggiore. Amava quella costellazione in modo particolare, ed era certo che se l'avesse trovata, si sarebbe sentito più vicino a casa.
 
Si poteva pensare che le preoccupazioni principali degli Hobbit, fossero le feste e il buon cibo, e che guardare le stelle fosse 'roba da elfi'. Ma non era mai stato così per Faramir e i Gamgee.
Grazie a Sam e ai suoi insegnamenti, era nato in loro un amore speciale, quasi nostalgico, per quei lontani corpi celesti. Il giovane Tuc ricordava intere notti d'estate, trascorse tutti insieme all'aperto, sui prati dietro Casa Baggins. Talvolta si univano a loro anche suo padre, e zio Merry. Nel silenzio notturno, ascoltavano Sam recitare antiche poesie elfiche, insegnare loro i nomi delle costellazioni, o narrare la storia di Earendil.
 
Una folata di vento improvvisa fece rabbrividire il giovane, che si allontanò per prendere una coperta. La città era così silenziosa, così diversa da come gli era parsa al suo arrivo, da sembrare quasi surreale. La casa in cui era ospite, si trovava nel sesto dei sette livelli in cui era divisa Minas Tirith. Dalla sua camera poteva godere di una vista bellissima: le immense pianure del Pelennor, si stendevano davanti a lui. Alle sue spalle invece, si ergeva il possente Mindolluin, sulle cui pendici era stata appunto costruita la città.
 
                                               *******
 
Un gioiello bianco.
Così era sembrata Minas Tirith a Faramir, non appena l'aveva scorta in lontananza. Una volta arrivato, aveva potuto constatare di persona, come effettivamente ogni cosa lì fosse bianca.
Bianche mura, bianchi palazzi. Una candida sporgenza di roccia, simile alla chiglia di una nave, divideva in due la Città Fortezza. La bianca Torre di Echtelion, alta più di novanta metri, svettava sullo sfondo appena dietro l'Alta Corte. Ma era nella Piazza della Fontana, che si trovava il vero cuore di quel piccolo mondo di pietra: l'Albero Bianco, l'Albero del Re. Si diceva che fosse un discendente di Nimloth il Bello, che nei tempi antichi si trovava a Numenor. Re Elessar lo aveva raccolto tanti anni prima, appena dopo la sua incoronazione, sulle pendici del Mindolluin. A quel tempo non era che un ramoscello, ora invece era nel pieno del suo splendore.
 
L'Hobbit si rese conto di aver viaggiato più velocemente del previsto. Il suo arrivo e l'incontro con Sire Faramir, erano previsti per il trenta del mese, vale a dire due giorni dopo. Prima, infatti, il sovrintendente era occupato in una missione diplomatica nel regno di Rohan.
"Poco male" pensò il ragazzo, "ne approfitterò per cominciare ad ambientarmi".
Avrebbe pensato più tardi, a trovare un posto dove alloggiare; per ora voleva solo godersi la città. Prese a vagare per le vie senza una meta precisa e con un’espressione sognante sul volto.
Il ragazzo di campagna, catapultato all'improvviso nel vasto mondo. Qualunque cosa, persino la più banale, destava continuamente in lui meraviglia. Quel posto non sarebbe potuto essere più diverso dalla Contea!
Tutto era nuovo, inebriante. I profumi, gli aromi, i colori... E la gente!
Faramir non aveva mai visto così tanta Gente Alta in vita sua. Molti sembravano di fretta, altri invece si fermavano volentieri per strada a conversare con i mercanti o i soldati.
Alcuni fissavano Faramir meravigliati, dandosi di gomito e bisbigliando fra loro. Il popolo dei Mezzuomini era ben conosciuto. Per anni le canzoni, avevano narrato le straordinarie imprese compiute dai Perian nell'Ultima Guerra. Si diceva, che uno di loro avesse fatto parte della guardia reale, addirittura,  prima di diventare Conte (o qualcosa del genere) in quel loro lontano paese! E adesso, meraviglia! Un Mezzuomo era di nuovo a Gondor!
Ignaro dello stupore che andava suscitando, il Mezzuomo in questione, continuava la sua 'esplorazione'. Un improvviso nitrito di Forhain, il suo fedele destriero, lo fece fermare.
 
"Che succede bello? Hai sete?"
Nitrito.
Faramir sorrise.
"Hai ragione vecchio mio, è stato un lungo viaggio. Cerchiamo una fontana."
Fece per avviarsi di nuovo, quando inciampò inavvertitamente. Sarebbe volato dritto per terra, se due forti braccia non lo avessero afferrato.
"Guarda dove vai ragazzino!" disse bruscamente il suo soccorritore, "dovresti fare più attenzi..Pipino?!?"
Faramir alzò gli occhi di botto nel sentire l'ultima parola. L'uomo che lo aveva aiutato era all'incirca sulla quarantina, con folti capelli castani e splendenti occhi azzurri.
"Com'è.. com'è possibile??" balbettò quest'ultimo "Sei tale e quale a trenta anni fa!"
"Credo che voi abbiate conosciuto mio padre" sorrise Faramir,"Tutti dicono che gli somiglio molto".
"Padre? Tu.. sei il figlio di Pipino?!"
"Faramir Tuc, per servirvi. Peregrino Tuc è mio padre, ex guardia della Cittadella e attuale Conte della Contea. Con chi ho l'onore di parlare?".
L'uomo lo fissò ancora incerto, poi all'improvviso scoppiò a ridere.
"Il figlio di Pipino!" ripeté, " Da non credere! Io sono Bergil, figlio di Beregond della Guardia".
 
                                       
                                                                 *********
 
Un'ora più tardi, Faramir si trovava comodamente sistemato davanti a una tavola imbandita, in procinto di servirsi la terza porzione di agnello con olive e formaggio. Il tutto, accompagnato da un'ottima birra di malto.
Bergil seduto di fronte a lui, lo osservava divertito.
"Avevo dimenticato l'appetito degli Hobbit. Sei proprio come tuo padre!".
"Bergil, insomma! Vorrei vedere te, al suo posto, dopo un mese di viaggio a cavallo!".
 A parlare era stata una giovane donna dai capelli rossi. Si chiamava Elarin ed era la moglie di Bergil. I due si erano sposati nove anni prima, e avevano avuto una bambina, Ederwen.
"Faramir è un ospite, e può mangiare finché ne ha voglia" proseguì Elarin, strizzando l'occhio al giovane Hobbit.
Bergil sbuffò: "Non si può neanche scherzare…"
Faramir li osservava divertito. Quella scena gli ricordava i piccoli bisticci tra i suoi genitori.
Stentava ancora a credere di trovarsi davvero a casa di Bergil. Pipino gli aveva parlato spesso di lui.
"Beregond, suo padre, è stato il primo a Gondor a dimostrarmi affetto" gli aveva detto. 
"Era un uomo sincero, valoroso e fedele. Bergil invece, non era che un ragazzetto quando lo conobbi. Sentivo terribilmente la mancanza di un compagno della mia età, e lui mi è stato molto vicino. Certo, non avevo con lui lo stesso rapporto che c'era con Merry, ma diventammo comunque buoni amici. Chissà come sta adesso!"
"Adesso è cresciuto e ha anche lui una famiglia", avrebbe voluto rispondergli ora Faramir. Non potendo però, attualmente, farlo di persona, prese mentalmente nota di scriverlo, nella prima lettera che avrebbe spedito a Tucboro.
                           
                                                                       ************
 
Quella mattina, dopo essersi presentato, Bergil aveva chiesto immediatamente notizie del suo vecchio amico. Faramir aveva risposto volentieri alle sue numerose domande, ben felice di conoscere finalmente il famoso figlio di Beregond. L'uomo si era subito offerto di ospitarlo a casa sua, fino al ritorno del Sovrintendente.
"Mia moglie sarà felice di conoscerti. Le ho parlato spesso di Peregrino."
 
Ed era stato proprio così.
Faramir si era subito sentito a casa.
Elarin era una persona allegra e alla mano, oltre che un'ottima cuoca. La piccola Ederwen, di solito molto timida con gli estranei, era rimasta stregata da Forhain. Finita in fretta la sua porzione, si era precipitata in giardino per dar da mangiare al 'pel cavalino'.
Una volta concluso il pasto, Bergil si era offerto di portare il giovane Tuc a visitare la città ("Nessun disturbo, non sono di servizio oggi").
Gli mostrò i luoghi più belli, lasciando per ultima la Piazza della Fontana. Durante la passeggiata continuarono a conversare. Bergil raccontava di come fossero cambiate le cose a Gondor, dopo il ritorno del Re; di come fosse diventato un soldato della Guardia e di come avesse conosciuto Elarin. Faramir invece gli parlava della Contea, della sua infanzia, delle sue amicizie, e di come avesse preso la decisione di venire a Minas Tirith. Si rese conto, alla fine dei suoi racconti, di non aver mai nominato Goldilocks. Non sapeva spiegarsi il perchè, forse per una sorta di pudore.
 
"Pensi che sia possibile vedere il Re?" chiese a Bergil, cambiando del tutto argomento, "Come sai è un vecchio amico di mio padre, ci terrei a fargli visita".
"Non dovrebbe essere un problema per te, ma ormai è già tardi. Credo, che ti convenga tornare domani" rispose l'altro.
Si fermarono ai margini della piazza, a guardare il sole che tramontava a Occidente.
"Bergil.. Perdona la domanda, ma non mi hai raccontato nulla di tuo padre. Come sta? E' sempre al servizio del Sovrintendente?"
Il volto dell'uomo si fece cupo: "Mio padre è morto l'estate scorsa. Un incidente a cavallo."
Faramir si irrigidì di colpo: "Mi dispiace.. io.."
"Non preoccuparti, non potevi saperlo". Bergil fece un sorriso triste prima di proseguire: "Coraggio è meglio rientrare. E' quasi ora di cena".
L'Hobbit annuì, e insieme si avviarono verso casa.
  
 
                                                **********
 
Faramir chiuse la finestra e tornò a stendersi sul letto cercando di riprendere sonno. Era stata una giornata incredibile. Non vedeva l'ora di scrivere a casa per raccontare di chi fosse ospite. L'indomani poi, avrebbe visto Re Elessar, e il giorno dopo ancora, il capitano Faramir. E poi sarebbe iniziato finalmente il suo addestramento e poi..
I suoi pensieri si fecero sempre più nebulosi mentre scivolava dolcemente nel sonno. Senza che se ne rendesse conto, il suo sogno riprese da dove si era interrotto: dolci occhi castani e lunghi capelli dorati.
 

 
 
 
 
 
Note:

Buonsalve =)
Ben ritrovati cari lettori e lettrici, scusate per l’attesa.
Per chi non lo conoscesse, Bergil figlio di Beregond è un ragazzino di Minas Tirith
che compare ne “Il Ritorno del Re”, e con cui Pipino aveva fatto amicizia. Beregond, suo padre è una guardia della città, e ha un ruolo importante nell’aiutare Gandalf e Peregrino a salvare Faramir dalla pazzia di suo padre. Nel film non sono stati inclusi, peccato =)
Mi piaceva l’idea di inserire un Bergil adulto, che diventasse amico di Faramir, come lo è stato di Pip =).
Come al solito ringrazio tutti voi che leggete, e in maniera particolare Melianar e Evelyn80 che hanno recensito =).
Grazie come sempre a Marta per l’aiuto.
Buona lettura!
Un abbraccio!
 
 
   
 
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