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Autore: Lylyt26    29/05/2014    0 recensioni
Non ho mai creduto di poter provare dei sentimenti, di qualsiasi genere. Insomma, sono Jack Frost, sono colui che comanda la neve, il ghiaccio, tutto quello che viene associato alla tristezza, alla solitudine. Ma io stavo bene, non avevo alcun problema, nessuna preoccupazione, niente a cui pensare insomma. Tutto questo prima di conoscere lei.
Genere: Demenziale, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Nient'altro che te

Quando il sole riapparve tiepido, io ed Elsa stavamo ancora svolazzando nel cielo come due fringuelli, quando Elsa, distrutta dalla serata si addormentò sul mio petto, come se fosse il suo rifugio. Con estrema tenerezza le accarezzai la fronte, spostandole alcuni capelli ribelli sfuggiti alla treccia. Elsa nel sonno apprezzò la mia carezza, tanto che un sospiro pesante le fuoriuscì dalle labbra per poi accomodarsi ancor di più su di me, che con tutta l'attenzione possibile atterrai, in quella che ormai, era casa mia. Il rifugio dei 5 era un vecchio rudere in mezzo al nulla riadattato per poter diventare vivibile. Sperai che all'interno non ci fosse nessuno, ma il cielo non fu dalla mia parte quel giorno. Sempre cercando di non svegliare la mia bella addormentata aprì la porta, per venire accerchiato quasi immediatamente dal Coniglio Pasquale e da Babbo, che con sguardo preoccupato osservavano il corpo inerme di Elsa tra le mie braccia. La scena poteva sembrare ambigua, ma non mi sarei fatto rovinare la serata da loro, così con un balzo li superai per dirigermi verso la mia camera e appoggiare Elsa su quello che era il mio letto. La ricoprì, e quando mi girai per andarmene, nel sonno la regina pronunciò il mio nome, riempiendomi il cuore di un'emozione mai provata, probabilmente riempiendolo d'amore. Quando tornai nella stanza adibita a soggiorno trovai la stessa situazione trovata al mio ingresso, solo che le facce dei miei compagni d'avventura erano ancora più corrucciate e preoccupate. Senza troppi giri di parole il Coniglio Pasquale mi chiese chi fosse la ragazza, ma capì subito dalla faccia di Babbo che la domanda era retorica e che lo stava chiedendo solo per certezza, e che, c'era qualcosa che io non sapevo mentre loro si. Prima che potesse iniziare un'animata discussione tra me ed il coniglio, Babbo s'intromise rispondendo per me: "Quella è Elsa, regina di Arandelle, fuggitiva da mesi e probabile assassina" ringrazio tutt'ora i miei riflessi da guardiano, o dopo quelle parole mi sarei trovato atterrato sul pavimento, senza niente da controbattere. Ma le mie parole vennero di nuovo anticipate da quelle di un'altra voce, quella di Elsa, che risvegliatasi per colpa del trambusto aveva origliato la conversazione per poi dichiarare la sua presenza dicendo "senza il probabile, sono un'assassina, ho ucciso mia sorella." Con la più totale confusione negli occhi mi voltai verso Elsa, che con sguardo sicuro osservava il coniglio e l'uomo con la lunga barba, che stanco, si accomodò sulla sua poltrona, invitando noi tutti a fare lo stesso. La discussione durò ore, Elsa ci spiegò cosa l'aveva condotta a scappare dal suo regno, e che, per colpa del suo potere, ancora non del tutto controllato, aveva ghiacciato il cuore della sorella, strappandole via la vita. Mentre Elsa ne parlava, i suoi occhi trasmettevano un immensa tristezza ed un immenso rimorso che non si sarebbe mai rimarginato. Babbo, con sguardo comprensivo, ascoltava le parole della regina, senza emettere un suono. Quando Elsa finì di raccontare, Babbo c'informò delle notizie che aveva appreso nelle ultime settimane, Elsa era ricercata per omicidio, accusata di aver accoltellato con un elemento non identificato sua sorella. Il Coniglio Pasquale con un'estrema calma pronunciò semplicemente "scappate." E così facemmo, abbandonammo per sempre quelle lande desolate che circondavano il territorio di Arandelle, viaggiammo per ogni paese che ci veniva in mente, imparando a conoscere noi stessi ed amarci, ad amare l'altro. Non m'importó mai il fatto di non avere mai un luogo fisso dove tornare, perché il mio luogo era Elsa, e non sentì mai il bisogno di nient'altro.

My corner:

Ed eccolo quì, dopo svariati mesi, l'ultimo capitolo di questa mini-long. Sono soddisfatta, non sono mai stata un asso a scrivere i finali, ed invece di questo sono contenta. Come avete potuto vedere nella mia storia Anna in realtà muore, cosa che non succede in Frozen, e la fuga di Jack ed Elsa è una cosa magari inaspettata, ma volevo far capire che il loro amore andava contro ogni cosa, che il loro amore gli bastava, e spero di esserci riuscita. Fatemi sapere se vi è piaciuto o se avreste preferito che finisse diversamente. Grazie per essere rimasti fino alla fine.
Con affetto,

Lylyt. 
  
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