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Autore: Masayume Pachirisu    29/05/2014    5 recensioni
I loro sguardi si incrociarono.
Entrambi con il fiato corto, le guance rosse e gli occhi liquidi per il piacere appena provato.
La mano destra di Yong Guk finì sul collo di Zelo, tirandolo verso di sé, facendo scontrare così le loro labbra arrossate e gonfie per i troppi baci.
Il piacere li riprese nuovamente e i ruoli tra loro cambiarono, così che Zelo si ritrovò tra quelle coperte.
E Dio se ci stava dannatamente bene tra tutti quei Tigro stampati in mille pose diverse. Accaldato ed eccitato, lo fissava con trepidazione, aspettando che l'altro lo toccasse nuovamente e lo facesse sentire vivo...
Tema: Amori, tradimenti, band e musica. -Attenzione Crack Paring-
Principali: B.A.P (tutti) - SHINee (Onew - Taemin - Key - Jonghyun) - Infinite (Sungjong - Hoya)
Secondari: EXO (Baekhyun - Chanyeol - Kai - Kyongsoo) - Teen Top (?) - Yong Nam
Meteore: f(x)
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jongup e Zelo erano usciti dal bagno da almeno dieci minuti, mentre Yong Guk era rimasto li ad ascoltare il silenzio sporco di musica ovattata, che proveniva dalla sala vicina. 
Sapeva che a quel punto anche Sungjong lo stava sicuramente cercando, e non perché fosse ovvio, ma perché lo stesso Jongup prima di uscire gli aveva semplicemente detto "Hyung... Sungjong ha chiesto anche di te... esci tra qualche minuto... gli diremo che ti abbiamo visto fuori".

Poche parole, un tono normale, niente critiche, niente ramanzine. Jongup era più piccolo di lui e comunque gli aveva parato il culo senza pensarci più di tanto. Forse anche perché era il migliore amico di Zelo... ma allo stesso tempo non se lo aspettava.
Il silenzio iniziò a farsi troppo pesante, nonostante il rumore delle musica bloccato dalle pareti.
Il suo cervello cominciò a metabolizzare quello che aveva combinato quella sera e tutti i sensi di colpa che aveva tentato di nascondere in quei giorni, piano piano stavano riaffiorando.
Yong Guk non era quel genere di ragazzo e non aveva nemmeno mai pensato di esserlo o di diventarlo. Odiava i tradimenti e non avrebbe mai trovato una scusa se qualche suo amico avesse osato fare un atto simile.
Eppure, nonostante tutto, era arrivato a desiderare un altro ragazzo, baciare un altro ragazzo, toccare, mordere, avere... qualcuno che non era Sungjong.
Tutto ciò lo faceva impazzire.
Perché si comportava in questo modo proprio non lo capiva. Se amava Sungjong, ed era certo di questo, assolutamente certo, perché non poteva fare a meno di provare qualcosa di forte anche per Zelo?
Sicuramente era solo una cotta... ma come si può avere una cotta quando già si è innamorati?
Yong Guk credeva che tutto ciò non potesse succedere, che in realtà era solo una scusa di chi tradisce, perché se ami una persona, non pensi ad altri se non a lei.
Eppure ora era davanti a quel bivio dove in qualche modo continuava ad andare dritto e non prendere una vera e propria strada.
A destra Sungjong, il suo batterista da ben quattro anni e da pochi mesi era anche il suo ragazzo. Bello, simpatico, adorabile e stronzo tutto insieme e se possibile anche nello stesso momento. Sungjong sapeva farlo impazzire con uno sguardo, sapeva farsi amare con un semplice sorriso, sapeva farlo arrabbiare con una parola e sapeva sempre cosa fare quando era Yong Guk quello nervoso. Si conosceva, si amavano, si completavano.
Però a sinistra c'era Zelo.
Quel ragazzino che aveva conosciuto da poche settimane, che da subito aveva attirato la sua attenzione non per il modo in cui suonava la chitarra, ma per quegli occhi vivaci che ogni volta lo fissavano indagatori, come se lui non potesse vederlo.
Zelo era il diavolo sotto forma di ragazzino e Yong Guk sarebbe potuto andare in galera solo per questo! Non si conoscevano in fin dei conti, avevano molte cose in comune, ma un rapporto non si può di certo basare su poche chiacchiere! 
E Yong Guk non riusciva a sopportare tutto questo. 
Stava andando contro ai suoi ideali, a tutto ciò che aveva sempre pensato e sostenuto.
Tradire è da stronzi e lui era diventato uno stronzo e non poteva più nasconderlo a se stesso.
Anche ora che se ne stava chiuso in quel bagno da troppo tempo, seduto su quel wc con le mani tra i capelli leggermente bagnati sulla fronte e la voglia di spaccare qualcosa, anche ora, non riusciva ad evitare di pensare a cosa sarebbe successo, se Jongup non fosse entrato. 
La voglia di andare oltre con quel ragazzino era troppa e lo stesso Zelo non sembrava da meno anzi, ormai lo aveva capito che anche lui voleva arrivare a tanto, e non sembrava nemmeno un novellino nel campo.

-Merda!- gridò tirando un pugno contro il muro, sentendo un dolore troppo forte proprio sulle nocche.

Ci mancava solo che si spaccasse una mano così avrebbe completato il quadro osceno della sua vita. 
Sospirò alzandosi in piedi, sistemandosi i pantaloni sulle gambe, tentando di nascondere dalla faccia l'aria da colpevole. 
Doveva uscire anche se non voleva assolutamente trovarsi davanti Zelo e Jongup. Forse però avrebbe dovuto pensare di più a Sungjong.
Infatti, dopo aver aperto la porta del bagno, il suo fidanzato biondo era lì ad aspettarlo, con le braccia conserte sul petto e lo sguardo nero di rabbia.

-Jongie... sei qui...- disse Yong Guk di colpo, la voce tremante per lo stupore e per la paura che avesse potuto sentirlo imprecare.
-Non dovevi prendere solo da bere? E' più  di mezzora che ti cerco! Zelo e Jongup mi hanno detto di averti visto fuori a fumare e non ti ho trovato! Sai che odio quando ti metti a gironzolare per i cavoli tuoi accidenti!-

Non era veramente arrabbiato e questo Yong Guk lo aveva capito, ma sul suo viso poteva notare una traccia di tristezza, quasi delusione nei suoi confronti.
Lo aveva lasciato su quei divanetti con ben due coppiette ad amoreggiare, mentre lui aveva trascinato un ragazzino nei bagni per darsi alla pazza gioia.
Perché era così stupido?
Si avvicinò al minore stringendolo a sé. Poteva ancora sistemare la situazione, in fin dei conti non era tardi.

-Scusami, ero un po' nervoso perché non amo il caos della discoteca... beviamo qualcosa insieme e andiamo a ballare, ok? Prometto che non ti pesterò i piedi-

E queste poche parole fecero sorridere Sungjong, che annuì lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra, avviandosi verso l'uscita del bagno.
Bang spostò lo sguardo verso lo specchio e fissò i suoi occhi.

"Sei uno stronzo..." pensò tra sé e sé avviandosi verso Sungjong, che ignaro continuava a sorridergli, mentre le loro mani andavano ad intrecciarsi come al solito. 

 
**

La serata era continuata per il meglio un po' per tutti.
Daehyun e Youngjae avevano piano piano tirato tutti in pista, così l'intero gruppo aveva passato il tempo a ballare, cantare e strusciarsi l'uno sull'altro, mentre l'alcool offuscava le loro menti ed il loro giudizio.
Fortunatamente, Jinki e Jonghyun erano rimasti abbastanza sani da portare tutti a casa con la macchina, mentre Daehyun aveva semplicemente dato le chiavi in mano a Youngjae, pregandolo di fare ciò che voleva di lui.
Inutile dire che tutti si annotarono questa frase per poterlo prendere in giro a vita, soprattutto Zelo e Jongup, che nonostante l'età erano riusciti a raccimolare qualche drink di troppo, ritrovandosi a ridere pure loro fino all'esasperazione.                             

La mattina successiva Yong Guk si svegliò con un tremendo mal di testa e la voglia di vomitare anche l'anima, ma per fortuna riuscì a calmare il suo corpo dal rimettere tutto. 
Erano a malapena le otto, ciò significava che aveva dormito solamente quattro ore e non era assolutamente possibile una cosa del genere!
Si voltò verso la parte del letto di Sungjong, che stranamente era vuota. Pensò subito che non si fosse sentito bene nemmeno lui, visto che era domenica e nessuno di loro aveva qualcosa da fare. 
Si alzò quindi, cercando di recuperare le ciabatte nascoste sotto il letto. Rinunciò nell'impresa praticamente subito, visto che la nausea era ricominciata una volta abbassatosi sotto al letto. Prima di riuscire a varcare la porta inciampò almeno tre volte nei suoi stessi piedi e riuscì persino a colpire lo spigolo del cassettone poco distante dalla porta, sul quale di solito era Sungjong a lasciarci i fianchi.
"Devo ricordarmi di dargli fuoco a questo mobile" pensò trascinandosi verso il bagno ma un rumore lo bloccò nel mezzo del corridoio.

Voltò lo sguardo fissando il salotto, sentendo ancora quei rumori simili a dei singhiozzi. Si avvicinò piano, capendo sempre di più che quello era un vero e proprio pianto trattenuto da qualcosa, forse un cuscino, e che la persona che stava piangendo era proprio il suo Sungjong.
Una volta resosi conto di questo si precipitò contro il divano notando la figura del suo ragazzo tremare sotto una leggera coperta verde, mentre teneva il volto bloccato contro uno dei piccoli cuscini colorati.

-Jongie... perché piangi?!- chiese preoccupato mettendosi in ginocchio davanti a lui, accarezzandogli i capelli biondi e arruffati.

Il minore alzò lo sguardo arrossato e fissò il proprio ragazzo. Altre lacrime scesero velocemente andando ad inondare il suo viso. Si aggrappò con forza a Yong Guk, facendolo quasi cadere all'indietro, ma fortunatamente il chitarrista aveva un equilibrio perfetto anche dopo una sbronza pesante. 

-Sungjongie... cosa è successo?- domandò di nuovo, sentendo l'altro singhiozzare contro il suo orecchio.

E faceva male sentirlo piangere in quel modo che quasi ebbe paura di sapere la verità.
Non voleva essere la causa del suo dolore, non voleva sentirlo stare male così e si maledisse ancora di più pregando che non fosse colpa sua, che non avesse capito nulla, che nessuno lo avesse capito.

-Devo andare in Cina...- disse singhiozzando, ma cercando di tranquillizzarsi per parlare al suo ragazzo, che subito impallidì al sentire quelle parole.
-Cosa? Quando? Perché?!- disse di colpo mettendogli le mani sulle spalle.
-Mia nonna... non sta bene e i miei genitori mi hanno chiesto di andare da lei perché loro devono lavorare... mi dispiace così tanto Yong Guk... ma io non voglio che mia nonna mi lasci... già la vedo poco... in più c'è la band ora e vi lascio proprio quando ne avete più bisogno... Cosa devo fare Gukkie?! Cosa?!!-

Altre lacrime.
Altri tremiti.
Il minore si portò le mani sul viso mentre Yong Guk rimase un attimo bloccato con i pensieri fissi su un unica cosa: Sungjong doveva andare via.
Portò la destra sul collo dell'altro e lo avvicinò a se facendo scontrare il suo volto con il proprio petto. Lo strinse a sé dandogli dei leggeri baci sulla nuca cercando di tranquillizzarlo, di farlo smettere di piangere, coccolandolo e dondolandolo come si fa con i bambini tristi.
Sungjong in fin dei conti era un bambino dentro di sé. Nonostante la grinta e la forza che era riuscito a tirare fuori in quegli anni, rimaneva lo stesso una persona estremamente fragile.

-Se vuoi verrò con te...- 

Il batterista alzò lo sguardo rimanendo senza parole. Le labbra aperte e screpolate, le lacrime bloccate sulle guance piene, mentre ogni tanto tirava su con il naso.
Yong Guk sorrise portandogli via le lacrime con le dita, dandogli poi un bacio sul naso.
Sembrava proprio un bambino in quel momento e Yong Guk amava i bambini. Li trovava così veri, adorabili, sempre pronti ad ascoltare ed imparare da tutti. 
Parlare con un bambino era liberatorio perché loro, a differenza degli adulti, non hanno peli sulla lingua e, anzi, ti dicono più o meno le cose come stanno, senza girarci poi tanto intorno. 

-No...- farfugliò Sungjong tornando a schiacciare il viso contro il petto dell'altro - tu servi qui... tu devi lavorare o tuo padre si arrabbierà... devi anche suonare con gli altri... io posso farcela ma... ma tu devi dirmi che posso andare...-
-Perché devo darti il permesso? Tu puoi fare quello che vuoi e lo sai! Questa è una cosa importante Jongie e non ti direi mai no... mai. Io non ti direi mai no per niente... anche se tu volessi lasciarmi... non ti direi mai di non farlo perché tu sei la persona più importante della mia vita e ti vorrei solo vedere felice... lo capisci, vero?-

Lo sentì sorridere e stringere le mani sulla sua maglietta nera.
Sapeva che odiava sentirsi dire certe cose, perché Sungjong non voleva pensare ad una loro separazione, mai.

-Devo andare via domani...- continuò il nuovo biondo sospirando di nuovo -Stiamo a casa oggi? E anche domani? Lo so che devi lavorare... ma posso chiamare io Yong Nam e chiederglielo...-

Il chitarrista negò con la testa arruffandogli poi i capelli.

-Ci penso io a Nam... io starò con te e ti porterò anche in aeroporto va bene? Non ti devi preoccupare di nulla...-

Il minore annuì stringendosi ancora di più.
Erano scomodi e il pavimento era freddo sotto di loro ma andava bene lo stesso.
Yong Guk si era appoggiato con la schiena al tavolino dietro di lui e non aveva nessuna intenzione di spostarsi.
Quei due giorni li avrebbe passati con Sungjong, chiuso in casa a farsi solo coccole.
Era giusto così.
  
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