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Autore: ___Lils___    29/05/2014    3 recensioni
Avverto tutti che seguirò i film, semplicemente perchè necessito di Azog e perchè nel sogno da cui deriva questa storia c'era anche Tauriel.
Spero comunque che vi piaccia, si parla di una presunta figlia di Thorin che non è proprio una Nana, a voi la lettura per scoprirlo.
Grazie mille a chi lo farà.
Baci
_Lils_
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho letto il libro, so tutto su “Lo Hobbit” e su “ Il signore degli Anelli” , ma questa storia seguirà i film, il motivo è semplice, ho bisogno di Azog e l’idea si è sviluppata intorno ad una scena che mi sono immaginata in cui era presente il grande orco. Almeno nessuno potrà accusarmi di non aver avvertito ahah :D
Ho messo OOC per Thorin, lui sarà il solito burbero nano con tutti tranne che con la protagonista, ho voluto dargli un lato "umano" almeno con la figlia.
Spero che vi piaccia.
Baci
_Lils_
 
 
 
 
 
Thorin continuava a fissare quel cesto che era stato posato di fronte alla sua abitazione, non la chiamava casa, non era Erebor, non meritava quel nome. Era rientrato da poco, dopo una lunga giornata di lavoro, aveva ritrovato quella inaspettata e, decisamente non voluta, sorpresa.
Come aveva potuto? Che cosa gli era venuto in mente?
I suoi pensieri correvano come cavalli imbizzarriti, la rabbia prese la sua mente, era un tale affronto! Aveva capito subito da chi proveniva e che cos’era quando aveva guardato in essa, un qualcosa di piccolo e urlante che si dimenava all’interno della sua coperta. Si maledì per quello che era successo tempo addietro, lo fece più e più volte rimanendo sempre fisso a guardare quella cesta e il contenuto che ora era dolcemente addormentato.
Perché diamine ora doveva prendersi lui le responsabilità? Per Durin!
Si disse che aveva due possibilità: bruciare la cesta con tutto il contenuto, il che in quel momento non sembrava molto crudele anche se a rimetterci sarebbe stata una creatura indifesa, o, suo malgrado, riportarla al mittente,  ricordandogli che si era infilata lei in quel guaio e che lui non voleva saperne nulla, la colpa non era sua e non ne voleva le responsabilità.
 
***
 
Il giovane principe scrutava il paesaggio mentre si addentrava in esso, doveva capire se c’erano pericoli per la sua gente, tante perdite avevano già subito, non voleva rischiare altre vite. Sua sorella gli aveva raccomandato di fare attenzione, giravano strane voci su quei posti, ma a lui non importava. La verità era che aveva bisogno di stare da solo, di non pensare agli accaduti, aveva perso così tanti amici, suo nonno, suo padre, suo fratello e quanti altri. Il loro popolo, che sembrava dover durare per sempre e vivere nella spensieratezza, era stato distrutto, spodestato da un drago e mutilato dagli orchi.
<< Dove è diretto questo eroe? >>
Thorin si voltò di scatto, quelle parole lo presero alla sprovvista, sentì il cuore accelerare i battiti e il sangue scorrere velocemente nelle sue vene. Di fronte a lui si ergeva una figura alta e di una bellezza unica, lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena, con l’eccezione di due ciocche che le circondavano il viso angelico,gli occhi del Principe si spostarono nei due pozzi grigi.
Si ritrovò a pensare  a quanto fossero infinitamente belli per poi scuotere la testa subito dopo e chiedere scusa ai Valar per aver anche solo pensato una cosa simile!
<< Non sono affari tuoi, Elfo femmina! >>
L’Elfa si avvicinò al Nano, una risata armoniosa uscì da quelle labbra carnose e a cuore, Thorin ne rimase incantato ancora una volta, sembrava una dea mandata per alleviare le sue pene. Scosse la testa con fermezza: "Tu odi gli Elfi, Thorin. Non hanno aiutato tuo nonno, non hanno aiutato tuo padre! Tu li odi, tutti! E’ una trappola! "
Continuava a ripeterselo, ma, per motivi che lo fecero diventare inquieto, non riusciva a credere alle sue stesse parole. Il cuore martellava sempre di più in petto, il giovane Nano cercò di calmarsi, inspirò ed espirò profondamente, infine, dopo svariati secondi, alzò lo sguardo verso la sua interlocutrice: << So chi sei, allontanati. Potresti ritrovarti con un’ascia conficcata in un fianco >>
L’Elfa rise di nuovo mentre vide Thorin allontanarsi, si aprì in un ghigno. Aveva assaporato il male, lei e le sue compagne lo avevano fatto, uomini che le avevano fatte soffrire, la voglia di vendetta stava sgretolando la loro anima elfica, si stavano logorando, spezzando, quella stessa mattina aveva notato che la sua pelle stava cambiando. Era come divisa in due, una parte, quella che era stata, cercava di sopravvivere, l’altra, quella subentrata dopo le delusioni, voleva sopraffarla. Anche le creature più pure come gli Elfi avevano del marcio, delle volte, quando questo aveva preso del tutto il sopravento non potevano più essere considerati tali, divenivano orrende creature, una razza rovinata, una razza spezzata. Orchi.
<< Hai provato tanto dolore, Thorin Scudodiquercia. Lo vedo nella tua testa, i tuoi cari sono periti in battaglia, hai un popolo a cui badare, tante preoccupazioni … >>
Il Nano si voltò verso la giovane fanciulla, si sentiva inebriato dal suo profumo, nonostante cercasse di pensare ad altro, di non focalizzare la sua attenzione su di lei. Era incantato dalla sua presenza, la forza che gli aveva permesso di allontanarsi poco prima sembrava star svanendo, lasciandolo solo e debole.
<< Vieni da me, allevierò le tue pene >>
Thorin cercava di allontanarsi, ma era così attratto,così bella, così vulnerabile, così unica, le sue mani erano bramose di toccare la sua pelle, di scoprirla morbida sotto il suo tocco rude.
 Cosa poteva fargli una dolce creatura come quella? Gli Elfi non erano così male.
L’ultima parte cosciente continuava a dirgli di andare via, di fuggire, di tornare sui suoi passi,ma l’Elfa si fece uscire una risata e quel suono melodioso lo fece impazzire, ogni briciola della sua sicurezza era svanita.
 Si avvicinò all’Elfa con passi decisi, questa sorrise innocente mentre prese per mano il Nano che si lasciò cullare dai suoi canti per lunghe ore, non sentiva più il dolore, la pena, i suoi pensieri erano incentrati su quel volto d’angelo che aveva di fronte. Le sue labbra sottili si unirono con quelle della straordinaria creatura, una carezza poi un’altra finchè non diventarono una cosa sola.
Improvvisamente il Nano sentì un dolore atroce alla spalla, scosse la testa come rinsavito e si voltò verso il punto da cui proveniva il male, vide l’Elfa che la stava addentando. I pozzi grigi in cui si era perso poco prima avevano lasciato spazio a degli occhi neri come la notte più buia. Il Nano la spinse lontano da sé ed entrambi sembrarono rientrare in loro stessi. Thorin si alzò in piedi e puntò la sua ascia verso la fanciulla, questa rise, ma il Nano si tappò le orecchie: << Mi hai stregato, maledetta! >>
<< Thorin Scudodiquercia, sei più debole di come pensi! >>
Il Nano cercò di colpire invano l’Elfa, questa si voltò e corse via, il Principe si sedette a terra e scosse la testa che teneva fra le mani, non poteva credere a quello che aveva fatto.
<< Che i Valar mi perdonino >>
Era caduto nella trappola, aveva compiuto il gesto più orrendo che un Nano potesse fare dopo quello che gli Elfi si erano dimostrati con il suo popolo, si sistemò e tornò da esso, tutti lo accolsero con clamore, lui spiegò che nessun Nano doveva allontanarsi da solo, non era prudente. Nessuno si accorse della sua espressione persa, tranne sua sorella.
<< Cos’è successo, Thorin? >>
<< Nulla di cui preoccuparsi, Dis >>
Il Nano aveva deciso di non far parola con nessuno dell’accaduto, ma l’insistenza di sua sorella lo fece cedere. La Nana non poteva credere alle parole del fratello, ma, quando ebbe finito di raccontare, gli mise una mano sulla spalla: << A tutti capita di sbagliare, Thorin. Nessuno lo verrà mai a sapere >>
Il Principe sorrise alla sorella, in quel momento due piccoli Nani corsero in braccio a Thorin: << Ci sei mancato >>
Il Nano li strinse forte a sé, scostando i capelli del più grande: << Vi siete comportati bene? >>
Questo annuì e rifilò un’occhiata d’intesa al fratello minore: << Come un futuro Re e un futuro Consigliere, zio >>
Thorin li fece scendere e li invitò ad andare a giocare fuori, il giorno dopo avrebbero ricominciato con l’addestramento, abbracciò sua sorella mentre vedeva la sua discendenza crescere e diventare più forte.
 
***
 
<< Thorin, che sta succedendo? >>
Il Nano venne raggiunto da sua sorella, quest’ultima rimase pietrificata nel vedere la cesta, una piccola figura si muoveva sotto un lenzuolo bianco, Dis fissò suo fratello, questo sospirò: << Riporterò la cesta indietro >>
La Nana non sapeva cosa rispondere, era sotto shock, non avrebbe mai creduto che potesse accadere, guardò nuovamente la cesta come per controllare che non fosse caduta in inganno poco prima, notò, per sua sfortuna, che di errori i suoi occhi non ne avevano fatti e che, oltre alla piccola figura, una pergamena era infilata tra le giunzioni del cesto. Si abbassò con cautela come se avesse paura che il contenuto della cesta potesse attaccarla, prese la pergamena e la lesse a voce alta:
 
"Thorin Scudodiquercia,
ho ritrovato l’Elfa Elenwë che vagava per i boschi, disorientata. La sua pelle era più scura, ho scoperto il perché poco dopo quando l’ho portata nel reame a cui appartengo, l’oscurità la stava prendendo, mi ha raccontato la sua storia in un momento di lucidità. Ha parlato di quello che ti aveva fatto, era disperata e ho compreso come mai non si era trasformata. Una luce brillava dentro di lei.
Ho tenuto il vostro frutto con me per due settimane,nascondendola da occhi indiscreti e dalla mio Re, se avesse saputo l’avrebbe ucciso. Elenwë è un Orco ora, l’abbiamo persa. Tu sei l’unico che le rimane.
Tauriel"
 
Il Nano continuava a guardare la cesta con odio e disprezzo, non si sarebbe mai preso cura di quel mostro. Mai! Quell’ibrido nato per frutto di una magia oscura!
Si voltò e tornò dentro, Dis lo richiamò, ma il Nano non l’ascoltò,  essa si chinò sopra la cesta e svelò la piccola creatura, dormiva. Presa da un impeto di coraggio, le accarezzò il volto, scoprì che la sua pelle era molto più liscia di quella dei suoi figli, inspirò profondamente e , dopo aver pensato per alcuni minuti, la prese in braccio. La studiò con cura, posò i suoi occhi sui capelli corvini e la muscolatura possente per un neonato elfico, ma, decisamente, troppo lineare per uno nanico. I lineamenti del viso erano delicati e angelici, gli zigomi alti e un naso poco pronunciato, la bocca era a cuore nonostante avesse labbra molto sottili. Spostò lo sguardo sul lenzuolo, decise di scansarlo un poco, sorrise senza un vero e proprio motivo, era una femmina.
Stava per riporla nella cesta, ma in quel momento la piccola aprì gli occhi e quando incontrò quelli della Nana sorrise, quest’ultima rimase senza fiato, due occhi azzurri come il cielo primaverile brillavano in quel visino: << Thorin, vieni subito qui! >>
Non era un richiamo, era un ordine, subito dopo sentì i passi strascicati del Nano che si avvicinavano, in poco la raggiunse, sbuffò quando vide che aveva preso in braccio quella creatura, Dis non diede importanza al fatto e gliela mostrò, il Nano rimase senza fiato: << I suoi occhi… >>
La Nana annuì, il volto del fratello era teso e sembrava essere rimasto bloccato: << Sono gli occhi della nostra stirpe, Thorin. Gli stessi occhi di nostro nonno, gli stessi occhi di nostro padre, gli stessi occhi di Fili, i tuoi stessi occhi! >>
Dis vide suo fratello abbassare lo sguardo, immaginava i pensieri che correvano nella sua mente, i sentimenti che gli dividevano il cuore, perché ,per quanto fosse freddo e non lasciasse che le sue emozioni prendessero il sopravvento, neanche lui riusciva ad odiare una bambina. Come poteva abbandonarla? Eppure come poteva vivere ogni giorno con colei che le avrebbe ricordato la sua debolezza?
<< E’ una creatura innocente, Thorin. Non ha scelto lei di venire al mondo, guardala. E’ il tuo ritratto, è la tua erede! Nessuno saprà mai che è per metà Elfo. >>
Il Nano sospirò poi sua sorella gli infilò a forza la piccola tra le braccia, non riuscì a capire la sensazione che lo prese:sentì un calore invadergli il corpo e la voglia di proteggere quel fagottino da qualunque cosa, sembrava che tutti i suoi dubbi fossero svaniti, era una magia.
La bambina sorrise e il Principe fece lo stesso, sentiva come se il suo mondo dipendesse solo da quella piccola creatura, era così bello puntare i suoi occhi in quelli della bambina, sospirò, aveva vinto lei. Fece gesto alla sorella di prendere la cesta e la portò dentro, Dis nascose subito la lettera, nessuno l’avrebbe mai trovata e nessuno avrebbe mai scoperto nulla, compresa la piccola. In quel momento si sentirono i rumori di piedini provenire da poco lontano, quando i due Nani videro quel batuffolo in braccio allo zio rimasero a bocca aperta: << Chi è? >>
<< La vostra cuginetta, Kili >>
Il piccolo rimase con la bocca aperta, suo fratello si fece avanti e notò che la bimba si divertiva a tirare i lunghi capelli del padre provocando in lui delle strane smorfie, Fili sorrise: << E’ molto bella, ma come…? >>
La madre gli arrivò alle spalle e posò le sue mani su esse, rispose capendo in anticipo la domanda: << Non sono affari tuoi, Fili. L’importante è che sia tua cugina >>
Quest’ultimo annuì, l’idea di avere qualcuno di più piccolo a cui badare non gli dispiaceva, anche se suo fratello già gli dava parecchio da fare. Improvvisamente un pensiero balenò in testa al giovane, lei era la figlia di Thorin, lui solo suo nipote, Kili li raggiunse ed espresse i pensieri del più grande: << Sarà lei la tua erede al trono? >>
Thorin sorrise nel vedere la preoccupazione sul volto del nipote maggiore, scosse la testa e tornò a guardare quel fagottino che gli aveva rubato il cuore con un solo sguardo: << E’ più piccola di voi ed è una lei, ci vuole un Re Sotto la Montagna >>
Kili annuì cercando di mantenere un’espressione seria, molto raro per un Nano di soli sette anni, soprattutto se quel nano era lui. Era affascinato da quella bambina, sembrava molto bella e senza dubbio sembrava una tosta, ghignò pensando a tutti i guai che avrebbero potuto combinare assieme.
<< Come si chiama? >>
Thorin scrutò sua sorella, non avevano pensato ad un nome, eppure quando i loro occhi si incontrarono non poterono far a meno si sorridere, avevano pensato la stessa cosa. Il Principe si schiarì la voce:<< Sambril >>
<< Come vostra nonna >>
Aggiunse Dis con tono felice, Thorin continuò a guardare la piccola che si ostinava a giocare con i suoi capelli, tutti i dubbi erano spariti quando l’aveva presa in braccio, credeva che non l’avrebbe mai accettata veramente, ora quel pensiero sembrava molto lontano.
 
 
 
 

Kili ha sette anni, so che sette anni per un nano sono nulla, però mentre scrivevo l’ho pensato un bambino di tre anni e, ispirandomi a mia sorella, gli ho fatto fare tutte quelle domande, lei era una mitragliatrice.
Sperando vi sia piaciuto
_Lils_
  
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