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Autore: Mystery Anakin    04/08/2008    2 recensioni
Cosa non si fa per amore? Ma quando si ascoltano i consigli di un nano e di uno strano tizio comparso dal nulla potete immaginarvi quale sia il risultato...
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arya, Eragon, Nuovo Personaggio, Orik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una dichiarazione po(pat)etica

UNA DICHIARAZIONE...PO(PAT)ETICA

La poesia

Eragon tornò alla sua casa sull'albero dopo una estenuante giornata passata a sorbirsi le pazzie che gli Elfi facevano durante il giuramento di sangue.
"Basta questa musica infernale non la sopporto!"disse strisciando per terra per entrare in casa. Si sentiva agitato doveva assolutamente parlare con qualcuno. Saphira era un caso perso: purtroppo sapeva già la sua opinione riguardo ai suoi problemi... Con chi poteva sfogarsi? Ma certo Orik! Aveva saputo che durante la festa il nano si rintanava in una casupola segreta e lui sapeva dov'era. Uscì di casa correndo e si precipitò dal nano. L'albero in cui viveva sembrava una specie di grossa noce.
"Oooorik! Orik apri sono io Eragon"gridò il ragazzo bussando.
Orik aprì una porta nascosta: "Sta zitto ed entra!" bisbigliò il nano. Chiuse la porta e si girò verso Eragon arrabbiato: "Cosa vuoi? Io cerco di fare di tutto per star lontano da quei strazianti festeggiamenti e tu mi vieni a chiamare???"
"Scusa Orik, mi devi aiutare"disse Eragon congiungendo le mani e mettendosi in ginocchio
"Cosa c'è?"
"Io, io non posso stare qui, devo dirle tutto" spiegò Eragon con voce tremante
"Tutto cosa? Se ti riferisci al cibo non me ne parlare, mi sto trasformando in un coniglio a forza di mangiare frutta e verdura" disse Orik assumendo l'espressione di un coniglio
"Non si tratta di questo! devo assolutamente dire ad Arya quello che provo!"buttò giù Eragon velocemente sorprendendosi lui stesso di essere riuscito a dirlo.
"Oh! Bè non mi sembra che lei sia molto d'accordo" disse Orik alzando le sopracciglia
"Lo so ma questi festeggiamenti mi fanno stare male! Devo fare assolutamente qualcosa!"
"Come ti capisco, io l'ultima volta che ho partecipato a una di queste feste ho vomitato! Gli elfi sono rimasti scioccati pensa un po', così hanno dovuto interrompere tutto! Per questo adesso mi hanno messo qui dentro e devo confessare che sono contento!" ammise Orik
"Ah"disse Eragon un po' disgustato "Comunque devo trovare una soluzione. Devi aiutarmi a dirglielo"
"Oh, bè si ma ci vorrà un piccolo contributo però"disse Orik guardandosi le unghie.
Eragon cacciò due corone, ma Orik gli fece segno con un dito di alzare il prezzo. Eragon cacciò allora quattro corone, però Orik fece di nuovo il segno di prima. Allora Eragon trasse fuori dalla tasca del suo vestito un sacchetto pieno di monete e sbottò: "Ti bastano?"
Il nano prese il sacchetto, lo scosse per sentirne il rumore, poi quando sentì il tintinnio di parecchie monete, se lo mise in tasca soddisfatto. Si diresse quindi verso un piccolo scaffale con alcuni libri, estrasse un malloppo di fogli di pergamena impolverati e lo mise tra le braccia di Eragon che tossì per la polvere.
"Tieni! Impara questi centoquattro versi a memoria e pettinati i capelli" disse Orik lanciando uno sguardo ai suoi capelli scompigliati.
Eragon guardò con apprensione il malloppo poi esclamò disperato:"Centoquattro? Sei fuori, come faccio?"
"Boh non lo so amico. Questi sono problemi tuoi. Ma posso dirti che quando li recitai alla mia fidanzata, lei cadde ai miei piedi (anche se poi le ci è voluto un po' per rialzarsi chissà perché) " rispose Orik con un sorriso
"Non posso impararne solo due o tre?" propose Eragon esitante lanciando uno sguardo terrorizzato alle pergamene.
"Assolutamente no! Bisogne recitare ogni parola dalla prima all'ultima..." spiegò Orik
"E va bene grazie Orik" disse Eragon e uscì fuori dalla casa del nano. Tornando a casa sua, tentò disperatamente di infilarsi i fogli della poesia dappertutto in modo che Saphira non si accorgesse di nulla. Quando fu di fronte alla porta di quella che gli elfi chiamano casa e che invece per lui era un ammasso di legna con quattro stanze, l'aprì cautamente guardando a destra e a sinistra. Quando pensò fosse via libera entrò. Ma appena fece un passo sbatté contro qualcosa di duro e cadde con un sonoro tonfo. Alzò gli occhi e vide l'ultimo essere che avrebbe voluto incontrare: Saphira.
Eragon che stai facendo?
Niente Saphira...torna a dormire
pensò Eragon rialzandosi. Appena fu in piedi si congelò: sparsi per terra c'erano i fogli di Orik che gli erano usciti fuori in seguito alla caduta. Cercò di raccoglierli velocemente ma Saphira riuscì ad agguantarne uno.
S: Eragon lo sai che non mi puoi ingannare vero?
E: Ma sì Saphira cosa vai a pensare?
S: Penso che tu mi stia nascondendo qualcosa...
E: Io? Non sia mai! (Incrociò le dita dietro la schiena)
Ma Saphira non contenta lesse velocemente il foglio che aveva preso
S: Carotina mia, mio dolce stufato di pollo? Cos'è questa roba e chi te l'ha data?
E: Me l'ha data Orik! Volevo che mi aiutasse nella dichiarazione con Arya, visto che NESSUN '  ALTRO... mi vuole aiutare!
S: Aiutarti? Perché questa ti sembra una dichiarazione d'amore?
E: Intanto lui mi ha detto che la sua fidanzata dopo averla ascoltata è caduta ai suoi piedi!
S: Svenuta forse...
E: Comunque vale la pena tentare! Almeno adesso ho qualcosa da dirle.
S: Certo vedi un po' cosa... Comunque non contare sul mio aiuto per questa idiozia
Detto questo Saphira se ne andò lasciando Eragon solo e nei guai!
Per tutta la notte il ragazzo cercò di imparare quei versi a memoria, ma senza alcun risultato. Allora scoraggiato cominciò a piangere a dirotto. Poi mentre già cominciava a farsi una ragione del fatto che non sarebbe stato mai capace di fare una vera dichiarazione, all'interno della stanza comparve un tizio vestito tutto strano con una strana maglia e dei pantaloni rossi. Guardò Eragon e disse: "Salve sono Giovanni Muchacha e sono qui perché sono stato informato di un caso disperato"
Eragon guardò lo strano tizio. Quello con le mani tese davanti a sé e muovendo un po' la testa continuò: "Ma non c'è problema. Con Heart Attack anche i più sfigati in amore diventano grandi conquistatori. Oggi vi insegnerò come recitare una poesia d'amore senza doverla imparare. Bene. Prendete una penna, possibilmente indelebile. Fatto? Bene. Ora copiate tutta la poesia sul vostro braccio o in alternativa appiccicatevi tanti fogliettini con abbbondante colla vinilica. Fatto? Bene. Ora andate dalla ragazza che volete conquistare. Fatto? Bene. Muovete le braccia mentre recitate e intanto spiate la poesia. Fatto? Bene. Così potete recitare la poesia alla vostra fidanzata senza spappolarvi il cervello per la fatica di impararla. Bene questa puntata di Heart Attack finisce qui, ma non perdete la prossima dove vi insegnerò il regalo alla fidanzata fatto in casa: risparmi i soldi e il risultato è lo stesso. Ciao ci vediamo qui con Giovanni Muchacha qui ad Heart Attack!"
Detto questo lo strano tizio scappò via. Eragon non aspettò un secondo di più e cominciò a scriversi la poesia su ogni quadretto di pelle disponibile. Impiegò due braccia per scriverla e una volta finito corse all'albero di Menoa dove era sicuro c'era Arya. E infatti era là, però prima che le si potesse avvicinare due braccia lo afferrarono e lo trascinarono via.
***
Ciao a tutti! Questa è la mia prima fan fiction e sono un po' emozionata! Forse non sarà un granché ma è solo una piccola presa in giro di un bel libro come Eldest! Spero che la possiate apprezzare, in ogni caso pubblicherò il prossimo capitolo quanto prima! :))          
  Mystery Anakin
 

  
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