“La città del sole” dicono...

“La città del mare” dicono...

“La mia città” dice mio padre “che un giorno passerà a te”.

Prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca, ne accendo una e la porto alle labbra, aspirando profondamente.

Lei dice che un giorno il fumo mi ucciderà e ha ragione.

Ma come può preoccuparsi per me, dal momento che Lei è la causa della mia rovina?

Lei, che mi fa passare la voglia di premere un grilletto, perché così mi viene ordinato.

Lei... che non sa nulla.

Per Lei sono solo un ragazzo problematico con la dipendenza da fumo; povera ragazza, non ha nemmeno idea di quanti problemi io abbia.

Vorrei poterle dire chi sono, qual'è la mia vera indole, quali sono le mie origini... ma poi, mi lascerebbe entrare ancora nella sua vita? No, e farebbe bene. Non c'è motivo per cui dovrebbe avvicinare il figlio di un camorrista.

Com'è strano il destino: proprio tu, figlia di un poliziotto, anzi del poliziotto incaricato di trovare mio padre, sei riuscita a farmi aprire gli occhi.

Può sembrare crudele da parte mia, ma in realtà spero con tutto il mio cuore che si uccidano a vicenda e che questa storia finisca...

Ma cosa penso? Sarebbe troppo semplice se tutto finisse qui; perché questa guerra non si concluderà mai. Anche se lui morisse, io sarei costretto a prendere il suo posto e a portare avanti gli “affari di famiglia”, tenendo conto degli interessi del Clan.

Eppure nemmeno allora potrei stare con te, poiché mai mi perdonerei di averti trascinato in questo giro, di averti dato una vita fatta di violenza e pericolo.

In fondo è colpa tua, che mi hai mostrato la bellezza di quello che potrebbe essere stare con te, mentre ho la consapevolezza che ciò mai potrebbe accadere.

Fisso il mare blu davanti a me, con aria assente. La sigaretta è finita e, levandomela dalle labbra, la butto a terra; tanto una sigaretta in più non farà differenza.

Mi alzo dallo scoglio su cui sono seduto, passandomi una mano tra i capelli neri. In questo momento decido di voltare le spalle a tutto: agli amici, al Clan, alla famiglia e a me stesso, solo per poco tempo.

Torno a casa vedendo che non c'è nessuno, ma anche se fosse, non farebbe alcuna differenza.

Salgo in camera mia e chiudo a chiave la porta. Abbasso le persiane e spengo le luci.

Lascio fuori tutto: i suoni, i colori, Lei... il Mondo intero.

Mi getto sul letto fingendo che sia notte. Perché sì, la notte porta pensieri, ma anche la speranza che, a distanza di poche ore, ci sia un nuovo giorno.... un nuovo inizio...



NdA: Sinceramente non ho mai scritto nulla di questo genere... Spero piaccia lo stesso ^^ . Mi farebbe piacere se lasciaste una recensione per farmi sapere se posso ricavarne una bella storia :) Nel caso le recensioni siano positive, inizierò la storia questa estate (luglio/agosto 2014) :D