16)The only proof that I need is you.
Dopo
il
buongiorno di Alex non posso non essere di buon umore.
Vado al lavoro
canticchiando una canzone di Katy Perry che mi piace particolarmente,
noto
subito che c’è solo Bryan, immaginavo che oggi Wen
sarebbe arrivata in ritardo.
“Ehi, come mai
tua cugina non c’è oggi?”
“No, penso che ci
sarà, ma arriverà in ritardo. Ieri sono successi
una serie di casini: Aileen è
depressa per il funerale, May ha quasi abortito e Sophie l’ha
vegliata tutta la
notte.
Credo che ora Wen
sia in ospedale per portarle a casa.”
Rispondo io
sedendomi alla scrivania.
Un quarto d’ora
dopo il volto trafelato di Wen fa la sua apparizione.
“Scusate il
ritardo, questioni di famiglia.”
“Come sta
Aileen?”
“Dorme, il
dottore l’ha visitata e le ha prescritto dei
calmanti.”
“May e Sophie?”
“Sono tutte e due
a letto. May non ha perso il bambino, ma da adesso deve passare la
maggior parte
delle giornate a riposo, in quanto a Sophie era semplicemente
sfinita.”
“Capisco. Beh,
fortunatamente è finita bene, no?”
“Non è ancora
finita. Sarà finita quando lei partorirà e quando
Aileen starà meglio.”
Il che significa
che ne avremo ancora per parecchi mesi e io mi sentirò
tagliata fuori dalla
vita di Wen, non so davvero come consolare Aileen.
Vorrei avere le
parole giuste, ma io non riesco a considerare romantica
l’intera faccenda,
vorrei avere almeno un po’ della sensibilità di
prima.
Wendy si accorge
del mio malessere e mi guarda.
“Prima o poi
troverai le parole giuste, Holly. Non sei più quella di una
volta, ma non sei
nemmeno il cuore di pietra che vuoi far credere di essere, ce la
farai.”
“Il fatto è che,
boh, non riesco a vedere il lato romantico di tutta questa faccenda, a
me
sembra solo una tragedia e l’unica cosa che mi viene da dirle
è che lui è in un
posto migliore.
Peccato che
sappia che non è questo che vuole sentirsi dire.”
“Ce la farai.”
Mi ripete mia cugina.
Vorrei avere
anche io questa fiducia, ma non ce l’ho. Il campanello suona,
il primo cliente
entra e tutti viene momentaneamente accantonato.
Verso metà
mattina il mio cellulare vibra per un messaggio di Alex, mi chiede di
mangiare
insieme, io accetto senza nemmeno pensarci. Stare in sua compagnia mi
farà
stare meglio, ne
sono certa.
Finito il nostro
orario di lavoro mattutino, come al solito, Bryan e Wen mi chiedono se
verrò a
mangiare con loro.
“No, mi dispiace.
Alex mi ha invitato prima, mangerò con lui.”
“Va bene.”
Chiudiamo il
negozio, loro si allontanano insieme, io invece aspetto che arrivi il
mio
ragazzo.
Cinque minuti
dopo la figura familiare della sua macchina si fa viva e io salgo dalla
parte
del sedile passeggeri.
“Come è andata
oggi?”
Gli chiedo.
“Infernale, ho
già mal di testa. Tu?”
“Normale.”
Lui sorride.
“Beh, dopo sarai
felice, te lo garantisco.”
Io lo guardo
senza capire, ma lui mantiene un’espressione misteriosa.
Parcheggia fuori
da un bar che frequentiamo a volte e scendiamo, ci sediamo al solito
tavolo
d’angolo e ordiniamo due panini.
“Si può sapere
cosa bolle in pentola?”
“A fine pasto.”
Risponde serafico
lui, addentando il suo panino.
Io sospiro, ok,
gli concederò di fare il misterioso, ogni tanto ci
può stare.
Inizio a mangiare
anche io, pensando che i panini di questo posto sono davvero buoni e
dovrei
frequentarlo più spesso.
Finiti i panini
lo guardo curiosa.
“Questo week end
si va ad Acapulco, abbiamo bisogno entrambi di staccare e prendere del
tempo
per noi.”
“È meraviglioso,
Alex! Hai avuto una grande idea!
Magari potrei
chiedere ad Aileen di sostituirmi, così magari pensa di meno
a Sam.”
“Puoi sempre chiederglielo.”
“Grazie mille,
Alex.”
“Di niente. So riconoscere quando stai o stiamo male e questa
vacanza ci
serve.”
“Hai
assolutamente ragione, gli ultimi giorni sono stati massacranti:
Baltimora,
l’ospedale, Aileen.”
Lui annuisce e mi
stringe le mani tra le sue.
“Spero che Wendy
non faccia problemi.”
“Non ne farà e
adesso andiamo.”
Ci alziamo dal
tavolo, paghiamo e risaliamo in macchina, prima di andarsene di nuovo
mi bacia
e io sorrido. Lo amo, non c’è niente da fare.
Questa volta sono
io che aspetto gli altri, arrivano poco dopo e notano subito il mio
buonumore.
“Woah! Come mai
così contenta, Mia?
Cosa ti ha detto
Alex?”
“Ehm, mi ha detto
che questo weekend saremo ad Acapulco.
Wen, potremmo
chiedere a Aileen di sostituirmi?
Cosa ne dici?”
Lei ci riflette
un attimo, mentre alza la saracinesca.
“Va bene, glielo
chiederò, in fondo può farle bene uscire un
po’ di casa.”
Io sorrido, ce
l’ho fatta, la mia proposta è stata accettata.
Forse sono un po’
egoista nel lasciare tutto in mano a Wen, ma davvero non ce la faccio a
essere
come prima e poi io e Alex abbiamo bisogno di un po’ di tempo
per noi.
Magari dopo aver
ritrovato l’intesa di un tempo sarà più
facile prendersi cura degli altri, in
fondo il periodo in cui non siamo stati insieme è come un
tabù e io vivo nella
paura costante che una Lisa qualunque spunti all’orizzonte e
me lo porti via.
Io non sono
niente in confronto a tutte le belle ragazze con cui viene in contatto,
prima
pensavo di essere il suo amore, ora questa certezza scricchiola.
La giornata di
lavoro trascorre lenta e tranquilla, andato via l’ultimo
cliente chiudo il
negozio con mia cugina e me ne torno a casa. Alex è
già arrivato ed è sdraiato
sul divano.
“Adesso preparo
la cena.”
“Non ce n’è
bisogno, ho chiamato il cinese. Vieni qui.”
Mi fa spazio e io
dopo essermi tolta le scarpe lo raggiungo.
“Cosa c’è Holly?
Ti vedo strana.”
Io sospiro.
“Ho paura che una
Lisa qualsiasi ti porti via da me, sento che non sono abbastanza per te.
Sono solo un niente,
una ragazza come tante. Prima di Lisa non mi importava più
di tanto, perché
pensavo che essendo la ragazza che avevi rincorso per tanto tempo non
mi
avresti lasciato, ora non son più sicura di nulla.”
Finisco con un
senso di freddo in fondo all’anima, Alex sospira tristemente.
“Mi sa che
pagherò ancora a lungo l’errore di un ragazzino
spaventato. Io ti amo Holly, tu
per me sei speciale qualsiasi cosa tu faccia e sei bella. Sei talmente
bella e
non te ne rendi conto, i tuoi amici ti chiamano Uma Thurman che
è una delle
attrici più sexy e belle e la ragione è questa.
Sei bella e non
devi temere nulla, non mi interessano le
altre, davvero.
E non ci sarà
nessuna Lisa che si metterà in mezzo questa volta, te lo
giuro.
Per favore
credimi, se non lo farai come faremo ad ansare avanti?”
Io rimango in
silenzio, lui ha ragione: le coppie vanno avanti perché si
fidano uno
dell’altro. Lui si fida di me, ora tocca a me fare la mia
scelta.
Il cuore lascia
perdere la mente.
“Ti amo anche io
e mi fido di te. In questa vacanza ci faremo un overdose di noi due e tutto tornerà
a posto o quasi.”
Io sorrido.
“Sì, a patto che arrivi
il cinese, ho fame.”
Scoppiamo tutti e
due a ridere.
La
mattina dopo
arriviamo in orario in aeroporto ed è un miracolo
perché prima abbiamo dovuto
salutare gli altri.
Jack – il solito
burlone – ci ha detto di non tornare in tre a meno che la
terza fosse una bella
messicana, mia cugina gli ha mollato un pugno in pancia.
Ci imbarchiamo e
presto siamo sull’aereo, Los Angeles sotto di noi
è solo un ammasso di case e
di colline, io la guardo con interesse, Alex si immerge nella lettura
di un
fumetto. Il volo non dura molto e presto sbarchiamo sotto il caldo sole
di
Acapulco, pronti per divertirci.
Recuperiamo le
nostre valigie e ci facciamo portare in hotel, inutile dire che
è bellissimo e
che se non avessi Alex io lì non potrei mai entrarci.
Entriamo e ci
dirigiamo alla reception, Alex sfoggia il suo migliore sorriso e chiede
alla
ragazza della prenotazione a nome Gaskarth, lei annuisce. Ci chiede le
carte
d’identità, ci fa compilare qualche scartoffia e
poi finalmente ci dà una
tessera.
La ringraziamo e
buttiamo le nostre valigie nell’ascensore e saliamo
all’ultimo piano, dove ci
sono le suite più costose.
La nostra dà
direttamente sull’oceano e i nostri occhi possono spaziare
sulla baia, un
meraviglia, ma in questo momento sento più il richiamo del
letto che sembra
parecchio comodo.
Mi ci butto a
peso morto.
“Uhm, non ho
dormito stamattina, penso che usufruirò dei tuoi
servizi.”
Alex ride.
“E le valigie?”
“Lasciale lì e
raggiungimi.”
Lui esegue e ben
presto mi raggiunge, stringendomi in un abbraccio.
Io sospiro di
sollievo e per lunghi minuti nessuno di noi dice niente, ci assaporiamo
semplicemente, come se fosse la prima volta che dormiamo insieme.
“Sai di buono.”
Mormoro io mezza
addormentata.
“Anche tu.”
Mi risponde lui.
Ben presto ci
addormentiamo e solo una chiamata gentile dal telefono
dell’albergo ci ricorda
che è ora di pranzo.
Ancora un
po’rintronati scendiamo nella grande sala da pranzo
dell’hotel e ordiniamo del
cibo italiano. Vendiamo accontentati da una due pizze, gli occhi di
Alex
brillano, ama la pizza.
La mangiamo
chiacchierando vivacemente, lui mi racconta dei tour e io della vita in
negozio, inevitabilmente parliamo anche di Vic.
Lui si scurisce,
ma io lo rassicuro dicendo che non l’ho mai amato e aver
fatto sesso con lui
una volta non significa nulla, farlo con il mio ragazzo è
stato diecimila volte
meglio.
Lui sembra
rasserenato, anche se immagino non digerirà subito il fatto
che io abbia fatto
sesso con un altro.
“E tu?
Ci sei stato con
Lisa?”
Lui abbassa gli
occhi.
“Sì, dovevo, altrimenti
lei avrebbe spifferato tutto alla stampa.”
“Com’è stato?”
Chiedo io,
masochista fino alla fine.
“Squallido. Farlo
con una puttana avrebbe fatto meno schifo.”
“Capisco.”
Un piccolo
sorriso fa capolino sul mio viso, le sue parole mi hanno tolto un peso,
pensavo
di essere inferiore a Lisa.
“Come mai
sorridi?”
“Ehm, no nulla!
Solo perché io sono brava di Lisa, credo.”
Rispondo
arrossendo violentemente, lui mi stringe una mano.
“Su questo non ci
sono dubbi, piccola.”
“Beh, sai com’è…
Non ero lì e immaginarvi in quelle
situazioni mi faceva schifo:”
Alex ridacchia.
“Beh, sono felice
di essere stato nei tuoi pensieri anche quando non avrei dovuto
esserci.”
Mangiamo il dolce
e poi saliamo in camera, finalmente mettiamo via le nostre cose e poi
io torno
in terrazza a godermi il panorama.
Lui mi raggiunge
dopo un po’.
“Cosa ne dici di
esplorare un po’questo posto?”
“Dico che è una
buona idea. Mi
faccio una doccia, mi
cambio e sono pronta.”
Nel giro di venti minuti siamo fuori dall’hotel pronti per
esplorare Acapulco.
“Dove andiamo?”
“In spiaggia!”
“Ma non abbiamo
portato il cambio.”
“Ci ho pensato
io!”
Alzo una borsa
che contiene costumi, salviette e tutto il necessario.
“E sia!”
Ci dirigiamo
verso la passeggiata e paghiamo per l’uso di un ombrellone e
due sdraio, poi ci
cambiamo e ci dirigiamo verso quello che è momentaneamente
nostro.
Alex si butta
subito su una sdraio, io invece mi dirigo verso l’oceano,
sperando che mi
segua.
Poco dopo sento
dei passi dietro i miei e delle braccia mi avvolgono.
“Perché non sei rimasta
all’ombrellone?”
“Volevo fare un
bagno.”
“Non è tutto qui,
vero?”
“Beh, speravo che
mi seguissi.”
Rispondo fissando
i piedi, senza avere il coraggio di guardarlo in faccia.
“Sono qui,
andiamo.”
Mi prende per
mano e entriamo insieme nell’oceano, l’acqua
è tiepida, mi piace. Un passo alla
volta arriviamo fino a quando l’acqua non raggiunge la mia
cintola. Solo lì
azzardo un tuffo seguita da Alex. Riemergiamo nello stesso momento,
l’acqua è
cristallina, il sole è caldo e io sto facendo il morto
insieme ad Alex
tenendoci per mano.
Che grande pace.
“Tutto ok,
Holly?”
“Per ora sì.”
Mormoro.
“Ma c’è qualcosa
che non va.”
Io sospiro.
“Io ti amo, Alex,
ma ho paura nel vivere questa storia.”
“Lo sento e non
so cosa fare per fartela passare.”
“Il fatto è che
là fuori ci sono ragazze più carine di me, meno
complicate, più simili a Lisa.”
A sentire il nome
della ex si acciglia.
“Per favore non
parlarmi più di lei, sto cercando di lasciare allo spalle
quel periodo di
merda.
Sono stato obbligato a stare per anni con una ragazza che non amavo e a
sbattermela ogni tanto, anche se mi faceva schifo.
Tu sei bella
Holly, te l’ho già detto, centomila volte
più di Lisa.”
Io rimango in
silenzio.
“Le vedi le
nostre mani?
Uniti possiamo
galleggiare e sopravvivere nel gran casino che è il
mondo.”
“Bella metafora,
mister Gaskarth! Si vede che sei il poeta del gruppo!”
Lui ride, poi
torna serio.
“Lo penso
davvero, Holly.
Io e te possiamo
riuscire a vivere bene solo insieme.”
Io lo guardo, sta
sorridendo.
“Mi vorresti come
madre dei tuoi figli?"
Sparo a
bruciapelo, lui sbarra leggermente gli occhi.
“Non ho mai
pensato di avere dei figli un giorno, ma… Sì, mi
piacerebbe che fossi tu la
madre dei miei figli, adorerei vedere l’azzurro dei tuoi
occhi in un bambino o
una bambina con i miei capelli.”
“Tu?”
“Certo che mi
piacerebbe, ma non so se resisteremo.”
“Ce la faremo!”
Risponde
serafico.
Rimaniamo ancora
un po’ a fare il morto, poi la pancia affamata di Alex si fa
sentire e siamo
costretti a uscire. Sonole sei e mezza, ci asciughiamo
approssimativamente
e poi ci dirigiamo verso l’hotel.
Una doccia, un
cambio di vestiti e siamo pronti per mangiare, entrambi siamo vestiti
eleganti.
Io indosso un vestito bianco a pois rossi e un paio di scarpe a tacco
alto,
Alex un camicia a mezze maniche grigia, dei jeans scuri e degli anfibi.
Scendiamo nel
salone mano nella mano, io prendo i contorni e poi aspetto che ci
servano:
risotto ai funghi per me e risotto al chili per Alex.
Non so come
faccia a mangiare così piccante, io morirei se tentassi.
Finito il primo
prendiamo carne con fagioli e chili lui e costolette
d’agnello per me, è tutto
ottimo, non ho motivi per lamentarmi.
Ora che abbiamo
divorato anche i secondi ce ne andiamo, abbiamo deciso che il gelato lo
prenderemo alla marina, mentre esploriamo i negozietti di souvenir.
Usciamo tenendoci
per mano, non appena saliamo sulla marina Alex diventa nervoso e non
capisco
perché, per di più ci sono troppe ragazze che lo
guardano.
Io le fulmino
tutte, ma sono troppe!
“Alex, cosa c’è?”
Gli chiedo a un
certo punto.
“Nulla, ci sono
troppi ragazzi che ti mangiano con gli occhi e tu sei mia, solo
mia.”
“Ragazzi che guardano me?”
Sono sinceramente
incredula, non me n’ero accorta!
“Sì, esatto.
“Beh, ci sono
anche troppe ragazze che guardano te e mi danno fastidio!”
Scoppiamo a
ridere all’improvviso.
“È bello sapere
che sei gelosa di me!”
“Idem per me.”
Più sollevati
riprendiamo a passeggiare e troviamo una gelateria, prendiamo un cono
ciascuno
e ce lo gustiamo su una panchina, io mi tolgo poco elegantemente le
scarpe.
“Scusa, ma dopo
un po’ diventano una tortura.”
“Non ci sono
problemi.”
Mi risponde sorridendo, prende la mia mano libera e inizia a
massaggiarla, è
davvero piacevole!
“Almeno ci
calmiamo un po’tutti e due.”
“Sì!”
In effetto dopo
un po’ mi sento meglio, pronta ad affrontare di nuovo la
folla. Non so perché
ma ora stare in mezzo a tanta folla mi rende nervosa, Wen dice che
è per via
del fatto che quando non stavo con Alex non uscivo mai.
Può essere,
d’altronde in quel periodo il mondo aveva perso ogni
importanza per me e ora le
cose non sono cambiate, l’unica persona che risveglia
qualcosa in me qualcosa è lui.
“Non sapevo
soffrissi di attacchi d’ansia.”
“Da quando te ne
sei andato ne soffro.”
Lo sento sospirare.
“Quanto vorrei
strozzare Lisa! Ce la fai a stare in mezzo a tutta questa
gente?”
“Solo se ci sei
tu.”
Lo vedo
sorridere, gironzoliamo un altro po’, poi torniamo in hotel
stanchi, Alex si
butta sul letto, io esco a fumarmi una sigaretta. Poco dopo mi
raggiunge.
“Ti va di provare
una cosa?”
“Del tipo?”
“Qualcosa per capire se ci fidiamo ancora l’uno
dell’altra.”
Io annuisco
“Ok, io mi metto
davanti a te e mi lascio cadere, tu devi prendermi.”
Io annuisco, Alex si lascia cadere e io allungo subito le mani per
sostenerlo
poi lo attiro a me.
“Bene. Adesso
sarai tu a cadere.”
Io lo guardo un
poi’ spaventata, non sono così certa che lui mi
prenderebbe, ma non posso
tirarmi indietro.
Nervosa mi metto
davanti ad Alex e mi lascio cadere, mi aspetto di sentire il freddo
delle
piastrelle e invece mi ritrovo avvolta dall’abbraccio del mio
ragazzo.
“Ogni volta che
avrai bisogno di me io ci sarò. Quando sarai nella merda non
ti lascerò sola,
perché ti amo e mi fido di te:”
“Anche io ti amo
e mi fido di te.”
Rispondo
sorprendendo me stessa per prima, forse questo weekend ad Acapulco sta
davvero
funzionando.
Forse stiamo
davvero tornando ad essere quelli di prima, Dio sarebbe meraviglioso!
Sorridendo ci
buttiamo a letto tutti e due, stasera abbiamo imparato una cosa
importante: ci
fidiamo uno dell’altra.
Angolo di Layla
Ringrazio Mon e _redsky_ per le recensioni, è grazie a voi se continuo a pubblicare. Per le sorelle di Wen ci sarà un sequel a parte e per la durezza di Holly avete ragione: è per quello che le è successo con Alex, ma le passerà.
Mi scoccia chiederlo, ma se potreste dare un'occhiata alla Jenna/Alex che ho messo e lasciarci una recensione. Si chiama "I can't help falling in love with you" e se siete fan dei Pierce The Veil mi piacerebbe che leggeste e commentaste "Hold on till may" (one shot) e "Tangled in the great escape" (che è una mia traduzione di una storia che ho letto).
Scusate per la rubblicità.