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Autore: Notalovesong98    02/06/2014    8 recensioni
Questa storia è nata come parodia di tutti quei clichè assolutamente assurdi che spesso si trovano nei film e nei libri. Non scandalizzatevi se doveste trovare scene che mai potrebbero accadere nella realtà, l'intenzione è proprio quella di raggrupparle tutte insieme sotto una trama semplice. Bene.
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Mi chiamo Celia Jackson e ho 16 anni. Non comincerò a descrivermi con le solite frasi molto poco credibili come “Faccio completamente schifo, se Efesto avesse una figlia con una femmina di gnu molto probabilmente sarebbe uguale a me” e cose così. Ho gli occhi verdi e i capelli biondi, se iniziassi con una palese finta autocommiserazione credo che starei antipatica a tutti a prescindere. E poi sarebbe irrispettoso nei confronti dei poveri gnu Efestizzati. Già.
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Celia Jackson e ho 16 anni. 
Non comincerò a descrivermi con le solite frasi molto poco credibili come “Faccio completamente schifo, se Efesto avesse una figlia con una femmina di gnu molto probabilmente sarebbe uguale a me” e cose così. Ho gli occhi verdi e i capelli biondi, se iniziassi con una palese finta autocommiserazione credo che starei antipatica a tutti a prescindere.
 E poi sarebbe irrispettoso nei confronti dei poveri gnu Efestizzati. Già.
  Comunque, sono una ragazza abbastanza ordinaria ( per quanto avere l'albero genealogico costellato da divinità greche sia normale), amo il mare, i pancakes, i libri, i cacatua e quasi tutti i tipi di musica. Adoro studiare tante  cose diverse, leggo dai libri di mitologia ai libri di cucina, odio le sorprese e i compleanni, e amo la mia città, New York. Ci vivo da sempre, con mio padre Percy, mia mamma Annabeth e mio fratello Charlie. 
Mio fratello ha due anni in meno di me, ha i capelli neri e gli occhi grigi, ed è una delle persone più rompiciottoli di sempre.  É in piena crisi ormonale, e non vi dico le facce dei suoi amici quando vengono a casa nostra e mi vedono. Oh dèi, certe espressioni facciali non dovrebbero essere legali. Frequento la St. Lucy High School , e per me l'esperienza scolastica è quasi un'esperienza agrodolce, da un lato mi elettrizza moltissimo conoscere cose nuove, dall'altro odio dover parlare con le persone. Non ho molti amici, perché 1. sono socievole come un cactus 2. socializzare sta a me come mettere una maglietta sta a Taylor Lautner. 
E tutti sappiamo che non è cosa buona. 
Ho solo 2 migliori amici, Nathalie e Spencer. 
Nathalie Ward è una ragazza veramente bellissima, ha i capelli color bronzo e gli occhi verdi, un fisico pazzesco e lineamenti dolci. É eccezionale, sempre disponibile per tutti (e non pensate male, maliziosi), simpaticissima e onesta fino al midollo. Non è al corrente delle mie origini semi-divine, e non credo di poterle dire nulla a riguardo. Sarebbe troppo pericoloso e, in alcuni casi, disgustoso da raccontare. 
Totalmente diversa è invece la mia storia con Spencer Grace. É figlio di un'amica di mamma, Piper, e di un “conoscente” di mio padre (lo definisce così, e credo sia perché quei due sono in perenne competizione), Jason. 
Spence sa tutto riguardo agli dèi dell'Olimpo, proprio perché anche i suoi genitori sono semidei. Ci conosciamo da sempre, e da sempre sappiamo tutto l'uno dell'altro. Ha gli occhi color nocciola, e i capelli di un biondo cenere. È assolutamente geniale, pazzo ma al contempo fragile. È la persona di cui mi fido di più al mondo, senza di lui probabilmente sarei finita sotto milioni di camion per la mia sbadataggine o  mi sarei buttata in mille situazioni impossibili senza riuscire mai a risolverle veramente.
 E oggi finalmente li rivedrò entrambi, perché è il primo giorno di scuola. 
Mi preparo in fretta, scegliendo a caso vestiti spiegazzati dall'armadio,mentre sento un odore di bruciato provenire dalla cucina. Non mi sorprende la cosa: mia mamma, genio assoluto in moltissimi ambiti, è una frana in cucina. In 16 anni di vita credo che mi abbia preparato solamente latte, cereali e minestre bruciate; lascio a voi immaginare il suo livello culinario. 
Mio papà, beh... è quasi peggio. Lui ci prova, davvero, ma va sempre a finire nello stesso modo tutte le volte che allestisce il suo studio di Masterchef casalingo: dopo 10 minuti si stufa, prende il telefono e ordina qualcosa a domicilio. 
Ho smesso di chiedermi come ho fatto a sopravvivere. 
Scendo le scale, e ritrovo mamma tutta intenta a grattare dal fondo di una padella qualcosa di bruciato che ricorda vagamente del bacon. La fisso divertita, e quando si accorge che trattengo a stento le risate mostra il suo famoso viso imbronciato, facendomi capire che se l'è presa. 
Arrivano papà e Charlie, tutti intenti a parlare delle meravigliose cialde blu della nonna. Papà capisce subito l'umore di mamma, si avvicina a lei e la bacia, mentre io e mio fratello ci giriamo disgustati. 
- Hey, ingrati, se siete qui è solo per questa nostra incendiata passione-comincia papà- e se non volete assistere potete pure portare il fondoschiena fuori da qui!-conclude con un enorme sorriso, mentre mamma lo guarda ridendo.
Io e Charlie ci scambiamo un'occhiata veloce: odore di bruciato e disgustose coccole di genitori? Nah, meglio andare a scuola. 
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Arrivo davanti al grande edificio color mattone e mi affretto ad entrare. 
Vado al mio armadietto, mentre mi diverto ad osservare le facce dei miei compagni: c'è chi dorme praticamente in piedi, chi prova a darsi un contegno indossando occhiali neri che coprono le occhiaie, chi parla con tono assonato, chi urla da una parte all'altra del corridoio,.. Sì, insomma, solite situazioni da primo giorno di scuola. Le ragazze sono tutte vestite alla perfezione, come se avessero programmato di indossare determinati abiti da mesi, i maschi invece sembrano gorilla ricoperti di stracci. 
Tranne i giocatori di football, ovviamente. Se c'è una categoria peggiore di quella delle cheerleader, a parer mio, è proprio quella dei giocatori di football. Sono egocentrici e idioti a rari livelli, assolutamente insopportabili con l'alibi di essere maschi, e hanno pure la fila di ragazze.
 Che tristezza, alla faccia dell'emancipazione femminile.
 Vedo anche i ragazzi del primo anno, impauriti e insicuri su tutto.
 Mi lasciano un senso di  gran tenerezza, ripenso a quando anch'io l'anno scorso non sapevo nemmeno dove fosse il bagno o quando cominciassero le lezioni. E dietro all'onda di quindicenni, ecco comparire Nath, mentre scherza allegramente con Spence. Dèi, quei due finiranno col mettersi insieme, ne sono sicura. 
- E poi lei ha detto: hanno vinto i macachi!-urla Nath, ridendo fino alle lacrime. Io li guardo, assolutamente spiazzata dall'inutilità di quell'affermazione, fino a che non comincio a ridere pure io per una cosa assolutamente senza senso, contagiata dalle loro risa. Ci abbracciamo, e dopo aver chiacchierato un po', ci dirigiamo verso le rispettive classi.
Madre Natura mi ha donato charme, avvenenza, simpatia e modestia, ma mi ha lasciato anche la straordinaria abilità di inciampare e cadere senza nessun ostacolo effettivo, dono che a quanto pare decido di mostrare proprio adesso senza alcun ritegno. E mentre la gravità mi lascia l'ennesima volta, sento delle braccia che mi afferrano. Due occhi scuri, mai visti prima, scannerizzano il mio volto, mentre il mio cervello si scollega appena in tempo da non capire una parola di ciò che sta dicendo il ragazzo. Se ne va, e io rimango in mezzo al corridoio, con un'espressione simile a quella di un batuffolo di cotone, mentre penso di aver appena vissuto la scena più sdolcinata e surreale di tutta la mia vita.  
  
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