Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: kikka_67    02/06/2014    1 recensioni
Tutte le fans del Dio dell'Inganno non aspettavano altro che, finalmente, fosse introdotto il personaggio che poi sarebbe diventata, la moglie di Loki Laufeyson. Poveraccio! Pensò Tom, Loki aveva già un bel po’ di guai a cui pensare, gli mancava solo una moglie!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aeroporto Heathrow London.
Jules aspettava con impazienza l’arrivo dei passeggeri  appena sbarcati dall’aereo, i  noiosi e lunghi controlli  a cui i passeggeri dovevano sottostare, sembravano protrarsi all’infinito.  Quando finalmente intravvide il suo uomo preferito, cercarla tra la folla, sorridente gli corse incontro.
Tom trascinava i suoi bagagli di fretta e aveva chiesto a Luke  di mandare qualcuno a prenderlo e di procurargli una macchina, aveva un impegno inderogabile da onorare.  Era riuscito, lavorando anche venti ore al giorno a sbrigare tutti gli impegni fissati negli States. 
Si fermò stupito quando vide sua sorella che gli correva incontro  - Toooommmmm, ciao, ben tornato! – esclamò buttandogli le braccia al collo.
- Emma! Ciao!  Sto bene, grazie. Sono contento di vederti, come state tutti e la mamma? – le chiese ridendo, stringendola tra le braccia. Alzò gli occhi su Luke che seguiva sua sorella di pochi passi.
- Ciao, ben tornato.  – gli disse  abbracciandolo.
- La macchina è nel parcheggio, queste sono le chiavi……ma dove  devi andare così di fretta? – gli chiese Emma curiosa.
- Non avrai fatto guidare la mia macchina a questa matta appena patentata?? – chiese irritato, fulminando Luke con uno sguardo.
- Sto scherzando dai!!! – scoppiò a ridere vedendo la faccia offesa di sua sorella.
- Questa me la paghi! – mormorò sotto voce a Luke, che ridacchiò divertito.
Si avviarono verso l’uscita – Ho preso un impegno molto importante a cui devo, tener fede, assolutamente e…….poi non sono affari tuoi!! – concluse esibendo il suo miglior sorriso.   
Raggiunse velocemente la macchina e dopo aver salutato Emma e Luke, sorrise,  finalmente avrebbe rivisto Julienne. In realtà non aveva smesso di parlare con lei neanche per un giorno, erano sempre in contatto telematico e la sera restavano ore a parlare raccontandosi la giornata, solo una cosa le aveva nascosto, per farle una sorpresa, la data e l’ora del suo ritorno.
Si diresse in paese, prima di raggiungere, la casa di Jules, doveva trovare dei fiori. La signora sorridente che gli confezionò il bouquet , arrossì deliziata quando Tom oltre a lasciarle un autografo, si fece fotografare con lei.
Uscendo dal fioraio però rimase folgorato vedendo una figura familiare stretta al petto di un uomo che le sorrideva e si chinava a baciarle dolcemente una guancia . Riuscì a nascondersi dietro alla porta del negozio e continuò ad osservare  la coppia che  si affrettava a salire in macchina.  Una pioggia ghiacciata iniziò a cadere fitta, bagnando quasi completamente Tom che non si curò di trovar riparo mentre si dirigeva verso la sua auto.
Davanti ai suoi occhi sfilarono veloci immagi terribili: vide Jules in una succinta mise sorridere sensuale, abbracciare l’uomo e poi……..serrò  gli occhi con forza. Non era possibile.
Guardò i fiori che aveva in mano e li buttò sul sedile posteriore della sua auto. Voleva guardarla negli occhi e dirle…………già cosa le avrebbe detto?........Perché non mi ami?  Mi hai mai amato?
Bussò con forza alla porta del cottage, era deciso ad urlarle la sua rabbia,  si era fidato, aveva creduto che, oltre l’attrazione fisica, avessero qualcosa di più intimo ed esclusivo da condividere e…..lei dopo poche settimane  di separazione forzata….passeggiava  per strada abbracciata felice ad un altro uomo. Maledizione! Sei un emerito idiota! Si disse.
 L’avrebbe  esclusa dalla propria vita immediatamente! Era impossibile ignorare il dolore sordo,  che gli provocava il solo pensiero di non  vederla più.
Fece per allontanarsi da quella casa, quando la porta venne aperta piano e una sorridente Julienne,  spalancò gli occhi sorpresa e felice di vederlo, ma subito dopo l’espressione sul viso di Tom la spiazzò.
- Ciao Tom!....... quando sei arrivato?.............Cosa ti è successo? – gli chiese cauta.
- E’ successo mia cara Jules, che ho aperto finalmente gli occhi, ti assicuro che sei riuscita  ad ingannarmi, mi fidavo di te, credevo veramente che potessimo  costruire qualcosa di importante insieme, ma evidentemente mi sbagliavo. – strinse i denti per mantenere la calma.
- Stai farneticando!! –  rimase a fissarlo, era assolutamente sbalordita.
-  Mi chiedo solo quale fosse il motivo per cui stavi vicino a me, visto che  appena hai potuto sei corsa tra le  braccia di un altro uomo! – indicò con un gesto della mano l’uomo che tranquillamente seduto sul divano  li osservava  con interesse.
- Se mi lasci spiegare…… - gli rispose basita.
- Non le voglio sentire le tue scuse!!! – le urlò contro infuriato.
- Scuse??! Non so di cosa tu stia parlando e da che ho aperto la  porta che non fai che strillare  senza motivo! – rispose alzando la voce.
- Ehm…scusate se vi interrompo….forse è meglio che continuate da soli. Jules vado a salutare Annie. –  disse sorridendo lo sconosciuto, mentre  passava accanto a Tom e si chiudeva lentamente  la porta alle spalle.
- Si grazie papà, a lui penso io…-  rispose rigida.
- P-Papà? – mormorò stupefatto mentre sbiancava in viso.
- Bravo genio, quel uomo è mio padre! E adesso spiegami per bene che diavolo ti eri messo in testa, per aggredirmi in quella maniera e prega di essere convincente!! –
L’espressione assolutamente scioccata di Tom, l’avrebbe trovata quasi comica, se non avesse deciso che meritava una bella ramanzina per come si era comportato. Mentre entrava in casa, Jules ebbe l’occasione di osservarlo meglio, era pallido e le sembrava anche dimagrito, ma non doveva farsi prendere dall’ansia per la sua salute. Dovevano chiarirsi e subito.
-  Hai perso la voce? Bene, inizio io!  Presumo che tu sia passato in paese  e che  avendomi  vista con mio padre mentre passeggiavamo,  il tuo cervello malato abbia  fatto subito uno più uno. Ogni sera ti tedio con le mie chiamate che durano ore, ti ho raccontato nel dettaglio, ogni dannata cosa che io abbia fatto durante la tua assenza e appena torni, cosa fai?? Mi urli contro, dandomi torto a prescindere??!! Questa è la fiducia che mi merito? – gridò
Mentre Jules sfogava la sua rabbia su di lui, Tom sentì che  l’angoscia che lo aveva soffocato fino a quel momento lo abbandonava, la guardò in silenzio, aveva gli occhi lucidi ed il viso arrossato, non gli era mai  sembrata più bella,  conscio di meritarsi le sue urla,  decise di sopportare la sua sfuriata e di scusarsi appena si fosse calmata, trovare le parole adatte per convincerla a perdonarlo sarebbe stato molto difficile.
-  Mi sono sforzata di farti capire quanto  abbia sofferto a causa di quella storia disastrosa e con quanta speranza e fiducia mi sia avvicinata a te.  E tu mi vedi da lontano con un altro uomo e non mi fermi per salutarmi e chiedere spiegazioni!!!?? – continuò imperterrita  puntandogli un dito sul petto.
-  Non so quali donne tu abbia frequentato fino ora, ma per quanto mi riguarda trovo sia assolutamente necessario seguire e pretendere  una cerca etica di comportamento in una relazione, se sto con te…..non vado a letto con il primo uomo che incontro…..mi sono spiegata?!!!! – concluse  gridando con quanta voce aveva in corpo.
- Hai ragione, non ho avuto fiducia e non ho altre scusanti tranne una……mi sono innamorato di te……la gelosia mi ha accecato… - lasciò che le sue parole la raggiungessero  attraverso lo scudo di rabbia e dolore dietro cui si era nascosta.
- Se non fossi stata importante per me…..dopo averti vista con un altro, non mi sarei posto domande complicate, avrei girato la macchina e non ti avrei rivista più. Ma…. non potevo sopportare l’idea che ci fosse qualcun altro, al posto mio vicino a te…..non potevo andare via senza….guardarti negli occhi e così….. essere sicuro che…… - la donna  non lo lasciò finire e si buttò tra le sue braccia.
In  quel bacio Jules sentì la paura e  l’angoscia provati  da quel uomo complicato, che con uno sguardo le faceva perdere la testa. Con impazienza gli sfilò il soprabito lanciandolo su una poltrona, stessa sorte ebbe  la sua  giacca e finirono sul divano avvinghiati,  le carezze e i baci sostituirono le parole che,  in quel momento, non erano importanti.
Davanti alla finestra si soffermarono brevemente  due ombre che passeggiavano sotto la pioggia. Annie diede un’occhiata veloce dentro  casa e sorrise.
- William, i ragazzi stanno provando una scena. Ti invito a cena da me, così li lasciamo lavorare in santa pace, che ne dici? – gli disse allegra.
- Penso  che questa sia un’ottima idea Annie, accetto volentieri!  Ti sembra il caso di avvertirli? – le chiese ironico.
- Sono giovani Will, non sentirebbero neanche il campanello adesso, e poi gli avevo promesso che non li avrei disturbati il giorno in cui mi fossi accorta che facevano sul serio! – rispose ridendo piano.

 Tom la prese in braccio e correndo per le scale, entrò nella camera di Jules e la depose sul letto con delicatezza e si stese vicino a lei iniziando a baciarla con foga.  Con una mossa degna di una karateka lo costrinse a stendersi supino e cominciò a sbottonargli  la camicia, lasciando una scia di umidi baci sulla sua pelle. Fu in quel momento che si accorse che Tom era bollente, alzò lo sguardo  e notò le occhiaie e il pallore del viso, segno di una grande stanchezza a cui si erano aggiunte delle chiazze rosse proprio sotto gli occhi.
- Tom, hai la febbre! Ma perché non mi hai detto che stavi male? – lo rimproverò.
- Adesso non è importante, ti voglio, non posso aspettare ancora perché…….ectiùùù!! –
Prontamente Jules si attivò in modalità infermiera e in breve tempo, aveva recuperato il bagaglio di Tom in macchina, lo aveva obbligato a fare una doccia bollente mentre lei gli preparava il letto con un piumone caldo e morbido.
 Non aveva ascoltato le sue proteste e aveva  chiamato  un medico di sua conoscenza, perché lo visitasse. Mentre il dottore era in camera con Tom, Jules  avvertì  suo padre ed Annie ed infine chiamò anche Luke.

- Ciao Luke, sono Julienne.  Come stai? –
- Ciao Jules, sono contento di sentirti, è arrivato Tom da te? Ho provato a chiamarlo ma non mi risponde. – rispose allegro.
- Ti chiamo proprio a proposito di Tom, quando è arrivato qui da me, non stava molto bene. Gli è venuta la febbre e adesso un medico di mia fiducia lo sta visitando, vorrei sapere se è allergico a qualcosa, tu lo conosci meglio di tutti. – aveva realizzato in quel momento quanto poco sapessero l’uno dell’altro.
- Lo sapevo che prima o poi sarebbe crollato! Ha lavorato molto duramente negli States,  per riuscire a liberarsi da tutti gli impegni,  il più in fretta possibile . Ha preso una ventina di aerei in queste settimane…..aveva fretta di tornare a casa…..-
- Se hai bisogno di aiuto, posso raggiungervi anche subito. – si offrì Luke.
- No, non è necessario, grazie. Tom , qui da me, avrà ogni cura necessaria e quando starà meglio, un po’ di vita di campagna gli farà bene. Ti chiedo solo il favore di avvertire la sua famiglia, rassicura tutti, che mi assicurerò personalmente, che prenda tutte le medicine che il medico gli prescriverà, ma vorrei comunque che ti informassi su sue eventuali allergie. Aspetto una tua chiamata. Ciao e grazie. –
Luke scosse la testa sorridendo, immaginando Tom con il raffreddore e Jules che gli rimboccava le coperte, era proprio un grande attore. Forse avrebbe dovuto far presente a Jules che la volontà ferrea di Tom non gli aveva consentito, in  passato,  di mancare ad nessun impegno lavorativo nonostante avesse  la  febbre a 40°. Ma chi era lui per impedire a Tom di godere delle amorose cure che Jules non vedeva l’ora di offrirgli? Ah….questi innamorati!
Il dottore sorridendo la rassicurò sulla salute di Tom,  che si era ormai addormentato come un bimbo  da una mezz’ora,  lo avevano indebolito un mix di  stanchezza per il troppo lavoro e un po’ di stress accumulato nel tempo. Gli prescrisse alcuni medicinali e le raccomandò solo di farlo mangiare e bere regolarmente e le fissò una seconda visita per la settimana successiva.
Nel pomeriggio arrivarono anche Annie con un’enorme pentola del suo ottimo passato di verdure e carne e suo padre che era andato in farmacia a prendere le medicine per il suo ospite.
- Adesso che siamo più tranquilli e il tuo amico riposa mi vuoi raccontare qualcosa di lui? – suo padre la conosceva bene e raramente l’aveva vista in ansia per qualcuno che non fosse molto importante per lei.
- Ecco…..io e Tom….eravamo compagni di classe all’Accademia, sicuramente non ti ricorderai di lui ma…. – rispose esitante.
- Sua figlia mi chiamava  “lo scimmioneragliante”! . – finì una voce roca dietro di lei. Tom in pigiama e pantofole  avvolto dal piumone da capo a piedi, tese imbarazzato la mano al padre di Jules.
- Tom Hiddleston, le chiedo scusa per la scenata a cui ha assistito questa mattina, Sig. Bennett.  –
- Tom! Cosa fai in piedi? Il medico ha detto che devi stare a letto e riposarti, hai ancora la febbre alta! – esclamò Jules facendolo sedere sul divano.
- Tranquillo Tom, conosco mia figlia ed ero sicuro che ti avrebbe chiarito in breve. Ehm…..l’equivoco di cui eri vittima. – lo rassicurò l’uomo con simpatia stringendogli la mano.
- Ciao Tom come ti senti? – gli chiese Annie arrivando dalla cucina con un vassoio di tea e Cookies  al cioccolato.
- Ciao Annie, un po’ debole, ma sto molto meglio, grazie. – le sorrise prendendo un biscotto dal vassoio che Annie gli porgeva.
- Annie non lo viziare, deve bere spremute e mangiare sano per rimettersi in forma. – sogghignò Jules guardando Tom addentare soddisfatto il biscotto preferito.
 In quel momento iniziò a  squillare il cellulare di Tom e Jules glielo porse in silenzio. Guardando il numero che lo chiamava fu attraversato da un brivido, è mia madre, mimò con le labbra a Jules che lo guardava incuriosita. Tenendosi con una mano la testa, che gli pulsava dolorosamente, si decise a rispondere.
- Ciao mamma, stai tranquilla, sto meglio. No, non è necessario che tu venga qui, Julienne si prende cura di me e ti farà piacere sapere che parla di propinarmi spremute e cibo sano. –
Jules sentendo quelle parole  gli fece una smorfia e rimase alquanto sorpresa quando, poco dopo, Tom le passò il telefono, sconsolato.
- Vuole parlare con te….. –
La madre di Tom  era una donna simpatica e ignorando lo sguardo terrorizzato e  i grandi  gesti di diniego  dell’attore, dopo poche parole Jules la invitò a casa sua per il weekend per stare vicino al figlio, la signora la ringraziò così a lungo che Jules la salutò un po’ imbarazzata.
- Brava! Perfetto!! Adesso ti sei messa nei guai!! Mia madre ti esaminerà senza pietà, quale candidata al ruolo  di nuora!!.....E se le piaci……non mi darà tregua!!  – esclamò irritato.
William e Annie rimasero a bocca aperta a  fissarlo, mentre Tom arrossendo vistosamente spiegava con una vocina sottile.
- Vedete, mia madre….ehm…..vuole che trovi una brava mogliettina e in  questo non ci sarebbe nulla di male……se non volesse sceglierla insieme… a me!  Mi sta con il fiato sul collo per quanto riguarda questo argomento! L’ambiente in cui lavoro e frequento è meraviglioso, ma non per trovare una donna da sposare…..sono le parole di mia madre! - colse lo sguardo comprensivo del Sig. Bennett  che annuiva di nascosto.
Annie invece scoppiò a ridere insieme a Jules – E dai Tom, sei un uomo adulto! Comunque questa è una visita di cortesia e sei tra amici….ehm…. – fissò per un attimo Julienne che capì al volo la situazione.
- Effettivamente ho invitato Tom, qui da me, per una vacanza e che poi sfortunatamente si è ammalato….fino a qui tutto normale no? – disse guardando Tom.
- Mia madre non è un’ingenua, basterà far caso a come ti guardo e….. –
- Scusate ma dovrei sapere qualcosa di cui ancora non sono stato informato? – chiese questa volta il Sig. Bennett curioso.
- Ecco….papà….non ho ancora avuto tempo di parlarti…..è avvenuto tutto così all’improvviso e…- tre paia di occhi la fissarono mentre aspettavano con ansia che continuasse a parlare.
- Ehi ragazzi datemi tregua!!  - esclamò Jules a disagio.


 
  
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