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Autore: LittleMissMaddy    06/08/2008    1 recensioni
Il tempo scorre, il mondo cambia e loro restano lì, immobili, perfetti, immutabili.
Niente che possa scalfirli o solo sfiorarli, se non la loro maschera d'indifferenza.
Perché la storia si ripete, monotona e inarrestabile.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Serpeverde | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Genere Romantico, prevalentemente Triste.
Rating Verde.
Personaggi I Serpeverde.
Timeline I loro venticinque anni. Otto estati dal Settimo libro. Esattamente la sera del 5 giugno.
Spoiler Settimo libro.
Disclaimer I personaggi appartengono tutti, sfortunatamente, alla cara J.K. Rowling.


Al mio Draco Malfoy, per il suo compleanno. Il cinque agosto.
Alla nostra amicizia, al futuro e a tutto quello che porterà ad entrambi.




Wait here forever



“Sta tornando.”
“Ed è importante?”
Sapevano entrambi che lo era, ma
nessuno dei due osò ammetterlo.

“Non hai paura, sorellina?”
“Di cosa?”
“Che te lo rubi, ora che non ci sono
mille paesi tra di loro a dividerli.
In fondo, è sempre stato suo.”
“Draco mi ama.”

Erano passati circa otto anni.
Blaise Zabini si era trasferito in Francia per lavoro, e conviveva con un modello Francese che era la punta di diamante della Zabini Fashion.
Daphne Greengrass si era separata di recente da suo marito, Adrian Pucey.
Theodore Nott lavorava alla Gringott. Era ricco, sposato e nobile.
Pansy Parkinson, sua moglie, era diventata una nota avvocatessa del mondo magico. L'unico cruccio che riusciva a tormentarla, in una vita perfetta quale la sua, era il suo continuo fallire nel tentativo di dare un erede al suo consorte.
Pansy Parkinson in Nott aveva un altro cavillo irrisolvibile, ma questo era custodito così gelosamente da tanti di quegli anni che ormai aveva assunto la forma di una semplice illusione ottica, incoerente quanto impalpabile.
Quella fastidiosa spina conficcata nel regale fianco della Signora Nott portava il nome di Draco Malfoy.
Il Rampollo dei Malfoy viveva da qualche anno, con la sua sposina adorata, Asteria Greengrass, in America. Si erano trasferiti per lavoro.
O meglio, lui si era trasferito per inseguire la sua ambizione di Medimago richiesto in ogni dove, e lei aveva seguito il marito, come sempre, da bravo e fedele cagnolino.
In ogni caso, erano tornati in vista del prossimo parto della signora Malfoy.

Stavano tornando tutti, uno ad uno.
Si sarebbero ritrovati a Londra, a casa di Theodore e Pansy, che erano gli unici ad essere rimasti attaccati alle origini. Perfino Daphne, tradizionalista per natura, si era spostata verso l'Irlanda. Nulla la tratteneva in città.
Erano passati otto estati e si sarebbero riuniti lì, sotto quel tetto, e avrebbero conversato come se nulla fosse cambiato. Avrebbero cenato insieme, tutti quanti. Loro, e tutti gli altri Serpeverde del loro anno. Negli anni passati non erano affatto mutati. Erano ancora gli stessi ragazzini snob di una volta, e non avrebbero permesso ad un intruso di inserirsi nella loro élite privata.

Asteria trovava insopportabile l'idea di non essere invitata.
“La tua pancia ingombrerebbe l'ingresso” le disse suo marito quando quella sera la baciò, nel suo boudoir, prima di uscire.
“Non è poi così grande” miagolò infastidita lei.
Draco tese una mano e sfiorò il pancione della moglie, attraverso lo strato di seta che componeva quell'abito da casa indossato quella sera dalla Signora Malfoy.
“Ti amo.” disse, parlando al ventre rotondo della donna.
Amava quel pancione. Amava i cinque mesi di esistenza che pulsavano al suo interno, ed amava la sensazione di essere per una volta fautore del proprio destino.

Tutto era perfetto.
Gli ospiti, una trentina, erano abbigliati e sfavillanti nei loro venticinque anni, chi più e chi meno, di onore Verdeargento. Avevano portato tutti dei doni per i padroni di casa; la cena era pronta ed i piatti brillavano sotto la luce dei lampadari antichi.
Theodore Nott strinse molte mani, quella sera.
Sua moglie Pansy era stupenda.
Con il tempo era solo migliorata, e lui lo sapeva perfettamente. Se n'era accorto sei anni fa. Le aveva chiesto un ballo e lei glielo aveva rifiutato.
Il giorno seguente si era presentato di fronte la porta di casa sua, di buon ora ed ottimo umore.
Lei lo aveva scacciato.
Il giorno dopo ancora le aveva chiesto se voleva andare a vedere un film con lui.
Lei aveva nuovamente rifiutato.
Una settimana più tardi Nott si era presentato nuovamente di fronte casa sua, ma senza tutti quei vestiti rispettabili, i capelli biondi ordinati e tutto il resto: si era presentato con due scope. Le offrì di farsi un volo con lui.
Pansy accettò.
Poi la invitò ad una partita della Nazionale di Quidditch, e per la seconda volta Pansy accettò.
Due mesi più tardi la invitò sull'altare.
Pansy tentennò, ma non rifiutò.
Quando le aveva chiesto il permesso di organizzare quella cena, Pansy aveva dato il suo consenso con una smorfia silenziosa. Lui scelse con cura la data.
Erano invitati tutti. Dal primo all'ultimo. Niente mogli, niente mariti, fidanzati, figli o che altro. Solo loro. I Serpeverde di quell'annata.
Tutto era cambiato attorno a loro, ma per la maggior parte di loro valeva la staticità emotiva. Lo capirono scambiando solo poche parole.
Draco neanche era mutato: arrivò mostruosamente in ritardo. Theodore gli si fece contro, e dopo un lungo sguardo critico abbracciò il suo secondo migliore amico.
Pansy gli strinse cortesemente la mano. Zabini lo agguantò per una spalla e lo baciò in bocca, lasciando tutti senza fiato. Gli anni che li avevano divisi vennero spazzati via con il dessert.

“Quanto manca?” domandò arrivando alle sue spalle.
“Un mese, credo. Due, al massimo.”
“Credevo non ti avrebbe permesso di venire.”
Draco abbassò la sigaretta mantenuta tra le dita e scosse il capo, ridendo a voce bassa. La sua risata era così calda e cauta che Pansy credette di aver sentito semplicemente le fusa di un pigro gatto.
La serata stava volgendo al termine, ma la musica proseguiva imperterrita il suo percorso, lenta e carezzevole.
“Sai ancora ballare, Signora Nott?”
“Discretamente.”
Lui gettò la sigaretta dal balcone, incurante, e si protese per prenderla tra le braccia.
Il gesto le sembrò così familiare che non si sprecò in commenti. Gli scivolò tra le mani e lo guardò negli occhi, silenziosa, senza davvero appoggiarsi al suo corpo.
“Mi odi?” sussurrò lui.
“Ti odio.” confermò lei.
“Non mi hai mai amato?”
“Mai.”
Tacque.
La guardò per un attimo, e rafforzò la stretta, impercettibilmente.
“Pansy Parkinson ... Sei così bella.” mormorò contro il suo orecchio.
“E tu sei ubriaco.”
“No, cara. Sono perfettamente sobrio, e vedo di fronte a me” si chinò un po', “la creatura più bella di questo mondo.”
“Pensavo che il titolo spettasse di diritto alla Signora Malfoy.”
“Le donne di casa Malfoy sono nobili ed aggraziate, non belle.”
Pansy scosse il capo.
Gli avrebbe donato un figlio.
Lei, invece, non ci sarebbe mai riuscita. Né per lui, né per Nott.
In quei lunghi anni era inevitabilmente inaridita dentro.
Quel che restava del suo cuore era votato a mantenerla in vita con ogni sforzo possibile,
arpionandosi con le unghie sulle pareti di vetro di un muscolo quasi senza impulsi.
Draco le baciò i capelli.
“Buon compleanno, Draco.”
Sarebbe potuto apparire strano, e sospetto, ad occhi esterni, un gesto simile, ma gli occhi di Theodore Nott, ritto sulla porta - finestra che dava sul balcone occupato dai due ballerini non erano affatto estranei.
L'avevano già vista, una scena simile.
Stavolta Pansy non sarebbe corsa via in lacrime, e non avrebbe passato la serata a piangere sui cocci del suo cuore infranto di ragazzina.
Pansy Parkinson sarebbe andata dritta dritta tra le sue braccia, a cercare conforto. Non avrebbe gettato nessun regalo nel Lago Nero. Non si sarebbe sforzata di fingere che tutto andava bene.
Sua moglie - perché tale era - sarebbe finita tra le lenzuola del loro letto matrimoniale, quella notte.
Si sarebbe accucciata contro il suo petto, e avrebbe sognato di un altro uomo, di altre labbra e di un'altra vita che non avrebbe mai potuto ottenere.
Lui le avrebbe asciugato gli occhi dormienti e bagnati di lacrime, e avrebbe maledetto, come ogni anno, quel giorno.
Il compleanno di Draco Malfoy, il suo migliore amico.
  
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