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Autore: CrystalRose    02/06/2014    4 recensioni
Perché Loki da dopo la caduta dal Bifrost a The Dark World si è comportato nel modo che noi tutti sappiamo? E se tutto quello che ha fatto, fosse stato l'unico modo per salvare la persona amata?
[Pre Avengers-The Avengers- Thor TDW- accenno a Age of Ultron fino a Ragnarok/post Ragnarok]
[Elementi dei film, fumetti e mitologia norrena]
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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An unlikely alliance OFH

Asgärð, palazzo Válaskjálf

 

L’ingannatore finalmente era libero.

-Non è da te, fratello- disse camminando accanto a lui nel lungo corridoio che portava alla sala del trono.

Gli era stato detto solo che Jane aveva con sé l’Æther e che doveva fuggire da Asgärð senza esser vista da Padre Tutto, l’inganno sarebbe riuscito grazie all’appoggio del dio-guardiano Heimdall, Lady Sif e i due guerrieri Volstagg e Fandrall.

-Un’azione clandestina. Sei sicuro che non vuoi usare i pugni per farti strada?- Loki era eccitato, suo fratello aveva messo su un inganno perfetto. Sì, doveva ammetterlo, era orgoglioso di Thor.

-Se continui a parlare potrei farlo-

-Bene come desideri, non ci sono neanche-

Con un’illusione si trasformò in una delle guardie del palazzo.

-Così va meglio?-

Thor si voltò a guardarlo –Almeno la compagnia è migliore-

-Però potremmo essere meno vistosi-

Con un’altra  illusione lui tornò nelle sue vesti e trasformò Thor in Lady Sif, lui nemmeno si era accorto del cambiamento.

-Mmmh, fratello, sei incantevole-

Thor si osservò e con tono seccato disse: - Non farà meno male quando ti ucciderò con queste sembianze-

-Molto bene. Probabilmente prediligi uno dei tuoi nuovi compagni visto che li preferisci-

Una terza illusione portò Thor nei suoi panni e Loki in quelli di Capitan America.

-Uh così va molto meglio! Il costume è un po’ eccessivo, è aderentissimo. Ma che sicurezza, sento l’integrità morale montarmi dentro. Hey vuoi intraprendere un’avvincente discussione sulla verità, l’onore, il patriottismo? Dio benedica l’Am…-

L’Ingannatore non finì la frase che il biondo fratello lo spinse contro una colonna tappandogli la bocca con una mano, facendo svanire l’illusione.

Loki si liberò dalla presa facilmente, voltando il viso da un lato.

-Che c’è?- sussurrò seccato e seguì lo sguardo del fratello alla loro sinistra.

Due guardie passavano poco lontano dando loro le spalle.

-Potresti per lo meno fornirmi un’arma- si lamentò il moro – Il mio pugnale, qualcosa…-suggerì.

Thor sempre più seccato di averlo tra le scatole, tirò fuori qualcosa che passò sui polsi del fratello.

-Finalmente, un briciolo di buon sens…- Loki tirò su le mani strette a pugno davanti al suo viso. Erano ammanettate.

-Non ti piacevano i trucchetti?- gongolò Thor, felice di averlo zittito per la pace delle sue orecchie.

 

Poco dopo vennero raggiunti da Lady Sif e la famosa Jane Foster.

-Tu sei…?- chiese a passo svelto la scienziata.

-Io sono Loki e tu sei…- non finì la frase perché l’astrofisica gli tirò una sberla in pieno viso.

Tutti sbarrarono gli occhi sorpresi.

-Questo era per New York-

L’aveva sottovalutata.

La guardò divertito. Per New York? Dovette trattenersi da non scoppiare a ridere.

Cos’è faceva l’offesa per una stupida città midgardiana? C’erano voluti sei supereroi per fermarlo. Sei.

Erin era l’unica in diritto di tirargli uno schiaffo per non averla salvata.

-Mi piace lei- sghignazzò.

Le guardie di Odino arrivarono subito.

Thor portò via Jane, Loki stava per seguirli ma Sif gli puntò la lama della sua lancia alla gola.

-Tu tradiscilo e io ti uccido-

Il dio ridacchiò.

-Anche per me, è un piacere rivederti- detto questo la donna tolse la lama e Loki se ne andò.

Raggiunsero la sala del trono dove una nave elfica era parcheggiata nel mezzo del salone.

-Ti lascerò tutto il tempo necessario- disse Volstagg a Thor

Il dio e Jane si diressero alla nave annuendo per ringraziarlo. Quando fu il turno di Loki per passare, Volstagg lo fermò.

-Tu prova soltanto a pensare di tradirlo…-

-Mi ucciderai? Pare che dovrai metterti in fila…-commentò sarcastico e superandolo.

 

Una volta che i tre furono nella navicella elfica Thor si mise al comando.

O meglio tentò di farla funzionare premendo tasti a caso.

-Avevi detto che lo sapevi far volare- constatò Loki alle sue spalle.

-Ho detto che non sarebbe stato difficile-

-Bè qualunque cosa tu stia facendo, ti conviene sbrigarti- ordinò impertinente.

-Stai zitto, Loki- replicò il fratello irritato.

-Ti sfugge qualcosa- continuò l’Ingannatore petulante.

Già, l’enorme tasto rosso per avviarla. E sì che era grande. Che fosse daltonico?

-No, per niente ho premuto tutti i bottoni che ci sono-

-Non colpirli, premi delicatamente-

Thor si mise a picchiare le mani aperte sui tasti a casaccio, come un bambino dispettoso.

“Ora lo becca” pensò Loki.

-Non li sto colpendo ma non funziona!-

Ed ecco che la graziosa manona divina colpì il tasto rosso, per la salute dell’ulcera che stava venendo a Loki.

Il dio dal mantello verde sospirò. Suo fratello era proprio uno stolto delle volte. Come poteva fare il re?!

 

Asgärð, Valhalla, sala della Sfera

 

-Hervör!- Brunilde si avvicinò alla sua consorella preoccupata, seguita da tutte le altre –Che succede?-

-Thor ha fatto evadere Loki- rispose accennando con la testa alla visione sulla Sfera.

-Non ci voleva-

-È per via dell’altra midgardiana-

Erin si era avvicinata alla Sfera silenziosamente.

Finalmente, poteva vederlo mentre si dirigeva alla sala del trono. Era cambiato rispetto a come lo ricordava: i capelli erano molto più lunghi, il viso aveva tratti più duri dimostrava di aver perso peso nell’ultimo periodo, retaggio forse della prigionia, nonostante questo sembrava sano ma l’espressione era decisa.

I suoi occhi non mostravano più la speranza di rinascita che Erin aveva imparato ad amare. Rivide un po’ di quell’odio che vide la prima volta che i loro sguardi si incrociarono ma vi lesse dell’altro, che la spaventò e la preoccupò allo stesso tempo: vendetta. Alzò una mano per appoggiarla sulla sfera, sul riflesso del viso del dio dal mantello verde. Era talmente rapita dalla sua visione che non si accorse che la Sfera aveva un guscio in cristallo dentro al quale tutta la magia di Asgärð si racchiudeva e non sentì nemmeno il freddo del cristallo invaderla.

Era felice che fosse libero, poteva sempre andarlo a trovare se le avessero concesso l’armatura per scendere ad Asgärð. Effettivamente il Valhalla con tutte quelle restrizioni iniziava ad andarle stretto.

La sua gioia terminò quando le altre otto valchirie si voltarono improvvisamente verso di lei, guardandola con sospetto.

-Cosa c’è?- chiese titubante.

-Tu!- Hnoss si avvicinò a grandi falcate, afferrandola per un braccio.

-Hnoss!- tuonò Hervör, guardandola torva.

-Ci metterà in pericolo-

-Non sono diretti qui-

-Sì ma Loki può scappare-

-Credo che Thor sappia badare al fratello-

Hnoss ci pensò su. In effetti aveva detto all’Ingannatore che Erin era morta, solo che le altre consorelle non lo sapevano. E temeva che l’Ingannatore potesse scoprire che la sua era stata una menzogna. Represse il brivido di paura che non le era concesso di provare.

-Però non sappiamo le intenzioni dell’ingannatore ed Erin non ha ancora la sua armatura. Dovremmo proteggere lei- s’intromise Hlaðguðr.

Hervör sospirò pesantemente. Le sembrava ridicolo proteggere la compagna dell’Ingannatore dal dio stesso.

-E va bene. Portate Erin nella sua stanza, tenetela d’occhio finché Loki non ritornerà in cella-

-Cosa? No!- protestò Erin cercando di svincolarsi dalla presa di Hnoss.

La stretta della Valchiria dall’armatura azzurra si fece più salda.

Il lupo di Erin ringhiò contro Hnoss, la donna non lo calcolò nemmeno e l’animale a quel punto abbaiò. Finalmente lasciò la presa e spinse la giovane valchiria verso la sua stanza.

-Mandate più Einherjar, serviranno a Odino- ordinò Hervör.

A Erin la situazione non piaceva per niente, iniziò a meditare un modo per scappare di lì.

 

Asgärð, navicella elfica

Finalmente riuscirono a decollare, abbattendo altre colonne della sala del trono.

-Hai mancato una colonna- commentò sarcastico Loki.

-Stai zitto!-

Riuscirono ad uscire da palazzo, abbastanza agilmente per la guida poco pratica di Thor.

-Posso avere io il comando? È chiaro che sono più bravo di te-

-Sei sicuro? Bé chi tra noi due sa veramente volare?- ridacchiò Thor, anche l’altro sorrise divertito.

In quel momento entrambi percepirono che in quel momento erano tornati fratelli.

Potevano esserlo nuovamente davvero?

L’attenzione del dio moro venne attratta dalla mortale che si accasciava a terra.

Senza scomporsi troppo, si allungò con la testa per guardarla

-Oh cielo, è morta?- commentò sarcastico.

-Jane!- esclamò Thor preoccupato, notando la sua amata a terra.

-Sto bene- mormorò lei.

“E mica tanto” pensò il moro.

Intanto i sistemi di difesa del regno iniziarono a bersagliarli. La navicella distrusse la cima di una torre.

Loki fece per aprire bocca ma venne zittito dal fratello: - non una parola-

Le navi di difesa al palazzo reale iniziarono a inseguirli

-Ora ci inseguono-

Presero poi a sparare cercando di abbattere la nave dei fuggitivi.

-Ora ci sparano-

-Sì grazie per la cronaca Loki, distrai abbastanza-

La navicella uscì dal perimetro del palazzo reale decapitando una statua.

-Complimenti hai appena decapitato tuo nonno!- fu l’ennesimo commento sarcastico del dio moro.

Presto si ritrovarono sul mare, affiancando l’acquedotto e finalmente al riparo dei colpi delle navi asgardiane.

-Sai è meraviglioso, è un’idea veramente eccezionale. Rubiamo la più grande nave elfica dell’universo e ci diamo anche alla fuga! Passiamo sulla città, fracassiamo ogni cosa in modo che tutti possano vederci! È geniale, Thor, davvero geniale!!- esplose l’Ingannatore lagnandosi come non mai. Più che altro preoccupandosi di ritornare in cella subito e addio vendetta.

Il biondo dio dal mantello rosso si voltò e un secondo dopo spinse il fratello giù dalla navicella.

Poi saltò giù, non prima di aver preso Jane fra le sue braccia.

 

Loki atterrò su un’altra nave, questa volta asgardiana, la quale ricordava le navi fenicie dei midgardiani.

Fandrall ridacchiò: -Sai il tempo trascorso in cella deve averti reso meno aggraziato, Loki-

Il dio si alzò a fatica, avendo ancora le manette ai polsi e notò che il piano di Thor stava funzionando. Le navi di difesa stavano ancora inseguendo quella elfica.

-Mi hai mentito…Sono sorpreso-

-Mi fa molto piacere. Ora mantieni la promessa: portaci al tuo sentiero segreto-

Loki si mise al comando, finalmente assaporava un po’ di autonomia in questo piano che sembrava far acqua da tutte le parti ma che lentamente si stava rivelando esser ben elaborato.

Sapeva della Convergenza quindi uscire dal regno sarebbe stato molto facile.

Nel frattempo però, un’altra nave di difesa ad Asgärð li stava inseguendo, Loki si posizionò sopra di essa e Fandrall scese per prendere possesso di essa saltando di sotto.

 

Il viaggio delle due divinità e della mortale proseguì finché Loki non puntò a una montagna.

-Loki…-lo richiamò il fratello seriamente preoccupato di finire spiaccicato contro la parete rocciosa.

-Se fosse facile, lo farebbero tutti-

-Sei impazzito?- chiese l’altro voltandosi.

-Bè è possibile- D’altronde poteva trovare un altro varco di convergenza un po’ più pratico, ma il tempo non era sufficiente per una caccia al tesoro.

La nave s’infilò in un corridoio roccioso molto stretto interno al monte, che le fece perdere le ali e prima di uscire dall’altro lato, la nave venne risucchiata dal varco.

 

 

La nave strisciò sul suolo nero del Regno distrutto degli Elfi. L’atmosfera era di un sinistro verde.

Un’eclissi perenne la provocava.

-Ta-Dan!- esultò l’Ingannatore.

 

Svartalfheim

 

Continuarono a sorvolare le rovine.

Il moro osservava Thor prendersi cura di Jane. Un senso di rimpianto lo assalì.

Con Erin non l’aveva mai fatto. Era stata lei a prendersi cura di lui e lui l’aveva lasciata morire.

Thor pur di salvarla dall’Æther, aveva convinto i guerrieri più forti del regno e lo stesso Heimdall a commettere alto tradimento nei confronti di Odino e del regno.

Lui cosa aveva fatto?

Aveva cercato invano di conquistare un regno, fallendo miseramente.

-Pensa a cosa potrei fare con quello che le scorre nelle vene- disse. Pensando che se avesse avuto Tesseract e Æther insieme, a quest’ora Erin sarebbe viva.

-Di sicuro ti consumerebbe- gli rispose il dio col martello avvicinandosi.

-Se la sta cavando bene, per ora-

-Lei ha risorse che tu non conoscerai mai-

Le midgardiane sono donne forti, questo doveva ammetterlo.

-Dille addio- non era sicuro che sarebbe sopravvissuta a quella forza che la possedeva.

-Non oggi-

-Oggi, domani. Cento anni, non sono niente- disse alzandosi – Un battito del cuore. Non sarai mai pronto. L’unica donna di cui ti sarà caro l’amore, ti sarà portata via…- così come Erin era stata portata via a lui.

-E così ti darà soddisfazione?- ringhiò Thor, pensando che il fratello traesse piacere dalle sventure altrui. Ma non poteva nemmeno immaginare che Loki ci fosse appena passato.

-La soddisfazione non è nella mia natura- rispose tagliente.

-E né nella mia-

-Il figlio di Odino…-

-No, non sono solo il figlio di Odino. Pensi che solo tu sia stato amato da nostra madre? Tu hai avuto la sua magia e io la sua fiducia- lo accusò.

-Fiducia? Era questa la sua ultima espressione?- lo attaccò l’altro –Fiducia? Quando l’hai lasciata morire?!- ringhiò.

-Tu di che aiuto sei stato in quella cella?- urlò Thor.

-Chi mi ha incarcerato? Chi mi ha incarcerato?!- sbraitò Loki sfogando tutta la sua rabbia verso il fratello.

-Lo sai benissimo!- replicò spingendolo contro la postazione di controllo, sovrastandolo – Lo sai benissimo chi!- fece per colpirlo in viso ma si fermò.

-Lei non vorrebbe vederci litigare-

-Comunque non ne rimarrebbe scioccata- sorrise il moro appena finì di parlare. Lo stesso fece Thor. Non era la prima volta che litigavano e si azzuffavano. Erano fratelli ed era normale.

-Io vorrei potermi fidare di te- concluse dandogli le spalle.

Il moro rimase pietrificato.

Si rese conto per la prima volta che nello sguardo di Thor non c’era odio. Non c’era mai stato.

Aveva sempre agito per proteggerlo, anche a New York: aveva radunato un sacco di soggetti strani per fermare la sua apparente pazzia. E perché lo aveva fatto? Perché gli voleva bene e gliene aveva sempre voluto.

Rimase spiazzato da questa rivelazione.

Se l’avesse notato prima, a quest’ora non si sarebbero trovati in quella situazione e magari sia sua madre che Erin sarebbero ancora vive.

Aveva sbagliato e ora ne pagava le conseguenze.

C’era ancora la rabbia che provava per non aver salvato le due donne e quella doveva sfogarla. E qui, poteva ancora rimediare.

-Fidati della mia rabbia-

 

Asgärð, Valhalla, stanza di Erin.

 

Erin era seduta sul bordo del letto, le mani a stringere il bordo del materasso.

Doveva fuggire ma se lo avesse fatto ora, dove sarebbe andata? Loki non era nemmeno più lì.

Si sentiva soffocare senza poter muoversi liberamente come le altre.

Hnoss era la causa di tutto. Appena si era risvegliata l’aveva odiata fin da subito. Non aveva chiesto di diventare valchiria né tanto meno era stata salvata per capriccio di chissà chi.

Percepiva che aveva timore di Loki e di conseguenza subiva le sue paure.

Il bussare alla porta la spaventò.

-Non ho fame, Hnoss- affermò la ragazza dagli occhi blu.

-Sono io- la voce di Hervör arrivò materna.

La neo valchiria si alzò per aprire.

Con un sorriso complice la valchiria maggiore le disse: - È ora-

 

Erin venne guidata in gran segreto nei sotterranei del Valhalla, non credeva nemmeno che esistessero.

Sentiva un suono metallico in lontananza come se qualcuno stesse forgiando del ferro.

Le venne in mente il dio Efesto ma erano decisamente in mezzo a un altro tipo di dei.

Hervör spalancò una porta e in mezzo a una stanza buia si erigeva in tutta la sua maestosità l’armatura di Erin. Era illuminata da un fascio di luce che proveniva da una piccola finestrella dall’alto della stanza.

Era magnifica. Risplendeva di luce propria. Non aveva un elmo ma era dotata di corsetto, protezioni alle braccia e gambe. Di fianco stava una lancia dorata, la punta era tridimensionale, una piccola sfera bianca al suo interno.

Erin non lo sapeva ma quello era l’antico scettro di Loki. Hervör l’aveva recuperato dalla sala delle armi, sottraendolo alla vista di Odino.

La ragazza si avvicinò alla sua armatura.

-Posso indossarla?- domandò speranzosa.

-Certo. credo che tu ora sia pronta. Non voglio che il Valhalla sia un carcere per te. Bada bene a non fare pasticci-

-Oh, no! La userò con cura. Il colore è meraviglioso- affermò.

-Sapevo che avresti apprezzato-

Erin passò una mano sul corsetto dell’armatura verde smeraldo.

Verde.

Il colore del legittimo re di Asgärð.







Spazio autrice:
Ciao a tutti!!
Vi chiedo davvero scusa per questo enorme ritardo ma in due settimane ho avuto tre esami all'uni, più svariati compleanni (compreso il mio), quindi tempo pochissimo e in più, dato che il capitolo non era scritto la musa ha pensato bene di fare le valige. _ _|| come capitolo è stato un parto :D
Loki sta andando verso la via della redenzione, nel prossimo, nello scontro diretto con Malekith capirà che la vendetta non serve a nulla (ah ma davvero? Loki? Sei sicuro? :D) Le scene con Thor le ho alleggerite un po' perché sennò diventava davvero pesante... so many feels!!
Erin finalmente ottiene la sua armatura verde Loki :3 Hnoss non sarà molto felice quando la vedrà ma verrà messa al suo posto presto ;)
Ringrazio  tutti coloro che si sono aggiunti alla lettura di questa storia e chi l'ha voluta aggiungere alle seguite!! Grazie!!!!!
Grazie anche a Loki__Laufeyson e ZephiliaMalfoy99  per aver recensito lo scorso capitolo e la mia cara Hermes che ha recensito un po' di capitoli vecchi :)
Ve lo dico, il prossimo capitolo arriverà lunedì prossimo gli altri non si sa bene se riuscirò a scriverli subito! ^^' quindi se non vedete aggiornamenti sappiate che non avrò avuto tempo, ma io vi penso sempre!!!
Un bacio e buona settimana a tutti!!
Lalla.
   
 
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