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Autore: mickyciuffa    03/06/2014    1 recensioni
Mi rendo contro solo ora di quanto sia alta la probabilità che si estratto il mio nome o quello di mio fratello. Ho paura, tanta paura, ma non che esca il mio nome, che esca il suo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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Oggi è il giorno della mietitura, il tempo vola…
L’anno scorso nel mio distretto sono stati estratti una ragazza di sedici anni e un bambino di dodici; al contrario delle aspettative di tutti, il bambino è arrivato tra gli ultimi 8, è stato letteralmente tagliato in due: dalla testa ai piedi. Non lo conoscevo, ma credo che lavorasse nel melo.
Mi chiedo cosa significhi vedere il proprio figlio, figlia, fratello, amico, cugino o sorella morire nell’arena, deve essere devastante.
-Ciao Alys- la voce di Idness mi fa sobbalzare. -Cosa ci fai qui?- le domando con il tono più calmo  che riesco a fingere di avere in quel momento   -Sono passata a salutarti, sai  sarebbe l’ ultima volta che parliamo in privato se uscisse uno dei nostri nomi- la sua risposta viene interrotta da mia madre, molto scaramantica per quanto riguarda queste cose. Io e Idness scoppiamo a ridere.
Mi chiedo come sarà l’arena quest anno: gelida, arida, magari tecnologica. Nella nona edizione erano state introdotte delle pistole. I giochi durarono più o meno due giorni, l’edizione non piacque allora furono subito tolte armi di questo tipo dall’arena.
Tento di sollevarmi dai miei pensieri, Palso entra in casa di fretta –Due pani, si riduce sempre di più il nostro cibo-mia madre gli lancia un’occhiataccia  - Un altro?, mi hai giurato che non avresti chiesto altre porzioni in cambio di un biglietto nella boccia. Quanti?- -40-  nella voce di mio fratello c’è un filo di paura, ma anche di orgoglio nei confronti della nostra famiglia. Mia madre i guarda -32 biglietti-.
Mi rendo contro solo ora di quanto sia alta la probabilità che si estratto il mio nome o quello di mio fratello. Ho paura, tanta paura, ma non che esca il mio nome, che esca il suo. La probabilità che esca Idness invece è bassissima, la su famiglia è povera quanto la mia, ma suo padre non le permetterebbe mai di prendere delle porzioni di cibo, farebbe di tutto per la sua unica figlia.
Manca mezzora all’inizio della mietitura, Io e Idness ci separiamo. Vado in camera mia e indosso il mio vestito giallo con la cintura azzurra: era di mia nonna che a sua volta lo regalò a mia madre. Quando avevano la mia età la mietitura non esisteva, però c’era la guerra e esisteva il distretto 13. Entra mio fratello e mi abbraccia da dietro le spalle – sei bellissima- mi dice –tranquilla non uscirà il tuo nome, c’è gente che ha molti biglietti di noi, vedrai e poi per te è il penultimo anno e per me l’ultimo, dopodiché questo inferno finirà Alys- mi sciolgo da suo abbraccio – Palsio, forse finirà per noi, ma non finirà per il resto della popolazione: centinaia di persone sono già morte per questi stupidi giochi e chissà quante ne moriranno ancora…-mi butto sul letto e scoppio a piangere. Mia madre entra nella stanza e ci impone di sbrigarci.
La mietitura ha inizio. Mostrano il solito filmato che spiega della guerra finita da diciannove anni e l’accompagnatrice del nostro distretto sale sul palco. Non è quella dell’anno scorso: questa è molto giovane. Ha i capelli ricci verdeacqua legati in una coda verticale sopra la testa, indossa un vestito fucsia fatto di quello che sembrerebbe ghiaccio colorato.
-benvenuti, sono Saughner Benwill- annuncia, sembra molto timida e inesperta: non ha quella parlantina che distingue  tutte le accompagnatrici. –prima le donne- incredibile, la presentazione più veloce della storia. Inizio a tremare, guardo le ragazzine di dodici anni scoppiare a piangere; Saughner ha già estratto il biglietto e lo sta aprendo, c’è in gioco una vita umana: sta sera due famiglie del paese saranno a lutto e una è... vedo le labbra della donna muoversi e annunciare a gran voce: Idness Daltiton- la mia testa non capisce più niente, vedo la mia migliore amica di sempre dirigersi verso il palco, verso morte certa. E’ come se il mio corpo fosse posseduto, non capisco più nulla. Alzo la mano. – MI OFFRO VOLONTARIA COME TRIBUTO FEMMINA- tutti si girano verso di me, mia madre mi guarda incredula sento idness gridare no e poi non sento più niente. Una tempesta è dentro di me: sono sl palco le lacrime scorrono sul mio viso più veloci dei miei pensieri. La folla emette un ohhh e tutti mi fissano. Non capisco il motivo di tanto stupore, fino a quando non mi accorgo di una cosa.
E’ stato estratto il nome di mio fratello.
 
 
  
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