Prompt n.10: nella drabble devono comparire tre numeri, scritti a lettere o a numeri, cardinali o ordinali, di diverso tipo.
M
Carla
quella mattina non voleva andare a lavoro, non se la sentiva proprio.
Eppure
la sveglia, strafottente, alle cinque del mattino suonò,
distruggendo i pochi
attimi di pace che trovava solo nel sonno, o forse neanche
lì.
Gli
occhi stanchi, le membra pesanti, la svogliatezza nel vestire. Marco si
sarebbe
arrabbiato vedendola in quello stato, ma in fondo che importava? Marco
non
c’era più.
Se
ne era andato esattamente un anno prima, di lui solo un fantasma bianco
su un
letto d’ospedale. Non era andata neanche a fare condoglianze
alla sua famiglia,
alla fine lei era solo una delle sue innumerevoli conquiste, una delle
tante
conosciute in un bar, nascosta dal fumo di una sigaretta e
dall’odore di un
caffè.
Che
morte del cazzo, tra l’altro. Riuscire a credere che uno come
lui si ubriacasse
e finisse accartocciato in un muro era quasi impossibile…
che poi, dove
corresse, Carla non lo ha mai saputo.
Il
motore dell’auto scoppiettò, troppo vecchio quel
catorcio, glielo ripeteva
sempre anche lui, ma in fondo era la sua macchina e l’aveva
comprata col suo
sudore, senza il favore di nessuno.
Strade
affollate, gente che passava, rideva, nessuno che condividesse il
dolore con
lei, a parte quella cartina imbottita di tabacco e quella canzone
simil-country
nello stereo, che ormai riceveva solo il segnale di stazioni rock
– e lei lo
odiava, il rock, forse solo per fare un dispetto a Marco – o
incentrate su
quello stile vintage che non era il massimo, ma almeno teneva compagnia.
Freno,
frizione. Freno, frizione. Semaforo rosso e il telefono
squillò.
Verde,
e quello davanti che non si muoveva.
Giallo,
il piede sull’acceleratore e il cellulare alla mano.
Chiamata
in arrivo M. 333 356 95 03
|
Marco?
Il
telefono smise di suonare. E la mole immensa del camion la
investì.