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Autore: alessiacroce    04/06/2014    9 recensioni
"Riemersi con la testa e presi di nuovo fiato, ma Harry era pesante, non ci riuscivo. Mi chiesi se sarebbe stato meglio non averlo mai conosciuto. Tutto questo sicuramente non sarebbe mai successo. Adesso non starei per morire. Adesso lui non starebbe per morire."
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Trailer ufficiale:
 http://www.youtube.com/watch?v=w8YIoKs97YQ

Capitolo 6
 


Un piccolo spiraglio di luce entrò nella mia stanza, proiettando strane ombre sul soffitto.
Aprii lentamente gli occhi, infastidita da quel raggio improvviso.
Girai la testa verso la sveglia: era appena passata l’una di notte.
Mi sollevai dal cuscino e notai la mia porta aperta, dove un’inquietante figura maschile mi stava osservando.
Per poco non cacciai un urlo, ma una voce familiare mi blocco.
 
 
“Shh” mi intimò la voce “Lee, sono io”
 
 
Saltai giù dal letto e mi fiondai verso di lui, saltandogli in braccio.
 
 
“Liam!” lo strinsi forte, in un misto tra felicità e commozione.
 
 
“Ehi, sorellina” sussurrò lui, ridendo. Era bello risentire la sua voce.
 
 
Liam è il mio fratellastro. Mia madre, dopo poco avermi avuta, divorziò da mio padre. Per un periodo vivemmo da sole, io e lei, arrangiandoci alla meglio con il suo solo misero stipendio. Circa cinque anni fa incontrò un uomo, divorziato pure lui, con un figlio, Liam appunto, di soli tre anni più grande di me.
Mia madre, da allora, sembrò quasi un’altra donna, sorrideva ed era più disponibile a dialogare con me, cosa che era praticamente inusata nel periodo ‘pre-incontro’. Sembrava che quell’uomo l’avesse cambiata in qualche modo.
Due anni dopo si sposarono. Liam e suo padre vennero a vivere da noi, date le grandi dimensioni e lo spazio a sufficienza che possedeva la mia casa.
Io e Liam diventammo inseparabili, cosa che può sembrare strana dato che, solitamente, il rapporto fratellastro-sorellastra non è certo dei migliori. Per noi, però, era diverso.
Io avevo 13 anni e lui 16 quando i nostri genitori si conobbero. Quel ragazzo moro, dal sorriso perfetto, era subito entrato a far parte della mia vita, migliorandola. Avevo accettato con felicità la notizia del matrimonio.
Io ho adottato il cognome di mia madre, Morgan, mentre Liam ha mantenuto quello del padre, Payne.
 
 
“Fai silenzio, è notte fonda” disse Liam, rivolgendomi uno dei suoi sorrisi più belli.
 
 
“Mi sei mancato” mormorai io.
 
 
“Anche tu, Lessy”
 
 
Sorrisi a sentirmi chiamare in quel modo.
Liam ha l’abitudine di chiamarmi con vari soprannomi e nomignoli, come ad esempio “Lessy”, “Sissi”, “Lex” e molti altri, inventati direttamente da lui.
Ci sedemmo sul letto, uno di fronte all’altro, a gambe incrociate.
Era da tanto che non vedevo mio fratello, era da tanto che non sentivo la sua voce.
Mi era mancato veramente.
Era partito per l’America sei mesi fa, aveva vinto una borsa di studio e si era trasferito in un campus per un breve corso di studi. Il mio patrigno aveva deciso di partire con lui, per motivi di lavoro, lasciando me e mamma da sole.
Era stata dura lasciarli andare con la consapevolezza che mi sarebbero mancati, soprattutto Liam.
Ma adesso, a distanza di metà anno, erano ritornati.
 
 
“Allora, come va principessa?” sussurrò lui.
 
 
“Niente di nuovo, tutto bene. Mamma, come al solito, ha fatto morire tutte le piante e i fiori nei vasi. Senza te e papà, per sei mesi, mamma ha praticamente sterminato il giardino. Diciamo che non ha proprio il pollice verde”
 
 
Liam soffocò una forte risata.
Mi piaceva vederlo ridere, era bellissimo.
 
 
“E tu, fratellino, com’è andata in America?” chiesi, a mia volta.
 
 
“Benissimo, Lee. L’America è fantastica, il tempo è molto meglio di quello inglese e la gente è cordiale e amichevole! Los Angeles, poi, è magnifica” rispose, quasi con occhi sognanti.
 
 
“E i tuoi compagni di campus? Ti sei fatto degli amici?”
 
 
“Certo! Mi sono trovato davvero bene. Il primo giorno di corsi avevo già fatto conoscenza con tre ragazzi simpaticissimi, Paul, Rian e Craig! Le lezioni mi piacevano molto e non erano difficili. Ho conosciuto tanta gente nuova” sfoggiò un sorriso a trentadue denti.
 
 
“Sono felice che ti sia divertito” gli dissi, sincera.
 
 
“Tu e mamma, però, mi siete mancate tantissimo” mormorò lui.
 
 
“Anche tu e papà a noi” risposi, poi lo abbracciai forte, quasi non lo volessi più lasciar andare.
 
 
La porta era ancora semiaperta e una luce fioca, proveniente dal salotto al piano terra, inondava la stanza.
Sentii la voce esile di mia madre parlare con il mio patrigno. Traspariva un tono commosso ed emozionato, tipico del carattere sensibile di mia madre.
Mi staccai dall’abbraccio di Liam e lui si alzò dal letto.
 
 
“Ti lascio dormire ora” disse, con un filo di voce.
 
 
Guardai nuovamente la sveglia. Segnava l’1:45.
Lo guardai dirigersi verso la porta, salutandomi con la mano.
Stavo per risistemarmi sotto le coperte, quando Liam si bloccò.
Riuscii a intravedere la sua faccia allegra incupirsi attraverso la luce debole.
Si mosse verso di me, io mi limitai a guardarlo interrogativa.
Si chinò alla mia altezza e solo allora notai che stava fissando un punto preciso, appena sopra la mia clavicola, alla base del collo.
Coprii invano con i capelli quella zona.
Lui li spostò di lato e sfiorò la mia pelle segnata. M’irrigidii.
 
 
“Cos’è questo?” tuonò “Chi te l’ha fatto?”
 
 
Continuò a toccare quel punto e si ritrasse quando io gemetti.
 
“Chi è stato il cazzone che ti ha rovinato in questo modo?” ripete, a voce più alta.
 
 
“C-che intendi?” domandai, facendo finta di non sapere di cosa parlasse. Ma lo sapevo benissimo.
 
 
“Less, non fare la stupida. Il succhiotto sul tuo collo. Chi te l’ha fatto?”
 
 
“N-nessuno” mormorai, spaventata dal suo tono duro.
 
 
Liam battè un pugno sullo schienale del letto. Respirò profondamente per qualche secondo, poi riprese a parlare.
 
“Less, sei andata al ballo, no?”
 
 
Annuii, aspettando che continuasse.
 
 
“Hai il ragazzo, quindi? Non penso che tu ci sia andata con una tua amica” aggiunse, inchiodando il suo sguardo al mio.
 
Attese, paziente, la mia risposta.
Cosa gli importava chi mi avesse fatto quel succhiotto? Non erano affari suoi.
Si risedette sul letto e sospirò. Io rimasi muta, nonostante lui aspettasse che io parlassi. Non volevo raccontargli di Harry. Non volevo raccontargli cosa fosse successo al ballo. Volevo solo che non facesse altre domande e mi sorridesse di nuovo, lasciando perdere la questione.
Lo guardai in silenzio, pregando tra me e me che quello che desideravo si avverasse.
 
“So tutto, Less. Riguardo James”
 
Le sue parole improvvise mi colpirono come proiettili nello stomaco.
Sbarrai gli occhi e strinsi forte la fodera del mio cuscino.
Mille pensieri affollarono la mia mente.
Cominciai a tremare. Come faceva a saperlo? Io non l’avevo detto a nessuno. Dove l’aveva sentito? James era andato a dirlo in giro? Non avrebbe avuto senso, però, si sarebbe solo rovinato la reputazione e avrebbe passato guai.
All’improvviso la stanza sembrò essere più grande, più buia. Liam abbassò la testa, evidentemente in colpa. Il cuore sembrò potermi esplodere in petto da un momento all’altro.
 
“Come fai a saperlo?” emisi, in un fiato.
 
Liam irrigidì la mascella e prese a giocherellare con il tessuto delle coperte. Era a disagio. L’agitazione riempiva la stanza, mi sentii soffocare.
Alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi spaventati.
 
“Ho letto il tuo diario” mormorò.
 
Lacrime di rabbia cominciarono a scorrermi sul viso.
Perché l’aveva fatto? Non me lo sarei mai aspettato da lui.
Avevo sfogato tutti i miei sentimenti nel diario perché non riuscivo a tenermi tutto dentro, ma non volevo parlarne con nessuno. Era troppo dura da affrontare.
E adesso lui lo sapeva.
Mi sentivo come se fossi stata spogliata di tutti i miei vestiti senza pietà, ero stata scoperta.
 
“C-cosa?!” questa volta toccava a me essere arrabbiata.
 
“Lessy, io non volevo… veramente. Il tuo diario era aperto sul comodino, delle parole hanno catturato la mia attenzione… ed ecco, ho letto tutto. Scusa, non era mia vera intenzione. Perdonami, ti prego” il suo tono di scuse era sincero, sembrava veramente dispiaciuto, ma non m’importava. Non avrebbe dovuto farlo.
Mi presi la testa tra le mani. Liam accarezzò i miei capelli, delicatamente. Non volevo che lo sapesse, volevo che nessuno fosse a conoscenza di tutto questo, soprattutto lui.
 
“Hai voglia di parlarne?” sussurrò.
 
“No” risposi, tra le lacrime. “Voglio solo andare a dormire”
 
Annuì, senza obbiettare. Mi diede un bacio leggero sulla guancia e si alzò, restando in piedi davanti a me.
 
“Ok, allora io vado. Mi dispiace ancora, Less. Se hai voglia di parlarne io sono qui. Non puoi affrontare tutto questo da sola, ricordatelo. Buonanotte”
 
Lo seguii con lo sguardo uscire dalla stanza a testa bassa. Chiuse lentamente la porta dietro di sé.
Affondai la testa nel cuscino e chiuso gli occhi, stanca.
Era tardi, molto tardi.
Cercai di addormentarmi ma la mia testa era piena di pensieri, confusi tra di loro come una grande tavolozza di colori, misti uno sull’altro.
Presi l’mp3 e le cuffiette.
Quella era l’unica soluzione, per ora.
La musica fu sparata nelle mie orecchie, facendomi dimenticare tutto.


 

Spazio autrice.

Hey, buona sera a tutti. Ok, mi scuso per l'ennesimo ritardo, ma in questa settimana ho avuto parecchio da studiare, oggi ho sostenuto il mio primo esame ecdl d'informatica e sono uscita con il 94%!
Comunque, ecco a voi il sesto capitolo :)
Scusate se è scritto leggermente peggio degli altri cinque o è un po' corto ma, come vi ho già detto, ho avuto poco tempo.
Grazie per le vostre bellissime recensioni e gli stupendi commenti su twitter, lo apprezzo davvero molto.

Ora vi lascio alla lettura, spero che questo capitolo vi piaccia come gli altri cinque:)
Se avete domande su twitter sono @aspettamiharry


un bacio x


-Alessia

  
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