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Autore: Balaclava    04/06/2014    1 recensioni
"E non potevo più nascondermi. Ero nuda, in ogni senso. E non riuscivo a ricordare perché mi fossi coperta per tutto quel tempo. Cole era davanti a me. E io potevo scegliere come volevo che finisse. E scelsi la cosa che per me era la più pericolosa, più stupida e meno appropriata a Isabel Culpaper."
Per chiunque abbia voglia di riscoprire i lupi di Mercy Falls e, in particolare, Isabel e Cole ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I'd do anything for a smile, holding you 'til our time is done
We both know the day will come, but I don't want to leave you

(Avrei fatto qualsiasi cosa per un sorriso, 
Stringendoti prima che il nostro tempo finisca 
Entrambi sappiamo che il giorno arriverà 
ma non voglio lasciarti )
(Seize the day, Avenged Sevenfold)

 

ISABEL

 

Ci allontanavamo sempre di più dalla penisola, la nostra unica arma contro la notte scura erano i fari della macchina.

Avevo la sensazione che sarebbe cambiato tutto, domani. Andavo incontro al cambiamento, all'ignoto. Non sapevo cosa ci sarebbe successo dopo, cosa ci avrebbe ostacolato.

Mi sembrava che nulla fosse più importante, fino a che c'era il matrimonio: tutto era finalizzato a rendere bello quel giorno.

Sembrava che dopo di quello non ci fosse altro, quasi come se stessi aspettando la fine del mondo seduta su una poltroncina a mangiare pop-corn.

E dubitavo che tutto quel nervosismo fosse dovuto al matrimonio, quando avevo la certezza che domani sarebbe successo qualcosa di assolutamente decisivo tra me e Cole. E sospettavo che non sarebbe stato del tutto positivo.

Arrivati a destinazione, mi infilai a letto e cercai di dormire, ma una sensazione di disagio mi perseguitava, come a sollecitarmi a saltare o volare o buttarmi dalla finestra.

Cercai di soffocarla, ma alla fine fui costretta ad alzarmi e per non svegliare Rachel e Grace uscii sul piccolo poggiolo che dava sul giardino.

Camminai avanti e indietro per un bel po', non potevo stare ferma.

Avevo la sensazione di andare incontro a un disastro e di non poter fare niente per fermarlo.

Poi qualcuno mi toccò la spalla.Trasalii e mi voltai: era Grace.

L'unica cosa che riuscii a dire fu: -Domattina avrai delle occhiaie da far spavento.-

-Grazie, Isabel.- mi fulminò.

-Perchè sei qui?- chiesi.

-Sto per sposarmi, ho il diritto di essere nervosa.- disse, secca. Poi alzò lo sguardo indagatore su di me. -Tu, piuttosto, che ci fai qui?-

Abbassai lo sguardo. Non avevo nessuna voglia di rispondere, ma era notte fonda ed eravamo una di fronte all'altra in un poggiolo a parecchi metri da terra. Morale della favola: non avevo via d'uscita, escluso il fatto che avrei potuto buttarmi di sotto e che probabilmente farlo mi avrebbe migliorato la nottata.

-Prendo aria.-

Lei proruppe in una risata secca.

-Mi prendi per stupida?-

Avevo voglia di rispondere di si, solo per farla arrabbiare, solo per litigare, solo per sfogare su qualcuno la rabbia che mi stava nascendo dentro. Perchè per l'ennesima volta, non avevo idea di cosa mi aspettava.

-Non lo so, Grace. Non so più niente.-

-Niente cosa?-

Non sapevo cosa rispondere. Era come se mi si stessero scaricando le pile.

-Isabel, sono tua amica. Puoi dirmi tutto.-

Pensai che probabilmente, era l'unica persona sulla faccia della terra che stava con me- che era mia amica-senza secondi fini. E allora mi sembrò davvero meschino non confidarmi con lei.

-Non so cosa mi prende, non riesco a parlare con Cole in maniera diplomatica, non sono capace di stare con lui senza litigare o punzecchiarlo. Vorrei solo, per un giorno, sapere cosa si prova a non essere me. Vorrei imparare a fidarmi delle persone e a rilassarmi. Forse non sono adatta a queste cose. Inizio a pensare che la cosa migliore sia darmi ai rapporti occasionali ed essere una stronza nel tempo libero.-

Non appena lo dissi, mi resi conto che la maggior parte delle cose che dicevo riguardavano Cole.

E allora mi odiai ancora di più.

-Credo che tu non sia una stronza nel tempo libero- disse Grace-credo che tu lo sia a tempo pieno.-

Stavo per mandarla a quel paese quando disse:-Ma è proprio per questo che tu sei Isabel. Perchè sei stronza e non riesci a stare un secondo senza fare battute acide. Ma è per questo che Cole non riesce a starti lontano, è questo che ti rende ciò che sei.-

-Io odio ciò che sono.- sussurrai.

-Beh, non dovresti. Noi ti adoriamo proprio per la tua faccia tosta.-

Calò il silenzio. Forse ero irrecuperabile e avrei fatto meglio ad andare ad insegnare storia vestita di tweed dalla testa ai piedi.

Le parole di Grace entrarono sottopelle, come un rinforzo contro il mondo, e alla fine abbandonai le mie idee depresse.

Dissi:-E così voi mi adorate...-

Le nostre risate squarciarono il nero nella notte e in quel momento sembrò tutto più vicino, tutto più semplice.

 

 

 

Il mattino dopo tutto era confusionario. Mi svegliai esattamente mezz'ora prima dell'inizio del matrimonio e la prima cosa che notai fu che la stanza era troppo affollata.

La seconda fu Grace.

Non era stata stravolta, stava semplicemente rivelando quanto fosse carina: le sopracciglia erano state leggermente definite e la sua pelle pareva risplendere. Era sempre Grace, ma era Grace come non lo era mai stata.

Attraverso phon e piastre mi lanciò un'occhiata nello specchio, e io le feci l'occhiolino.

Quando la parrucchiera e la truccatrice ebbero finito, io e Rachel l'aiutammo a indossare l'abito e poco dopo Cole fece irruzione nella camera.

Aveva un semplice completo da cerimonia, con le scarpe eleganti, ma i capelli erano spettinati come sempre.

Nei suoi vestiti non spiccava alcun colore particolare, e ciò faceva sì che il verde dei suoi occhi calamitasse l'attenzione.

Non li avevo mai osservati con l'accortezza che meritavano, e subito prese il sopravvento il bisogno impellente di vederli da vicino.

Invece chiesi:-E lui che ci fa qui?-, ma il mio tono non risultò così aggressivo quanto avrei voluto.

-A quanto pare, la cura non curava un bel niente.- cominciò Grace, ma nella sua voce non c'era alcuna tristezza, né risentimento, solo una grande impazienza e felicità.-Ma Cole ha trovato una soluzione temporanea. Ha sempre una soluzione, vero, Isabel?-

Le lanciai un'occhiataccia e lei mi fece l'occhiolino. Ma cosa le prendeva?!

Cole le iniettò qualcosa nella piega del gomito, la salutò e ne andò.

Grace ci rivolse un sorriso raggiante.

-Ti sarei grata se non lo facessi più.-

-Mi sorprenderei se i prossimi a sposarvi non sarete proprio voi.- disse, buttandosi sul letto.

-Grace, troppo champagne.- disse Rachel, guardando il bicchiere vuoto sul comodino.

Mi diede fastidio che si fosse intromessa con questo commento dopo quello che aveva detto Grace.

-Perchè, pensi di sposartelo tu, Cole?- stavolta il mio tono di voce fu aggressivo abbastanza da far indietreggiare Rachel. Ci fissammo per un momento, ma poi Grace scattò come una molla dicendo che era ora di andare.

Suo padre non l'avrebbe accompagnata all'altare, perchè, come aveva detto Grace, non l'aveva accompagnata mai da nessuna parte.

Così raggiungemmo l'ingresso della sala, l solo rumore udibile erano i tacchi sul pavimento.

Prima entrava Rachel, poi io, e per ultima Grace.

Dal soffitto pendevano milioni di gru di carta che svolazzavano di qua e di là, sospinti dalla leggera corrente che c'era in sala, creando uno stormo di carta disordinato e bellissimo.

Il pavimento, invece, era disseminato di foglie dai colori caldi, rassicuranti,. La maggior parte di esse era concentrata nella navata, ma alcune rotolavano leggere sotto le sedie. Il tappeto di foglie arrivava al cospetto di Sam, dopodiché si diradava.

In generale, la sala aveva un aspetto disordinato e rassicurante, i colori autunnali sparsi ovunque.

 

Cominciai a camminare lungo il corridoio in mezzo alle sedie, lo sguardo fisso su Cole.

 

GRACE

 

Passi tutto il tempo ad aspettare che qualcosa rovini tutto, ad aspettarti il peggio.

Tanto che dopo un po', smetti di pensare al futuro che ti eri programmato. Vivi alla giornata, senza aspettarti niente di buono, per non rimanere delusa.

Ma ero lì, con Sam che mi aspettava lì in fondo. Alla faccia di tutti, mi stavo legando a lui per sempre, in barba ai pregiudizi e alle dicerie.

Camminavo senza voltarmi, senza volgere lo sguardo da qualche parte che non fosse Sam.

Guardavo i suoi occhi gialli: mio passato, presente e futuro.

E lui guardava me, in quel modo che all'inizio mi faceva un po' paura.

Con quello sguardo penetrante, di chi guarda una cosa che gli appartiene e che non ha intenzione di cedere a nessuno.

Io ero sua. Lui era mio. Per sempre.

 

COLE

 

Prima, in camera, non l'avevo guardata.

Non so perchè, ma avevo fatto attenzione a non posare mai lo sguardo su di lei.

E ora un po' me ne pentivo.

Perchè magari, se l'avessi guardata prima, ora avrei potuto controllare l'emozione che mi provocava. Forse avrei potuto risultare addirittura impassibile quando entrò.

Non era appariscente: il suo abito era molto semplice, lo chiffon scivolava sulle gambe con leggerezza, i capelli non erano stati acconciati molto e il trucco era appena accennato.

Anche con i capelli corti mezzi rasati, appariva quasi dolce, se non la conoscevi.

Fu proprio la sua semplicità a colpirmi. Per una volta, Isabel non era nascosta dietro all'eyeliner o ai vestiti appariscenti. Era semplice, la sua personalità era espressa da lei stessa piuttosto che dal suo aspetto.

Posò subito lo sguardo su di me, e io non distolsi il mio.

Mi fissò-e io fissai lei-fino a che non si sistemò accanto a Rachel, dalla parte opposta rispetto a me.

Poi fu il turno di Grace, che entrò accompagnata da una melodia di chitarra.

Era radiosa, ed erano le emozioni che provava a renderla tale, molto più del trucco.

Sam pareva essere dentro un sogno: la guardava meravigliato, completamente ignaro che in quella stessa stanza c'era chi aveva sospettato che l'avesse uccisa.

Ero completamente affascinato dal modo in cui comunicavano senza il bisogno delle parole, da come Sam capisse a cosa alludeva il sorriso di Grace o i suoi sguardi.

Grace alla fine arrivò da Sam e la cerimonia inizò.

 

ISABEL

 

In realtà avevo prestato poca attenzione all'entrata di Grace. Guardavo Cole. Ma lui non distoglieva gli occhi dalla sposa.

Avrei voluto urlargli “Ehi, sono qui, è me che devi guardare!”, ma non sembrava fattibile.

La cerimonia fu breve, e presto giunse il momento delle promesse. Iniziò Sam.

-Grace, scommetto che ti aspettavi una canzone. Ma non è quello che voglio fare. Ci siamo incontrati in un modo strano, e forse il nostro amore ha avuto poco tempo e ha dovuto maturare in fretta, ma non mi pento di niente. Non mi pento di nessuna lacrima e di nessun sacrificio. Perchè avrei potuto sopportare di avere addosso il peso del mondo, piuttosto che patire il peso della tua assenza. Ti amo.-

Da fuori quelle promesse sarebbero apparse belle, profonde, ma sapevano tutti i sottintes che contenevano, erano commoventi.

Alzai lo sguardo al soffitto, per evitare di piangere, e nell'abbassarlo notai che Cole mi guardava, sorridendo senza malizia né cattiveria. Gli sorrisi di rimando.

Poi Grace prese la parola.

-Sai che non sono brava con le parole, perciò le mie promesse saranno brevi e chiare. Ti amo.-

Poi stampò a Sam un bacio a fior di labbra.

Non sapevo se fosse permesso, ma le parole mi morirono in gola.

Era così da Grace che rischiai di commuovermi di nuovo.

Il celebrante, che sembrava un po' perplesso, pronunciò le ultime parole e li dichiarò uniti in matrimonio.

_Sam, puoi baciare la sposa.-

E siccome quei due non potevano attenersi agli schemi, fu Grace a baciare lo sposo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ce l'ho fatta!!! Ho finalmente aggiornavo dopo mesi, credo!

Spero tanto che vi piaccia tanto, visto che ci stiamo avvicinando al nocciolo, al bello, al clou della storia! Fatemi sapere.

Un bacio, Mostrina2

  
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