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Autore: Lena Mason    04/06/2014    3 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quindicesimo

Punishment

 

Il rapimento di Orihime era costato un pugno ad Ulquiorra da parte di Ichigo, che bruciava meno del senso di colpa: aveva lasciato sola la ragazza, cadendo come un principiante nella trappola del nemico.

«Le hanno rapite per punirci» esordì Byakuya, lasciando tutti sorpresi «Li stavamo sottovalutando e le hanno prese per farci capire quanto siamo deboli».

«Non siamo deboli, siamo stati stupidi» rispose Zephyr «Volevano colpirci in modo subdolo e lo hanno fatto. Sanno che alcuni di noi si sono affezionati agli umani e li hanno presi per indebolirci».

«Cosa dobbiamo fare?» chiese Rukia.

«Rimanere uniti. Staremo qui all’emporio Urahara. Avvisate chi di dovere» esordì, lapidario, Byakuya.

 

 

Misaka sentì la chiave girare nella toppa prima di vedere Gin Ichimaru che trasportava sulle spalle una svenuta Orihime.

«Bastardo, cosa le hai fatto?» chiese la rossa, avvicinandosi all’amica.

«Nulla. Sta’ calma, si riprenderà a breve. Vi lascio sole» le disse, sorridendo come sempre.

Misaka si sedette al fianco di Orihime, fino a quando questa non iniziò a destarsi.

«Orihime stai bene?» le chiese, preoccupata.

«Misaka! Sì, sto bene! E tu?»

«Incazzata, ma illesa. Ha preso anche te. Chi ti sorvegliava?» chiese la rossa.

«Ehm, Ulquiorra-kun. Si è allontanato perché ha sentito la tua reiatsu. Non fare quella faccia Misaka! Gliel’ho detto io di andare! Era preoccupato!».

«Quell’idiota! Doveva rimanere con te e chiamare qualcuno!».

«Era preoccupato per te, Misaka. Non si capiva dall’esterno, ma la sua reiatsu era agitata come non l’avevo mai vista».

«Tch. Ora che hanno preso anche te, sarà distrutto allora. Dobbiamo trovare un modo di far capire agli altri che siamo qui. Il problema è che questo edificio è studiato per nascondere le reiatsu».

«Come possiamo fare?».

«Non ne ho idea».

 

Le due ragazze iniziarono a pensare a come uscire, mentre i loro compagni le cercavano ovunque, impegnando anche Tatsuki e Chizuru.

Zephyr era l’unico che cercava da solo la ragazza: era teso e arrabbiato con se stesso per averla lasciata sola quel maledetto pomeriggio.

Aveva capito che anche Ulquiorra era preoccupato, ma non capiva per chi lo fosse maggiormente: dopo il rapimento di Orihime era aumentato il senso di colpa per averla lasciata sola, ma la preoccupazione era la stessa di prima.

Forse quell’idiota stava comprendendo ciò che lo legava a Misaka e anche questo era colpa del nemico.

«Tch. Dannati. La pagherete».

 

Misaka e Orihime furono prelevate dalla cella e portate al piano superiore da Gin e un altro vampiro dagli strani capelli rosa che le guardava famelico.

«Aporro, stai calmo. Non è roba tua» lo riprese più volte il vice.

Il vampiro sbuffò e riprese a fissarle, in particolar modo Orihime.

«Così è questa la ragazzina che ha smosso quel pezzo di ghiaccio di Ulquiorra?» chiese, facendole sobbalzare al sentire il nome del compagno.

«Chi lo sa? Non abbiamo capito chi delle due attiri l’attenzione di Ulquiorra» rispose Gin, sorridendo.

Si mise a studiare Misaka e le disse: «Non cercare vie di uscita, Misaka. Non ne troverai. Ora capisco perché Zephyr Thanatos ha una fissa per te».

«In che senso?».

«Non ti fai prendere dal panico, sei calma e pensi alle possibili vie di fuga o almeno il modo di far capire ai tuoi compagni dove siete. Peccato che non ti servirà a nulla il tuo sangue freddo» le rispose, ricevendo uno sguardo di ghiaccio.

Misaka e Orihime si ritrovarono in una sala con un lungo tavolo dove vi erano sedute otto figure: sette erano sicuramente vampiri, mentre l’ottava era ambigua. Né Misaka né Orihime riuscirono a capire di che natura fosse quell’uomo, ma sapevano chi fosse.

 

 

Il resto degli astanti erano sicuramente vampiri: alcuni avevano aspetti strani, come Aporro, che aveva i capelli rosa, o come un altro che sembrava una mantide religiosa. Alcuni avevano aspetti normali, come quello vicino al capo che aveva le sembianze di un uomo di circa trent’anni, con i capelli castani e una leggera barba.

Sorrise alle due ragazze, prima di chiudere gli occhi e stravaccarsi sulla sedia.

«Sedetevi, ragazze» disse loro il capo, facendolo accomodare in due sedie vuote.

«Le sedie che avete occupato appartengono ai vostri amici Ulquiorra e Grimmjow. Ah, che tristezza. Erano ottimi elementi come Tia. È un vero peccato che moriranno» disse il capo.

Misaka si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolo e facendo ghignare Aporro, il quale sapeva meglio di chiunque altro quale fosse, in realtà, la ragazza che aveva scosso Ulquiorra.

«Non dire cazzate. Loro non moriranno, sarai tu a perdere».

Il gruppo di vampiri scoppiò a ridere, facendo infuriare ancora di più Misaka: l’unico che non rideva era il capo, soddisfatto dalle sue scelte.

 

Le due furono portate in un’altra stanza dove venne loro servito del cibo, non sapevano se pranzo o cena dato che non si vedeva fuori, e vennero raggiunte da due vampire donne che le obbligarono a lavarsi e cambiarsi, indossando degli abiti in stile gotico che fecero venire il vomito a Misaka.

Orihime ne indossava uno bianco candido, mentre a lei era toccato il nero.

«Che stronzo» esordì Misaka.

«Perché?» le chiese Orihime, stupida dall’uscita dell’amica.

«Perché sa tutto di noi. Mi ha dato il vestito nero perché a differenza tua non sono più vergine».

Vide Orihime diventare completamente rossa e iniziare a balbettare frasi sconnesse.

«Vuoi dirmi che non lo sei nemmeno tu?» chiese Misaka, sentendo il cuore accelerare i battiti.

«No, ma il nemico non può saperlo, perché nessuno ne è a conoscenza»

«Posso sapere con chi, se non ti da fastidio?» le chiese, ingoiando a vuoto.

«Ulquiorra» rispose con un filo di voce Orihime, senza accorgersi che lo sguardo di Misaka si era svuotato.

 

*

Misaka camminava alle spalle di Gin senza emettere un suono: il vice si era accorto che la ragazza aveva cambiato atteggiamento, ma lo attribuiva alla situazione in cui si trovava. Dopotutto era una ragazza forte, ma pur sempre una semplice umana rapita da esseri sovrannaturali.

Si ritrovarono in una sala diversa, dove vi era una tavola imbandita e tutti vampiri visti precedentemente già a tavola.

Alcuni, come Aporro e Nnoitra, le fissavano famelici provocando un moto di disgusto in Misaka talmente forte che ebbe la capacità di risvegliarla dopo la confessione di Orihime: non era il momento di deprimersi, doveva agire in fretta per dare ai suoi compagni un segnale della loro presenza o sarebbero morte lì.

Si sedette, su ordine del vice, alla destra del capo, mentre Orihime fu fatta accomodare direttamente di fronte a lei: il capo sorrise loro, prima di battere le mani e far entrare i servitori, alcuni dei quali erano umani.

Le ragazze erano totalmente prive di appetito, ma se non avessero mangiato le forze sarebbero venute meno nel momento meno opportuno, quindi si sforzarono di ingurgitare più cibo possibile, anche se la vista dei calici dei loro commensali ripieni di sangue, con tutta probabilità umano, non dava di certo una mano.

«Ora che siamo meno affamati di prima, care le mie ospiti, credo sia doverosa una spiegazione: vi abbiamo portate qui perché volevamo colpire e scuotere quei cari vampiri che hanno la presunzione di proteggervi. Voi due ragazze siete in qualche modo importanti per alcuni di loro, oltre che per gli umani vostri amici e tenervi qui li farà distrarre a tal punto che si dimenticheranno di salvaguardare le vite del resto del mondo. Sapete, noi vampiri ci riteniamo superiori agli umani perché siamo in grado di nascondere le emozioni e di non farci sopraffare da esse, ma guardate i vostri compagni: anche un vampiro Antico come Thanatos ha perso il controllo. Com’è patetico».

Misaka si alzò di scatto, sbattendo le mani sul tavolo e interrompendo il monologo del capo:

«Io vedo solo un essere patetico qui e quello sei tu, Aizen Sosuke» gli disse Misaka, sentendo i ringhi di disapprovazione da parte dei vampiri presenti verso chi aveva osato criticare il loro leader «Sei patetico perché non sei né umano né vampiro. Non si riesce a capire cosa sei. Non hai sentimenti umani, ma non hai nemmeno le caratteristiche di un vampiro completo. Non sei un mezzo vampiro come Kisuke. Cosa diavolo sei?»

«Io sono una nuova specie, nata dal morso di un vampiro verso un’umana incinta e prossima al parto. Mia madre, poche ore prima di darmi alla luce e morire, fu morsa da un vampiro nobile»

«Come nel film Blade?» chiese timida Orihime.

«Esatto, solo che mia madre, a differenza della sua è morta sul serio. Sono una nuova specie, superiore sia agli umani sia ai vampiri: ho la forza di quest’ultimi, ma non la loro sete. Mi soddisfo del semplice cibo umano, anche se a volte non disprezzo di un bel calice di sangue, magari di una vergine come la dolce Orihime» le disse sorridendo e voltandosi verso Misaka «Sento i tuoi pensieri, Misaka. Non credere a quello che la gelosia ha fatto dire alla tua amica. Lei è pura, noi lo sentiamo dal sangue».

La rossa di rivolse a Orihime, arrabbiata:«Perché diavolo mi hai mentito?».

«Perché sapevo che dicendoti certe cose, avresti lasciato perdere Ulquiorra-kun. Scusami Misaka, non so cosa mi sia preso».

«Ma non è colpa tua, dolce Orihime» si intromise Aporro «L’acqua che avete bevuto conteneva una pozione di mia invenzione in grado di controllare i pensieri e le parole degli esseri umani».

Misaka fece per avvicinarsi al vampiro dai capelli rosa, minacciandolo con un coltello, ma il vice fu svelto e ne bloccò ogni intento facendola svenire.

«Misaka!» chiamò Orihime a gran voce, seguendo Gin nella loro stanza.

 

Misaka si risvegliò qualche ora dopo, accorgendosi che Orihime dormiva accanto a lei: probabilmente era notte e sentiva un silenzio irreale nel palazzo dove erano prigioniere. Aveva compreso dai discorsi di Aizen che loro erano state prese prima di tutto per distrarre i loro compagni dal reale intento del semi vampiro e in secondo luogo come punizione per la loro arroganza: avevano osato pensare di essere anche solo minimamente in grado di sconfiggerlo e questo non poteva essere accettato da un bastardo narcisista come Aizen.

La rossa di alzò a fatica, trascinandosi verso il bagno. I postumi dello svenimento di un vampiro erano deleteri sulla mente umana e lei ne aveva già subito il trattamento troppe volte in poco tempo.

«Se continuano così, finiranno per rendermi stupida come Ichigo» si disse guardandosi allo specchio, dove trovò dei profondi segni neri intorno agli occhi.

Nel silenzio surreale della camera sentì distintamente la porta aprirsi e, senza indugi, uscì dal bagno, vedendo una bambina che la osservava dalla porta. Una bambina vampiro.

 

 

 

 

Nda: scusate il ritardo, ma avevo problemi con il pc! Spero che il capitolo vada bene. Nel prossimo arriverà un personaggio che personalmente adoro! 

Alla prossima

Lena

 

   
 
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