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Autore: Ship_COFFE_Bar    05/06/2014    5 recensioni
AU, Thorki, Raccolta di one-shot;
Venti storie, venti universi diversi, ma sempre lo stesso amore.
...
Dall'undicesimo capitolo:
-Allora, tu sei la mia Hazel Grace?- chiede, passando le dita fra quei fili d'ebano
così soffici.
-E tu sei il mio Augustus Waters?- annuiscono quasi in sincrono, e poi ridono
ancora.
[...]
Thor ricorda ancora quell'ultima estate, e la prima crisi. I dottori furono lapidari;
Schizofrenia.
All'inizio non gli sembrava tanto grave.
"Lo vedo sgusciare attraverso la porta, e poi si avvicina al letto, e mi stringe il collo,
così"
...
Sto in fissa con gli AU -.-
Genere: Dark, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate
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                                                  Chapter four: 
                                                Say: "I love you"




Dì qualcosa.

Qualsiasi cosa.

Perché te ne stai fermo? Guardami, ascoltami, dammi retta, ti prego.

Almeno salutami, rivolgimi la parola, Cristo santo, io non c'e la faccio più, questa 

situazione è insostenibile.

È sempre così, sempre.

Ci incontriamo con Tony e Steve, dovrebbe essere una a bella serata, invece tu non 

mi ascolti, mi ignori.

Perché?

Scherzi con Tony, la tua bocca si muove velocemente al ritmo delle parole, al ritmo 

dei respiri.

Ti rimetti una ciocca fuori posto dietro l'orecchio, nel farlo noti che ti sto fissando.

Finalmente.

Assottigli lo sguardo, continui a parlare con Tony, come se nulla fosse, come se io 

non esistessi.

Cos'è, sono troppo imbecille per far parte del tuo mondo personale? O è 

qualcos'altro? Parla, dimmelo!

Steve mi chiede qualcosa, non capisco. Gli chiedo di ripetermelo, 

-Stai bene?- sorriso, annuisco, ma mi mordo l'interno delle guance, guardandoti di 

sottecchi.

Mi stai fissando anche tu, adesso, ma appena mi giro riprendi a parlare con Tony.

Lo fai apposta, brutto bastardo.

Continui a parlare.

Parole, parole, parole inutili, nessuna di loro è rivolta a me, nessuno sguardo per 

me, niente per me.

Posso solo ammirare il tuo profilo e desiderare la tua pelle candida dotto le mie 

mani.

Chi ti credi di essere? Non sono il tuo cagnolino, non puoi chiamarmi quando ti 

pare, farmi una carezza e va tutto bene.

Non puoi.

Guardo l'orologio del bar, segna le sette e un quarto, Steve dice a Tony che è 

maglio andare, domani devono fare...qualcosa, non ho capito bene.

Ti alzi in piedi anche tu, ma io sono più veloce, ti poggio una mano sulla schiena, e 

attraverso gli strati dei vestiti posso sentirti rabbrividire.

-Sì, andiamo anche noi- ti sospingo verso l'uscita del bar, Tony paga per tutti, 

mentre la mia mano passa sul tuo fianco, stringendo, automaticamente.

Ti lascia attirare contro il mio petto, sospirando, alzi la sciarpa che hai avvolta 

intorno al collo, l'aria fuori dal locale è fredda.

Salutiamo  i ragazzi.

Cerco i tuoi occhi, ma continui ostinatamente a nasconderti, rigido nella mia stretta.

Ma se pensi che questa volta sarà come le altre, ti sbagli di grosso, eccome se ti 

sbagli.

Ci incamminiamo, anche se Steve si è offerto di riaccompagnarci con la sua 

macchina, preferisco che non ci sia nessuno, oltre a noi due.

Non deve esserci nessuno, oltre a noi due.

Camminiamo, in silenzio.

Dio, tutto questo silenzio mi sta uccidendo, devo fermarlo in qualche modo, 

altrimenti impazzirò.

Ti blocco, afferrandoti per le spalle, ti bacio, sentendo il sapore del caffè e dello 

zucchero sulle tue labbra.

Morbide.

Dolci.

Ti stacchi, guardandomi, sembri annoiato, no, anzi, stanco.

Ma di cosa? Stanco di me? Oppure di tutto? Sei stanco della vita?

-Cosa?- chiedi, atono, scostandomi.

Ti riafferro, stringendoti in un abbraccio -Cosa succede?- mormorò contro il tuo 

orecchio, ti sento tremare, hai freddo?

-Niente. Sei tu il paranoico. E lasciami!- sbotti, ma io non ti mollo, alzandoti il viso, 

scontrandomi finalmente con i tuoi occhi.

Bellissimi, arrabbiati, saccenti, pretenziosi, maliziosi.

Starei tutto il giorno a guardarti negli occhi, lo sai?

-Cosa. Sta. Succedendo. E vorrei la verità, grazie- scandisco bene le parole, 

fissandoti in quei meravigliosi occhi verde smeraldo.

-Ma niente, cosa vuoi che succeda!- continui, premendomi una mano sul petto, la 

manica della felpa si abbassa leggermente.

Ti afferro il polso, reprimi un gemito di dolore.

Ti guardò negli occhi, colpevolezza, abbassi lo sguardo, amarezza, scosto la 

manica della felpa, rabbia, rassegnazione, rabbia di nuovo, sul polso campeggiano 

una scia di tagli rossi, uno ha ripreso a sanguinare leggermente.

Idiota.

-Ti avevo detto di smetterla- cerco nella tasca della giacca, tiro fuori un fazzoletto e 

ti tampono, sperando che il taglio non sia profondo.

Silenzio. Dì qualcosa.

-Pensavo avessi smesso con queste cazzate. Pensavo che non ti tagliassi più- e 

continui a stare in silenzio.

-Dio, rispondimi!- sbotto, premendo il fazzoletto sul taglio, ti lamenti, altre gocce di 

sangue colorano la carta.

Mi sento come questo fazzoletto, pronto ad assorbire il tuo sangue e il tuo dolore, 

ad ogni costo, anche a quello di sporcarmi.

-Scusa- mormori, avvicinandosi e stringendoti a me, affondi il viso nell'incavo del 

mio collo.

Sospiro.

Ti scosto, mi guardi, confuso, triste, spaventato, -Loki- ti chiamo, avvicini il tuo viso 

per baciarmi, mi allontano, non so nemmeno perché.

-Smettila di fare così. Sei irritante- ti scosto, cominciando a camminare, mi 

raggiungi.

-Irritante? È così che la pensi?- ti piazzi davanti a me.

-Smettila, sembri un bambino capriccioso, cosa speri di ottenere, facendoti del 

male? Solo la pietà degli altri- da dove vengono queste parole? Mi mordo la lingua, 

desiderando che tornino indietro.

-Solo pietà? Quindi era solo pietà quella per cui mi hai scopato la prima volta? Era 

pietà quella per cui mi hai detto ti amo? Era solo quella?- 

-E tu? Tu hai mai risposto ai miei "ti amo"? No, mai!- sbotto, afferrandoti per le 

spalle.

-Scemo. Io ci sto male, lo capisci!?- ti grido, mentre mi fissi, lacrime calde ti 

bagnano le guance.

Ti prendo i lati del viso, baciandoti, ti stringo e quando ci stacchiamo tremi.

-Non piangere, adesso!- con rabbia ti avvolgo in un altro abbraccio, sentendoti 

singhiozzare.

-Non piangere- ti accarezzo la schiena, scossa dai singhiozzi, addolcendo il mio 

tono di voce.

-Scusa- dici, -Scusa. Scusa. Scusa- sospiro, dal cielo grigio incominciano a cadere 

gocce di pioggia.

-Shh, va bene, va bene. Medicheremo quelle ferite, ok? Andiamo a casa- ti sento 

annuire, allora ricominciamo a camminare, ti tengo stretto.

La pioggia incomincia a cadere dal cielo.

Come è iniziato, tutto questo?

Mi sembra fosse una giornata di pioggia come questa, quando ho incontrato quel 

ragazzo allo stesso bar di pochi minuti fa.

Stava seduto nell'angolo vicino alla finestra, a bere caffè e leggere un grosso libro di 

mitologia antica.

Sembrava che non ti interessasse del resto del mondo, del locale, degli altri clienti, 

di tutto.

Però mi hai guardato. E mi hai sorriso.

Probabilmente se non lo avessi fatto, ora non sarei qui, se non mi avessi fatto 

vedere quel tuo sorriso, quello che tieni quasi sempre nascosto, se non me ne 

avessi fatti desiderare altri, di quei sorrisi.

Forse non sarei qui.

Abbiamo parlato, tu  sembravi talmente irraggiungibile, dall'alto dei tuoi occhi 

verdissimi, che esprimevano più anni di quelli che hanno.

Siamo andati a casa mia, e lo abbiamo fatto. Non è mai stato così, per me, e forse 

nemmeno per te.

Forse per te era del tutto nuovo.

Fatto sta, che sei rimasto, e abbiamo incominciato a conoscerci.

E ho capito che anche tu eri fragile, forse più degli altri, forse talmente fragile che se 

ti avessi stretto un po' più forte ti avrei spezzato.

Ma in quei momenti, volevo solo vederti sorridere.

Lo voglio ancora.

Perché ti amo.

-Loki?- 

-Sì?-

-Ti amo- e anche se so che per l'ennesima volta non risponderai, mi va bene così.

-Thor?- 

-Mh?-

-Ti amo- 

Ti giri, allungandoti verso il mio viso, schioccandomi un bacio casto sulle labbra.

Andiamo a casa.




...Angolo autrice/assassina...
Buongiorno, come ve la passate? 
Rieccomi con l'ennesimo capitolo quasi del tutto nosense, con la speranza che sia un po' più allegro dell'altro.
Come no.
Che ci posso fare, questi due sono così inevitabilmente Angst! Non è colpa mia! 
E poi sono una melodrammatica di mio, quindi, vedete voi...
Be', ditemi che ne pensate, oh, a proposito, qualcuna di voi sa se c'è qualche concorso a cui partecipare, in giro? Così, per chiedere.
Un saluto

Im a Murder girl
  
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