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Autore: Sophie_moore    06/06/2014    12 recensioni
-Il mondo fa schifo.-
-Il mondo è un bel posto.-
-Palle, belle e buone.-
-Lo sai che ho ragione io.-
-So che io ho ragione.-
-Tu sei un pessimista cronico!-
-No, io sono realista.-[...]

Gajil e Levy discutono su un argomento particolarmente delicato: il loro modo di vivere!
Spero vi piaccia la mia seconda GaLe, un bacio!
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cambiare idea non è facile

<< Il mondo fa schifo. >>

<< Il mondo è un bel posto. >>

<< Palle, belle e buone. >>

<< Lo sai che ho ragione io. >>

<< So che io ho ragione. >>

<< Tu sei un pessimista cronico! >>

<< No, io sono realista. >>

<< E' la parola che usate voi pessimisti per non ammettere che lo siete. >>

<< Stronzate! >>

<< Che succede? >> domandò cautamente Lucy, guardando i due maghi litigare furiosamente. Tutti, in Gilda, si erano fermati a guardare come la piccola Levy McGarden, una maga del Solid Script minuta e dai capelli azzurri, teneva testa al drago di ferro Gajil Redfox, Dragon Slayer grosso, muscoloso e particolarmente agguerrito.

<< Gajil crede che l'essere umano sia fondamentalmente cattivo. >> berciò con astio la piccola fata blu, incrociando le braccia al petto e voltandosi verso la sua migliore amica, con uno sguardo che diceva: "Diglielo a questo idiota che ho ragione io!".

<< La piccoletta è convinta che l'uomo sia buono, ma evidentemente vive fuori dal mondo! >> ribattè a quel punto Gajil, ringhiando e serrando le mascelle. Il suo sguardo, invece, diceva: "Ho ragione io, punto".

<< Ehm... >> Lucy impallidì. Non credeva si sarebbe trovata in mezzo ad un discorso del genere, soprattutto fatto da quei due che litigavano anche per chi dovesse entrare per primo in Gilda. Non voleva rispondere, non voleva assolutamente, si sentiva sotto pressione e aveva una paura matta sia di Levy che di Gajil.

<< Yo, Lucy! >> Natsu entrò nel grande salone di Fairy Tail, facendo un sorriso luminoso come suo solito e sventolando la mano in segno di saluto.

Lucy non ci pensò due volte. << ANDIAMO IN MISSIONE! >> gridò, andando in bacheca a strappare un foglio, assolutamente a caso. Raggiunse il suo compagno di team, lo prese a braccetto e lo trascinò fuori, borbottando scuse per cui non avrebbe potuto partecipare alla loro "sfida".

<< L'hai fatta scappare! >> disse Levy, gonfiando le guance arrabbiata.

<< Io??? Il tuo ragionamento del cazzo l'ha fatta scappare! >> sbraitò allora il Dragon Slayer, spalancando gli occhi rossi.

<< IL MIO RAGIONAMENTO DEL CAZZO?? >> Levy gonfiò talmente tanto la faccia che a Gajil parve dover scoppiare da un momento all'altro, come un palloncino troppo pieno d'aria. << SENTI CHI PARLA, HO RAGIONE IO A PRESCINDERE! TU SEI LA DIMOSTRAZIONE DELLA VERITA' DELLE MIE PAROLE! >> gridò più forte che poteva, tanto che nessuno in Gilda si sarebbe aspettato tutta quella voce in un corpo così minuto.

<< IO NON SONO CAMBIATO! >>

Ci furono dei secondi carichi di tensione, nessuno parlava, e Levy stava lentamente perdendo il suo adorabile colore rosato per sostituirlo con un rosso più scuro. Si stava arrabbiando. Si stava arrabbiando e tutti sapevano perfettamente perchè. << Sei... sei... >> tremava di rabbia: si vedeva che stava cercando in tutti i modi di trattenersi per non esplodere come una bomba, ma pareva non riuscirci molto bene. << Sei... UN IDIOTA! UNO STUPIDO IDIOTA!! >> girò sui tacchi e uscì dalla Gilda, lasciando tutti sbigottiti. Levy McGarden non urlava, non diventava di quel colore rosso fuoco, non se ne andava così infuriata, semplicemente non era il tipo.
 

Quell'idiota... pensava tra sé, mentre girovagava per le strade di Magnolia, nella speranza di potersi calmare un po'. Non era tanto arrabbiata per il litigio, litigavano sempre, non era una novità, quanto per la poca fiducia di Gajil nell'essere umano. Quello la faceva arrabbiare di più, quella era la cosa che la mandava più in bestia di tutte. Come poteva pensare di costruire un rapporto con qualcuno se non si fidava? Come poteva vivere sereno se squadrava ogni persona, ogni uomo o donna che gli passavano davanti erano colpevoli fino a prova contraria? Era sempre sulla difensiva, sempre a dormire con un occhio aperto.
Levy voleva che almeno si fidasse di lei. Certo, non avrebbe saputo proteggerlo, lei era fondamentalmente debole, ma era sicura che avrebbe fatto di tutto per poterlo aiutare, per poterlo sostenere, come aveva fatto da quando era entrato in Gilda la prima volta.
Nessuno si fidava di lui, dopo quello che aveva fatto, ma tutti si fidavano della dolce ed indifesa Levy, che aveva sotterrato l'ascia di guerra per farlo entrare a pieno titolo nella sua grande famiglia. Pensava che, così facendo, si sarebbe conquistata la sua fiducia, ma niente. Lui continuava a dire di non aver bisogno di nessuno, di essere indipendente e di stare bene anche da solo, e fin lì Levy poteva sopportarlo. Ma quando lui toccava l'argomento “tutti gli uomini fanno schifo”, allora no, non ci stava più e si arrabbiava come una matta.
Non voleva credere che tutto quello che aveva fatto, che tutto il tempo che aveva speso per i suoi amici fosse stato inutile, che tutti se ne sarebbero andati prima o poi. Non voleva credere di aver vissuto in un'enorme bugia per tutta la sua vita, questo no, perciò si arrabbiava ed urlava.
Sospirò pesantemente, sedendosi su una panchina nel parco e ficcandosi le mani nelle tasche dei pantaloncini. Non aveva voglia di tornare indietro, né tanto meno di andare al Fairy Hills, dove avrebbe sicuramente incontrato qualcuno e avrebbe dovuto parlare. No, per il momento era giusto che stesse sola a riflettere.

<< Che ci fa una bella ragazza tutta sola in una giornata così? >> una voce maschile la riscosse dai suoi pensieri omicidi, facendola arrossire leggermente.

<< Diciamo che sono scappata per un po'. >> sorrise la ragazza. Chi le stava davanti era un ragazzotto biondo, abbastanza alto, grandi occhi celesti ed un viso d'angelo. Sembrava un tipo a posto!

<< E come mai? Se posso saperlo, ovviamente. >> il ragazzo le fece un sorriso ammaliante, così Levy decise di raccontargli a grandi linee la discussione avuta prima con Gajil, ovviamente senza entrare nei particolari dei loro trascorsi: buona sì, ma scema no! << Oh... è un discorso alquanto delicato. >> disse, dopo essere stato in silenzio per qualche secondo.

<< Per me non lo è... insomma, come fai a vivere bene se pensi che tutti potrebbero tradirti? >> cercò di spiegarsi la ragazza, mordendosi il labbro nervosamente. << Non voglio che diventi come me, io sono davvero pessima, ma che viva sereno... >> mormorò, per poi sospirare.

<< Io non credo che tu sia pessima. Sei una bella ragazza, sei buona, e sembri molto affezionata a questo Gajil. >> il ragazzo fece un altro sorriso da sciogliere il cuore, e Levy si sentì leggera e spensierata. Tutti i suoi pensieri, tutte le sue paure e angosce erano volate via.
 

Gajil cercava il suo gamberetto in lungo ed in largo, preoccupato ed arrabbiato allo stesso tempo. Come si permetteva quella mocciosetta a dargli dell'idiota? Soprattutto dal momento che era ovviamente lui ad aver ragione. Non essendo mai stato una persona aperta e socievole, Gajil non sapeva neanche dire cosa si potesse provare a sentirsi traditi, visto che nessuno aveva mai osato tanto.
E non sapeva neanche bene cosa significasse davvero avere fiducia nelle persone: solo da poco stava iniziando a fidarsi di Lily, e solo di lui, perchè credeva che fosse l'unico degno in quella gilda di imbecilli.
In realtà, forse stava iniziando a rivalutare il gamberetto, in fondo non l'aveva ancora tradito, nonostante fosse l'unica persona che avesse qualche diritto di farlo. Di certo non sapeva valutare i sentimenti, non sapeva dar loro un nome o una forma, quindi non aveva idea di cosa fosse Levy per lui.
Ringhiò qualcosa che suonava molto come “Maledetto gamberetto”, e si guardò intorno l'ultima volta: girando e rigirando era arrivato al parco. Una piccola, minuscola parte di lui sperò di trovare Levy e di riportarla in dormitorio, mentre l'altra parte aveva già iniziato a pensare ad altro, quando notò i capelli blu del gamberetto.

Levy stava seduta su una panchina con un biondiccio di fianco, un ragazzetto presso che senza nessun peso specifico. Il Drago di ferro iniziò a sentire il sangue ribollirgli nelle vene per un motivo apparentemente sconosciuto, ma aspettò a fiondarsi a recuperarla. Aveva una pessima sensazione riguardo a quel biondiccio, e questa era l'occasione per dimostrarle che aveva ragione lui. L'essere umano faceva schifo.
Sì nascose tra i cespugli e li tenne d'occhio: avrebbe aspettato il momento giusto per intervenire, di certo non avrebbe lasciato Levy in balia di quel ragazzo, l'avrebbe protetta.

Quei due parlavano, parlavano, sembravano doversi dire un sacco di cose, e Levy aveva un sorriso talmente adorabile che Gajil si sentì offeso: perchè il gamberetto faceva quel sorriso ad uno sconosciuto? Perchè non l'aveva mai fatto a lui?
Un momento, ma cos'erano quei sentimenti? Gelosia? Quanto avrebbe voluto avere Lluvia lì con lui per farsi spiegare cosa gli prendeva!
Tutto successe in un attimo: Levy iniziò lentamente a scivolare verso il basso, un movimento impercettibile anche per lei probabilmente, mentre continuava a parlare, mentre il biondiccio teneva gli occhi puntati su di lei e una mano nascosta nella tasca dei pantaloni. Brutto segno, anzi, pessimo.

<< Ti ho trovata, gamberetto! >> Gajil sbucò dal suo nascondiglio con noncuranza, come se fosse davvero appena arrivato lì, e si avvicinò alla panchina.

Levy scrollò la testa, sbattè qualche volta le palpebre come chi si sveglia dopo un lungo sonno, e poi spalanca gli occhi, arrossendo di rabbia. si voltò di scatto guardando il ragazzo biondo, che era sbiancato. << Tu... >>ringhiò la ragazza, scattando in piedi. Non riusciva neanche a continuare la frase, non ce la faceva.

<< Uno Charme abbastanza debole, lei non è una semplice ragazza. >> spiegò tranquillamente il drago di ferro, incrociando le braccia al petto.

<< I-io non... cioè, non penserai che... insomma io... DEVO ANDARE. >> si alzò dalla panchina ed in un nanosecondo aveva cominciato a correre come un forsennato lontano da quell'energumeno e dalla ragazza arrabbiata.

<< Io te l'avevo detto, gamberetto. Ho ragione io. >> esalò il ragazzo, senza però essere soddisfatto della sua vittoria. Continuava ad avere una pessima sensazione.

Levy non disse nulla, si abbracciò da sola come per riscaldarsi, poi annuì. << Bravo, Gajil. Avevo torto.. >> mormorò la piccola fata, mordendosi le labbra tremanti. << Vado a casa... grazie per avermi aiutato. >> fece un inchino al dragon slayer e si avviò da sola, a testa bassa e le mani strette sulle braccia candide.
Non voleva farsi vedere così, non voleva che lui capisse quanto fosse delusa, arrabbiata e triste, non lui, e sarebbe stato meglio nessun altro.
Aveva ragione. Gajil, lo stupido Drago di ferro, aveva ragione, su tutta la linea. Non aveva voluto ammetterlo, non era neanche stata in grado di contraddirlo sul serio. Dopo quell'ennesimo episodio si era decisa che sarebbe cresciuta, sarebbe diventata grande e al Diavolo le sue convinzioni, aveva avuto la dimostrazione lampante di aver sbagliato tutta la sua vita.

<< Credevi che sarebbe bastato questo per lasciarmi indietro? >>

Levy sobbalzò, quasi inciampandosi nelle sue stesse scarpe. << Che c'è Gajil? >> domandò, iniziando a tremare. Non sapeva perchè, se fosse rabbia, freddo o disperazione, sapeva solo che la presenza di quel ragazzo non l'aiutava affatto. << Vuoi... vuoi deridermi? Prendermi in giro perchè hai vinto tu? Forza! Forza, fai pure, perchè sì, hai ragione. Avevi ragione ed io avevo torto e... e... >> sentì gli occhi iniziare a bruciare e le lacrime scendere, bagnandole tutte le guance. Ma non avrebbe abbassato lo sguardo.

<< Mi dispiace di aver avuto ragione... >> Gajil sospirò: perchè? Perchè non la stava riempiendo di insulti? O non stava facendo la danza della vittoria? E perchè vedere il viso di Levy così arrossato e bagnato di lacrime gli stringeva il cuore in una morsa?

La ragazza si lasciò scappare un singhiozzo, poi si asciugò gli occhi col dorso della mano e prese dei profondi respiri per darsi una calmata. << Se non c'è altro... vado a casa. Ci vediamo in Gilda, Gajil. >> disse, stringendo le labbra e sbattendo forte le palpebre per non scoppiare in lacrime un'altra volta.

<< A presto, gamberetto... >> riuscì solo a dire lui, vedendola che si allontanava. Non l'avrebbe seguita questa volta.
Si voltò nella direzione opposta e tornò a casa, dove lo aspettava Lily accucciato sul divano.

<< Sei tornato presto! >> disse l'Exceed, mettendosi seduto. << Qualcosa non va? >> domandò, inclinando la testa di lato. Gajil non era uno di quelli che esternavano i propri sentimenti, a questa volta sentiva nell'aria che qualcosa o qualcuno preoccupava il suo amico.

<< Hai presente la discussione che facciamo io ed il gamberetto in questi giorni? >>

<< Quale delle tante? >>

<< Quella sulla natura ultima dell'uomo. >> il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia, facendogli così notare che aveva percepito il suo sarcasmo e che non aveva voglia di dargli corda. << Lei crede che sia buono, io che sia cattivo. >>

<< Quindi? Avete discusso di nuovo? >>

<< Questa volta, il mondo mi ha dimostrato che avevo ragione io. >> Lily fece una smorfia confusa, arricciando il muso. << Un ragazzo ha usato lo Charme su di lei, ma l'ho fermato in tempo. >> si affrettò ad aggiungere, notando il guizzo negli occhi del gatto. << In poche parole, anche Levy mi ha dato ragione... >>

<< Ma non sei soddisfatto, giusto? >> Gajil annuì solamente, mentre Lily sospirava. << E' andata al Fairy Hills? >>

<< Ha detto che andava a casa, quindi penso di sì... >>

<< Vado da lei... probabilmente dormirò lì... ci vediamo domani, okay? >> Lily fece un sorriso, si fece comparire le ali e uscì dalla finestra, diretto al dormitorio femminile.
 
Levy si chiuse la porta della camera alle sue spalle, stringendo forte i denti. Finalmente era a casa, nel suo porto sicuro: si buttò sul letto senza neanche pensarci due volte. Era così stanca e frustrata che schiacciò la faccia conto il cuscino ed urlò più forte che poteva, ma neanche quello riuscì a darle un minimo di tregua. Si mise supina, fissando gli occhi sul soffitto chiaro. Avrebbe dovuto accettare la sconfitta, dopo anni e anni che combatteva quella lotta, alla fine aveva perso. Miseramente, tra l'altro.
Sentì il rumore di una zampa che grattava alla sua finestra  enotò il gatto volante compagno di Gajil che aspettava fuori, lo sguardo preoccupato.

<< Ciao Levy... >> la salutò il gatto non appena lei gli aprì. Andò dritto sul letto e si sedette composto, aspettando che l'amica facesse altrettanto. << Gajil mi ha raccontato tutto. >> esordì.

<< Ottimo. Starà festeggiando in un pub, sicuramente. >>

Lily fece una smorfia, ma evitò di contraddirla: non era compito suo rivelare i sentimenti del suo amico, perciò passò oltre. << In realtà... non voglio che tu stia sola. >>

<< Perchè lo fai? >> sibilò la ragazza, socchiudendo gli occhi. << Ti faccio pena? >>

<< Ma cosa stai dicendo? >>

<< Tutti se ne vanno prima o poi, l'ho capito adesso, e... tanto vale non fidarsi proprio, no? >> sputò, con gli occhi di nuovo lucidi.

<< Perchè dovrei andarmene? >> Lily si mise in piedi, allargando le zampe e guardandola fisso negli occhi.

<< Perchè... perchè il mondo fa schifo.. >> Levy resistette più che poteva, ci provò, davvero, ma non riuscì più a trattenersi. Gli occhi bruciavano così tanto, solo delle calde lacrime avrebbero potuto aiutarla. Perciò pianse, pianse come avrebbe voluto fare prima, pianse come se dovesse finire le lacrime.

<< Il mondo non fa schifo.. >> Panther Lily zampettò verso di lei e le si accoccolò in braccio, cercando di farle sentire tutto il calore di cui era capace.
 
I giorni seguenti furono cupi, per tutta la Gilda di maghi. Levy stava in compagnia, rideva e scherzava, ma tutti potevano notare che mancava la sua luce, quel qualcosa che la faceva brillare in mezzo alla folla. Levy aveva perso la fiducia nel mondo, ed il suo cinismo l'aveva resa apatica, un fantoccio senza sentimenti od emozioni. Ad un occhio esterno poteva sembrare che fosse tutto normale, che non fosse cambiata di una virgola, ma chi la conosceva bene sapeva perfettamente che era giù di morale.
Perfino Gajil se n'era accorto, lui che non aveva nessuno spirito d'osservazione, che la parola "dettaglio" neanche sapeva cosa significasse. Aveva capito che c'era qualcosa di sbagliato in lei, e che lui ne soffriva di conseguenza. Perciò nessuno in gilda si sorprese quando, dopo che Levy era uscita per tornare al dormitorio e stare un po' da sola (Levy, proprio quella Levy), Gajil salì sul bancone del bar per fare un annuncio.
 
Quella sera, Lucy bussò alla porta della maga dai capelli blu, eccitata e sorridente.

<< Chi è? >>

<< Sono Lucy, aprimi per favore! >> Lucy saltellava da un piede all'altro per l'eccitazione, non riusciva a stare ferma.

<< E' successo qualcosa, Lu-chan? >> domandò la maga del Solid Script, aprendo la porta e guardando l'amica.

<< Devi venire con me. >> la bionda fece un sorriso talmente luminoso e abbagliante che Levy quasi non andò a prendere gli occhiali da sole.

<< Perchè? >> non aveva voglia. Si era allontanata per stare sola, per non dover guardare tutti in faccia e aver paura che un giorno se ne sarebbero andati. Anche guardare negli occhi la sua migliore amica era doloroso adesso: non poteva fare a meno di pensare che prima o poi l'avrebbe lasciata sola.

<< Devi venire con me, Levy-chan. Fidati. >> un altro sorriso, ancora più grande e brillante, e Levy dovette accettare per forza. << Però, prima ti metti questa. >> Lucy le fece una linguaccia e le porse una benda nera e spessa, che le legò davanti agli occhi.

<< Dove stiamo andando? >> domandò la blu, sospirando pesantemente. Senza vedere nulla rischiava di inciamparsi ad ogni passo, voleva solo fare quella cosa e tornarsene a casa a leggere un libro o ascoltare un po' di musica, da sola.

<< Adesso vedrai... >> dopo una decina di minuti di "attenzione, gradino", "salita" e "discesa", si fermarono. Lucy si staccò dal suo braccio, e si posizionò di fronte a lei. << Togliti la benda, Levy.. >> le disse dolcemente.

Levy prese un respiro, si tolse la benda nera e... rimase senza parole e con la bocca spalancata. Tutta Fairy Tail, tutti, dal primo all'ultimo membro, erano di fronte a lei nel pardo di Magnolia. Un grande cartellone stava dietro al gruppo numeroso, bianco con la sgargiante scritta arancione "Ti vogliamo bene, Levy-chan!".

<< Chiudi la bocca, o ti entreranno i moscerini. >> la prese in giro Gray, avvicinandosi e mettendole una mano sulla testa.

<< In questi giorni eri giù di morale... perciò ti abbiamo organizzato una festa, solo per te. >> le spiegò tranquillamente Mirajane, i lunghi capelli bianchi che brillavano con la luce della Luna.

<< Levy, sei la mia migliore amica e vederti così mi fa star male... voglio solo che tu sia felice! Io ci sarò sempre, e lo sai che noi membri di Fairy Tail manteniamo le nostre promesse! >> Lucy l'abbracciò con slancio, baciandole la guancia e la fronte.

<< Non so cosa dire... >> mormorò la ragazza, sentendosi la persona più felice della terra. Non se l'aspettava.... non riusciva a credere di essere così importante per tutti quanti, si sentiva emozionata e contenta, le tremavano anche le gambe!

<< Di' che sei tornata! >> le consigliò Natsu, ridendo con tutti gli altri.

<< Sono tornata... >> ripetè allora lei, facendo esultare la gilda. Iniziò la grande festa, fuochi d'artificio, buffet a non finire, chiacchiere allegre e spensierate. Sembrava davvero che Levy fosse tornata quella di un tempo, sorridente e fiduciosa.

 
Passavano le ore, ma Levy aveva ancora una cosa da dire ad una persona. << Lu-chan... posso parlarti? >> le chiese, sorridendo. La bionda annuì e si allontanarono leggermente dal gruppo, nel quale era già iniziata una grande rissa. << Ti volevo ringraziare per questa festa... non me l'aspettavo, sei stata dolcissima a organizzarla per me. >> le confessò, arrossendo.

Lucy rimase un secondo interdetta, poi scoppiò a ridere. << Ma non l'ho organizzata io! >> disse, tra una risata ed un'altra.

<< Come no... e chi? >> Levy era confusa: l'unica persona che avrebbe potuto fare una cosa del genere era la sua amica Lucy, nessun altro teneva tanto a lei da fare tutto quello...

<< Non ci arrivi, Levy-chan? >> la bionda le diede un altro bacio sulla fronte e le girò lentamente la testa, indicando un certo Dragon Slayer che se ne stava appoggiato ad un albero con un bicchiere di vino in mano.

<< Mi stai prendendo in giro. >> asserì la blu, scotendo la testa convinta.

<< No, affatto! Ha fatto tutto lui, io sono solo venuta a prenderti. >> le fece l'occhiolino e la spinse nella direzione del ragazzo, facendole un "ok" con la mano.
 

Gajil osservava la gilda riunita e non poteva fare a meno di compiacersi del proprio lavoro: Levy ne sarebbe stata sicuramente contenta, questo era l'importante.

<< Gajil... >>

Quasi sobbalzò nel vedere la faccia della piccola maga in questione di fronte a sè. << Ciao, gamberetto. >> la salutò, incerto su come comportarsi. Sorridere? Non sorridere? Fare una smorfia? Parlare o non parlare?

<< Lucy mi ha... detto che l'hai organizzata tu. >> Gajil annuì, in silenzio. << Ecco io... volevo ringraziarti... >> Levy arrossì come un pomodoro ed il ragazzo di metallo non riuscì a non pensare che fosse adorabile.

<< Dovere, Levy. >>

<< Dovere? Perchè? >>

<< Perchè tu... mhm... come te lo spiego... >>

<< Gajil intende dire che vederti triste lo faceva stare male. >> spiegò brevemente Lily, svolazzando sopra le loro teste.

<< Brutto gattaccio! >> il ragazzo arrossì e ringhiò in direzione dell'Exceed, che invece sogghignava soddisfatto.

<< Ti rendevo triste..? >>

<< Certo che mi rendevi triste! Non mi eri più appiccicata, non parlavi se non interpellata, non proponevi più nulla, non mi stressavi con le storie dei tuoi libri! Non ce la facevo più, così apatica e silenziosa non mi piacevi per niente! Ti preferisco rumorosa e chiassosa come sei di solito. >> buttò fuori Gajil, senza rendersi conto che aveva liberato un fiume in piena. Si era accorto troppo tardi di averle praticamente detto che gli piaceva, così arrossì ancora di più e spalancò gli occhi. << NON INTENDEVO DIRE QUELLO CHE HO DETTO!! >>

<< Lei ti piaaaaaaaceeeeee!! >> lo prese in giro Lily, arrotolando la lingua come faceva sempre Happy.

<< NON HO DETTO QUESTO! >> cercò di difendersi il ragazzo, completamente nel pallone.

<< Gajil? >>

<< SI' CHE L'HAI DETTO! >>

<< NO! NON ERA QUELLO CHE VOLEVO DIRE! >>

<< Gajil...? >> provò a chiamarlo una seconda volta, ma il drago di ferro era completamente assorto nel litigio con Panther Lily, che aveva assunto la sua forma reale, quella grande, grossa e muscolosa. Sospirò, divertita, poi si avvicinò al ragazzo e lo abbracciò, appoggiando la fronte al suo petto possente.

<< Ma... ma che fai!?!?!?! >> Gajil si sentì percorrere dai brividi dalla testa ai piedi, confuso, ma felice. Non pensava che un corpicino così piccolo avrebbe potuto dargli quella tranquillità così immensa.

<< Anche tu mi piaci di più adesso, Gajil. E ti ringrazio. >>

<< Cosa stai dicendo, scricciolo? Non ho fatto niente di speciale. >> il ragazzo si grattò la testa, imbarazzato. Non sapeva se ricambiare l'abbraccio o allontanarla.

<< Mi hai salvato la vita... mi stavo quasi convincendo che avessi davvero ragione tu, che il mondo facesse schifo per davvero. Ma la verità è che ho vinto io. Tu sei cambiato e mi vuoi bene... ho solo avuto un attimo di cedimento. >> Levy si alzò sulle punte e tirò giù il Dragon Slayer, fino a far toccare le loro fronti. << Ti ringrazio davvero, davvero tanto, Redfox. >>

Il cuore del ragazzo batteva all'impazzata: neanche lui era cosciente di quello che stava succedendo, non si aspettava una reazione così affettuosa ed esagerata da parte sua, pensava solo che sarebbe tornato tutto come prima. Ma come poteva tornare come prima? Lui non era come prima, lui adesso era cambiato, davvero, aveva capito finalmente che il suo obiettivo non era più sconfiggere Salamander, ma rendere quel piccolo scricciolo felice. << Io non ti voglio bene. >> disse, capendo tutto quanto. Tutto, adesso, aveva un senso. Le alzò il viso e le diede un bacio, il primo che dava ad una persona davvero importante, enon voleva più staccarsi, neanche quando sentì le braccia della maghetta che gli si intrecciavano dietro il collo e le lacrime che le bagnavano le guance.

<< Vedi che alla fine avevo ragione io. >> esultò Lily, battendo le mani e ricordando loro che non erano i soli.
La gilda intera aveva assistito a quel bacio, e tutti stavano con la bocca spalancata.

<< Ragazzi, chiudete la bocca o ci entreranno le mosche. >> li prese in giro Levy, facendo un sorriso felice. Era felice. Aveva vinto la sua guerra, aveva dimostrato che aveva vissuto nel modo giusto. Ci era solo voluto del tempo, anche perchè cambiare idea non era facile per nessuno.
 
 
 
 
 
Spazio Sophie_
Dunque dunque, grazie mille a chi è arrivato fin qui con la lettura! Lo ammetto, è un po' lunghetta, ma mi sembrava giusto così.
E' un argomento particolarmente delicato, lo capisco, ed è spesso oggetto di discussione tra me ed il mio fidanzato (ovviamente io sono quella positiva e lui il negativo, ops, realista, pardon), e ho pensato che sarebbe andata benissimo come discussione tra la mia coppia preferita.
Spero vi sia piaciuta e se notate degli errori vi prego di dirmelo!
Grazie e alla prossima! Un bacio, Sophie <3
  
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