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Autore: MC_Gramma    07/06/2014    1 recensioni
Rivedere un pacioccoso Nolan Gerard Funk in X-Men 2 è stato deleterio, ecco tutto. u.u
C’è stato un tempo, talmente lontano che a ripensarci gli sembra addirittura un’altra vita, in cui lo conoscevano come Il Salvatore. [...] Il giorno in cui Jean e Tempesta vennero a prenderlo provò un immenso sollievo. Non era un santo. Non era Il Salvatore. Era solo un giovane mutante e finalmente gli fu offerta una vita ‘normale’.
-.-.-
Ho ripreso gli aggiornamenti. Stay tuned!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Hunter Clarington, Marley Rose, Sebastian Smythe
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine quei due lo presero davvero un appartamento insieme, ma Hunter cedette solo dopo che Sebastian accettò di firmare un contratto tra coinquilini in cui s’impegnava a fare la sua parte nei lavori di casa. Naturalmente il francese diede una propria interpretazione a quelle parole – troppo generiche per essere vincolanti, ripensandoci fu un errore talmente stupido.. – e prese accordi con un’agenzia di pulizie, in modo che un paio di volte a settimana venisse una ragazza per mettere in ordine solo le sue cose.
Hunter non trovò nemmeno la forza di arrabbiarsi, l’importante era che non dovesse occuparsene lui.
Quella Santana poi era proprio un bel tipo! Pur essendo una dipendente, l’ispanica non si lasciava mettere i piedi in testa e non perdeva occasione di gridare come un’aquila contro il suo coinquilino. Sebastian non l’aveva ancora licenziata perché gli piacevano le persone di carattere e poi, sotto certi aspetti, quella ragazza gli somigliava molto.
Insomma ormai avevano trovato una specie di equilibrio, sopportandosi a vicenda, ma a quel punto si presentò un altro problema. Anzi due. Due problemi a quattro zampe.
Quando gli aveva comunicato il suo nuovo indirizzo, Bobby aveva pensato di portargli Mr Puss.
Non che per l’ex compagno di scuola fosse un problema occuparsene – per quanto gli ricordasse la gattina di sua madre e la sua vecchia vita a Boston – ma si trattava comunque di una soluzione temporanea, dettata dal fatto che non era permesso tenere animali nel dormitorio.
Tuttavia, quando rientrando si vide correre incontro un abbaiante iperattivo barboncino, Hunter comprese di non essere stato l’unico ad avere quella pensata.
“Perché quella faccia?!” domandò Sebastian, facendo capolino dal salotto “Non dirmi che non ti piacciono i cani..”
Non ebbe bisogno di rispondere. Il suo altezzoso persiano rivelò la propria presenza con un miagolio annoiato e iniziò a strusciarsi contro le sue gambe, per poi drizzare il pelo e scoccare un’occhiata assassina allo scodinzolante cagnolino che gli si avvicinava desideroso di fare amicizia.
Merd!” esclamò il francese nel panico, correndo a prendere in braccio il proprio cucciolo “Così non può funzionare, Clarington, quel gatto malefico deve sparire.”
“Non se ne parla, Smithe!” ribatté, sbattendo la porta “Semmai avresti dovuto avvertirmi prima di prendere quel sacco di pulci!”
“Ragazzi, fate quel che volete” intervenne Santana, facendosi strada verso la porta “ma tenete presente che io non pulirò i loro bisognini!”
“Chi ti ha chiesto niente?!” sbottò Sebastian “Sono perfettamente in grado di occuparmi di Jett..”
“Come no!" ribatté Hunter "Conoscendoti starai già cercando un dogsitter.”
L’ispanica uscì ridendo, ma quei due erano così impegnati a urlarsi contro che non se ne accorsero.
 
A distanza di settimane Hunter ancora faticava a sopportare la presenza di Jett.
Era sempre in cerca di attenzioni, se non c’era il suo padrone andava da lui in cerca di coccole o da Mr Puss, per convincerlo a giocare insieme, ed era un miracolo che il persiano non lo avesse ancora graffiato. Lui stesso aveva rischiato più volte di strozzarlo, soprattutto quando mugugnava alternando piccoli ringhi a latrati acuti e più lo ignorava più lui insisteva.
Gli mancava solo la parola, per il resto era cocciuto ed egocentrico proprio come il suo padrone!
E a tal proposito, dovette in parte ricredersi del modo ineccepibile in cui Sebastian si prendeva cura di Jett. Lo nutriva solo con macinato fresco cotto al vapore – ignaro che il piccolo bastardo infilasse il muso nella ciotola di Mr Puss, rubandogli le crocchette, ogni volta che se ne presentava l’occasione – e faceva in modo di portarlo fuori almeno tre volte al giorno, anche quando aveva molto da studiare.
Tuttavia sospettava si trattasse di una fase passeggera, infatti non si sorprese quando rientrò un pomeriggio e trovò Jett sdraiato vicino alla porta che aspettava fiducioso: a quell’ora in genere era già al parco con Sebastian da mezz’ora o più, ma quel giorno il francese aveva un esame ed evidentemente non aveva ancora finito.
Hunter non si lasciò impietosire dagli occhioni scuri del cucciolo e lo scavalcò entrando nel soggiorno. Non che fosse senza cuore.. molto semplicemente Jett non era suo, non stava a lui occuparsene. E poi sapeva che Sebastian avrebbe fatto la stessa cosa nei confronti di Mr Puss, anzi non mancava occasione di dire che un giorno o l’altro avrebbe tolto di mezzo quel gattaccio, quindi non si sentì in colpa ad ignorarlo.
S’era appena seduto sul divano, col persiano appresso, quando gli squillò il cellulare.
Leggendo il nome sul display, roteò gli occhi prima di accettare la chiamata “Sprechi il tuo tempo, Smithe, non intendo portare a spasso il tuo sacco di pulci!”
“Quindi, come pensavo, sei a casa..” commentò tra sé il francese, per poi rispondere “Bene, tanto non era quello che volevo chiederti!”
Lui sbuffò, sprofondando tra i cuscini.
“Sentiamo, cosa vuoi?”
“Una cosa molto semplice, sono certo che puoi farcela persino tu.” prima che potesse mandarlo a quel paese, proseguì “Devi aprire a mia sorella. Sarà lì tra poco per portare fuori Jett, perché sapevo di non poter fare affidamento su di te, quindi l’ho chiamata ma non ha la chiave perciò..”
“Aspetta un attimo.. sorella?! Credevo fossi figlio unico.”
“E io ti credevo meno stronzo.” fu la gelida risposta “Come vedi, ci siamo sbagliati entrambi!”
La chiamata terminò e Hunter buttò il cellulare sul tavolino.
Per quanto trovasse quell’atteggiamento molto infantile, non poteva biasimarlo. Sebastian ce l’aveva con lui perché si rifiutava di rispondere alla insistenti domande sul suo passato o sul suo dono: ogni volta diventava evasivo e irascibile, ma aveva forse altra scelta? Non poteva certo parlargli della X-Mansion o dirgli di essere un mutante! Non era il genere di risposte che l’altro si aspettava e oltre a deluderlo avrebbe potuto spaventarlo o peggio incuriosirlo ancora di più.
Non sapeva mai cosa aspettarsi da Sebastian e, pensandoci bene, non era così strano che non gli avesse mai detto di avere una sorella.
Gli venne il dubbio che tra i due non corresse buon sangue. Viste le sue scarse probabilità di sopravvivenza, forse i signori Smithe avevano voluto un altro figlio col cinico pensiero che almeno gli sarebbe rimasto qualcosa nel caso il primo fosse morto. Da parte sua Hunter non ricordava di averla vista quando portarono Sebastian da lui perché lo guarisse, ma non sapevano cosa aspettarsi e probabilmente temevano che si impressionasse. O semplicemente era più grande di lui! Stava dando per scontato che fosse più piccola, ma in realtà non aveva nessun elemento su cui basarsi..
Proprio allora bussarono e lui scattò in piedi, andando ad aprire con Jett che gli saltava attorno abbaiando eccitato. “Non ti emozionare troppo o te la farai sotto!” borbottò, prima di aprire la porta.
Il cane naturalmente non gli diede minimamente retta e sgattaiolò subito fuori, rischiando di rimanere incastrato tra l’uscio e il muro, e catturò l’attenzione della ragazza che si accucciò prima che lui potesse vederla bene.
“Ciao, piccino!” disse, rivolta al cane “Ma quante feste, allora ti ricordi ancora di me!”
Gli scappò un sorriso a sentirla parlare con la stessa stupida vocetta che usava sempre Sebastian, mentre il barboncino le leccava il collo e il viso scodinzolando con tanta energia da iniziare a sculettare.
“Sì, piccino, anche tu mi sei mancato.. ora basta baci.. ho detto basta baci, dobbiamo.. ehi!” esclamò, allontanandolo “Non siamo mica fidanzati, non puoi infilarmi la lingua in bocca!”
Nonostante trovasse la cosa di per sé disgustosa, Hunter si lasciò sfuggire una risatina rivelando la propria presenza.
“Tu devi essere Hunter” disse lei, continuando ad accarezzare il cane per tenerlo buono “Scusa, questo piccoletto pretende che si saluti sempre lui per primo!”
“Non importa” tagliò corto, passandole il guinzaglio.
La ragazza alzò finalmente lo sguardo e gli sorrise ringraziandolo, poi lo agganciò al collare e finalmente tornò in piedi.
Non fu sorpreso che arrivasse alla sua altezza, era prevedibile vista la pertica di fratello, tuttavia non si aspettava che fosse dovuto alle scarpe col tacco. Meglio per lei!, si disse. Una donna troppo alta fatica a portare scarpe simili o trovare un fidanzato.. accolse quell’ultimo pensiero con una certa sorpresa, ma gli fuggì di mente sentendo il rumore dei tacchi che si allontanavano.
“Scusa ancora se vado di fretta ma non vorrei che Jett facesse un guaio sul pianerottolo..”
“Figurati, ci vediamo dopo.”
“Assolutamente!” esclamò lei, salendo in ascensore, ma all’ultimo fece capolino e aggiunse “Ah, comunque.. io sono Marley.. non ricordo se te l’ho detto.”
Gli sembrò di vederla arrossire ma da quella distanza era difficile stabilirlo, probabilmente era solo la luce aranciata dell’ascensore.
 
 
 
-.-.- Angolino dell’Autrice -.-.-
Non ho potuto esimermi dall’inserire Jett, che è il cane di Grant Gustin –  a me ricorda un barboncino ma so che non è un barboncino, qualcuno sa la razza giusta?! – e poi sarà che anch’io ho un amico peloso e bianco sempre tra i piedi.. un volpino nel mio caso ^^
Che altro? Ah! Pochi giorni fa ho visto X-Men Giorni di un futuro passato e non per fare spoiler ma quando dopo i titoli di coda (infiniti a questo giro) la gente gridava ‘Il Salvatore! Il Salvatore’ non potete immaginare la faccia che ho fatto! Comunque sia, mi ha ricordato questa ff ed eccovi un piccolo aggiornamento – dal cellulare, perché il mio pc è morto.. ed ecco perché ho abbandonato l’altra long a sé stessa, ma questa è un’altra storia.
Per ora vi saluto, e grazie a RachelElizabethHolmes per aver messo la fic tra le seguite.
  
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