Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: bizzlevojce    08/06/2014    26 recensioni
«Sei così sexy.»
«Sei così irritante.»
«Sei così bella.»
«Sei così leccaculo.»
«Sei così stronza.»
«Sei così incoerente.»
«Sei così cinica.»
«Sei così coglione.»
«Sei così mia.»
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«Bieber, ti odio.»
«Mi odi perchè ti ho fatto innamorare?»
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Un film.
Chloe Smith.
Justin Bieber.
Odio, amore e disastri.
E cosa può accadere se due disastri si attraggono?
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-TRAILER UFFICIALE:
https://www.youtube.com/watch?v=F1SLTk1sJzk&feature=youtu.be
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 7.
Quando i disastri si attraggono.

 
Entrai nel bagno. Era un bagno abbastanza piccolo. C’era uno specchio grande e rotondo sopra il lavandino in ceramica. Da un lato c’erano il water ed il bidè e dall’altro una doccia. Mi assicurai che ci fosse tutto ciò che mi serviva e, no, non c’era! Sbuffai appena e uscii dalla camera per chiedere a Justin una spugna, sapone, shampoo e balsamo. Lui mi diede l’occorrente, lo ringraziai e tornai nuovamente in bagno.
Avevo ancora la mia veste azzurra.  Slacciai i bottoni di essa e me la feci cadere ai piedi. Mi tolsi le scarpe e gli slip e feci per entrare nella doccia, ma qualcuno mi fermò.
Merda!’ imprecai dentro di me cercando di coprire le mie parti intime con le braccia. Ero talmente abituata a girare anche nuda per casa e a non chiudere mai le porte che mi ero dimenticata di farlo.
«Emh… Ti- ti sei dimenticata di prendere gli asciugamani e sono venuto a portarteli… »
Mi fissava con occhi e bocca spalancata ridendo sotto i baffi, anche lui chiaramente imbarazzato.
Mi maledissi mentalmente. Fino a poco prima mi sarei tranquillamente denudata davanti a lui, ma ora era diverso, era imbarazzante, alquanto imbarazzante.
Diventai paonazza in volto e mi sporsi velocemente a prendere un asciugamano bianco che stava in alto alla pila di essi che aveva Justin e me lo misi rapidamente intorno. «O-ok… G-grazie…Emh…» risposi io goffamente. Lui accennò una risata e si morse appena il labbro uscendo dal bagno. Chiusi la porta a chiave e mi portai una mano sulla fronte. ‘Idiota!’ mi dissi. Mi tolsi l’asciugamano ed entrai nella doccia. Quando avevo un problema che non volevo affrontare usavo la doccia per dimenticare almeno un attimo. A me la doccia sciacquava via tutti i pensieri, non solo lo sporco.
Aprii l’acqua per sciacquarmi velocemente, poi mi insaponai il corpo ed i capelli e riaprii successivamente l’acqua calda lasciando che si impadronisse della mia mente, chiusi  gli occhi ed improvvisamente sentii tutti i muscoli rilassarsi.
Dopo una mezz’oretta circa o più uscii dalla doccia e mi misi un asciugamano intorno per, capitan ovvio, asciugarmi.
Aprii la porta del bagno e velocemente andai a chiudere quella della camera.
Presi le valigie e le misi sul letto, le aprii cercando un pigiama e mi accorsi di non averne neanche uno.
Mi portai le mani sul viso per poi far cadere la testa indietro.
Mi tolsi un attimo l’asciugamano per mettermi gli slip ed il reggiseno, per poi rimettermelo intorno. Mi misi le mie amate pantofole ed uscii dalla stanza per dirigermi verso quella di Justin. Bussai alla porta e lui venne ad aprirmi. Aveva solo i boxer addosso e sentii qualcosa sobbalzare dentro me. Cercai di distogliere lo sguardo dalle sue parti basse mentre mi mordicchiavo nervosamente il labbro.
«Emh… » deglutii appena. Mi attirava molto fisicamente quel ragazzo, dovevo ammetterlo. «Avresti per caso una maglietta larga da prestarmi per dormire?» continuai.
Lui annuì e mi fece cenno di entrare per poi andare verso l’armadio ed aprire un cassettone. Allungai lo sguardo nel cassetto e vidi magliettone extralarge di ogni tipo. Lui ne prese una verde con una semplice scritta di un college, presunsi.
«Ti va bene questa?» mi chiese. Io annuii e lo ringraziai. «Poi voglio vedere come ti sta» mi avvertì sogghignando.
Uscii dalla sua stanza e, accertandomi che avesse chiuso la porta, mi misi al volo la maglietta, posando l'asciugamano a terra. Bussai nuovamente alla porta e lui mi squadrò dalla testa ai piedi con un sorriso malizioso in volto. «Trovo che le ragazze con solo magliettone extralarge siano altamente stuprabili.» disse. «Ogni riferimento a fatti o persone realmente accaduti è puramente casuale, Bieber?» risposi io con sarcasmo.
Lui rise e poi aggiunse con tono chiaramente provocante: «E se si tolgono la magliettona lo sono ancora di più.»
«Owh, peccato che io non lo farò.» sporsi il labbro inferiore in avanti e poi feci per andarmene alzando gli occhi al cielo e sussurrando: «Pensavo fossi cambiato»
Justin mi prese per il braccio e mi attirò a sé, stringendomi. «Dai, scusa. Buonanotte piccola.» disse con dolcezza, baciandomi i capelli. Il mio cuore si sciolse leggermente ed io assunsi un sorriso da ebete.
Ricambiai la buonanotte e mi diressi verso la mia camera, per poi sdraiarmi sul letto e finalmente addormentarmi dopo poco.


«Svegliati dormigliona» sentii alla mia sinistra una voce gradevole ridacchiare.  Trovai la reazione che la sua voce e i suoi modi di fare ebbero su di me molto strana, perchè ogni tipo di essere vivente di prima mattina mi risultava odioso ed irritante, ma lui no, era stato piacevole svegliarsi in quel modo e non potei far altro che sorridere mentre mi stropicciavo gli occhi per poi lentamente aprirli.
«Buongiorno coglione» dissi sogghignando.
«Buongiorno stronza» rispose lui ridendo per poi solleticarmi i fianchi.
Io mi dimenai chiedendogli di fermarsi e finalmente, dopo poco, si fermò e mi diede un bacio sulla fronte rapidamente. «Dai, sbrigati» mi incitò per poi uscire dalla stanza.
Fissai per un po' la porta sorridendo dolcemente.
Poi presi le valigie e le misi sul letto per aprirle. Presi un vestito nero in stoffa, senza spalline, attillato nella parte superiore e con una gonna larga. Dopo essermi lavata lo indossai. Mi misi dell'ombretto che sfumava dal giallo al rame, del blush, del rimmel e rossetto naturale. Poi mi misi delle scarpe gialle col tacco e presi una borsa dello stesso colore.
Scesi di sotto e vidi Justin che mi aspettava, accelerai appena il passo verso la porta e poi andammo fuori.
Durante il viaggio non spiccicammo parola, Justin guardava avanti a sé, avvolto nei suoi pensieri. Il suo sguardo quasi mi preoccupava. Sentivo che mi stesse nascondendo qualcosa, ma preferii non chiedere niente.
 
 Arrivati sul set ci avviammo verso un gruppetto che chiacchierava nel quale intravidi Virginia, Chad e Luke.
Chad si girò immediatamente verso Justin, con un sogghigno quasi malefico in volto.
«Allora, come è andata?» ci interrogò Chad, rivolto al biondo, più che altro. 
Justin rise puntandogli un dito contro: «Mi devi dei soldi tu!» 
«Dei soldi?» chiesi io sorpresa, senza capire.
«Quindi te l'ha data» affermò Chad ignorandomi.
Justin annuii e mi fu tutto più chiaro.
Avevano scommesso su di me, wow.
Ci avevo quasi creduto che a Justin importasse qualcosa di me.
«Pensavo fosse significato qualcosa per te!» gli urlai contro.
«Pensavi male. Sei stata solo una delle tante. Anzi, neanche, perché la ‘mammina’ ti ha fermato in tempo.» rispose lui beffardo.
Era palese che per lui non fossi una delle tante. E allora perché? Perché mi trattava così davanti ai suoi amici?
Sentivo il mio cuore sfracellarsi lentamente in piccoli pezzi, come un vaso che cade dal terzo piano.
Non ero innamorata di lui, affatto, ma era riuscito a ferirmi.
Abbassai la testa e mi allontanai dal gruppetto senza proferire parola.
 
Justin’s POV:
Ormai da anni avevo preso l’atteggiamento del ragazzo a cui non fregava niente dell’amore, per il quale le ragazze erano solo macchine da sesso. Troppe volte gli esseri femminili si erano rivelati solo luride troie di cui non ci si poteva fidare. E così avevo deciso, ‘donna al volante, pericolo costante’, ma per volante intendevo quello della mia vita. Nessuna donna poteva più permettersi di prendere in mano la mia esistenza e di guidarla come più le pareva e piaceva. Troppe volte ero rimasto fottuto.
Ma lei era diversa. Lei non era come le altre.
E questo mi spaventava.
Dovevo fare in modo di allontanarla, ma non riuscivo a stare lontano da lei per troppo tempo.
 
«Chloe, andiamo.» le sussurrai senza farmi vedere dagli altri.
Lei mi lanciò un’occhiata di comprensione e mi seguì verso la macchina.
Tornammo a casa e, come all'andata, nessuno dei due aprì bocca.
Chloe guardava dal finestrino e di tanto in tanto si lasciava scappare un sospiro.
Qualche volta la guardavo senza farmi scoprire.
Era così bella.
Arrivati a casa, non mi fermai neanche ad aprirle la portiera della macchina, ma mi limitai a spalancare la porta di casa.
Lei entrò chiudendosi poi la porta alle spalle e dirigendosi verso la camera che le avevo dato.
 
«Cosa cazzo fai?» le chiesi preoccupato. Era scesa con le valigie in mano ed un’espressione infuriata a dir poco. Cosa stava succedendo?
«Me ne vado, mi sembra ovvio. Le troie restano una notte, io sono rimasta anche troppo.» disse con un sorriso sarcastico in volto.
Quelle parole mi si scontrarono addosso come lame, capii solo allora quanto l’avevo ferita trattandola così davanti a tutti. Mi pentii amaramente ed andai verso di lei per cercare di fermarla.
Le presi la mano e la guardai negli occhi, sussurrandole amareggiato: «Scusa, piccola, sono un coglione.»
«Sì, lo sei. Ma non bastano le scuse, mi hanno già stufato abbastanza i tuoi cambiamenti d’umore continui.» replicò lei tentando di liberarsi dalla mia presa. Rapidamente le presi il viso fra le mani e portai le mie labbra sulle sue, si irrigidì maggiormente, contraendo i muscoli.
«Resta.» mormorai convinto sulle sue labbra, guardandola dritto nelle sue stupende iridi color marrone con sfumature sul verde.
I nostri respiri si erano fatti pesanti ed echeggiavano nel grande salone. I suoi muscoli si erano ormai rilassati, lei si trovava con la schiena al muro e aveva socchiuso le labbra lasciando accesso alla mia lingua che si muoveva con delicatezza attorno alla sua.
Eravamo un tutt’uno.
Lentamente si staccò da me, sembrava così innocente e indifesa, la guardai aspettando che parlasse, continuando a tenerle il viso fra le mani.
«Come faccio ad essere sicura che non cambierai idea da un momento all’altro?» mi domandò.
«Semplice, non puoi esserlo. Io sono un coglione, tu una stronza. Siamo due disastri. Non credi che siamo fatti l’uno per l’altra?» Le parole uscirono da sole senza che io potessi controllarle e da un momento all’altro lei venne a sapere che io ero innamorato di lei ancor prima del mio subconscio.
Realizzai ciò che avevo appena detto. Ipotizzai lei stesse facendo lo stesso. La strinsi a me inarcando l’angolo della bocca in un dolce, ma lieve sorriso, socchiudendo per un attimo gli occhi, sereno.
Lei nascose la sua testa fra le mie braccia. Era arrossita moltissimo e guardava in basso mordendosi l’interno guancia. Alzò gli occhi verso di me perplessa, sembrava un piccolo cucciolo di cerbiatto in cerca della mamma. Sembrava stesse cercando un rifugio. E sarei stato io, il suo rifugio.


[Prossimo Aggiornamento: domenica 15 giugno.]

"Never thought a love like your could leave me all alone."
Oggi sono in fissa con questa canzone, yay.
00.26
E' domenica, ed io che pensavo avessi aggiornato prima, povera illusa, ahah.
Stasera Miley sarà qui in Italia ed io sarò nei posti d'onore sul mio divano, yee!
Passiamo al capitolo:
lo schifo più totale.
Non si capisce 'na beatissima minchia, spero mi possiate perdonare.
L'ultima parte però mi piace, ad essere sincera, sto sclerando anche io per i miei jhloe, aw.
Vi volevo ringraziare soprattutto per le recensioni, siete l'amore.
Io davvero non so come ringraziarvi, siete state tutte dolcissime, ho raggiunto risultati che non mi sarei mai aspettata.
Non ho una fan fiction famosa, per carità, ma per me, nel mio piccolo, i risultati a cui sono riuscita ad arrivare sono molto soddisfacenti, grazie, mi rendete felice.
Fatemi sapere che ne pensate, insomma.
Alla prossima domenica lettori del mio cuore,
Vi amo,
-Tiss
  
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