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Autore: Stars Trail    08/06/2014    2 recensioni
A volte pensa che dovrebbe andare a dedicare una preghiera alle divinità, perché vedere Akaashi piegare le gambe per risedersi sul letto, in quel momento, a lui appare come un miracolo.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non ha il sonno leggero, Bokuto, anzi. Il più delle volte è raro che percepisca qualcosa, durante la notte e fino alle ore tarde della mattinata, almeno quando non è obbligato a lasciare il letto per andare a scuola, o per andare ad allenarsi in palestra. Per questo, quando in una domenica mattina di sole Akaashi si alza dal letto, facendolo pendere dalla sua parte, Bokuto si sorprende di ritrovarsi con gli occhi aperti, la vista annebbiata dal sonno e la luce fastidiosa che illumina la stanza che gli fanno vedere il suo compagno di squadra un po’ sbiadito.
“Dove vai?” biascica, allungandosi sulla parte del materasso vuota ma ancora calda. Akaashi nemmeno si gira, sospirando appena.
“Torna a dormire. Devo andare in bagno.”
“Noooo…”
Si sente ancora avvolto nel torpore mattutino, mentre alza pigramente il braccio per afferrare l’elastico dei pantaloni di Akaashi. Riesce ad agganciare giusto l’indice, prima che il braccio cada poi a peso morto sul materasso. Bokuto ridacchia appena, scorgendo l’intimo sotto il pigiama, ma Akaashi non fa una piega, limitandosi semplicemente a scuotere la testa. “Mi lasci andare?”
“No, torna a letto, ho freddo.”
A volte pensa che dovrebbe andare a dedicare una preghiera alle divinità, perché vedere Akaashi piegare le gambe per risedersi sul letto, in quel momento, a lui appare come un miracolo. Si premura di avvinghiare un braccio attorno alla sua vita; è ancora così intorpidito dal sonno che Akaashi potrebbe scacciarlo come niente, ma non lo fa. Non si oppone alla sua stretta, limitandosi invece a stendersi di nuovo accanto a lui. “Sappi che mi alzerò non appena la cosa si farà intollerabile.”
“D’accordo, d’accordo,” borbotta in risposta, affondando il viso nell’incavo della sua spalla. Non sa con che forza riesca a sollevare una gamba, ma la lascia libera di cadere tra le gambe di Akaashi come se niente fosse, e l’altro non protesta per cui immagina vada bene anche a lui.
Adesso sta decisamente meglio. Ciondola tra il torpore del sonno e quello del calore che il corpo dell’altro emana, ed è tutto così piacevole che pensare di riaddormentarsi lo fa sentire contrariato. Vuole restare sveglio il più possibile per godersi quel momento di pura follia che deve aver colto Akaashi - non si spiega altrimenti perché sia così accondiscendente.
Forse anche lui è ancora intontito dal sonno.
Bokuto accarezza il petto nudo, gioca pigramente con i primi, pochi peli che tracciano una linea sottile dallo sterno e fino all’ombelico. Lo sente emettere un verso che non ha davvero voglia di appurare se sia di piacere o di fastidio. Per quel che gli riguarda, finché non lo ferma lui continuerà ad accarezzarlo, perché è la prima volta dopo mesi che Akaashi gli si concede a quel modo, e sarebbe davver da stupidi non approfittarne.
Apre appena gli occhi quando sente la mano dell’altro affondare tra i capelli ancora pieni di lacca dalla sera prima, districandosi tra le ciocce argentee per accarezzargli piano la testa. Bokuto sorride contro il suo petto, lasciando un bacio pigro persino nello schiocco che fa quando allontana le labbra.
Se si addormentasse, vorrebbe continuare ad accarezzarlo così anche nei suoi sogni. In verità fa difficoltà a credere di essere davvero sveglio, perché è così raro che Akaashi gli dia retta che certe cose, in realtà, le ha davvero solo vissute nella sua mente. Lo bacia ancora, salendo con la bocca fino al cuore, e rimane fermo a sentirne il battito contro le labbra, appena irregolare nella sua velocità. Quando si appoggia contro di lui, Akaashi non smette di accarezzargli la testa, andando a scendere con le dita fino alla nuca e massaggiandogliela con una dolcezza quasi fuori dal suo carattere. Si sente così rilassato, protetto dalle coperte e dal braccio teso dell’altro sotto la sua testa, che potrebbe crollare addormentato da un momento all’altro.
Fa fatica a sentirlo parlare, quando gli dice che davvero non riesce più a trattenerla e deve andare in bagno. Ma stavolta non lo abbandona con un sospiro seccato. Gli lascia un bacio sulle labbra chiedendogli scusa, e questa volta Bokuto non lo trattiene, aprendo pesantemente gli occhi solo per il tempo che gli serve a vederlo sparire dietro la porta scorrevole. Sorride, affondando il viso nel cuscino e respirando a pieni polmoni, e decide che può resistere cinque minuti senza fare il bambino viziato, che l’odore di Akaashi impresso nel suo letto può bastargli finché non torna.
Non si rende nemmeno conto di scivolare di nuovo nel sonno. Ma in quel momento in cui resta sospeso tra la realtà e il mondo creato su misura per lui dal suo cervello, il letto si riempie e le labbra di Akaashi sulla sua fronte lo accompagnano dolcemente verso il suo meritatissimo riposo.
È un miracolo, non c’è più ombra di dubbio.

   
 
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