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Autore: leila91    09/06/2014    9 recensioni
Con questa piccola fanfiction, volevo provare a raccontare la mia versione della storia d'amore tra Faramir Tuc e Cioccadoro Gamgee.
Ho sempre amato questa idea di Tolkien di unire le famiglie di Sam e Pipino, ed ecco cos'è saltato fuori :)
Enjoy!
[Eventi Post LOTR | New Generation Hobbit | Old!Faramir | Old!Eowyn]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cioccadoro Gamgee, Eowyn, Faramir, Faramir Tuc, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shire Folk'
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ALLA CORTE DI RE ELESSAR
 
Quella mattina Bergil fu svegliato da canto del gallo.
Puntuale come sempre, l’allegro pennuto annunciava con baldanza il sorgere di un nuovo giorno, quasi fosse fiero e consapevole, del suo compito di ambasciatore del mattino.
Bergil si stropicciò gli occhi, ancora gonfi di sonno; stiracchiò poi gambe e braccia, reprimendo uno sbadiglio.
Un profondo silenzio, rotto solo dal respiro profondo di Elarin al suo fianco, regnava nella casa.
L’uomo sospirò, richiudendo gli occhi ancora un momento, per godersi quell’insolita atmosfera di pace.
Un sorriso pieno di affetto gli si dipinse sul viso, mentre si chinava a baciare la fronte di sua moglie.
“Uhm… Buongiorno…” bofonchiò Elarin, con la tipica voce impastata di chi è stato appena strappato dal sonno, “Ma che ore sono?”
“Buongiorno” le rispose dolcemente Bergil, “L’ora di alzarsi amore mio”.
“Non è possibile! Mi sembra di essermi addormentata da solo qualche minuto!”
“So che è un po’ più presto del solito, ma ci attende un compito impegnativo…”
Elarin corrugò leggermente la fronte: il solo compito per cui si sentiva pronta al momento era rimettersi a dormire.
“E quale sarebbe?”
“Preparare la colazione per un Mezzuomo” le rispose suo marito, con una strizzata d’occhio.
 
 
 
                                                                           ******
Quando Faramir si svegliò, un’ora più tardi, trovò la tavola già apparecchiata, e una ricca prima colazione ad accoglierlo.
Bergil gli tenne compagnia durante il pasto, Elarin invece era alle prese con Ederwn.
La piccola aveva appena scoperto che Faramir sarebbe partito da lì a poco, portando ovviamente via il ‘pel cavalino’.
Apriti cielo.
“Vollio giocare con Fohain, non voglio che vada via!”, piangeva la bimba. Era inconsolabile, ed Elarin non sapeva più cosa dirle.
Faramir sorrise intenerito e le si avvicinò, chinandosi fino al suo livello: “Non piangere piccolina. Tornerò a trovarvi ogni volta che potrò, e ti lascerò giocare con Forhain per tutto il tempo che vorrai”.
Ederwen lo fissò, con gli occhioni ancora lucidi: “Promesso?”
“Promesso” rispose l’Hobbit, e sorridendo tese una mano che la ragazzina non esitò a stringere.
“Ѐ il minimo che io possa fare per ringraziarvi” disse poi in fretta rivolto a Elarin, per prevenire ogni sua eventuale protesta.
Poco dopo furono raggiunti da Bergil. L’uomo indossava l’uniforme dei soldati di Gondor e teneva Forhain per le briglie. “Pronto per conoscere il Re?” domandò al giovane.
Faramir annuì allegramente, e s’inchinò come gli era stato insegnato di fare, al momento del commiato.
Ederwen sfuggì alla presa di sua madre, e corse ad abbracciargli le ginocchia.
“Torna presto Amir!”, cinguettò.
Faramir s’irrigidì leggermente, e il suo sorriso vacillò appena, nel sentire il nomignolo: solo Gold usava chiamarlo così, quand’erano bambini.
Il suo pensiero volò tutto a un tratto all’amica.
Dovevano essere circa le nove nella Contea. La immaginò già sveglia e pimpante, aiutare sua madre al Drago Verde. O forse era a casa, a badare a quelle pesti dei suoi fratellini? E pensava a lui ogni tanto, in mezzo a tutte le sue faccende?
 
                                       
                                                   ********
“Gold, tesoro, porta questo vassoio al tavolo in fondo. Gold? Hei, mi hai sentita?!”
Goldilocks, si girò verso sua madre, con un’espressione assente sul viso: “Mi hai chiamata per caso?”
“Ben due volte…”
“Scusami, ero un pochino-“
“Distratta. Si ho notato”. Rosie sorrise indulgente: “Ma temo che quel gruppo di Guardiacontea possa decidere di farci una multa, se non gli porti subito la colazione”. Così dicendo mise in mano a sua figlia un vassoio colmo di tazze di thè e dolce appena sfornato.
La famosa torta di mele di Rosie Cotton, ero uno dei motivi per cui il Drago Verde pullulava spesso di giovani Hobbit, già di primo mattino.
La seconda ragione era la presenza di Goldilocks.
Poco dopo la partenza di Faramir, la giovane aveva iniziato a ricevere non poche proposte,a ognuna delle quali poneva sempre un grazioso rifiuto.

Ma la gioventù Hobbit non sembrava demordere, e continuava a frequentare assiduamente l’osteria di Rosie. Alcuni si accontentavano semplicemente, di ammirare la sua dolce figliola; altri invece erano convinti, che bastasse tenere duro per ottenere prima o poi i suoi favori, dimostrando una caparbietà degna di un nano.
Molte ragazze al posto di Goldilocks non avrebbero certo perso l’occasione di civettare, cominciando a montarsi la testa. Lei invece, per quanto ferma nelle sue decisioni, rimaneva gentile e cordiale con tutti, attirando involontariamente ancora di più i suoi ammiratori.
        
Una volta finito di servire tutti i tavoli, tornò al bancone, per aiutare sua madre a rigovernare.
“Ancora nessuna lettera?” le chiese Rosie.
Gold sospirò: “Così pare”.
“Abbi pazienza, da quello che so nemmeno Pipino ha ricevuto notizie. Probabilmente è ancora in viaggio, Gondor è molto distante sai?”
Gold annuì. Era passato un mese ormai, ma la nostalgia non si era certo attenuata. Giocherellò distrattamente con la spilla di Galadriel, che portava sempre con sé.
“Basta preoccuparti, Gold!”s’impose. “Faramir sta bene, e se ha promesso di scriverti lo farà”.  
                                                  *********                         
“Un Perian, nientemeno! E di grazia chi dovrei annunciare esattamente?”
Faramir deglutì, leggermente intimorito dall’alta guardia che lo stava squadrando.
Bergil lo aveva congedato poco prima, per recarsi alla Torre di Echtelion, dov’era di turno quel giorno. L’Hobbit aveva quindi proseguito per conto suo fino all’Alta Corte, annunciando alle guardie all’ingresso la sua intenzione di vedere il Re.
“Sono Faramir Tuc, figlio di Peregrino Tuc, ex guardia della Cittadella e caro amico del Re”, rispose con una certa baldanza, “Questo nome significa nulla per voi?”
“Non molto”, rispose la guardia infastidita, “Ma non ha importanza visto che al momento il Re è-“
“Davvero felice di poterti ricevere giovane Hobbit!” concluse per lui una voce profonda alle sue spalle.
Un uomo alto e imponente si stagliava sulla soglia del palazzo.
Aveva occhi penetranti, grigi e severi, barba e capelli castane con qualche striatura d’argento: anziano sembrava e al tempo stesso nel fiore della virilità. Non portava ornamento alcuno, se non una stella in fronte, montata su un esile filo d’argento, e un grande gioiello verde che gli chiudeva il mantello. Il suo portamento era fiero e regale, e a Faramir parve quasi di veder brillare una luce intorno a lui.
La guardia impallidì voltandosi e s’inginocchiò sedustante, imitato dal suo compagno e dal Mezzuomo.
“Perdonateci Maestà, vi credevamo ancora al Consiglio…”
Aragorn zittì i soldati con un cenno, prima di rivolgersi a Faramir: “Benvenuto a Minas Tirith, figlio di Peregrino.Ѐ un piacere conoscerti, finalmente!”
Così dicendo gli tese una mano, per aiutarlo ad alzarsi.
“Sapevate del mio arrivo?” chiese l’Hobbit, sorpreso.
Aragorn annuì: “Il Sovrintendente mi ha informato, subito dopo aver ricevuto la lettera di tuo padre. Ma non ti aspettavamo che tra qualche giorno!”
“Effettivamente ho impiegato meno tempo di quanto pensassi” rispose Faramir, “Credo che in parte sia merito vostro. Le contrade sono molto più sicure in questi ultimi anni, e non ho visto ombra di banditi, o Vagabondi, lungo il Verdecammino. Ho avuto invece il piacere di incontrare i messaggeri di vostra Maestà!”
Aragorn ridacchiò davanti al contegno del giovane: “Per te sono solo Aragorn, e spero vorrai concedermi il privilegio di poterti chiamare amico. Ѐ grazie al tuo popolo, e al vostro coraggio, che il mondo ora è in pace, e io ho di nuovo un regno”.
Faramir arrossì, compiaciuto e commosso. Se solo Rudi Serracinta e la sua combriccola di sbruffoni avessero potuto vederlo ora!
“Ad ogni modo non sei l’unico ad essere in anticipo”, proseguì il Re, “Faramir sta rientrando in questo momento dal suo viaggio a Rohan. Credo che ci raggiungerà a breve assieme a sua moglie. Saranno miei ospiti per il pranzo, e dal momento che sei qui spero vorrai unirti a loro!”
Se quella mattina gli avessero detto che al suo secondo giorno a Minas Tirith, sarebbe stato ospite personale del Re, assieme al Sovrintendente, Faramir non ci avrebbe mai creduto. Era più di quanto avesse osato sperare.
“Ne…ne sarei onorato!” fu quanto riuscì a balbettare in risposta, seguendo Aragorn all’interno della Corte.
                                              *********
Il grande salone era illuminato da profonde finestre, che si aprivano nelle ampie navate laterali.
Alte colonne di marmo nero sorreggevano il soffitto. Le possenti volte rilucevano d’oro, incastonato di arabeschi dai mille colori.
Fra le colonne invece, si ergevano silenziose alte figure, intagliate nella gelida pietra.
Faramir osservò con reverenza quei grandi re del passato; poi il suo sguardo fuggì in fondo alla sala, dove si ergeva un alto trono, appena sopra una pedana dai molti gradini.
“Fa spalancare gli occhi, non è vero?” domandò Aragorn sorridendo e notando lo sguardo perso di Faramir.
“Ѐ esattamente quello che direbbe Sam” ghignò l’Hobbit, “Diciamo che casa mia è leggermente… più piccola!” concluse ridendo.
“Sai, puoi non crederci, ma anche per me non è stato facile abituarmi” disse Aragorn, “I primi giorni mi sentivo spaesato, come potresti esserlo tu ora. Ovviamente non lo davo a vedere, e solo Gandalf se n’era accorto. Dopo aver trascorso metà della mia vita da Ramingo è stato davvero strano passare a… Beh, tutto questo!” concluse con una strizzata d’occhio, “Ma dopotutto è per questo che sono nato e sono stato educato. Ѐ la mia eredità”.
Come la mia è il titolo di Conte” pensò tra sé Faramir, “Ma non sono sicuro che sia quello che voglio”.
“E sei felice ora?”, domandò poi ad alta voce, “Voglio dire… non ti scoccia che il tuo futuro fosse già stato deciso… senza che tu potessi dire nulla a riguardo?”
Aragorn lo fissò, leggermente perplesso: nessuno gli aveva mai posto una simile domanda.
Esitò un momento prima di rispondere.
“Dopo che la mia identità mi fu rivelata, la mia più grande paura era quella di ripetere gli errori dei miei avi. Di non essere all’altezza del mio compito. Ma ho trovato la forza e il coraggio nei luoghi, e nelle persone più impensabili. Frodo Baggins è stato una di queste, un’altra era Sam”.
Fece una pausa prima di riprendere: “In un certo senso anche il loro futuro era già stato deciso… ma non si sono mai tirati indietro di fronte alle loro responsabilità, nonostante tutte le occasioni che ebbero per farlo. Mi hanno permesso di capire, che se fossi venuto meno di fronte ai miei doveri, avrei perso il rispetto di me stesso. Mi è stato dato un regno, e un popolo di cui prendermi cura… Accettare il mio destino non è stato facile, né indolore, ma sì, posso dire con certezza che mi abbia reso felice”.
“Non so se questo risponda alla tua domanda giovane Hobbit” proseguì poi con tono più dolce.
“In parte maest-Aragorn!” si corresse velocemente Faramir.
Aragorn gli rivolse un sorrise enigmatico: “Non so quale sia il motivo che ti abbia spinto a venire a Minas Tirith, ma ti auguro di trovare le risposte che cerchi”.
Faramir lo fissò con stupore. Com’era possibile che quell’uomo, che conosceva da pochi minuti, riuscisse a leggere così facilmente dentro di lui? Che percepisse così facilmente la sua inquietudine?
 
Prima che nessuno dei due potesse dire altro, un chiaro squillo di trombe d’argento risuonò nell’aria.
Era il segnale che annunciava l’arrivo di cavalieri in Città.
Aragorn si avviò con un sogghigno verso la porta, facendo cenno all’Hobbit di seguirlo: “In anticipo davvero!
Coraggio andiamo, credo sia appena arrivato qualcuno che vuole conoscerti”.    





Note:
Buonsalve popolo di efp =)
E così il nostro Tuc ha conosciuto anche re Elessar.                                                                                                             
Per la sua descrizione alcune parti le ho prese dal libro, spero di avergli reso giustizia =).
Nel prossimo capitolo finalmente avremo l'incontro tra i due Faramir ^^.
Purtroppo non so quando riuscirò ad aggiornare di nuovo,  mi attende una settimana di fuoco per varie consegne, e la sessione si avvicina =(! 
Mi scuso in anticipo se dovessi tardare, ma non temete che tornerò ^^                                                                                                                                                                                                      
Un ringraziamento come al solito a tutti voi che mi dedicate il vostro tempo, e un saluto speciale alle mie recensiste Evelyn80 e Melianar =)

                                                       
     
   
 
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