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Autore: AveJackson    10/06/2014    1 recensioni
Grazie a un piiiiccolo incidente, i sette eroi della profezia vengono catapultati in universo non loro e si ritrovano a combattere e a uccidere per un pubblico, ma i nostri ragazzi non accettano una cosa del genere e si ritrovano a combattere una tirannide insieme ad altri ribelli.
Questa è la mia prima crossover, spero di non aver fatto un completo disastro, comunque..... Buona Lettura
Genere: Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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7-Rifugi e guai.

 

Pov.Piper.
Corsi come non avevo mai corso prima, neanche quella volta un cui io, Jason e Leo avevamo salvato mio padre da Encelado (lunghissima storia). Il pensiero che Percy stava morendo mi spinse a correre senza nemmeno badare ai rovi che graffiavano la mia faccia, le radici degli alberi che mi facevano inciampare e il pensiero che in quel momento ero sola. Fu allora che mi accorsi di un minuscolo dettaglio: avevo con me la mia cornucopia (altra lunghissima storia)! Mi maledissi mentalmente e mi accorsi di essere arrivata vicino a un fiume. Fortunatamente dopo nemmeno qualche minuto vidi comparire Jason in mezzo alla selva. Il mio ragazzo riuscì a raggiungermi con il fiatone.
-Piper l’hai trovato! Sei fantastica!
Arrossii per il suo complimento e lui mi sorrise. Si avvicinò mettendo le mani sui miei fianchi per poi abbracciarmi. Il mio cuore batteva forte e una lacrima solcò il mio volto.
-Ehi… Percy si salverà. Il Testa d’Alghe non può abbandonarci così facilmente.
-Si…
Mi accarezzò il volto scostandomi una ciocca ribelle.
-Vado a chiamare gli altri.
Prima ancora che io rispondessi si girò e camminò verso il punto in cui era venuto.
-Non perderti, Scintilla.
Si rigirò a guardarmi e mi venne da ridere. Jason sbuffò e svanì nella macchia d’alberi.
Ero rimasta di nuovo sola. Approfittai del momento per guardarmi intorno: vicino al fiume c’erano due alberi così alti che la loro chioma era invisibile perché nascosta da altri alberi molto più piccoli. Notai con sollievo che i due alberi potevano diventare un ottimo nascondiglio se fossi riuscita a salirci sopra. Mentre ero ancora assorta nei pensieri, sentii della voci provenire dalla foresta. Senza nemmeno pensare corsi verso uno dei due alberi alti e cominciai ad arrampicarmi. Ero felice che le lezioni di arrampicata ad al campo erano servite a qualcosa, comunque era naturalmente più facile senza la lava. Quando arrivai sulla cima notai con gioia che i rami erano così spessi e robusti che vi si potevano adagiarsi almeno otto persone e sembrava che intrecciandosi fra di loro formassero un piccolo rifugio. In quel momento sentii la voce di Jason.
-Un momento! Piper era qui, il posto non è sbagliato, c’è il fiume!
-Non sarà mica nei guai?!?
-Calmati Peeta!
Urlai con tutte le miei forze.
-EHIIII SONO QUIII! SCENDO SUBITO!
Aprii lo zaino e benedissi quell’ angelo della madre di Katniss che aveva preparato tutto l’occorrente, anche una corda chilometrica. Feci un grosso nodo a un ramo e mi calai, provocando lo stupore dei miei compagni.
-Ho trovato un buon nascondiglio, ma come facciamo con i quod?
Gale abbassò lo sguardo.
-Li abbiamo dovuto distruggere… i resti sono nello zaino.
Annabeth gli lanciò un occhiata di fuoco. Gale sembrò riprendersi e gli sfuggì un imprecazione.
-PERCY!
Peeta lo stava portando vicino al fiume seguito da Gale e Jason. Pure io e Annabeth accorremmo, ma Jason ci bloccò.
-Dobbiamo spogliarlo per lavarlo.
Trascinai via Annabeth che non voleva muoversi. Ci allontanammo un po’, dopo esserci girate, cercai di distrarla.
-Ho trovato un ottimo nascondiglio e ho pure la cornucopia. Con il cibo non avremo problemi e credo che se possiamo potremmo usare anche il nettare e l’ambrosia per curarlo.
Annabeth fissava qualcosa con gli occhi vitrei, ma rispose lo stesso.
-Bisogna estrarre la pallottola e no credo che avremo i mezzi giusti per farlo, posso provarci io e……
-Ragazze, abbiamo finito potete venire.
Ci girammo e notai che sembrava stare meglio senza le macchie di fuliggine e il sangue secco, ma rimaneva di un bianco cadaverico e non avevo il coraggio di guardare il punto in qui lo avevano sparato. Gale prese a parlare.
-Dovremmo nasconderci… i pacificatori potrebbero fare irruzione e anche le bestie di notte sono pericolose.
Annabeth si arrampicò con destrezza sulla corda e scomparve nella chioma. Passò qualche minuto finché lei non urlò.
-OTTIMO LAVORO PIPER! AIUTAMEMI AD ISSARE PERCY, LO CUREREMO QUI.
 
Pov.Frank.
La prima cosa che vidi dopo essermi svegliato fu un bianco accecante, che mi costrinse a chiudere più volte gli occhi per abituarmi a quella luminosità. Quando riuscii ad abituarmi notai che non sentivo più il dolore lanciante del mio povero naso fratturato. Provai a tastarmelo ma qualcosa bloccò il mio gesto e li misi davvero a fuoco la scena. Ero su un tavolo da laboratorio con i polsi e le caviglie bloccati in una morsa d’acciaio. Cercai di alzare la testa e vidi il mio amico Leo che era stato legato dal busto in modo che gli bloccasse anche le braccia, a una sedia e aveva uno strano aggeggio collegato con dei tubicini sulla testa. Tremava tanto da muovere la sedia, teneva le palpebre serrate e agitava la testa a scatti come se avesse un incubo o stesse lottando contro qualcosa. Era una visione abbastanza brutta, che mi costrinsi a guardare dall’altro lato e li vidi Hazel coricata in modo da darmi le spalle e non aveva nessun fermo che la bloccasse. Per un attimo mi venne un attacco di ansia, ma mi calmai quando vidi che il suo petto si alzava e si abbassava lentamente. Sembrava essere profondamente addormentata. Guardai con più attenzione la stanza è notai che non aveva né porte né finestre, ma una grossa telecamera. Finsi di svenire e cercai di assumere una posizione che sembrasse rilassata.
-Signor Zhang!
Sperai che avessero creduto che fossi svenuto.
-Signor Zhang.
Non risposi e non aprii gli occhi, mantenni sempre la posizione cercando di respirare regolarmente. Non mi chiamarono più, finché non sentii la voce disperata di Leo:
-FRAAAANK!
Ebbi un fremito, ma non aprii gi occhi, qualcosa mi diceva che era una trappola. Le sue suppliche continuarono per qualche minuto e io cercai di concentrarmi su quello che era successo prima che ci catturassero. Fortunatamente i soldati non potevano aver preso gli zaini né le nostre armi perché le avevamo date tutte ad Annabeth. Ma Katniss… cosa gli era successo?!? Non era con noi nella stanzetta! Cosa gli poteva essere successo? Mi ponevo queste domande, finché non sentii un click, e una folata di vento. Mantenni la calma anche se sentivo dei passi venire verso di me e poi…
-AHHHHHHHHH.
Aprii gli occhi di scatto e ansimai. Una donna bionda, con gli occhi verdi e un soldato avevano usato non so cosa sul mio corpo ed ero stato attraversato da pura elettricità. Il soldato fece dell’ironia:
-Oh! vedo adesso sta bene signor Zhang!
La donna mi fissò gelida e con voce dure mi disse:
-Venga con noi.
Con un comandò le prese che mi bloccavano, sparirono e il soldato mi fece scendere dal tavolo. Al primo passo che provai a fare caddi rovinosamente vicino a Leo che era ancora sulla sedia con gli occhi chiusi, ma ancora più pallido di prima. La donna mi aiuto a rialzarmi e mi porse delle stampelle, mentre il soldato soffocava una risatina e mi bendò. Mentre mi facevano camminare sentii una serie di click e rumori di congegni finché non mi tolsero la benda. Davanti a me vidi uno grosso finestrone che dava su una stanza dove un uomo anziano dalle labbra mostruose e con una rosa bianca appuntata sul petto parlava con… Katniss?!?
-Perché mi avete portato qui?
La donna si strinse nelle spalle.
-Il presidente Snow ha deciso che vuole interrogarvi come la signorina Everdinn… e come tutti quelli che in questo momento sono in grado di parlare.
Strinsi i pugni così tanto da sbiancare le nocche, ma cercai lo stesso di rimanere calmo. Diedi un occhiata al finestrone e notai che “ l’ interrogatorio” sembrava essere finito. Katniss uscì da una porta e mi guardò con puro terrore e il suo volto era di un pallore mortale. La donna mi diede una leggera spinta.
-Entra.
Guardai per l’ultima volta Katniss ed entrai cercando di camminare con le stampelle. Chiusero la porta dietro le mie spalle e l’uomo si alzò in piedi.
-Oh benvenuto! Lei deve essere Frank Zhang, ma suvvia, si accomodi, nelle vostre condizioni…
-Condizioni che i vostri uomini mi hanno procurato.
 Non riuscii a trattenermi, ma l’uomo fece una lieve risata. Cerca di raggiungere la sedia e mi sedetti, così fece anche lui.
-Si chiederà il perché di tutto questo, ma mio caro ragazzo ogni cittadino di Capitol City e di ogni distretto è segnato nel momento della sua nascita in uno schedario, in modo che sia sempre reperibile, ma sia lei che alcuni dei suoi compagni non siete in nessuno di questi schedari… per questo grazie ad alcune segnalazioni abbiamo ritenuto necessario, fare quello che stato fatto.
-Ma invece di colpirci uno dei vostri soldati avrebbe dovuto ascoltarci, lei non crede?
-Oh si su questo avete ragione! Il sergente Wrong si può definire una “testa calda”. Però lei ora mi deve spiegare cosa ci faceva con i vostri compagni nel nostro stato?
Mentii sperando di convincerlo.
-Su questo non la biasimo, ma in realtà noi veniamo da un altro stato molto distante da qui e dovevamo andare in uno vicino al vostro. Dovevamo prendere un aereo, che naturalmente è precipitato non troppo distante dal distretto 12, ci perdemmo nella foresta e li Katniss Everdeen ci trovò. Non so cosa è accaduto agli altri passeggeri, ma lei mi disse che non aveva sentito dire di nessun aereo precipitato. Ecco tutto.
Snow mi osservò con freddezza per due minuti buoni, alcuni dei più lunghi della mia vita. Innocentemente chiesi:
-E’ tutto a posto allora?
Si alzò dal tavolo è fece un gesto verso il finestrone.
-Sarebbe meraviglioso se fosse tutto a posto, ma veda…
In quel momento calò un grosso schermo dal soffitto. Snow lo accese e partirono dei codici e dei simboli.
-Abbiamo notato che il comportamento del vostro compagno Leo Valdez, presenta problemi, ma anche curiosità sorprendenti.
Partì un video di Leo, legato alla sedia e che cercava di liberarsi senza successo mentre sprigionava rivoletti di fumo.
-In oltre anche la ragazza sembra possedere qualità fuori dal comune e credo le abbia pure lei…
Scattai.
-Dove vuole arrivare?
Le sue gonfie labbra si piegarono in un sorriso sinistro.
-Veda… se fosse stato solo per quello che mi avete raccontato, ora sareste tutti liberi, ma persone come i vostri compagni non esistono e possono essere molto pericolosi per la gente.
Lo guardai sconvolto. Lui proseguì.
-Quindi ho deciso che rimarrete qui finché gli esperti non avranno fatto un prelievo del vostro sangue e dopo che avranno capito… cosa siete.
Mi alzai come una furia senza neanche provare quel dolore lanciante, la rabbia aveva portato via tutto.
-Noi non siamo cavie da laboratorio!Non potrete prendere il nostro sangue e lasciate stare Leo e Hazel!
Snow si limito a fissarmi, finché non disse tranquillamente
-Se non volete collaborare, allora dovrete sparire.



 

Angolo autrice:

Si lo so che sono di un ritardo colossale, ma non ho avuto internet per 3 giorni e mi dispiace davvero di avervi lasciati in quel punto. Comunque ora sono qui e vi avverto che fra alcuni capitoli ho davvero bisogno del vostro aiuto, ma vi avverterò in seguito. Ho fatto il capitolo un po' più lungo è forse gli altri capitoli saranno tutti così. Ho notato con tristezza che il numero di recensioni si è abbassato, ma ringrazio di cuore le due sante che hanno recensito. UN GRAZIE COLOSSALE!!!! Ringrazio anche coloro che hanno messo la storia tra le preferite e le seguite anche se mi piacerebbe sentire la loro sulla storia. Spero che il capitolo sia andato bene (anche se ho i miei dubbi...) e vi saluto. Buone Vacanze!

AveJackson.
   
 
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