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Autore: Yuna Shinoda    09/08/2008    6 recensioni
Edward ha appena lasciato Bella nella foresta, da sola, per andare via e non farsi mai più vedere.
Ma Bella, ben presto, si accorge che non può interrompere del tutto i legami con Edward.
Ed è proprio questo, che incita la ragazza a partire per cercare il suo grande amore, dovunque lui sia. Lo troverà?
E, soprattutto, qual'è questo legami indissolubile?
Genere: Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Shouldn't let you conquer me completely.
Now I can't let go of this dream.
Can't believe that I feel...

Good enough,
I feel good enough.
It's been such a long time coming, but I feel good.

And I'm still waiting for the rain to fall.
Pour real life down on me.
'Cause I can't hold on to anything this good enough
Am I good enough... For you, to love me too?

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non avrei dovuto permetterti
di conquistarmi completamente
adesso non riesco ad uscire da questo sogno
non riesco a credere che mi sento

abbastanza bene...
mi sento abbastanza bene
ci sarà un lungo periodo in arrivo,
ma mi sento bene

e sto ancora aspettando che la pioggia cada
la vita reale cola su di me
perchè non riesco a tenermi stretta
a niente che sia abbastanza buona
sono abbastanza buona da farmi amare anche da te?


Evanescence - Good Enough



















Sentii due mani fredde che mi cinsero la vita, quando Carlisle terminò il suo lavoro. Edward mi stava riportando sul letto. Mi adagiò sui cuscini, messi in modo che potessi stare seduta senza affaticarmi, e mi sorrise. Forse, se avesse potuto, avrebbe pianto.
- Vuoi vederli? – mi chiese, con la voce dolce e commossa.
Annuii, quel evento mi aveva tolto il fiato.
Edward prese due piccoli fagottini, e me li porse con attenzione.
Notai i due bambini. Erano davvero belli. Uno aveva gli stessi capelli di Edward, color bronzo. Aveva dei profondi occhi verdi e la pelle molto chiara. Sembrava la copia di Edward.
L’altra, la bambina, era sempre di carnagione chiara, ma aveva i capelli castani e gli occhi castano chiaro.
 - Sono davvero belli – disse, guardandoli. Poi si avvicinò a me. – Hanno anche il tuo stesso odore… - ed annusò l’aria.
- Si. – mi limitai a dire. La verità gliel’avrei detta dopo.
- Adesso dormi, amore mio. Devi aver patito le pene dell’inferno con questi due neonati – mi disse, con tono suadente e molto dolce.
- Tu… tu… non te ne andrai, vero? Io… io ho da dirti… Voglio spiegarti questo… Tu… - parlavo in modo sconnesso. Volevo dirgli tutto e nulla in quel momento. Non volevo che andasse via.
- Non me ne andrò. E, per, questo, non devi preoccuparti. Non devi spiegarmi nulla –
- Ma tu… devi sapere… Devi sapere che i bambini… -
- Bella, non c’è bisogno che mi spieghi. Immagino ciò che mi vuoi dire – rispose, con un sorriso raggiante sul volto.
- No. So… cosa immagini… Che… sono figli… di qualcun altro… -
- Bhè, penso che non immagino una sciocchezza.  Sai che è praticamente impossibile che… quando noi… - s’interruppe, ricordando, quando mesi prima avevamo fatto l’amore. Vidi sul suo volto una traccia di malinconia. Che rimpiangesse quei giorni?
- No… Sai quando ho saputo che erano… tuoi? –
- Di sicuro, ti sbagli – disse, serio.
- L’ho saputo due mesi dopo. Non mangiavo… Non facevo nulla. Vomitavo soltanto. Forse, mi dissi, era perchè mi mancavi… troppo. Ma poi, i sintomi non continuavano e stavo male. Charlie chiamò un medico per farmi visitare e lui mi prescrisse delle analisi. Da lì… uscì che i valori erano alterati. Il medico vedeva la cosa strana, e così decise di farmi fare una visita ginecologica. Lì, seppi la verità. Fu nello stesso tempo felice e triste. – Ormai piangevo e singhiozzavo da più di due minuti.
Sentivo le mani di Edward sul mio volto, che cercavano di rasserenarmi. Forse non credeva ancora alle mie parole. Tuttavia, non rispose. Sapeva che dovevo dirgli altro.
- Non decisi di abortire. Quel figlio era l’unica, la sola speranza che mi facesse credere che tu fossi stato davvero insieme a me. Che mi avessi amata. -
Sospirò. Sapeva che quelle parole facevano male anche a lui. Pensavo si sentisse nella mia medesima situazione.
- Bella… Sai che ogni gesto che ho fatto, l’ho fatto perché ti amo. Tu… tu… non potevi darmi una gioia più grande – disse, avvicinando il volto al mio. La sua guancia gelata toccò la mia, calda e madida di sudore. Rabbrividii. Quanto mi era mancato il suo tocco.
E poi, aveva detto “l’ho fatto perché ti amo”. Allora, era vero? Mi amava ancora?
- Tu… mi credi? – dissi, con le lacrime agli occhi.
- Sì. Tuttavia, sarebbe meglio fare delle prove –
- Fai ciò che vuoi. Però… Sappi che… Dopo di te… Io non l’ho fatto mai più con nessuno. Non riuscivo ad amare più nessuno… Come amavo te. – cercai la sua mano, e la trovai. Uno dei bambini iniziò a piangere.
- Oh. Penso che i bambini hanno fame – disse sorridente e divertito – Vuoi che me ne vada? –
- No! Per favore… Resta qui, ti prego. Non sai per quanto tempo ho sognato… Ho sognato che tutto questo potesse essere vero –
- Non è un sogno, se è questo che pensi. Sono qui, accanto a te, e non ho mai smesso di amarti, mai. Nemmeno in tutto questo tempo. Ma adesso, dai da mangiare ai bambini – disse, il tono calmo e gioioso. Sul volto sempre il solito sorriso… Il mio sorriso.
Si avvicinò ancora di più, ed avvicinò le labbra fredde alle mie. In preda alla gioia, le mie labbra si muovevano ancora più veloci che prima, e cercavano le sue con avidità.
Lui, dal canto suo, si muoveva sempre rapido e mi baciava come mai aveva osato. Quello era davvero il miglior benvenuto che avrei mai potuto ricevere.
Si concluse subito, come anche le volte precedenti. Fermò le mani ai lati del volto e sospirò, forse annusando nuovamente l’aria. I due bambini, intanto, piangevano all’unisono.
Edward si allontanò, si alzò dal letto e si voltò, quando vide che mi sbottonavo i bottoni del vestito.
Avvicinai il bambino che assomigliava ad Edward al seno destro. Subito lo prese, ed io sentii un piccolo solletico che mi fece sorridere.
- Dai, puoi anche girarti – dissi ad Edward, che cercava di restare girato e guardava fuori dalla finestra.
- Sicura? Vorrei lasciarti tutta la privacy che vuoi –
- Ma dai! Mi conosci. E poi penso tu sia curioso di vedere come Anthony succhia il latte – gli dissi, ridacchiando. Adesso ero sicura di quale nome dare al bambino. L’avevo visto nei miei sogni.
Edward si voltò. – Anthony? –
- Sì. Non ti piace? Io… l’ho visto in un sogno. Mi ha ispirata -
- Capisco. In ogni caso mi piace – Si avvicinò lentamente, e si sedette nuovamente vicino a me e iniziò ad accarezzare il piccolo faccino di Anthony. – E la bambina? Adesso sono curioso di sapere anche il suo nome… Spero non sia eccentrico – sogghignò.
- Angela. –
- Angela? Mi piace. – sorrise.
Dopo tanti mesi di lontananza, avevo finalmente rivisto il suo volto. Era sereno, era felice. O almeno era ciò che io vedevo. Edward non era il tipo di troppe parole, lui preferiva fare i fatti, come quando se n'era andato. Se avesse scelto qualcosa di doloroso da fare, non so come avrei reagito. Rabbrividii al solo pensiero.
Edward se ne accorse e cercò di rimediare.
- Siete davvero belli, insieme... tanto meravigliosi ai miei occhi che credo, giuro che non vi lascerò andar via tanto facilmente - il suo volto s'illumino.
Era quasi come se avesse risposto alla mia domanda interiore. Sapeva che non avevo il coraggio di chiedere, per avere una verità che forse sarebbe stata scioccante.
Sarebbe restato. Sarebbe restato qui con me ed i bambini.
Sembrava troppo bello per essere vero, e invece lo era.
Dopo che Anthony ebbe finito la poppata, Edward lo reclamò tra le sue braccia. Quando glielo passai, il bambino smise di piangere. Sapevo che era merito suo. Chi non poteva resistergli...
Presi Angela, che era stata quieta tra le mie gambe mentre allattavo il suo gemello.
Lei si attaccò al mio seno sinistro, premendo piano la boccuccia attorno ad esso.
Sia io che Edward restammo in silenzio per molto tempo.
Mi limitavo a guardarlo spesso mentre osservava il bambino sempre con maggior stupore.
Sembrava affascinato. Osservava ogni minimo tratto del suo viso,  tastando piano con le mani la liscia pelle pallida. In questo, il piccolo Anthony era come suo padre.
Angela, invece, aveva sempre la pelle molto chiara ma assomigliava di più a me. Speravo che da grande, però non avrebbe preso anche la mia goffagine... Povera bambina.
- Non ne sono sicuro - esordì Edward improvvisamente - ma penso che abbia il mio stesso colore di occhi... Da umano intendo. -
- Penso... Penso di sì - risposi sussurrando. Intanto anche Angela aveva finito la sua poppata. Si era addormentata tra le mie braccia.
Edward sospirò. La somiglianza era evidente.
Mi rivestii, mentre Edward reclamò anche Angela tra le sue braccia.
Aveva una bambino a destra, ed uno a sinistra. Sembravano tre angeli insieme.
Improvvisamente, sentii dei forti rumori dal piano di sotto. Crescevano piano, fino a raggiungere il luogo dove giacevo.
Come avevo sospettato, erano delle visite.
- Oh, Bella! Come stai? Ohh! - urlò come era suo solito nei momenti di esultazione.
- Shh - fece Edward - Stanno dormendo -
- Già? - gli chiesi.
- Sì. Mica possono solo piangere - sogghignò.
Alice salì sul letto e mi gettò le braccia al collo. Era gelida come sempre.
- Bella! Sono così felice di vederti! Non sai da quanto ho aspettato tutto questo! -
Edward si voltò verso sua sorella con espressione stranita. Poggiò i bambini in una piccola culla - l'avevano presa in un grande magazzino che l'aveva subito portata a causa delle minacce di Alice - e venne accanto a noi. Alice era seduta accanto a me e guardava suo fratello con aria saccente.
- Tu... Cosa? - si limitò a dire. Era furioso.
- E' stato solo una settimana fa, Edward. E' lì che lei ha preso la sua decisione. Non ho mai guardato nel suo futuro, è tutto arrivato senza bussare! -
- Perchè non me l'hai detto subito? -
- Te l'ho detto, sapevo che sarebbe venuta... E poi, non sapevo come avresti reagito. Voi dovevate incontrarvi di nuovo... - disse, un po' triste.
Edward non rispose. Si avvicinò alla finestra e guardò fuori, forse stava riflettendo su qualcosa. Lo vedevo teso.
- Bella, stai bene? - mi chiese, dopo aver sbuffato un paio di volte.
- Sì, adesso sì. -
Mi sorrise. Poi si bloccò, come in preda ad una visione.
- I tuoi amici stanno arrivando - mi riferii - Jacob è davvero arrabbiato... L'altro... Mmh. Lo stesso. E poi vorrebbe uccidere Edward -
- Ah. -
Edward sembrava ancora assorto nei suoi pensieri. Non se ne importava granchè. Improvvisamente si voltò.
- Bella, se vuoi posso dirgli di aspettare per vederti - mi disse, avvicinando tremendamente il volto al mio - mi sembri stanca -
- Va tutto bene, Edward. Lo conosci, sai che se non mi vede subito... - sbuffai, anche se mi faceva piacere rivedere il mio vecchio amico lupo ed il mio recente amico umano.
- Io, me ne vado! Non sopporto quella puzza! - disse Alice, chi schizzò via dalla stanza.
Edward si sedette sul letto accanto a me, cingendomi la spalla e poggiando la testa sul mio petto. - So che sei felice... di rivederlo. - disse, forse un po' deluso. Sapevo che era geloso di Jacob.
- Sì - risposi secca. D'altronde, non potevo nascondergli la pura e semplice verità. Sapeva quanto ci tenessi a Jacob.
Sospirò nuovamente. - Sta arrivando. C'è anche un altro assieme a lui... Chi è? - chiese curioso.
- E'... Dean. Un ragazzo che ho conosciuto a Portland... Si è fissato che mi doveva accompagnare fin qui -
- Ah - rispose semplicemente - E' davvero furioso con me. I suoi pensieri sono funesti... Vorrebbe staccarmi la testa - rise fragorosamente. La sua risata mi ricordava tanto il canto di un uccello... O di qualsiasi altra cosa soave, calma e melodiosa.
- Scusami... E' che gli ho detto... La verità. Che tu... - non riuscivo a dire "mi avevi lasciata"... Riaffiorava un dolore troppo grande.
Mi poggiò il dito sulla bocca per non farmi continuare.
- Shh, Bella. Non ti preoccupare. Oggi è un altro giorno e le cose sono diverse... Ti assucuro che non ripeterò nuovamente lo stesso sbaglio. Non lo faccio mai. Non sono bravo a mentire a me stesso - Sentivo il gelo sul cuore. Questa volta non era per il dolore, ma per la pelle fredda di Edward contro la mia, bollente.
All'improvviso, sentii dei passi sempre più veloci e tuonanti provenire dal piano di sotto.
- Sono loro? - gli chiesi.
- Sì - rispose semplicemente. Edward era ancora nella stessa posizione, mi cingeva le spalle e aveva la testa poggiata sul mio petto. Non si spostò di un centimetro nemmeno quando Jacob e Dean irruppero nella stanza.
- Meno male che sei salva! - fece Dean, sollevato - Una ragazza ci ha telefonati per avvertirci che eri qui, oh santa pazienza! -
Jacob aveva un espressione seria e adirata. Era visibilmente arrabbiato. Sul suo volto la sua bocca era un ghigno, passava da Edward a me e viceversa.
- Il telefono... - grugnì.
- Scarico - risposi secca.
Jacob sbuffò, e Dean dopo di lui. Edward s'irrigidì.
- Bella, pensavo che ti aveva mangiata un orso - scherzò Dean - e invece... - indicò col capo verso Edward. Quando i suoi occhin si fissarono su di lui, quasi lo fulminarono. Edward sogghignò così a bassa voce che nemmeno io quasi lo sentii.
- Sì, sono stato io - rispose Edward, forse ad un pensiero di Dean.
C'era tensione nella stanza. I miei due amici fissavano Edward con disprezzo, quasi come se avesse fatto qualcosa di sbagliato. Per due intensi minuti si guardarono negli occhi senza dire nulla.
- No, non me ne andrò - disse Edward, rivolto a Jacob. Forse rispondeva ad un suo pensiero, adesso.
- Non usare i tuoi trucci con me, succhia- - Jacob si fermò, prima di pronunciare quella parola disgustosa e offensiva per il mondo dei vampiri. Sapeva che Dean avrebbe cominciato a fare delle domande indiscrete.
Dean fissava entrambi, adesso. Forse era davvero confuso da tutto ciò che Edward e Jacob si stavano dicendo. In effetti...
- Basta, ragazzi! - sbottai - Non voglio che litighiate... Di nuovo. Jacob, Dean, sono davvero felice di vedervi. - tagliai corto, altrimenti avrebbero continuato di sicuro.
- E' lui... - disse Dean a bassa voce, riferendosi a Edward.
- Sì, sono io - rispose nuovamente Edward, impedendomi di parlare.
- Tu ed io dovremmo fare quattro chiacchiere... - disse Dean, le mani chiuse a pugno.
- Alt. Qui nessuno parla con nessuno se non prima di parlare con me. Non voglio discussioni. - sottolineai. E poi Edward avrebbe di sicuro ucciso letteralmente Dean... Jacob forse l'avrebbe reso male, ma lui sarebbe guarito presto.
- Ma Bella... Com'è possibile che... Tu... -
- Dean, preferirei spiegarti da sola, il perchè... ma non pensare nemmeno di batterti con lui! - urlai, quasi sogghignando al solo pensiero.
Edward, ancora nella stessa posizione di prima, rideva sotto i baffi mentre mi accarezzava la guancia. Probabilmente pensava a lui e Dean che si battevano. Anche io ridevo, attenta a non farmi vedere, mentre accarezzavo anche io la sua guancia.
- Edward - gli sussurai - vorrei stare un attimo sola con lui -
Edward si alzò e andò accanto a Jacob - Andiamo, cane - gli disse a bassa voce, ancora sogghgnando.
Dean si avvicinò, e si sedette sulla sedia vicino alla finestra.
- Dean... Non avercela a male con lui... -
- Ma, Bella, e se se ne andasse di nuovo? Adesso hai due bocche da sfamare in più! -
- No, non se ne andrà. Lui sa... Sa cosa è giusto. Non ci riuscirebbe mai. -
- Tu ci credi subito a queste cose? Non pensi che l'ha detto solo così, perchè adesso sei un po' debole... Per non addolorarti? - Le sue parole erano taglienti ma vere, in un certo senso. Sapevo che Edward una volta fatta una scelta non si voltava indietro. Mai. Anche adesso che inconsciamente era diventato padre.
- Tu non capisci... Io... Lo amo, tanto. Troppo. E lui ama me. -
- Bella... Tu... Potresti trovare anche qualcuno migliore... Qualcuno stabile, che ti dia sicurezze. Che sicurezza potresti trovare in uno che già ti ha abbandonata una volta? -
- Qualcuno come Jacob, intendi? Lui è solo un amico, per me. E tale resterà. -
- No, Bella. Guardati attorno. Non vedi nulla? -
- Te. -
- Esatto! Io? Bella io... Non posso più trattenermi... Io... ti amo -
- Dean... Ci conosciamo da pochissimi giorni... Non dire sciocchezze. -
Dean era veloce a parlare come ad agire. Svelto si avvicinò al letto e restò in ginocchio sul materasso. Piano, si sporse verso di me per raggiungere il mio volto... E baciarmi sulle labbra. Io restai immobile. Era solo un amico, come Jacob. Io amavo solo Edward.  
Pochi secondi dopo il contatto, sentii dei passi avvicinarsi. Subito dopo, un Edward visibilmente furioso entrò nella stanza.
- Adesso penso proprio che uno scontro ci voglia proprio -









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Angolino...
Ciau a tutti!! Come vedete sono passati alcuni giorni da quando ho postato... Bhè, primo, ho preso Breaking Dawn e sono stata immersa nella lettura per giorni e sono rimasta un po' scioccata da non riuscire a scrivere per giorni, e, secondo, ho un nuovo pc senza connessione e quindi ho dovuto pregare mia sorella di farmi venire un attimo a questo per postare il capitolo nuovo.
Vi sono piaciuti i due bimbi? Che fantasia che ho avuto a scegliere i nomi madù... XD
Sper di non aver deluso le Edward's Fans, però questo è solo l'inizio... Non ci sarà solo Dean a rendere le cose difficili, ma anche altre apparizioni... XD
Ringrazio tutte coloro che hanno commentato lultimo capitolo, scusate se non vi nomino tutte ma davvero vado di fretta! T_T
Spero davvero che mi arriva la connessione wifi molto presto, così posto più veloce! ;)
Ciau! Yuna
  
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