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Autore: ChiaStyles97    10/06/2014    13 recensioni
“Ho visto lo sguardo che cerchi di nascondere ogni volta che si accenna al nuoto. Perso e felice” mi interruppe “Lo stesso che avevi questa mattina. Si tratta di decisioni tue. Ma almeno dimmi qualcosa che sia reale”
Il suo tono non accusatorio mi disorientava.
Scossi ripetutamente il capo, incapace di rispondere. Il naso cominciò a pizzicarmi, le lacrime ad inumidirmi gli occhi.
“E se io non volessi essere reale?” ribattei, fermandomi “Quello che voglio è svegliarmi e rivedere Nicholas”
Un sapore salato mi punse la lingua.
Mossi qualche passo in avanti, rivolgendo lo sguardo verso il parco che segnalava che avevamo quasi raggiunto casa.
“Voglio che le cose tornino come prima, come quando la mia vita aveva un senso” la mia voce mi arrivò spezzata alle orecchie “Ma questo non accadrà, Zayn, ed è tutta colpa mia. Solo colpa mia”
Mi morsi il labbro così forte da cominciare a sentire il sapore delle lacrime mescolarsi a quello del mio sangue. Mi fermai ancora una volta, gli occhi fissi in quelli scuri di lui.
“Colpa tua?” distinsi a mala pena la sua voce così fioca.
“Mio fratello, l'incidente" mormorai.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"While I was out 
I found myself alone just thinking about
if I showed up with a plane ticket 
and a shiny diamond ring with your name on it,
would you wanna run away too?
'Cause all I really want is you

She looks so perfect - 5 Seconds of Summer






“Come vanno le cose con Sam?”
Per poco non feci cadere il cartone del latte nella tazza, mentre lo versavo sui cereali. Non sarei mai riuscita a fare una normale colazione senza rovesciare qualcosa o fare danni di altro tipo.
Una volta, quando la cucina a cui ero abituata non era ancora quella dalle pareti di piastrelle bianche di Bradford, ma quella dai muri giallo chiaro e il pavimento di legno di Torquay, mi ero scordata le uova sul fornello. Avevano letteralmente preso fuoco. Nicholas aveva afferrato al volo la padella e quasi senza pensarci l’aveva lanciata fuori dalla finestra aperta. Per poco non incendiavamo anche la siepe dei vicini.
“Alla grande” rispose Jake con la solita espressione ingenuamente ebete che gli si stampava in faccia ogni volta che si parlava di Sam “La prossima settimana vogliamo andare al mare con Harry e Claire. Ti va di venire?”

Non so dire chi di noi due rimase più spiazzato per quell’improvvisa proposta. Probabilmente Jake. L’allegria sul suo volto aveva ceduto il posto all’imbarazzo, gli occhi verde scuro si erano fissati su di me, il sangue gli era affluito alle guance con una rapidità impressionante.
Era evidente che la sua bocca avesse avanzato quella proposta ancora prima che il suo cervello potesse metabolizzarla. Sapevamo bene entrambi che erano passati circa sette mesi dall’ultima volta che avevo messo piede su una spiaggia. A Torquay la vista del mare non si poteva evitare neanche volendo, e questo mi faceva rischiare diversi attacchi di panico ogni volta che uscivo di casa.
Jake fece per balbettare qualche parola di scusa ma cercai di precederlo.
“Perché no? Bella idea” gli sorrisi come se niente fosse “Chiederò a Zayn cosa ne pensa”
Il sollievo si fece strada sul suo viso.
Intanto io pensavo che sì, era un’idea niente male. Da qualche parte avrei pur dovuto ricominciare.
In quel momento qualcuno suonò a sorpresa il citofono di casa, facendomi rischiare ancora una volta di rovesciarmi addosso la colazione.
“Vado io” Jake corse alla porta, per poi tornare in cucina una manciata di secondi dopo, seguito a ruota da Ellen.
Ellen era la nuova migliore amica di mamma. Si erano banalmente conosciute per caso al supermercato poche settimane dopo il nostro arrivo a Bradford, e poi era venuto fuori che Ellen aveva alcuni parenti a Torquay e via dicendo.
Mamma era stata fortunata. Ellen aveva reso la sua ambientazione decisamente più facile. Un po’ com’era successo anche a me grazie a Claire, Sam, Bec e ai ragazzi. E a Zayn. Bè sì, soprattuto grazie a Zayn, diciamocelo.
“Ciao El” mandai giù un boccone di cereali “Che ci fai qua così presto?”
“Ciao tesoro” mi sorrise sfilandosi il cappotto “Sono solo di passaggio. Sono venuta a portare alcune cose a vostra madre”
I miei occhi indugiarono qualche istante sul sacchetto di plastica che stringeva tra le mani. Proveniva dalla farmacia.
Non feci in tempo ad aprire bocca che Ellen era ormai sparita in direzione delle scale. Jake mi lanciò uno sguardo preoccupato.
“Mamma non esce di casa da una settimana” mormorò “L’avrò vista sì e no due volte in cinque giorni. Cosa credi che…?”
“Non ne ho idea” scossi la testa “Chiederò a papà”
“Ci ho già provato io” sospirò lui “Per tutta risposta ha fatto un giro di parole assurdo senza però dirmi niente. Non è da lui mantenere segreti”
Papà odiava i segreti.



“Quel Michael Kenning non mi piace per niente” affermò Claire.
Diversi professori erano impegnati in una qualche conferenza importante, per cui noi ci stavamo godendo un po’ di relax in cortile. L’aria dicembrina ci pungeva la pelle, mentre il sole, regolarmente nascosto dietro qualche nuvola, ci scaldava le ossa.
“Per il fatto che ha quasi ucciso mezza scuola?” fece Harry.
Lui e Claire erano sdraiati sul prato, l’uno vicino all’altra, la guancia di lei sul petto del riccio. Zayn si era invece seduto contro al tronco dell’unico albero lì intorno, ed io mi ero accovacciata tra le sue gambe, con il suo mento appoggiato sulla mia testa.
“Michael Kenning ha fatto cosa?” chiesi, sicura di non aver capito bene.
“Ha quasi ucciso mezza scuola” ripeté Harry pratico “Per qualsiasi genere di alcolico bisogna rivolgersi a Michael Kenning. Tu gli dici quello che vuoi e quando lo vuoi, e lui te lo porta a casa senza un minuto di ritardo. Non chiedermi come faccia”
“E il fatto che abbia quasi ucciso mezza scuola cosa c’entra?” ancora non capivo.
“È ovvio” Harry assunse il tono di chi sta spiegando per la trentaquattresima volta le addizioni ad un bambino di prima elementare “La gente fa un sacco di cose stupide in balia dell’alcol, tipo guidare o cose così, e dato che l’alcol lo procura Michael, bè, lui diventa in parte responsabile delle tragiche conseguenze di alcuni di questi casi”
Come ragionamento era abbastanza contorto, ma non feci obiezioni.
Il Discorso-Michael-Kenning era saltato fuori per il fatto che ultimamente lo vedevamo trascorrere un sacco di tempo con Bec. Compreso in quel momento, i due erano seduti insieme su una panchina in lontananza. L’espressione di lei era più spenta del solito.
Ero d’accordo con Claire, neanche a me quel tipo piaceva un granché. Seguiva con me il corso di algebra, ed ero abbastanza sicura di non averlo mai sentito parlare. Aveva sempre uno sguardo vacuo, perso nel vuoto.
Rabbrividii quando le dita di Zayn presero a scorrere avanti e indietro lungo la mia coscia. Chiusi gli occhi, assaporando da sotto le palpebre la temporanea luce arancione del sole.
Nel giro di qualche secondo quella luce era scomparsa. Convinta che fosse un’altra nuvola, riaprii gli occhi soltanto quando un leggero tossicchiare (“Ehm-ehm”) catturò la mia attenzione. Una figura minuta mi fissava dall’alto.
“Hai bisogno di qualcosa, Charlotte?” chiese Zayn.
Mi sorpresi per come la sua voce riuscisse ad essere così piatta.
“La tua ragazza non crede che siamo stati a letto insieme” Charlotte Evans incrociò le braccia, distogliendo lo sguardo da me.
“Questo io non l’ho mai detto” inarcai un sopracciglio, reprimendo a fatica l’impulso di alzarmi e metterle le mani addosso.
“E inoltre mi ha dato della cagna!” sottolineò l’ultima parola con un urletto stridulo.
“Ma questo è comunque risaputo” intervenne Harry senza nemmeno aprire gli occhi.
Claire represse a stento una risata. Charlotte aprì e richiuse la bocca più volte in cerca delle parole. Riabbassai le palpebre, nella speranza che sarebbe magicamente sparita.
“Se questo è tutto sei pregata di andartene, Charlotte” riprese la voce atona di Zayn.
Trascorse qualche secondo prima che la vocetta acuta di Charlotte minacciasse ancora di farmi sanguinare i timpani.
“Soltanto perché lei è ancora una stupida vergine invidiosa non ha alcun diritto di insultarmi!”
Sentii i suoi passi allontanarsi in fretta e il mio viso avvampare. Ringraziai il cielo che Zayn non potesse vedermi in faccia in quel momento. Sulle mie guance si dipinsero rabbia e imbarazzo. Mi costrinsi a tenere gli occhi chiusi, abbandonandomi di nuovo al tocco di Zayn che, come se niente fosse, aveva ripreso a far scorrere le sue dita lungo la mia gamba. Ma quella mattina la pace non era destinata a durare.
Tempo qualche minuto e delle voci in lontananza attirarono l’attenzione di tutti.
“Devi lasciarla in pace”
Bec era ancora seduta sulla stessa panchina di prima, le mani a tormentarsi nervosamente l’orlo della felpa, gli occhi fissi a terra. Michael Kenning si era invece alzato in piedi al suo fianco. Davanti a lui…
“Ti ho detto di andartene, Tomlinson” soffiò tra i denti “Non è più la tua ragazza”
Davanti a lui, Louis stringeva i pugni lungo i fianchi.
“Lasciami parlare con lei”
“Hai dieci secondi per sloggiare” Kenning contrasse la bocca in una smorfia divertita, ma aveva tutta l’aria di non stare affatto scherzando.
Anche Harry e Claire avevano alzato la testa in direzione della scena. Vidi Louis muovere un passo verso Bec, ma fu subito fermato da uno spintone. Sentii Zayn agitarsi dietro di me. In un attimo fummo in piedi e raggiungemmo subito la piccola folla che si stava a poco a poco radunando intorno ai tre.
“Andiamo, Lou” Zayn lo affiancò “Parlerai con lei un’altra volta”
“No” il castano si scrollò di dosso la mano che Zayn aveva appoggiato sulla sua spalla “Devo farlo ora. Bec, ieri sera io…”
“Ieri sera?” Kenning fece saettare lo sguardo da Bec a Louis “Che diavolo è successo ieri sera?”
Bec sollevò finalmente gli occhi dall’asfalto. Ignorò del tutto Michael, puntandoli in quelli cristallini del castano. Ci aspettavamo tutti dicesse qualcosa, invece rimase in silenzio, come in attesa. Il tremore delle sue spalle non passava inosservato.
Louis mosse un altro passo verso di lei, ma, prima che potesse aprire bocca, Michael gli si avventò di nuovo contro, questa volta facendolo cadere a terra. Zayn si affrettò ad aiutarlo a rimettersi in piedi, ma ancora una volta Louis rifiutò la sua mano.
Tu” Kenning si rivolse a Bec, le labbra contratte in maniera sprezzante “Spiegami che cazzo vuol dire tutto questo”
Vedendo che Bec non sembrava avere alcuna intenzione di rispondere, Kenning la afferrò per un braccio, costringendola ad alzarsi con un sussulto. Un palmo di mano soltanto separava i loro volti.
Rebecca” la mano di lui si stava stringendo intorno alla pelle di lei.
Bec serrò le labbra.
“Dimmi che cazzo significa” Kenning scandì lentamente ogni parola.
“Non mi toccare, Michael” ribattè Bec altrettanto lentamente.
Lui si ritrasse di scatto, il viso deformato dalla rabbia. Soltanto dopo capii che Bec gli aveva sputato in faccia.
“Brutta puttana!” urlò Kenning, avventandosi contro di lei.
Non fece neanche in tempo ad avvicinarsi. Una mano gli si era serrata intorno al polso, costringendolo a piegarsi a terra.
“Chiama mia sorella ancora una volta così e giuro che ti ammazzo” Harry lo sovrastava dall’alto, gli occhi verdi e gelidi fissi in quelli vacui di Michael Kenning.
Quest’ultimo si divincolò, rimettendosi in piedi, e senza perdere tempo fece per scagliarsi contro il riccio. Un secondo dopo barcollò all’indietro, le mani chiuse sul naso sanguinante.
“Vattene, Kenning” il pugno di Louis era ancora alzato, le nocche arrossate “O se non lo fa lui, ti ammazzo io”
Kenning non se lo fece ripetere due volte. Recuperò l’equilibrio, cominciando a correre in fretta verso l’uscita esterna del cortile.
“Due contro uno non è leale!” lo sentimmo lamentarsi prima che potesse sparire oltre il muro di pietra.
“Neanche il contrabbando di alcolici è molto leale, Kenning!” gli urlò qualcuno di rimando.
La folla si diradò a poco a poco. Louis e Harry, invece, rimasero ancora qualche istante in piedi l’uno di fronte all’altro. E, prima che Harry riuscisse a dischiudere le labbra per dire qualcosa, il castano si stava ormai allontanando verso la strada.



“Ieri sera ho chiamato Louis” mormorò Bec, le guance umide di lacrime.
Ci trovavamo nei bagni della scuola, entrambe sedute sul lavandino. Era scoppiata in lacrime non appena Louis era sparito alla vista. Non avevo osato fare domande sul motivo di ciò che era successo, sul perché Louis si fosse comportato in quel modo. Claire aveva invece preferito rimanere in cortile. Temeva di riuscire soltanto a peggiorare le cose, convinta che Bec ce l’avesse con lei per non essere ancora stata in grado di convincere Harry a far cambiare idea.
“Non l’ho fatto per un motivo preciso. Volevo soltanto sentire la sua voce, vederlo anche solo per cinque minuti. Ma lui non ha detto niente. Quando ha risposto al telefono e ha capito che ero io, ha trattenuto il fiato per qualche secondo, come se stesse aspettando qualcosa. Poi ha riattaccato. E questa mattina, quando mi ha vista con Michael, è saltato su dicendo che doveva parlarmi, e mi guardava quasi come se non mi riconoscesse più…” un singhiozzo le morì in gola “Ho sentito che ora esce con Isabelle Celeing, ma non sono ancora riuscita a vederli insieme. Anche se non mi dovrebbe interessare. Spero che almeno lei riesca a renderlo felice”
Rimasi in silenzio, circondandola con un braccio cosicché potesse appoggiare la testa sulla mia spalla.
Non riuscivo a dirle che sì, Louis e Isabelle Celeing uscivano insieme, li avevo visti diverse volte in giro, ma non riuscivo neanche a confessarle che no, lei non riusciva a renderlo felice come avrebbe potuto fare Bec, era palese, credo che sia lui che Isabelle lo sapessero bene; lo sapevamo tutti, e forse stava iniziando a capirlo anche Harry.



“Non credo che Bec ce l’abbia con te” dissi soprappensiero.
“Ne dubito” sospirò Claire senza alzare gli occhi dal libro di filosofia.
Eravamo a casa sua per l’ennesima ricerca che il Professor Spacey ci aveva assegnato: ‘Qual’è, a tuo parere, la più importante domanda a cui l’uomo tenta di trovare una risposta durante la propria vita? Motiva la tua risposta comparandola alle dottrine dei filosofi studiati finora’.
“Dico sul serio. Credo non sia nemmeno più arrabbiata con Harry” continuai “Immagino ce l’abbia piuttosto con se stessa…”
“Credi che le cose torneranno mai come prima? Voglio dire… Io ed Harry, Bec e Lou… Niente è più come un tempo” Claire sospirò ancora, questa volta perdendosi con lo sguardo oltre la finestra della camera.
Scrollai le spalle. Speravo soltanto che le cose si sarebbero sistemate una volta per tutte.
Quando la situazione tra me e Zayn sembrava finalmente aver preso la giusta piega, ecco sorgere nuovi problemi. La questione Bec-Louis, il mistero della mamma che non metteva più piede fuori casa, papà che faceva il misterioso, Charlotte Evans che non ne voleva sapere di lasciarmi in pace. Oh, Charlotte Evans. Sentii le punte delle orecchie diventarmi rosse mentre ripensavo alla sua scenetta di quella mattina.
“Jane, ci sei?” Claire mi aveva appena lanciato addosso la sua penna.
Per tutta risposta la guardai confusa.
“Ti ho chiesto che titolo pensi di dare alla tua ricerca” mi lanciò un’occhiata divertita “A che pensavi?”
“Niente di che. A Charlotte. A quello che ha detto stamattina” risposi.
“Al fatto che sia andata a letto con Zayn? Bè, non c’è di che preoccuparsi, ormai è acqua passata, lui ha te e…”
“No” la interruppi, scuotendo la testa “Insomma, voglio dire, ha ragione lei… Lui ha già avuto un sacco di, ehm, esperienze, e invece io sono solo…” non riuscii a ripetere le esatte parole di Charlotte.
“Oh” fece Claire “Bè, sì, ti capisco perfettamente, Jane. Diciamo che ci troviamo entrambe nella stessa situazione” mi rivolse un debole sorriso.
“Tu ed Harry…” non ci avevo mai pensato “Sì, insomma, tu ed Harry non avete mai…”
“Oh, no!” le guance di Claire si tinsero subito di un acceso colore scarlatto “Bè, diciamo che ci siamo fermati soltanto alla terza base… Per ora” si morse il labbro inferiore.
Non capivo il motivo per cui fosse tanto imbarazzata. Insomma, io neanche sapevo cosa fosse la terza base. Avevo una mezza idea di scoprirlo.



BEC



“Passamela, Miles” Afferrai il collo di vetro della bottiglia quasi vuota, per poi finirla in un sorso.
Strizzai gli occhi e arricciai il naso, costringendomi a non rimettere per la seconda volta il pranzo della mensa di qualche ora prima.
Seduti a terra, seminascosti dalle chiazze di cespugli che cospargevano l’erba del parco, io, Miles Grave e Kurt Criss ce ne stavamo ad osservare i passanti, consapevoli del fatto che loro non potessero vederci.
Avevo conosciuto Miles e Kurt davanti ad un minimarket, dopo che mi avevano sbattuto fuori per avermi colto a tentare di rubare una bottiglia di un qualche liquido trasparente vietato ai minorenni. Erano due ragazzi del genere di quelli che passano inosservati, di quelli che non noti a meno che non ti vengano addosso per strada. Né brutti né belli, vestiti né male né bene, capelli né troppo lunghi né troppo corti, sguardi assenti, di poche parole.
Da diverse settimane avevamo appuntamento fisso al parco quasi ogni pomeriggio. Raggiungevamo la nostra solita postazione e cominciavamo a bere quello che Kurt era riuscito a procurarsi sgraffignando nell’armadio di suo padre. Di rado li sentivo mettere insieme qualche frase, ma non m’importava, non era necessario.
Un bambino in lontananza catturò la mia attenzione. Correva da una parte all’altra del sentiero asfaltato del parco, ridendo come un matto ogni volta che i suoi piedi nudi si poggiavano sul prato. I suoi capelli castani e scompigliati mi fecero pensare a Louis. A quando fingeva di strapparseli ogni volta che capiva che tentare di aver ragione con me era una battaglia persa.
Il bambino indossava una felpa rossa di qualche taglia più grande. Un capo identico giaceva seppellito da qualche parte sul fondo del mio armadio. Il vero proprietario me l’aveva offerta una gelida serata primaverile, mille secoli prima.
Mi costrinsi a distogliere lo sguardo, portandomi ancora una volta la bottiglia alle labbra, nel tentativo di non lasciare neanche una goccia del suo liquido chiaro. Il cielo era grigio-azzurro. Gli occhi di Louis.
L’alcol mi stava dando alla testa, che nel frattempo aveva preso a girare e pulsare in maniera insopportabile. Ringraziai comunque mentalmente la bottiglia di Baileys per come mi stesse a poco a poco annebbiando la vista. 
Una follata d’aria mi costrinse a serrare le palpebre. Gelida e calda al tempo stesso. In grado di farti rabbrividire, ma anche di lasciarti un’impronta bollente sulla pelle. I baci, le labbra di Louis. 



 

"I'll put your poison in my veins,
they say the best love is insane, yeah
I'll light your fire till my last day,

I'll let your fields burn around me"
What you wanted - One Republic


 

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B
uongiorno!


 

Da quanto tempo non aggiorno?! Bè, un'infinità direi! 
Vi giuro, la scuola nell'ultimo periodo è stata una cosa veramente impossibile, non avevo tempo per fare niente! Ma... Ehi, è finita! Quasi non ci credo! 

Sta di fatto che sono la ragazza più felice del mondo perchè...
DOPO TRE FOTTUTISSIMI ANNI SONO RIUSCITA A VEDERE I ONE DIRECTION! 
Scusate, ora probabilmente sto dando di matto, ma dovete capire che non sono molte le persone con cui poter condividere questa felicità! 
Sabato 7 giugno, Wembley Stadium, Londra. Probabilmente la serata più bella della mia vita... Ora vi racconto!
Avevamo questi cavolo di biglietti da maggio dell'anno scorso (rendetevi conto!) e nonostante sabato fosse ormai arrivato è stato il giorno più lungo di tutti!
Arriviamo a Wembley alle 10 del mattino circa, ci mettiamo in coda, siamo in tutto cinque ragazze. Dopo neanche mezz'ora inizia a diluviare. Addio capelli lisci! Eravamo completamente FRADICIE, vi giuro! Fortunatamente dopo circa un'oretta ha smesso! 
Finalmente verso le quattro e mezza aprono i cancelli, un casino simile non l'avevo mai visto. Siamo riuscite ad appostarci ad una decina di metri dal palchetto a cui portava la passerella, da lì potevamo vedere bene tutto! Altre due interminabili ore e mezza di attesa e... I 5 Seconds Of Summer! A questo punto sono iniziate a scendere le lacrime a fiumi, non avete idea! Pure Michael aveva le lacrime agli occhi! Io amo Ashton, lo amo, lo amo, lo amo, lo amo, lo amo. (Anche Calum, Luke e Michael, ovvio, ma lui in particolar modo hahah).

L'atmosfera era bollente quando se ne sono andati... Hanno fatto partire anche altre canzoni nell'attesa (soltanto i One Direction posson far precedere un loro concerto con la Macarena, lol). Un'altra infinita mezz'ora prima che partissero luci a intermittenza, urla e delle clip strafighe sui megaschermi... Ed eccoli entrare. Midnight Memories. Little Black Dress. Kiss You. 
Penso di non aver mai pianto e urlato così tanto. Insomma, probabilmente molte di voi hanno già avuto l'occasione di vederli, ma per me era la prima volta e non ci potevo credere, ero lì, dopo mesi e mesi e mesi trascorsi ad ascoltare le loro canzoni, a scaricare le loro foto, a guardare i loro video, ero lì, io che l'anno scorso mi ero presentata al Forum di Assago senza biglietto ed ero tornata a casa in lacrime perchè non ero riuscita ad entrare... Ero lì, sentivo le loro voci dal vivo, Niall, Louis, Liam, Harry, Zayn, erano tutti lì  ed è stato... Non ci sono parole per descriverlo.  Non riuscivo a crederci, li vedevo eppure era come se non fossi ancora in grado di realizzare, forse ancora ora non ci riesco.
Non so che dire, veramente, perchè probabilmente vi sto già annoiando, o ancora più probabilmente avrete già smesso di leggere questo poema da mo'.

Voglio solo dirvi che se non avete ancora avuto l'occasione di vederli dal vivo o se non siete riuscite ad avere il biglietto per il WWA Tour, non scoraggiatevi, non rinunciateci, non smettete di crederci. Perchè quando finalmente sarete sotto quel palco potrete urlare, piangere, cantare con loro quanto volete, e sarà indeminticabile. E in ogni caso loro saranno sempre lì per noi, concerto o non concerto.
Li ringrazio, perchè hanno veramente cambiato la mia vita, anche se può suonare come una cosa stupida, melensa, ridicola.
Grazie, One Direction.  

Giulia

P.s. Sono tutti meravigliosamente belli come in foto, tranne Louis che lo è ancora di più, lol.
P.s.2 Raccontatemi anche voi la vostra esperienza di concerto! 

Per favore, passate a leggere (e magari recensire) la mia OS su Harry! Vi preeego, ci tengo davvero troppo! Mi fareste un favore immenso! 

I MIEI CONTATTI:
- Juls_Stylinson (Twitter)
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- Mariagiulia Lorenzini (Facebook)
  
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