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Autore: Io_me stessa    10/06/2014    9 recensioni
Questa One-Shot è scritta dal punto di vista di Piper ed è idealmente ambientata ne "il sangue dell'olimpo". Ho immaginato come potrebbe essere se Leo morisse (incrociamo tutti le dita perchè non sia così) e...beh, è saltata fuori lei! Leggete e recensite! P.s. Qualunque recensione, anche critica, è ben accetta
[Storia partecipante al contest "Why Rick Riordan wants to kill me?" , indetto da King_Peter sul forum di EFP]
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hazel Levesque, Leo Valdez, Piper McLean
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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È bastata una lancia. Legno e ferro, tutto qua. È bastato un mostro qualunque, un mostro che avresti sconfitto anche al tuo primo anno al campo mezzosangue. Credevamo che fosse tutto finito. Credevamo di poter finalmente tornare a casa, credevamo che nulla potesse più farci del male. La battaglia era finita, i giganti erano stati sconfitti, Gea era tornata a dormire. Con l'aiuto degli dei, avevamo vinto. Ma gli dei non ti sono stati d'aiuto, vero? Non hanno impedito a quella creatura fatta d'ombra, vigliaccamente accucciata nell'oscurità, di privarci, con una sola arma, della tua risata. Quanti mostri, quanti giganti, quanti titani abbiamo affrontato, insieme? Moltissimi. Quante volte abbiamo rischiato la vita? Quante volte siamo sfuggiti agli Inferi per un soffio? Tante. Eppure, proprio mentre stavamo per tirare un sospiro di sollievo, la morte ti ha strappato via da me. Ti ha strappato via da noi. In fondo, sapevamo che ci sarebbero state delle vittime; ignoravamo continuamente quella parte della profezia, facevamo finta che non esistesse, ma questo non la cancellava. Con un ultimo fiato un giuramento si dovrà mantenere. Il tuo ultimo fiato, il tuo giuramento. Appena qualche giorno prima, avevi promesso, in uno dei tuoi rari momenti di rabbia, che avresti dato ogni cosa pur di sconfiggere Gea. Pur di vendicare tua madre. E così hai fatto. Hai dato ogni cosa, hai dato tutto te stesso, hai dato la tua vita. Perché in fondo sei sempre stato più altruista di tutti noi. Mentre ognuno pregava per la propria sopravvivenza, tu non hai mai sperato, non hai mai PRETESO, che qualcuno si sacrificasse al posto tuo; al contrario ti sei offerto in prima persona, sino alla fine. Questo non lo dimenticherò mai, e dubito che qualcun altro lo farà. Ma spero mi perdonerai se farò di tutto per dimenticare la lancia che ti spuntava dal petto; il tuo estremo, rantolante respiro; il tonfo sordo del tuo...CORPO che cadeva a terra, con gli angoli della bocca ancora sollevati in un rimasuglio di sorriso. Anche il silenzio che è seguito è stato terribile. Un silenzio opprimente e insopportabile, un silenzio d'attesa. Sì, d'attesa, perché tutti ci aspettavamo che ti alzassi, che ridessi, che dicessi qualcosa come: "Pensavate davvero che mi fossi fatto ammazzare così?"
Silenzio. Ancora silenzio. Sino a che Hazel, con un coraggio che io non avrei mai trovato, ti si è avvicinata come in trance, ha tirato fuori due dracme dorate dallo zaino e te le ha messe in tasca. Dopodiché ha estratto la lancia. A quel

punto avrei veramente voluto essere morta anch'io, per non sentire quel rumore di ossa che si spezzano, quel rumore che non ti apparteneva. Quindi la figlia di Plutone ha afferrato la torcia che tu stesso avevi acceso poco prima e ti ha dato fuoco. Non ti è stato concesso un momento per le tue ultime parole, al contrario di tutti gli eroi epici, che, prima di morire, hanno tempo di saldare ogni conto in sospeso. Ma forse tu non ne avevi bisogno. Forse avevi già messo tutto in ordine, forse sapevi già, in qualche modo intuitivo, che la fine era vicina e ti eri preparato. Sarebbe una cosa da te. Non si può sempre contare su una morte lenta.

Sei stato un eroe, amico mio. Molto più di quanto io potrò mai esserlo. Adesso, dopo più di un anno, ora che penso di aver finalmente realizzato l'accaduto, ancora vedo la tua morte comparire nei miei incubi. Spero che gli dei, un giorno, mi permetteranno di scordarmi come te ne sei andato, Leo.
  
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