Trovo un uccellino, piccolo, quasi implume, sul ciglio della strada asfaltata, saltellante e sporco, pigolante ed atterrito. Mi avvicino, chinandomi lentamente, con stupore, quindi, accogliendo l'esserino nell'incavo delle due mani, lo sollevo. Lo tengo tra le dita, con improvvisa ed istintiva delicatezza, osservandolo con interesse insolito.
"E tu chi sei?" bisbiglio.