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Autore: Mala Mela    10/08/2008    10 recensioni
[NaruHina]
Era la prima settimana di quel freddo novembre quando Naruto Uzumaki, da poco sedicenne, lo realizzò per la prima volta. Nemmeno in seguito mi seppe spiegare perché e percome, ma per lui quella semplice constatazione aveva un ché d’inquietante.
[...]
Naruto non conosceva Hinata Hyuuga.
Quando me lo raccontò fui tentata di ridergli in faccia: ero abituata ad ascoltare ogni genere di stramberia da lui, ma questa le superava tutte. Capii la serietà di quel problema solo quando vidi che sul volto di Naruto -invece del classico broncio offeso- c’era un’espressione seria e tesa.
[Dedicata a LalyBlackangel per il suo compleanno <3]
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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-La prima settimana di Novembre-

-La prima settimana di Novembre-

 

Lunedì 2 Novembre

Ad Hinata piace il lilla

 

 

 

 

Era la prima settimana di quel freddo novembre quando Naruto Uzumaki, da poco sedicenne, lo realizzò per la prima volta. Nemmeno in seguito mi seppe spiegare perché e percome, ma per lui quella semplice constatazione aveva un ché d’inquietante.

Tutto quello che vi dirò me lo raccontò lui stesso, la sera di sabato 7 novembre. Non è mia intenzione mentirvi o alterare la realtà dei fatti, semplicemente voglio che si sappia come sono andate realmente le cose.

In sostanza giuro di dire tutta la verità e nient’altro che la verità.

Lo giuro.

 

 

Naruto non conosceva Hinata Hyuuga.

Quando me lo raccontò fui tentata di ridergli in faccia: ero abituata ad ascoltare ogni genere di stramberia da lui, ma questa le superava tutte. Capii la serietà di quel problema solo quando vidi che sul volto di Naruto -invece del classico broncio offeso- c’era un’espressione seria e tesa.

 

Naruto non conosceva Hinata Hyuuga, e questo per lui era un problema.

Non mi fu difficile risalire alla causa del suo “quesito amletico”, infatti quella stessa mattina il professor Kakashi aveva estratto a sorte le coppie che avrebbero lavorato assieme all’annuale progetto di storia.

Uzumaki e Hyuuga. Ironia della sorte.

 

“Come faccio? Oddio come faccio? Come, come, come?” mi chiese più volte, completamente nel panico, mentre armeggiava furiosamente con la serratura del suo armadietto.

Naruto, smettila!” lo rimbeccai infastidita “non è vero che tu non conosci Hinata. È un classe con noi da quasi tre anni, siede sempre al terzo banco da destra -quello accanto al tuo- e quando ti incrocia per i corridoi ti saluta sempre”.

“…con non detto, Sakura” continuò come se non mi avesse sentito, spalmandosi letteralmente contro lo sportello ancora chiuso.

“Insomma, io non capisco proprio dove stia il problema” ammisi, riponendo con cura il pesante tomo di storia nel mio armadietto e cogliendo l’occasione per controllarmi i capelli nello specchio che avevo sistemato nella parte interna dell’anta. “Dovete semplicemente fare una ricerca, mica convolare a nozze”.

“Lo trovo ugualmente inquietante!”.

 

“Non è questo il momento di fare il baka. Non ti senti un po’ infantile?”.

“Oh, ma devo andare a casa sua, capisci?” piagnucolò portandosi le mani al volto “hai idea di dove abiti?”.

Annuii. La famiglia Hyuuga era in assoluto la famiglia più influente e ricca di tutta la regione e, come c’era d’aspettarsi nel loro caso, abitavano nel quartiere più lussuoso dei dintorni, in una villa che definire enorme sarebbe un eufemismo.

 

“Ecco, quel posto mi fa paura” disse con voce spettrale, guardandomi storto “riesci ad immaginarti me mentre attraverso spavaldo tutto il viale, suono al campanello di villa Hyuuga e dico ‘salve, sono qui per una ricerca di storia’?”.

“Capisco che la cosa ti possa far soggezione, ma credimi, non c’è nulla di cui essere spaventati” ribattei cercando di essere razionale.

E invece si! Suo padre non vuole che lei vada a casa dei compagni di classe, né tanto meno la lascia uscire con te, Ino e le altre ragazze. Secondo te uno così non è terrificante?”.

 

Sbuffai cercando di guardar oltre la sua chioma bionda, nella vana speranza di scorgere il profilo di Sasuke Uchiha. Di lì a poco avrei dovuto aver lezione di francese e stavo già perdendo minuti preziosi. Avevo perfettamente previsto di incrociare Sasuke nel corridoio C e di inventarmi una scusa per farmi accompagnare da lui in classe. Ovviamente a causa delle bizzarre paure di Naruto il mio piano andò in fumo.

 

“Evidentemente è soltanto iper-protettivo” decretai alla fine, ben decisa a porre fine a quell’assurda discussione “ok, non conosci Hinata, lei non parla mai e spesso balbetta. Non nego che all’inizio potreste sentirvi in imbarazzo nel lavorare insieme, ma vedrai che con il tempo andrà meglio. Forza Naruto, alla fine sono solo cinque giorni!”.

“Sei” puntualizzò lui, facendo segno con le mani “sei compreso oggi”.

“Esatto, sei” inspirai a fondo, nel vano tentativo di rilassarmi “Si tratta solo di una misera settimana… non può accadere poi molto in una settimana, no?”.

Naruto si limitò a fissarmi in silenzio, con uno sguardo poco convinto.

Forse già allora sapeva quanto mi sbagliassi.

 

 

Terminate le lezioni mattutine, Naruto tornò a casa come sempre. Pranzò come in un qualsiasi altro giorno e si sedette a guardare la televisione per un po’. Infine, quando l’orologio scoccò le quindici e trenta, indossò il pesante cappotto invernale, si avvolse nella sua sciarpa di lana arancio ed uscì di casa.

 

Non si trattava solamente di una stupida ricerca, se lo sentiva. Avanzava verso quella casa come un condannato avanza verso il patibolo, ma senza sapere in quale modo sarebbe avvenuta la sua fine.

Sospirò quando si ritrovò ad imboccare, rigorosamente a piedi, un maestoso viale su cui si affacciavano elaborati cancelli in ferro battuto.

Villa Hyuuga doveva trovarsi esattamente al finire della strada, al numero 23.

 

Procedette concentrato e solenne finché non la vide: l’imponente villa gli apparve di un bagliore accecante, oltre le punte aguzze della ringhiera. Era bianca, di un bianco innaturalmente candido, tanto chiara da apparire quasi luminosa se immersa nel grigiore di quel 2 novembre.

Naruto rimase qualche attimo ad ammirare lo spettacolo, ammirato e intimorito allo stesso tempo. Infine, dopo essersi ripreso da quella sorta di trance, si decise a suonare il campanello.

 

“Si?” chiese una voce atona dall’altra parte del citofono.

“Ehm… sono Uzumaki, Naruto Uzumaki” rispose, dandosi mentalmente dell’imbecille: quella presentazione faceva troppo ‘Sono Bond, James Bond’. Pregò il cielo che il suo interlocutore non lo prendesse per deficiente, ma siccome non ottenne risposta provò di nuovo.

“Sono qui… si, insomma… sono qui perché devo… devo fare una ricerca con Hinata, ecco” riuscì a farfugliare alla fine.

“Attenda un attimo”.

 

L’attimo si prolungò per diversi minuti, quando infine il cancello si aprì con un rumore secco.

Naruto oltrepassò titubante quella soglia. Ora non poteva più tornare indietro.

Nell’ingresso trovò Hinata ad attenderlo, indossava vestiti più comodi rispetto a quella mattina e i lunghi capelli neri erano legati in una treccia.

 

B-benvenuto Naruto” lo salutò timidamente “P-prego, dai pure il tuo cappotto alla d-domestica”.

Il ragazzo interdetto porse cappotto e sciarpa all’anziana donna sbucata dal nulla alle spalle di Hinata, poi tornò a concentrarsi su di lei.

“Ehm…” -appunto mentale numero 1: mai più incominciare le frasi conEhm…’- “Grazie per l’ospitalità” disse, cercando di sorridere.

N-non c’è di che” rispose Hinata muovendo qualche passo verso il corridoio “V-vieni, s-staremo in camera mia, per te va bene? È al piano di sopra”.

“Certo” mormorò Naruto seguendo la sua sagoma nella penombra della stanza “non c’è nessun problema”.

 

La camera della ragazza era esattamente come se l’era immaginata: ordinata ed elegante. Una cosa che però lo stupì furono le pareti completamente spoglie. Fatta eccezione per un quadro raffigurante una deprimente natura morta, non c’era traccia di fotografie o poster.

Sembrava la foto di un catalogo d’arredamento. Una bella stanza, sì, ma assolutamente anonima.

In quel momento gli tornò in mente il pensiero che l’aveva tormentato tutta la mattina.

Lui non la conosceva. Si trovava nella sua camera, in sua compagnia, e ancora non riusciva a capire nulla di lei se non che era una ragazza ordinata.

 

“Qual è il tuo colore preferito?” le domandò a bruciapelo mentre toglieva dallo zaino alcuni libri.

I-io…” Hinata sembrò spaesata da quella domanda così semplice “…non ci ho mai pensato” concluse sorridendo forzatamente.

“Beh, tutti sanno qual è il proprio colore preferito” ribatté lui un po’ deluso “il mio ad esempio è l’arancione, anche se Sakura dice che non mi dona. Mentre Rock Lee preferisce il verde… dovresti vedere che tutine improbabili indossa quando facciamo educazione fisica! Poi c’è Ino, lei si veste sempre di viola, e TenTen che…”.

“Lilla”.

“…come scusa?”.

“I-l lilla. Lilla è il m-mio colore preferito. P-però non mi piace il rosso, è troppo forte .

“Vedi?” chiese Naruto con un ampio sorriso “non era una domanda poi così difficile”.

Hinata arrossì vistosamente e mormorò: “N-nessuno mi aveva mai chiesto quale fosse il mio colore preferito”.

Naruto non poté fare a meno di inarcare le sopracciglia. Quella ragazza gli sembrava più strana ogni minuto di più.

Dunque” iniziò con tono professionale “l’argomento che Kakashi ci ha affidato è la Riforma Luterana. Diamoci dentro!”.

 

Passarono più di un’ora sfogliando enciclopedie e manuali, sottolineando i punti più importanti e applicando post-it ovunque. Si parlarono soltanto lo stretto necessario per riuscire a lavorare fino a quando Naruto non sentì l’impellente necessità di trovare risposta ad almeno alcune delle sue domande.

 

“Senti Hinata…” iniziò cautamente “Posso chiederti come mai non ci sono foto o poster appesi alle pareti? Sai, è che sono abituato a vedere la camera di Sakura e -credimi- il bianco del muro è praticamente scomparso” ridacchiò “per non parlare delle foto dei suoi cantanti preferiti! Sembra più un santuario che una camera…”.

“Se incollassi foto alle pareti queste r-rovinerebbero l’intonaco” rispose lei flebilmente “inoltre mio padre non mi permette di u-uscire spesso, quindi non ho m-molte foto che m-mi ritraggono con i miei amici”.

Naruto annuì gravemente ed assunse un’aria meditabonda.

 

“Mi è venuta un’idea!” annunciò raggiante dopo un attimo di riflessione “domani mi faccio prestare la macchina fotografica da Kiba, così ci facciamo delle foto e tu avrai qualcosa da appendere -o anche solo da mettere nell’album delle fotografie”.

V-va bene” balbettò lei, imbarazzata dall’entusiasmo del ragazzo.

“…grazie Naruto”.

 

Non conosco Hinata Hyuuga, pensò Naruto quella sera mentre rincasava. Non la conoscoperò il suo colore preferito è il lilla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ohohohohoh ß risata di Babbo Nachele.

Con questo capitolo do ufficialmente il via alla mia seconda pseudo-long-fic su Naruto. Si tratta di un breve lavoro composto da soli 6 capitoli, ovvero i giorni che vanno da lunedì 2 novembre a sabato 7 novembre. Come avete potuto constatare i personaggi principali saranno Naruto e Hinata, mentre l’intera storia sarà raccontata da Sakura.

Altre cose?

 

Beh, questa FF è dedicata a LalyBlackanger per il suo diciannovesimo compleanno <3

Buon compleanno a te e al neurone che condividiamo!

 

 

Mela -attualmente sola come un cane nella fantastica Bergamo City-

   
 
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