-La prima settimana di
Novembre-
Martedì 3 Novembre
Hinata ha una sorella
“Lilla”.
“Che cosa?”.
“Il
lilla è il suo colore preferito”.
“Suo
di chi?”.
“Di
Hinata. Gliel’ho chiesto
ieri. Ha detto che il suo colore preferito è il lilla,
mentre non le piace il rosso”.
“Ah”.
Con
questo breve scambio di frasi iniziò il 3 novembre. Come tutte le mattine avevo
suonato al campanello di Naruto e avevo aspettato per
dieci minuti buoni prima che lui si decidesse ad
uscire. Ancora in stato catatonico ci eravamo avviati
verso scuola, troppo deboli e assonnati per intraprendere una conversazione seria,
ed ecco che lui se n’era uscito esclamando risolutamente ‘Lilla’.
Casa
sua distava pochi isolati dall’istituto, era un piccolo bilocale dove regnava
il caos primordiale. Sempre più spesso i mobili minacciavano di scomparire
sepolti e sopraffatti da mille altre cianfrusaglie, così come il pavimento,
ricoperto da diverse paia di scarpe, libri o vestiti. Certi
giorni -mossa dalla mia naturale indole di crocerossina- cercavo di
rimettere in ordine qualcosa, ovviamente invano.
Nonostante
il ritardo di Naruto riuscimmo
ad arrivare a scuola in orario, perfettamente in tempo per assistere alla
lezione di chimica. Passai quasi tutta la prima ora ad osservarlo,
insospettita.
Naruto spostava goffamente becker
e vetrini a orologio contenenti i composti più strani,
ovviamente la scritta “maneggiare con cura” per lui era una semplice
decorazione. Aveva lo sguardo perso, quasi vuoto; iniziava a
spaventarmi, il suo comportamento diventava sempre più strano.
Il giorno prima continuava a ripetere ‘Io non conosco Hinata Hyuuga’
come se da questo dipendesse la sicurezza mondiale, e quello dopo mi comunicava
di aver scoperto il colore preferito della suddetta, muovendosi come uno zombie muto.
No,
quello non era il Naruto di sempre: qualcosa stava
cambiando. In bene o in male, questo ancora non potevo
dirlo, però decisi di affrontare con lui la questione.
“Si
può sapere cosa ti sta succedendo?” gli chiesi la quarta volta che mi passò la soluzione
all’1% di blu di polimetilene
al posto dell’acqua.
“…dici
a me?” mi rispose assumendo quell’espressione
tenera e ingenua che solo lui sapeva fare.
“No,
parlavo con Shino!” ribattei sarcastica, allontanando
il più possibile il bunsen
da me, prima che mi venisse voglia di dargli fuoco.
“Ah”
rispose con scarso interesse “non sapevo foste grandi amici”. Roteai gli occhi.
“Certo
che stavo parlando con te, baka” gli dissi esasperata
“io e Shino con ci siamo mai parlati”.
Tutto
quello che ottenni in risposta fu soltanto un altro
apatico “Ah”.
“Davvero,
non so cosa pensare. È da ieri mattina che ti comporti in modo strano”
continuai nonostante la sua indolenza “è successo qualcosa
mentre eri a casa di Hinata? Qualcosa di strano?”.
Naturalmente
non mi aspettavo nulla di anormale per quanto
riguardava lei, ma non me la sentivo di escludere alcuna ipotesi: al mondo
c’erano ben poche cose capaci di rendere Naruto così
taciturno ed inerte, come ad esempio tutto ciò che aveva a che fare con i suoi
genitori e con la sua infanzia.
Nemmeno
dopo tanti anni di amicizia ero riuscita ad
estorcergli un’informazione, una confidenza. Se
esisteva un problema che lo torturava al pari di quello, ne potevo star certa,
facevo bene a preoccuparmi.
“Non
è niente” bofonchiò “sono solo un po’ stanco”.
“A
chi vuoi darla a bere? Anche quando non ti reggi in
piedi tu continui ad essere il solito scemo”.
“Va
tutto bene Sakura, sto bene” rispose, calcando particolarmente sulle ultime parole.
“Naruto, io…”.
“No.
Se te lo dicessi…” tentennò “se te lo dicessi tu mi
tratteresti come un idiota”.
“Te
lo prometto” gli dissi fermamente “se ti sto facendo queste domande è perché sono in pensiero per te. Quando fai lo stupido sono
la prima a riprenderti, ma ora mi interessa solo
sapere perché sei così… così!”.
“È
strano” decretò.
“Chi?
Hinata?”.
“No…
cioè, anche! È tutto strano” sospirò
togliendosi i guanti di lattice e abbassando un po’ la voce per non farsi
sentire dal resto della classe “Effettivamente lei è strana, ma non in
senso negativo. Semplicemente è diversa. Mentre casa
sua… oh, quella sì che è strana! Sembra uscita da un servizio
fotografico, bianca e asettica. Lo sai che Hinata
non ha nessuna fotografia in camera sua? Nemmeno un peluche
o qualche poster con un attore mezzo nudo come quelli che hai tu. Niente”.
“Ehi!
In camera mia non c’è nessun poster con un attore mezzo
nudo!” provai a protestare inutilmente.
“Insomma,
è strano. Lei sta sempre zitta, non sa cosa risponderti quando le fai le
domande più banali e sembra sempre aver paura di qualcosa. È colpa mia? Io
faccio paura?!”.
A
stento trattenni un sorriso.
“No,
decisamente non è questo. Tu non faresti paura nemmeno
ad una mosca”.
“E allora? Dove sta il problema? Io…
Io lo so che c’è qualcosa che non va, solo non capisco cosa. Prima era soltanto
una sensazione, mentre ora è una certezza”.
“N-non è ho idea” balbettai, stupida dalla sua serietà.
“C’è
qualcosa che mi sfugge”.
Fece
un profondo sospiro e poi tacque per qualche secondo, durante il quale io non
ebbi il coraggio di aprire bocca.
“Comunque sia…” riprese questa volta sorridendo “Oggi per
pranzo ramen!”.
Nonostante
le preoccupazioni, forse, non era cambiato poi così
tanto.
Più
tardi lo vidi parlare con Kiba, ciarliero come
sempre, e mi tranquillizzai. Così al termine della terza ora lo raggiunsi come
sempre, davanti ai nostri due armadietti.
“Prima
ti ho visto confabulare con Kiba” dissi
sorridendo “quindi sei effettivamente tu, non ti hanno ancora rapito gli
alieni. Mi fa piacere!”.
“Già”
rispose “anche se gli ho soltanto chiesto in prestito
la macchina fotografica”.
“Sì?
E a cosa ti serve?” chiesi incuriosita.
“Oh
niente…” disse evasivo “…è giusto una cosa per il progetto di storia”.
“Ma il progetto di storia non prevede che tu faccia foto” gli
feci notare pratica.
“Uffa”
mugugnò fintamente contrariato “a te non si può
nascondere nulla, Sakura!”.
“Forza,
sputa il rospo!” lo esortai con cordiale autorevolezza.
“Beh,
è per quello che ti dicevo prima su Hinata…” disse un po’ in imbarazzo “Camera sua è piuttosto anonima,
ha detto di non avere nessuna foto di sé e dei suoi amici… così ho pensato che,
forse, le avrebbe fatto piacere farne qualcuna!”.
“Bravo Naruto, sono
fiera di te” affermai assestandogli un’amichevole pacca sulla spalla, mentre
tornavamo in classe.
“P-Perché?” mi chiese un po’ frastornato, ma io mi limitai a
sorridere.
Anche quel pomeriggio andò a casa di Hinata e, quando le mostrò la macchina fotografica avuta in
prestito da Kiba, lei arrossì. Naruto
non ci fece caso, Hinata
arrossiva praticamente per qualsiasi cosa.
“Quando
preferisci fare le foto?” le chiese una volta arrivati
in camera e posato le borse “le facciamo ora o prima lavoriamo un po’ sul
progetto?”.
“P-er
me è uguale” balbettò lei confusa “a-anche ora. Se a te va
bene, ovvio”.
Naruto si strinse nelle spalle.
“Per
me non fa differenza. Dunque, come…?”.
Solo
in quell’istante si rese conto dell’assurdità di
tutta la situazione. Lui, lui che non conosceva Hinata Hyuuga
-tranne ovviamente il suo colore preferito-, voleva farle delle foto. O fare delle foto insieme a lei.
Insomma,
in qualunque modo cercasse di mettere la cosa, questa risultava
a dir poco bizzarra.
“N-non so…” rispose Hinata. Anche lei non sembrava del tutto a suo agio nella
situazione, notò Naruto, ma in fondo entrambi se l’erano
cercata.
“Ecco”
annunciò il ragazzo dopo aver ‘smanettato’ per circa
un minuto con l’infernale aggeggio “ho messo l’autoscatto”.
“Bravo
Naruto!”.
Quest’affermazione uscì dalle labbra di Hinata senza che lei potesse rendersene conto, facendola
arrossire. La ragazza, istintivamente, si portò entrambe le mani a coprirsi la
bocca, come se avesse detto qualcosa di disdicevole.
“Ehm…
grazie” biascicò lui imbarazzato “ma ho solamente
impostato una funzione preesistente. Non ho fatto nulla di strano”.
“A-ah,
già, s-scusami”.
“Allora…
appoggio la macchina su questa libreria, ok? Adesso
la accendo, poi abbiamo 10 secondi per andare laggiù”
indicò un punto accanto al letto “e metterci in posa. Forza!”.
Naruto pigiò sull’otturatore e si fiondò nell’angolo opposto della stanza, pronto a sorridere
al lampo del flash assieme ad Hinata.
Nella
‘corsa’ udì indistintamente Hinata dire cose come
“attento!” e “zaino!”, ma non ci fece caso. Almeno
fino a quando non si ritrovò completamente sdraiato a terra, dopo aver rotolato per un paio di metri.
“N-naruto, stai bene?” gli chiese Hinata
allarmata, inginocchiandosi accanto a lui.
“Si
può sapere cosa è questo casino? C’è gente che cerca di studiare”.
Una
voce fredda e irritata richiamò improvvisamente la loro attenzione. Sulla porta
c’era una ragazza di circa tredici anni, i suoi capelli erano
lunghi e neri come quelli di Hinata, così come i suoi
occhi, ugualmente bianchi.
“S-scusaci Hanabi” disse
flebilmente Hinata “N-Naruto
è soltanto caduto”.
“Ma certo” continuò
la nuova arrivata “Lo sapevo che i tuoi amici non potevano che essere mediocri
e deludenti come te. Comunque, vedete di fare meno
rumore… perdenti”.
“Ehi,
ma chi ti credi di essere mocciosa?” le ringhiò contro
Naruto, visibilmente innervosito.
“Una Hyuuga. Una vera Hyuuga”
sibilò la ragazzina prima di richiudersi la porta alle spalle.
“M-mi spiace” continuò a balbettare Hinata mentre lo aiutava a
rialzarsi “ti sei fatto male?”.
“No…
piuttosto, chi era quella simpaticona? Sembra abbia mangiato un limone acerbo”.
“L-lei? È.. soltanto Hanabi, mia
sorella minore. È un po’ scontrosa, n-non farci caso”.
Naruto sorrise ironico, prendendo la macchina
fotografica e spegnendola. Sarebbe stato per un’altra volta.
“Solo
un po’ scontrosa dici?” le chiese mentre le si sedeva di
fronte per iniziare a studiare “a me è sembrata decisamente ostile. E poi cosa
intendeva con ‘una vera Hyuuga’?”.
“N-niente” Hinata abbassò gli
occhi “Hanabi è fatta così, non è colpa sua”.
“Se lo dici tu” bofonchiò Naruto.
Checché
ne dicesse Hinata, quell’Hanabi era prima di tutto scortese, presuntuosa e
supponente. Una ragazzina fin troppo ricca che si era montata la testa oltre
modo; era una fortuna che Hinata non fosse così.
Quindici
uomini sulla cassa del morto, yo-ho, e una bottiglia di Rhum!
Dunque dunque, non sono
nel pieno delle mie facoltà mentali, quindi mi dedico subito alla “risposta dei
commenti”.
Avanti,
miei prodi!
Pika Chan: Mi fa piacere che la NaruHina sia una delle tue coppie
preferite, lo era anche delle mie, anche se ultimamente -nonostante questa FF-
la mia NaruHinatudine sta sfumando… Ma bando alle
ciance! Sono contenta che ti piaccia come scrivo, grazie ancora per il commento!!
LalyBlackangel: Oh, la nostra
festeggiata XD Comunque, il nostro neurone merita
questo ed altro, anche se… kukukuku non è detto che Naruto e Hinata si innamorino in
questa settimana. E se non ci fosse l’happy ending? *suspance* susu, metti al lavoro Neury -il
neurone- e continua a leggere e a commentare!
CrAzYtEn: Grazie e che Jashin vegli su di noi ù__ù
Bambi88: Oh, come ti capisco ò.ò Anche io ho rischiato di venire
trascinata lungo la peccaminosa (mica tanto) strada del NaruSaku,
ma con un po’ di impegno sono tornata sulla retta vita. Ovviamente non del
tutto, mi piacere avere dei pairing elastici (…ma
solo se non nominiamo ShikaIno XD). Spero che anche
questo capitolo ti piaccia, spero di essermi moderata: Naruto
e Hinata mi ispirano certe
melensaggini…
Sorelline xvs: Nel mio caso ti conviene
proprio fare il segno della croce XD Sono molto lenta ad aggiornare, per non
parlare del blocco dello scrittore…
Edhelwen: Grazie ^^
Fofolina: (bene, mi piacciono
le recensioni sostanziose XD) Ti capisco, anche per me è difficile trovare NaruHina appetibili, nascoste come sono sotto ettolitri di
miele da far venire il diabete ;___; Ma tornando a
parlare della FF, sappi che Sakura rimarrà segnata a
vita dalle turbe mentali di Narutino. Cioè, chiunque ne rimarrebbe segnato XD Ora hai anche potuto
ammirare cosa è successo con la macchina fotografica… eh, si, certe volte è
meglio desistere U_U
Evechan: Grazie per i
complimenti ^^
Stezietta: Eccoti il nuovo
capitolo, spero che ti piaccia!
Suscystar: Ehm… grazie per i
complimenti XD Ma non posso garantirti il vissero per
sempre felici e contenti… io amo far soffrire i miei personaggi, Muhahahhhahahahahahahaha!
Sonny: Sisi,
ovviamente NaruHina =) Oh, come vorrei essere anche
io in vacanza!
Mela
-assonnata-