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Autore: Gale    11/06/2014    2 recensioni
Ecco qui il sequel di Pensieri Svelati.
Qui ci saranno i pensieri di Quattro tratti da Insurgent.
-Riuscirai a sopravvivere o sarai annientato?-
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Tris, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Svelami i tuoi pensieri, Quattro.'
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Primo capitolo
PENSIERI SVELATI - SOPRAVVIVERE

Salve a tutti!Ebbene sono tornata con il sequel di "Pensieri Svelati". Qui trascriverò i pensieri che ha il nostro bel Divergente tratti da Insurgent.
Con l'inizio delle vacanze sono più libera e avrò più tempo per aggiornare velocemente i capitoli.
Sono rimasta stupita e felice del successo che ha avuto Pensieri Svelati...veramente, non me lo aspettavo :'). Grazie a tutti coloro che mi hanno incoraggiata ad andare avanti, ve ne sono grata e spero di non deludervi.
Be' che altro dire se non buona lettura!
A presto!
Gale.

(per chi non avesse letto Pensieri Svelati , ecco qui il collegamento. Non è indispenasabile ma mi farebbe piacere.)

1. DESTINO

Finalmente siamo arrivati al quartier generale dei Pacifici. Non so cosa troveremo qui. Non so cosa faremo d'ora in poi, e non voglio pensarci ora. Lancio una rapida occhiata al mio gruppo. Sono tutti sfiniti, Tris si trascina i piedi sull'erba e guarda il terreno ed evita lo sguardo di tutti. A volte ho come l'impressione che sia vacuo. Non ha parlato molto da quando siamo saliti sul treno.
Direi che ha qualcosa che non va, ma forse è ancora scossa. Perdere in un giorno entrambi i genitori non è cosa da poco. Ho il timore che cedi da un momento all'altro.
In quanto a me o i muscoli a pezzi e la testa risente ancora dell'effetto post-simulazione.
Marcus ci supera e apre una porta. Sembra sappia bene dove andare.
C'è una donna seduta al centro della stanza; è Johanna Reyes, la rappresentante dei Pacifici.
Non l'avevo mai vista di persona ma non è facile da dimenticare anche solo vedendola sugli schermi: una profonda cicatrice gli solca il viso fino al labbro. Mi trovo a disagio a fissarla.
"Oh, grazie a Dio." esclama vedendoci. Va incontro a Marcus e lo abbraccia. Li fisso con un senso di disaccordo. Gli dice qualcosa ma io mi volto dall'altra parte per allontanare la sensazione sgradevole.
Quando mi rigiro trovo il suo sguardo fisso su di me, per poi andare da Caled a Tris ed infine su Peter. Nota la sua camicia macchiata di sangue.
"Oh, cielo. Manderò a chiamare un dottore. Posso concedere a tutti il permesso di fermarvi stanotte, ma domani spetta alla nostra comunità decidere. Probabilmente non saranno entusiasti della presenza di Intrepidi nella nostra residenza" aggiunge fissando me e Tris "Naturalmente vi devo chiedere di consegnare tutte le armi che avete."
Sospettavo di questa cosa. Si chiamano Pacifici mica per niente.
Riluttante, consegno la mia pistola, ma quando vedo Tris tirare fuori la sua da dietro la schiena la fermo. Intreccio le sue dita con le mie per mimetizzare il gesto.
Anche se siamo qui, non vuol dire che siamo fuori pericolo. Non voglio correre il rischio di essere disarmato se succedesse qualcosa.
"Mi chiamo Johanna Reyes" dice la donna stringendoci la mano.
"Questo è T..." comincia Marcus.
"Mi chiamo Quattro" lo precedo. "Questi sono Tris, Caleb e Peter.
Ci sorride. "Benvenuti nella nostra residenza. Se permettete ci prenderemo cura di voi."

Mi hanno dato dei vestiti puliti e una camera da condividere con Caleb. Non ho ben capito se mi piace o no, ma di certo non stravedo per lui. Da parte sua invece ricevo molte occhiate fugaci. Mi innervosisce. Infilo veloce la maglietta rosso scuro pulita lasciata sopra il mio letto mentre evito di mettermi i pantaloni. Qui si muore dal caldo a differenza del quartier generale degli Intrepidi. Mi metto veloce a letto e senza calcolare Caleb spengo la luce.

                                                                                          ***

Mi sono informato in quale stanza alloggia Tris, e sono già a bussare alla sua porta. Forse sta ancora dormendo.
"Avanti" invece mi sento rispondere.
Mi infilo solo per metà, non so perché ma voglio essere cauto con lei.
"I Pacifici si riuniscono tra mezz'ora" dico. "Per decidere il nostro destino"aggiungo in tono scherzoso.
"Non avrei mai immaginato che il mio destino sarebbe stato nelle mani dei Pacifici." dice scuotendo la testa.
"Neanche io. Ah, ti ho portato una cosa." Avanzo verso di lei stappando la bottiglietta che ho in mano. "È un antidolorifico. Prendi un intero contagocce ogni sei ore."
"Grazie." risponde e lo beve subito. Si passa la lingua sulle labbra.
"Come stai Beatrice? chiedo di getto.
Mi  guarda stranita. "Mi hai chiamato Beatrice?"
Beccato. "Volevo sentire che effetto fa." rispondo sentendomi a disagio. "Non ti piace?"
"Forse solo in occasioni speciali: Giorni dell'Iniziazione, Giorni della Scelta..." si blocca. Di nuovo abbassa lo sguardo, vacuo. 
"Affare fatto." Mi irrigidisco. "Come stai Tris?"
Ancora evita il mio sguardo. Serra le labbra e scuote la testa.
"Sto...non so, Quattro. Sono sveglia. Io..." Continua a scotere la testa. Non ce la faccio a vederla così.
Le prendo una guancia con la mano, accarezzandole la pelle dietro l'orecchio. Senza esita ancora la bacio. La solita scarica elettrica mi atraversa e sento Tris aggrapparsi a me. Vuole un sostegno e io sono qui per darglielo.
Mi stacco piano. "Lo so" sussurro. "Scusami, non avrei dovuto chiedertelo." La guardo e vedo il suo dolore. Dolore che tanto tempo prima avevo provato anche io.
La lascio andare. "Ora vado, così puoi prepararti."

"È quasi ora della riunione" dice Caleb aprendo la porta. "Faremo meglio a sbrigarci."
"Sì hai ragione, andiamo a prendere Tris." rispondo uscendo e chiudendomi la prta alla spalle.
La sua stanza non è molto lontana dalla nostra, infatti poco dopo busso alla sua porta avvisandola che è ora di andare.
Quando esce, sento il mio cuore fare un sobbalzo. Si è tagliata di molto i capelli e le danno una aria ancora più bella. Il viso e gli occhi sono ancora più in risalto ora.
Il primo a riprendersi è Caleb. "Ti sei tagliata i capelli." afferma.
"Sì." risponde "Fa...troppo caldo per tenerli lunghi."
"Capisco."
Non penso capisca davvero. Forse questo taglio significa qualcos'altro per lei.
Attraversiamo il corridoio per poi uscire dall'edificio e ritrovarci all'aperto sotto un'aria soffocante e intrisa dell'odore dell'erba.
"Lo sanno tutti che sei il figlio di Marcus?" chiede all'improvviso Caleb. "Gli Abneganti, dico"
"Non che io sappia" rispondo squadrandolo. "E gradirei che non ne parlassi."
"Non ce n'è bisogno. Chiunque abbia gli occhi può vederlo da solo."
Mi guarda sempre con più interesse e la cosa mi infastidisce ancor di più. Decisamente no, non mi piace questo tipo.
"Quanti anni hai comunque?
"Diciotto." rispondo secco.
"E non pensi di essere troppo grande per stare con la mia sorellina?"
Non riesco a trattenere la risata nervosa. "Lei non è la sorellina di nessuno."
"Smettetela, tutti e due" interviene Tris.
Ha ragione è megio smetterla qua. Oramai siamo arrivati davanti a una grande serra. Intorno a noi ci sono uomini e donne con magliette gialle anche loro dirette lì.
Ci sono piante da terra e piante acquatiche ovunque, e ne rimango affascianto. Non avevo mai visto un posto con così tante piante. Ma il mio stupore è tutto per l'enorme albero che si erge al centro della serra. Il solo filtra tra le due late fronde, mosse dai numerosi ventilatori. Le sue radici sono immerse nell'acqua il che lo rende ancor più maestoso. È il posto più spettacolare in cui sia mai stato.
I Pacifici prendono posto sedendosi di fronte a Johanna, che è ai piedi delle radici. Noto alla nostra sinistra il gruppo degli Abneganti sopravvissuti. Guido Tris fino all'ultima fila di essi.
Mi avvicino al suo orecchio e le sussurro: "Mi piaci con i capelli così".
Mi sorride lievamente ci sediamo vicini, braccio contro braccio.
Johanna alza òle mani per richiamare l'attenzione. Dopo alcuni momenti di silenzio inizia a parlare. Oggi sapremo cosa fare da ora in poi.
"Oggi dobbiamo affrontare una questione urgente: in quanto persone che perseguono la pace, che comportamento adottiamo om questo frangente di guerra?"
Tutti i Pacifici si girano l'uno verso l'altro e cominciano a discutere.
"Come faranno ad arrivare a una decisione?" mi chiede Tris osservando la scena stranita.
"A loro non interessa raggiungere in fretta un risultato. A loro interessa essere d'accordo. Osserva."
Fin da quando ero ancora tra gli Abneganti sentivo Marcus discutere a volte sul modo che avevano i Pacifici di prendere decisioni.
Ora finalmente potevo vederlo di persona. È tutta un'altra cosa rispetto alla altre fazioni. Qui si cerca di ragionare tutti insieme e si ascoltano tutti i pareri. Anch'io osservo il gruppo più vicino a noi che sta discutendo.
"Che cosa bizzarra." mormora Tris.
"Io la trovo bella" rispondo senza riuscire a staccare gli occhi di dosso da quel gruppo.
Sento l'occhiata indagatrice della mia ragazza.
"Che c'è?" chiedo ridacchiando. "Tutti hanno lo stesso ruolo nel governo, tutti sono ugualmente responsabili. E questo li rende partecipi...solidali. Penso sia una bella cosa."
Lei controbatte dicendo che è impraticabile questo metodo. Funziona per problemi semplici ma con per quelli più complessi?
"Immagino lo scopriremo." rispondo.
Da ogni gruppo si alza una persona e si mettono tutti intorno a Johanna per cominciare a discutere con lei sottovoce.
"Non ci lasceranno dire la nostra, vero?
"Ne dubito." ammetto.
Poco dopo i portavoce si rialzano i ritornano al loro posto. Johanna si volta verso di noi.
Sento Tris agitarsi nervosa.
Sono nervoso anche io, ma non pessimista come lei. Confido nelle giuste decisioni dei Pacifici.
"Pensiamo che l'unico modo per preservare la nostra amicizia con entrambe le fazioni sia rimanere imparziali e non farci conivolgere. La vostra presenza qui, per quanto benvenuta, complica le cose."
"Siamo giunti alla conclusione che apriremo il nostro quartier generale ai rifugiati di tutte le fazioni: ma a una serie di condizioni." aggiunge.
Ascolto più attentamente.
"Primo: nella residenza non sono ammesse armi di alcun genere. Secondo: se dovesse scoppiare un conflitto, fisico o verbale che sia, tutte le persone coinvolte saranno invitate ad andarsene. Terzo: di tale conflietto non si potrà discutere, neanche privatamente, all'interno di questa residenza. Quarto: chi si ferma qui deve contribuire al benessere della collettività con il proprio lavoro. Non appena possibile riferiremo tutto questo agli Eruditi, ai Candidi e agli Intrepidi."
Lo sguardo di Johanna che per l'intero discorso era in continuo movimento ora si è fermato su me e Tris.
"Siete i benvenuti, ma potete restare se e solo siete in grado di attenervi alle nostre regole." dice. "Questa è la nostra decisione."
Ok, abbiamo già infranto la prima condizione. Non sono mai stato bravo a rispettare le regole.
"Non riusciremo a restare a lungo." sussurra Tris.
Ne sono convinto anche io, e rimpiango di aver dato troppa fiducia a questi Pacifici.
"No, infatti."


  
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