Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Lushia    12/06/2014    1 recensioni
Sono passati all'incirca due anni, dopo un misterioso sogno la famiglia trova uno strano bambino. Due sconosciute figure li stanno inseguendo, una oscura profezia pende sulle loro teste e il loro futuro è incredibilmente scomparso. La strada verso la verità è ancora lontana.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Target 31 – La protezione del fulmine

cover

Il ragazzo dai capelli rosati alzò lo sguardo lentamente, posandolo sul gruppo di fronte a lui.
Arina e Luca avevano un'espressione disorientata, Kaito si grattò il capo con perplessità, il piccolo Haynes restò accanto a lui, silenzioso, mentre Arashi e Masato sembravano i più preoccupati.
Ex-Ten, il futuro boss degli Elektrica, aveva affermato di doverli mettere al corrente di alcune cose importanti, dopo di che era rimasto in silenzio ad osservarli con serietà. Non avevano la minima idea di cosa volesse realmente parlare, Arashi temeva si trattasse del loro nemico o addirittura di qualcosa riguardo Nozomi.
Nel silenzio in cui era piombata la stanza, la ragazza dai capelli scarlatti fece due passi in avanti e si rivolse a lui.

- Di cosa si tratta? - chiese, senza indugi. Nonostante l'atmosfera pesante, voleva assolutamente sapere cosa stava accadendo.
Masato, preoccupato quanto lei e ancora immobile alla sinistra dell'amico, si voltò verso di lui appena ascoltata la domanda della sorella.
Il giovane chinò il capo, sospirando, sembrava quasi che cercasse le parole giuste per raccontare ciò che sapeva. Si voltò verso la scrivania alle sue spalle, afferrando alcuni fascicoli nascosti sotto un'altra pila di fogli, girandosi nuovamente verso i nuovi arrivati.
Accavallò le gambe, poggiò il fascicolo sulle cosce e lo aprì, osservando con cura alcune pagine.

- Cos'è quello? - chiese all'improvviso Masato, perplesso. - Non l'ho mai visto. - aggiunse. Dopotutto lavorava a stretto contatto con Ex-Ten, probabilmente era strano che gli fosse sfuggito quel documento, all'apparenza importante.
- Lo so. - rispose l'amico, alzando lo sguardo dai fogli e osservando il rosso – Non volevo che tu lo vedessi, per ora. -
- Per quale motivo? - chiese poi, incredulo. Sicuramente non si aspettava che Ten gli nascondesse qualcosa, il suo sguardo era disorientato e molto perplesso.
- Vi spiegherò tutto adesso. - disse poi, invitando il collaboratore ad unirsi alla sorella, poco più avanti.
A quanto pare, ciò che stava per rivelare li riguardava da vicino, i due si squadrarono per qualche istante, confusi, finchè Ten non richiamò l'attenzione di tutti i presenti.

- Quanto sapete di Oliver Stanford? - chiese, curioso.
- Faceva parte della famiglia Elektrica. - rispose Arina, prontamente.
- E ha creato il progetto Clover. - aggiunse Luca.
- Avevamo sospetti che avesse a che fare con la famiglia Estraneo. - ricordò Arashi, ripensando alle vecchie ipotesi di due anni prima.
- Mh. - il giovane annuì – I vostri sospetti sono abbastanza fondati, Stanford era molto interessato agli esperimenti degli Estraneo. -
- Quindi non faceva parte di quella famiglia? - chiese Arina.
- No, quando Stanford lavorava per noi, gli Estraneo erano già stati distrutti. - rivelò lui – Tuttavia, alcuni documenti su ricerche ed esperimenti erano in nostro possesso. -
- E Stanford li ha trovati, scommetto. - ipotizzò la rossa.
- Già, da lì iniziò ad avere strane idee, perciò mio nonno decise di esiliarlo dagli Elektrica. -
- Posso comprenderlo. - affermò Arina – Dopo ciò che ha fatto con l'esperimento Clover... e quel povero ragazzo... -
- Trevis? - chiese Ten, osservando la bionda negli occhi smeraldo.
- Sai anche di lui? - chiese lei, interessata.
- … Trevis è... beh, non penso sia il momento di dirvelo adesso, anche perchè è tutta un'altra storia. -
- Come? - la tutrice sembrò perplessa, ma il futuro boss non pareva darle retta e continuò con la sua spiegazione.
- Dopo essere stato esiliato, Stanford cercò collaboratori e finanziatori, trasferendosi inoltre in diverse zone alla ricerca di un luogo che potesse sfruttare come laboratorio. - rivelò, continuando a sfogliare alcuni fascicoli – Mio nonno cancellò quasi ogni traccia della sua permanenza negli Elektrica, le sue idee malsane erano un'onta per la nostra famiglia, così come il suo progetto disumano. - continuò – Ad ogni modo, con il suo esilio non poteva più accedere a delle informazioni riservate, perciò necessitava di un aiuto. Qualcuno che gli passasse le informazioni. - chiuse di scatto il fascicolo, tornando ad osservare i presenti e posando l'attenzione sui due Fukada.

- Un amico, un collaboratore, qualcuno interessato ai suoi esperimenti, talmente spietato da arrivare ad uccidere la propria figlia e il genero pur di non farsi scoprire. -
- EH?! - l'esclamazione di Kaito sembrò quasi distruggere l'atmosfera gelida che si era creata – Esiste un pazzo simile?? Ma come si può! -
- La gente terribile c'è, Kaito. - Arina abbassò lo sguardo, sospirando. Dopotutto lei e Luca erano rimasti orfani proprio a causa di alcune persone senza scrupoli.
- Ma chi può arrivare a fare una cosa simile? - chiese Arashi, perplessa e abbastanza scossa.
Il giovane la scrutò con attenzione, quasi tristemente.
- Un uomo, un ricercatore tra i migliori nel suo campo. - spiegò. Prese fiato, qualche istante di silenzio e poi tornò a parlare – Era una sera d'autunno, circa tredici anni fa, la notizia riguardo il tradimento di quell'uomo sarebbe presto arrivata a mio nonno, eppure ciò non accadde. Prima che potessero incontrarlo e rivelargli della collaborazione tra lui e Stanford, entrambi vennero uccisi. - disse.

Qualcosa sembrò incrinarsi, dentro al suo petto.
Per un tempo che sembrava quasi interminabile, nessuno osò dire nulla.
Eppure i suoi pugni stavano tremando, un paio di lacrime avevano rigato il suo viso, gli occhi nocciola ridotti a fessure.
Aveva ascoltato in silenzio, senza essere mossa da nessun sentimento, curiosa riguardo ciò che Ten voleva dirgli, confusa per delle parole enigmatiche.
In quel momento, però, il cuore di Arashi sembrò saltare qualche battito. Non poteva essere davvero così.
- … Ten, aspetta, cosa stai cercando di dire? - chiese Masato, quasi furioso. I suoi occhi ardevano di rabbia, anche lui stava tremando e sembrava come se non ci volesse credere.

L'aria era irrespirabile, la ragazza portò una mano davanti al viso, osservando con insistenza il pavimento. Non avrebbe voluto che andasse in quel modo, eppure anche lei era stata avvolta dalla disperazione.
Non c'era nulla che poteva contraddire l'ipotesi del ragazzo, se di una ipotesi si fosse trattata.
Una sola domanda riuscì a sfuggirle.

- Ci sono prove? - chiese, con un tono che rasentava il bisbiglio.
Nessuno parlò, aspettarono in silenzio la risposta di Ex-Ten, che arrivò pochi istanti dopo, preceduta da un cenno del capo.
- Li abbiamo trovati. - disse - … I resti dei vostri genitori. -

Sentì il cuore infrangersi.
Non pensava fosse possibile, per lei che quasi non li ricordava. Non aveva mai pianto, non aveva mai sentito la loro mancanza, era andata avanti come se tutto fosse sempre stato così. Non aveva timore di raccontarlo, non provava mai nulla nel farlo.
Eppure, in quel momento, appena saputa la dura verità, sentì il suo cuore distruggersi in tanti piccoli frammenti, sparsi al suolo.
Non era la consapevolezza che i suoi genitori fossero davvero morti, ormai già lo sospettava da tempo.
Piuttosto era quello sguardo, autoritario ma comunque dolce, di un nonno che spesso tornava e abbracciava i suoi nipoti, l'unica figura adulta a cui potevano ispirarsi. Ma le sue mani erano sporche di sangue, la sua bontà nascondeva la crudeltà di aver ucciso la sua stessa figlia e il marito, pur di non venire scoperto.
Erano entrambi orfani, ed era a causa del loro stesso nonno, che avevano inconsciamente amato per tutto quel tempo.
L'odio, la rabbia, la frustrazione, quelle dita che tremavano e desideravano vendetta.

- NO! - urlò Masato, portando le mani tra i capelli, scuotendo il capo come in preda a spasmi, mentre Arina gli si era avvicinata e cercava di calmarlo, avvolgendolo con le sue braccia, nonostante lui cercasse di allontanarla. - NO! Non è possibile! Nonno non può averlo fatto!! Stai mentendo! -
Ten si alzò dalla sedia e si avvicinò al rosso, tenendogli il fascicolo che aveva in mano. Il suo sguardo era davvero serio, non sembrava voler cedere alla disperazione dell'amico.
- Se non sei capace di accettarlo, non potrai avanzare. - spiegò – Abbiamo finalmente trovato le prove per incastrarlo, possiamo procedere con la sua cattura. -
- Ma... - Masato afferrò i documenti, titubante, il suo viso era bagnato dalle lacrime e gli occhiali erano quasi appannati - … Ma... non lavorava ancora... con voi... e Decimo...? - chiese, quasi impaurito.
- Con noi, a volte, ma con i Vongola aveva già troncato ogni rapporto. - spiegò lui – Sa bene dell'abilità di Decimo, sarebbe stato smascherato in men che non si dica. -
Il rosso continuò a scuotere il capo, mentre Arashi si stringeva tra le sue braccia. Qualcuno le aveva messo una mano sulla spalla, il sole si era avvicinato a lei e l'aveva stretta a sé, con suo stupore. Avrebbe voluto ucciderlo, per come si sentiva in quel momento, eppure riuscì a trattenersi, ascoltando le parole che bisbigliò al suo orecchio.
- Shishi, gli daremo ciò che merita. - si limitò a dirle, dandole una pacca sulla schiena e separandosi da lei, osservandola seriamente con i suoi occhi blu.
Era raro che Kaito fosse così serio, ma quando lo era, sembrava infondere anche più forza e calore del solito.
Dopotutto era il sole.

Annuì decisa. Non poteva di certo crollare lì, in quel luogo quasi sconosciuto. Doveva raggiungere Nozomi, dovevano sconfiggere Clover II e catturare Stanford. Infine, avrebbe fatto fuori suo nonno con le sue stesse mani.
Un suono provenne dalla sua tasca, il cellulare aveva ricevuto una email. Afferrò l'apparecchio quasi svogliatamente, leggendo con rapidità il messaggio inviatole da Haname.

Bene, altri casini da aggiungere alla lista.” sospirò, leggermente più tranquilla. Più problemi aveva da risolvere, meno avrebbe dovuto pensare a quella scoperta.

Masato era ancora abbastanza scosso, nonostante Arina stesse riuscendo a calmarlo, con il suo dolce abbraccio e le sue profonde parole, sussurrate al suo orecchio in modo che nessuno potesse ascoltare.
Senza dar conto ai presenti, si alzò sulle punte e avvicinò il viso a quello dell'uomo, premendo le labbra sulle sue e assaporandole con delicatezza.
Si staccarono qualche istante dopo, un sorriso amaro sul volto del rosso, adesso leggermente più rassicurato.

- Ad ogni modo, è arrivata una chiamata di Decimo. - Ten interruppe l'atmosfera particolare che si era creata, attirando nuovamente l'attenzione dei presenti.
- Ah... è vero. - Masato tornò ad osservare la sua amante, il suo sguardo era stavolta più preoccupato. - L'undicesimo Simon li ha avvisati che stavate arrivando, Decimo vuole che ti rechi immediatamente alla magione. -
- … io? - chiese Arina, perplessa.
- Sì, tu. -
- Bene, perchè io, Kaito e Luca dobbiamo andare. - aggiunse Arashi, prendendo di sorpresa i presenti - Ho ricevuto un messaggio di Haname, dobbiamo riunirci immediatamente. -
- Cos'è successo? - chiese Luca, perplesso.
- Non ne ho idea, ad ogni modo noi andremo là, mentre Arina e mio fratello si dirigeranno alla magione.
- D'accordo, non l'avrei lasciata andare da sola. - affermò il rosso, deciso.
- Ehi, aspetta, non sono mica indifesa... - la tutrice inarcò un sopracciglio, di sicuro non si sarebbe mai aspettata una simile affermazione da Masato.
- Haynes dovrebbe andare da Decimo, alla magione sarebbe più al sicuro. - propose Kaito.
- Io verrò con voi guardiani. - disse incredibilmente Ex-Ten – Sirius, Duchesse e Diamante sono con Sawada-san, giusto? Mi piacerebbe dare una mano. -
- Non è perchè c'è anche il boss dei Neveria e vuoi scoprire di più sulle loro tecnologie, giusto? - chiese Masato, sospettoso.
- Mh, può anche essere! - esclamò lui, ridacchiando. - Ad ogni modo, dov'è il luogo dell'incontro? -
- All'aeroporto. - rivelò Arashi.
- Allora possiamo prendere un altro passaggio, ci porterà direttamente là. -
- Noi useremo il principale, seguiamo la stessa strada che ha usato Caesar. - spiegò Arina.

Senza più pensare a ciò che era successo, nonostante il dolore ancora bruciasse all'interno dei due fratelli Fukada, i due gruppi si prepararono rapidamente alla partenza, lasciando la base sotterranea degli Elektrica, quasi completamente evacuata, per ritrovarsi all'entrata, oltre i cancelli.
Come già sospettavano sarebbe accaduto, si ritrovarono ad essere circondati da quattro insistenti copie di Clover, i quali non sembravano certo avere l'intenzione di farli passare.
Haynes si nascose rapidamente dietro alla schiena di Arina, sperando che quelle simpatiche creature non l'abbiano notato o fossero soltanto intenzionate a infastidire gli alleati dei Vongola.

- Devono sempre romperci le palle. - affermò la tempesta, stavolta decisa ad usare il suo compact per togliere di mezzo i fastidiosi esserini.
Il suo cuore era ancora colmo di rabbia, dopotutto. Ciò che aveva fatto suo nonno era imperdonabile, le sue mani continuavano a tremare come se volesse stringerle attorno al suo collo e premere, sempre più forte.
Li aveva cresciuti lui, erano sangue del suo sangue, ma aveva nascosto loro un enorme tradimento, una macchia che non sarebbe andata mai via.
Per quale grandioso motivo aveva scelto di aiutare un pazzo con i suoi folli esperimenti, dimenticandosi della figlia e della sua stessa famiglia? Con quale crudeltà aveva spezzato le loro vite?

Chinò il capo verso il basso, alcune lacrime solcarono il suo viso con prepotenza.
Non aveva davvero pianto fino a quel momento, perchè doveva farlo proprio ora? Il dolore era così forte che bruciava insistente dentro di lei, eppure non poteva lasciarsi prendere dai sentimenti, doveva togliere di mezzo i cloni e liberare il passaggio.
Luca si avvicinò alla rossa, dandole le spalle e attirando la sua attenzione, confusa.

- Non sforzarti, posso capire cosa stai provando. - disse lui, stringendo il compact nella sua mano sinistra – Questi cosi sono stati creati da quel malato di Stanford, e tuo nonno l'ha aiutato. Non c'è niente di più brutto di un tradimento simile. -
Chissà come mai, forse per non ferirla, sorvolò sulla storia dell'omicidio. Eppure aveva ragione, quei cloni così audaci, che continuavano imperterriti ad infastidire loro e molte famiglie mafiose, esistevano grazie anche all'aiuto di suo nonno.
Nonostante fossero deboli, erano comunque molto numerosi e problematici, probabilmente era quello il motivo per cui erano stati creati in massa.

Si asciugò le lacrime, sentendosi abbastanza infastidita dalle parole del ragazzo, di certo non aveva bisogno di essere protetta o compresa da qualcuno. Era una guardiana, il braccio destro dei Vongola, non una nullità.
Eppure, a volte, sa che bisognava anche essere umani.

I quattro cloni si erano lanciati verso il gruppo e avevano un'aria abbastanza ostile, ognuno avrebbe attaccato da un punto diverso, nonostante fossero solo quattro sembrava li avessero circondati. Sarebbero bastati Arashi e Kaito a farli fuori, eppure non sarebbero stati abbastanza veloci da sconfiggerli tutti prima che gli altri giungessero a destinazione. Dovevano basarsi sulle abilità di Ex-Ten e Arina?
Piuttosto, la tempesta si voltò verso il fulmine e osservò l'aggeggio dei Neveria, che stava stringendo tra le dita.

- Odio combattere. - affermò lui – Ma detesto ancor di più vedere feriti i miei amici. -
Luca strinse con forza il suo compact, che iniziò ad illuminarsi di una luce verdastra. La sua determinazione doveva essere davvero enorme, poiché ben presto quella luce avvolse non solo lui, ma anche chi gli stava attorno.
Scariche elettriche circondarono il perimetro, i cloni arretrarono di qualche passo, i presenti non si mossero, ma la fiamma del fulmine non li scalfì. Era una fiamma solida, poteva ferire i nemici, ma non avrebbe mai sfiorato le persone che doveva proteggere.
La luce svanì lentamente, prendendo la forma di una lunga catena, i cui capo e coda rappresentavano un'enorme palla di ferro borchiata. L'arma, assomigliante alla vecchia catena con falci che Luca usava tempo prima, sembrava più pesante e quasi impossibile da utilizzare.

- Electric Core. - disse lui.

Afferrò la catena verso il centro e avanzò verso i nemici, fermandosi ad una media distanza e alzandola con uno scatto delle braccia, riuscendo a sollevare le pesanti sfere e iniziando a farle girare rapidamente sopra di lui.
Luca non amava combattere, anzi, fuggiva sempre dalle battaglie, in lacrime, eppure la sua forza non era indifferente. Essendo molto alto, circa un metro e ottantacinque per settantotto di peso, aveva anche una buona muscolatura e grande resistenza, che aveva messo su grazie agli esercizi che effettuava regolarmente quando era un militare.
Riuscì con poco sforzo a tenere sollevati entrambi i lati della catena, che adesso roteavano rapidamente smuovendo l'aria e producendo un suono fastidioso, oltre al vortice d'aria che si era formato sopra le teste dei presenti.
La fiamma si concentrò proprio al centro del vortice, per poi esplodere in una decina di piccoli fulmini elettrici, che si diressero verso il suolo attorno ai presenti creando una sorta di cupola compatta, solida a causa delle proprietà della fiamma, la quale assomigliava ad una reale barriera protettiva, di quelle che si vedevano nei videogiochi.

Vongola: Santuario

Sembrava che la tecnica consistesse solo in uno scudo protettivo, eppure Luca balzò fuori dalla cupola e smise di roteare le sue catene, lanciandosi in avanti e colpendo un paio di cloni disorientati con una palla borchiata, scaraventandoli contro le mura sotterranee con una forza inaudita, quasi spaccando i loro corpi a metà.
Senza attendere oltre, si lanciò verso i due rimanenti, che stavano fuggendo spaventati, riuscendo a colpire il primo alle spalle, strozzandolo con la catena.
Il secondo era già scomparso, aveva imboccato un terzo passaggio, da dove probabilmente erano entrati. Delle scale di metallo conducevano ad una botola aperta, si trattava di un'altra uscita d'emergenza.

La cupola si dissolse pochi attimi dopo, assieme alla catena del ragazzo, che raggiunse il gruppo con un'andatura affaticata.
- Luca! - esclamò la gemella, incredula – E' fantastico! - aggiunse. Di sicuro non si aspettava di vedere una simile tecnica, eppure il fratello c'era riuscito. Aveva usato la sua determinazione per proteggerli e affrontare il nemico a testa alta.
Il ragazzo abbozzò un sorriso, arrossendo per l'imbarazzo.
- Dobbiamo andare, il nostro passaggio e da quest'altra parte. - intervenne Ten, indicando ai tre guardiani dove andare.
Non c'era molto da fare, dovevano sbrigarsi e intraprendere le loro strade, perciò i gemelli si salutarono così come Masato tentò di fare con la sorella minore, che lo ignorò bellamente e imboccò il tombino nascosto dietro ai cancelli di ferro dell'entrata alla base.
Kaito, Luca e Ten la seguirono, salutando Arina, Masato e Haynes.

***

La tutrice stringeva preoccupata le mani del bambino, il piccolo sembrava inquieto e la donna non sapeva come rincuorarlo.
I cloni l'avevano sicuramente visto, eppure si erano comportati come al solito, ovvero cercando di affrontare i presenti per lanciare un attacco alla base, perciò forse non si dovevano preoccupare di nulla e non sembrava esserci dell'altro.
Almeno finchè i tre non sbucarono dal tombino in cui si erano infilati poco prima, quando avevano salutato Caesar e Blizzard.

In un parcheggio di un edificio, fortunatamente ancora deserto, i tre si ritrovarono davanti al clone fuggiasco, perplesso come se non sapesse cosa fare, qualche passo più indietro rispetto a un'altra creatura, all'apparenza più alta e con l'espressione più serena, che li stava osservando con attenzione.
Rimasero quasi imbambolati, ma Arina cercò prontamente di nascondere il bambino dietro di lei, Masato si pose tra la donna e le due figure minacciose, eppure non ebbe il tempo di far nulla, poiché venne schiaffeggiato con così tanta forza da volare per alcuni metri verso sinistra, rotolando sull'asfalto.
La bionda non cercò nemmeno di voltarsi, aveva ben chiara la sua missione e si infilò rapidamente gli artigli, la fiamma verde già avvolgeva le sue mani.
Appena avanzò di qualche passo, Arina tentò di ferirlo con le lunghe unghie di metallo, da cui creò dei fili sottili e taglienti, utilizzando l'attributo di solidificazione del fulmine.
Il clone lontano non si mosse, sembrava confuso e spaventato, mentre il più vicino schivò senza difficoltà i fili e le unghiate, bloccando le mani della donna proprio mentre stava tentando un nuovo attacco, una luce color indaco ricreò un serpente attorno ai polsi, che unì le due mani impedendole qualsiasi altro contrattacco e lasciandola di stucco.

- Stai buona, non voglio te. - disse il verde, sorpassandola e avvicinandosi al bambino.
- No... - cercò di districarsi, emettendo la sua fiamma con più determinazione, ma il serpente sembrava davvero resistente e alzò la testa verso il suo viso, sibilando e spaventandola.
Non era vero, era solo un'illusione, eppure non riuscì a farlo sparire. Era terrorizzata, tutti i suoi sforzi erano andati in fumo e la sua sicurezza era rapidamente svanita nel nulla.
Non doveva portarlo con lei, dovevano lasciarlo con i guardiani. Sarebbe stato più al sicuro... forse. In realtà, quell'uomo era Clover II, l'originale, ed era davvero molto forte anche per i guardiani. Per poter avere qualche chance di vittoria, dovevano affrontarlo tutti, insieme anche agli altri boss.
Perciò sperava di portarlo da Decimo al più presto possibile, avrebbe avuto un'adeguata protezione.
Ma la sfortuna li aveva avvolti in un istante, portandoli ad incontrare proprio il loro nemico principale.


Haynes alzò rapidamente la mano destra, tentando di usare quel poco di fiamma che gli era rimasta, ma Clover II portò la sua mano sul viso del bambino, che scivolò per terra, assopito.

Non poteva fare più nulla, la sua mente era avvolta dal terrore.
Aveva fallito, di nuovo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Lushia