EIGHTEENTH
MEMORY: ITACHI
Sasuke
si sveglia con un incredibile
male al collo e alle spalle quella mattina, la notte appena trascorsa a
dormire
sul divano è stata francamente atroce, ha scoperto molto
tempo fa quanto quel
pezzo di arredamento sia estremamente scomodo, una trappola mortale per
il
corpo, fatalità ha scoperto questa caratteristica tempo
addietro grazie al suo
amato aniki, quell’uomo sarà la causa della sua
morte ne è certo.
Sospira
pesantemente mentre
poggia i piedi per terra, il suo corpo è tutto indolenzito e
sta invocando
pietà a gran voce, si massaggia lentamente il collo mentre
si avvia verso il
bagno: l’unica cosa in grado di metterlo in sesto
è una lunga e corroborante
doccia. Già quando aveva vent’anni passare la
notte a dormire su quel coso
metteva in serio pericolo la sua schiena figurarsi adesso, certo poteva
dormire
nella camera degli ospiti ma non ha intenzione di metterci piede fino a
quando
non avrà perlustrato minuziosamente ogni angolo di quella
stanza, non sarebbe
la prima volta che suo fratello ci piazza dentro cose strane e al
limite
dell’assurdo. Chiude gli occhi mentre un getto bollente gli
bagna il corpo, non
sa cosa ha fatto di male per meritarsi un fratello così
assurdo né tanto meno
sa perché fra tutti gli esseri umani che ci sono sulla terra
lui abbia proprio
dovuto innamorarsi dell’essere più snervante che
esista.
Una
soluzione a tutti i suoi
problemi sarebbe quella di sbarazzarsi della coppia malefica o per lo
meno del
maledetto divano che ha distrutto ogni suo muscolo, peccato che
entrambe le
idee sia da scartare a prescindere: la prima per ovvi motivi, la
seconda perché
Naruto lo scuoierebbe vivo attaccato com’è a
quell’assurda trappola, che poi
non riuscirà mai a capire perché lo sia
così tanto! Va bene, è stata la prima
cosa che hanno comprato quando hanno deciso – finalmente
aggiungerebbe Sasuke –
di andare a vivere insieme, beh la prima dopo il letto ovviamente.
Naruto
alcune volte si fa prendere dai sentimentalismi per le cose
più assurde ma in fondo
è una delle cose che ama di lui.
Il silenzio
regna sovrano nella
casa, sono le cinque del mattino e non si sente un singolo rumore che
possa
disturbare questa quiete, il sole deve ancora sorgere e Sasuke ha tutta
l’intenzione di prendersela comoda. Per tutta la notte non ha
fatto altro che
pensare a come potersi vendicare del fratello e del suo inopportuno
compagno,
ci ha riflettuto molto attentamente quando alla fine è
giunto alla conclusione
più logica e di sicuro effetto, anche senza vedersi in uno
specchio sa di aver
fatto l’espressione più sadica di sempre.
Sasuke
è sempre stato il tipo di
persona incapace di dimenticare e di perdonare un torto subito, lui
è sempre
stato quello che aspetta pazientemente il momento propizio prima di
mettere in
moto gli ingranaggi della vendetta. È uno dei suoi
più grandi difetti, ma in
fin dei conti non ha mai provato a modificare questa sua
peculiarità e perché mai
avrebbe dovuto? In più di una situazione gli è
tornato utile questo suo modo di
agire e poi rimane del pensiero che se una persona ti ha ferito una
volta lo
farà sicuramente ancora per questo motivo recide ogni legame
quando qualcuno fa
qualcosa che non avrebbe mai dovuto fare nei suoi confronti e lo ripaga
con la
stessa arma quando meno se lo aspetta. È un atteggiamento
immaturo per certi
versi mentre per altri non lo è, non si diverte a
comportarsi così ma non sa in
quale altro modo agire e in ogni caso non vuole saperlo, il suo cuore
non è
così grande da saper perdonare e porgere l’altra
guancia.
Suo fratello
non è un’eccezione,
in particolar modo quanto con il suo comportamento provoca incidenti
come
quello dell’altra sera, per colpa sua sarà
costretto a dormire sul divano per
chissà quanto tempo e questo non può proprio
perdonarglielo. Quando Naruto si
infuria come è successo ieri le conseguenze si protraggono
per un tempo
incalcolabile. Sa perfettamente che una parte della sua ira
è giustamente
indirizzata nei suoi confronti, quando hanno capito che razza di coppia
formano
quei due pazzoidi hanno creato un piano di emergenza per poter
scongiurare le
crisi e uscirne allo stesso tempo incolumi e lui ha trasgredito alla
prima
regola, quella più importante: avvertire sempre
nel caso di arrivo da
parte di uno dei due imbecilli, non recita esattamente così
ma il succo del discorso
è questo.
Tira verso
il basso la manopola
dell’acqua e il getto si interrompe, guarda
l’orologio mentre esce dal box
doccia e si avvolge nel suo morbido accappatoio, sono
trascorsi trenta minuti da quando è
entrato quindi ha ancora un paio di ore prima che Naruto si svegli ha
il tempo
per mettere in atto il suo piano per ottenere il perdono del suo amato
marito:
preparargli la colazione, corrispettivo del suo bagno bollente per
poter
scacciare via i brutti pensieri per qualche istante, ha scoperto molto
presto
quanto il suo compagno sia un golosone e si è sempre chiesto
come faccia a
mantenere la sua invidiabile linea ingozzandosi costantemente delle
peggiori porcherie
esistenti al mondo.
Dopo essersi
vestito si dirige
con calma nella cucina dove afferra una ciotola nella quale versa della
farina
in modo da creare l’impasto dei muffin, mentre è
impegnato in questa
attività un
ricordo si fa strada trai
suoi pensieri, erano entrambi all’università nel
pieno degli studi per gli
esami, a quel tempo la loro casa era invasa da ogni genere di incarto
di
caramelle, cioccolata
e dolciumi vari,
era quasi impossibile scorgere il pavimento sotto quella montagna di
carta
colorata, sembrava quasi di trovarsi dentro un parco giochi per la
quantità
indicibile di dolci e carte buttate a terra.
Inforna i
muffin e si dedica
subito a tagliare la frutta, vuole superare se stesso questa volta.
Contrariamente
a quello che si può pensare Sasuke è un ottimo
cuoco solo che non ha molta
voglia di stare dietro i fornelli, fa uno sforzo solo quando deve farsi
perdonare dal suo dobe, certo una basterà una misera
colazione per ottenere il
perdono ma è un primo passo verso la giusta direzione
inoltre questa sera lo
porterà nel suo ristorante di ramen preferito e gli
comprerà un mazzo enorme di
girasoli, non rose, mai rose, così banali ai suoi occhi da
passare inosservate
e non vuole che un simile fiore possa essere associato al suo dobe, i
girasoli
invece sono fiori degni di nota, così brillanti e solari,
così simili a suo
marito, desidera che ogni aspetto della loro relazione sia diverso
dagli altri,
unico, speciale e forse pensarlo lo rende arrogante, ma non gli
importa.
L’amore che li lega è raro, nonostante il passare
degli anni non si è mai affievolito,
mai, neppure per un istante, li ha sempre avvolti in questo bozzolo
caldo e
confortante, rendendoli dipendenti l’uno dall’altro
e vuole preservarlo per
sempre, quando gli ha chiesto di sposarlo gli ha promesso che
l’avrebbe amato
fino alla fine del tempo ed non ha intenzione di venir meno al suo voto.
Fissa con
orgoglio il vassoio su
cui ha posto tutti i piatti preparati: i muffin emanano un odorino
delizioso,
la frutta tagliata dentro le ciotoline di vetro ha un aspetto sublime
così come
i pancake. Adagia anche una caraffa di succo di arancia e due tazze di
caffè
nero bollente e aspetta con pazienza che la sveglia della camera suoni.
È
pericoloso tentare di svegliare Naruto prima di quel momento,
dannatamente
pericoloso, a meno che non si voglia avere a che fare con una persona
di
pessimo umore per tutto il giorno. Appena avverte il debole quanto
fastidioso trillo
della sveglia e la conseguente botta sul pavimento del suddetto oggetto
– in media
hanno bisogno di comprarne una nuova ogni due settimane grazie a questa
pessima
abitudine – afferra il vassoio e si avvia verso la camera:
come previsto trova
l’oggetto rotto per terra – questa volta
è addirittura durata tre settimane, un
miracolo – e Naruto raggomitolato sotto le coperte con il
cuscino a coprirgli
totalmente la testa, solo qualche ciocca di capelli è libera
da quella prigione
di stoffa. Gli scappa un mezzo sorriso, a vent’anni
così come a cinquanta, suo
marito è sempre lo stesso. Poggia il vassoio sul
comò vicino alla porta –
gentile regalo da parte di Kushina – e si avvicina al letto
con discrezione, il
pericolo non è ancora scampato, e gli accarezza la schiena
da sopra le coperte
con movimenti lenti e circolari, dopo qualche minuto, da sotto il
cuscino,
compaiono gli occhi ancora assonnati di Naruto, lo guarda dritto in
quelle
pozze azzurre mentre scosta con lentezza il guanciale fino a scoprire
interamente il suo viso e si china a baciarlo dolcemente, sente le dita
dell’altro correre a stringere in una delicata morsa i suoi
capelli mentre lo
attira maggiormente contro di sé. Si baciano a lungo, senza
fretta, con la
calma che mancava ormai da troppo tempo con la minaccia della comparsa
improvvisa da parte di Itachi che a quanto pare manca della conoscenza
fondamentale
di una cosetta chiamata privacy. Si staccano solamente quando respirare
diviene
un’esigenza primaria, con la punta delle dita Sasuke sfiora
la guancia di
Naruto, lo accarezza delicatamente, mentre si perde ad osservarlo. La
bellezza
di Naruto non è andata persa con lo scorrere del tempo,
è sempre lì,
sfolgorante, sembrerebbe quasi che gli anni non siano passati per lui
se non
fosse per qualche piccola ruga che ogni tanto gli compare sul volto. Si
fissano
per un tempo infinito prima che la stretta sui suoi capelli si
intensifichi
provocandogli un leggero dolore, ehi non è colpa sua se ha i
follicoli
estremamente sensibili! Lo sguardo divertito che Naruto gli lancia
è un chiaro
segno che è ancora arrabbiato.
“Caro
il mio teme se pensi che un
bacio sia sufficiente a farmi dimenticare del casino che hai combinato
ti
sbagli di grosso.”
Il tono
usato è irriverente,
evidentemente non è stato l’unico a passare la
notte ad escogitare qualche
ripicca. Sorride furbamente Sasuke, è questo quello che
più ama del loro
rapporto, la continua sfida che esiste tra di loro.
“Caro
il mio dobe se pensi questo
mi sottovaluti e ferisci il mio orgoglio.”
Un sorriso
furbo si disegna sulla
bocca di Naruto mentre riemerge da sotto le coperte ed è un
istante ma è
sufficiente per Sasuke per capire in che modo lo voglia punire, nel
peggiore,
il suo cuore salta un battito e la salivazione si azzera quasi
totalmente: il
suo dobe, il suo diabolico e cattivo marito, ha trascorso la notte a
dormire
nudo se non fosse per i boxer che ha avuto la decenza di indossare.
Dopo
settimane di quasi totale astinenza tutta quella pelle scoperta
è deleteria per
i suoi sensi, ovunque posa lo sguardo scorge pelle, gloriosa,
deliziosa,
morbida, profumata pelle, totalmente priva dei suoi soliti marchi: come
ha
fatto a resistere così a lungo con una simile tentazione
sotto gli occhi?
Deglutisce
rumorosamente mentre
la sua mano cerca di sfiorare il petto del marito quando un pizzicotto
interrompe quella sua ricerca spasmodica, Naruto lo fissa con mal
celato
divertimento, il dannato si sta divertendo.
“Teme,
teme, teme, non sai come
si dice? Guardare ma non toccare.”
“Naruto…”
Doveva
uscire come un
avvertimento non come un patetico piagnucolio bisognoso, il suo
orgoglio sta
ruggendo ferito da qualche parte dentro di lui.
Il sorriso
di Naruto aumenta
ancora di più al suono del suo nome detto con tanto bisogno,
tanto da arrivare
a sfiorare quello del gatto del Cheshire per quanto è enorme
e inquietante, la
parte sadica ereditata dalla madre si sta palesando in tutto il suo
splendore e
questa cosa lo terrorizza.
“Oh,
ma guarda un po’! Mi hai
portato la colazione a letto, ma quanto sei gentile!”
Detto questo
salta fuori dal
letto e si dirige verso il vassoio e il cuore di Sasuke implora
pietà, non si
era accorto che avesse indosso quel particolare paio di boxer, bianco,
quasi
trasparente, che non lascia assolutamente nulla
all’immaginazione e che lo fa
impazzire. Boccheggia in cerca d’aria mentre sente il cavallo
dei pantaloni
farsi incredibilmente stretto. Naruto si gira verso di lui con
l’espressione
più angelica che riesce a fare, in mano un muffin.
“C’è
qualcosa che non va? Sei
straordinariamente pallido.”
Un ghigno
compiaciuto gli adorna
le labbra intanto che addenta il muffin, nel profondo del suo cuore
Sasuke sa
che questa sarà una lunga e difficile giornata.
*
Recuperare
il suo rapporto con
Itachi si
rivelò una delle cose più
difficili che avesse mai fatto, anzi più che recuperare si
trattò proprio di costruirne
uno.
Dal giorno
in cui Itachi irruppe
nel suo appartamento – interrompendo una delle migliori
pomiciate che avesse
mai fatto con Naruto – non saltava mai un incontro. Ogni
giorno si presentava
davanti alla sua porta alle quattro del pomeriggio, puntuale
come un orologio svizzero. e per un
paio di ore rimaneva con lui.
Pur sapendo
che le intenzioni del
fratello erano del tutto buone fu stato difficile fidarsi di lui, per
lo meno
all’inizio e in effetti dopo i loro trascorsi sarebbe stato
impensabile
comportarsi come due buoni fratelli. Sasuke ha dovuto imparare a
contare solo
ed esclusivamente su se stesso, per lui aprirsi con qualcuno era
inconcepibile
almeno fino a quando non incontrò Naruto. Piano piano stava
abbandonando tutte
le difese che aveva costruito intorno a sé per evitare di
soffrire, ogni muro
crollava inesorabilmente al suolo tutte le volte che Naruto gli
rivolgeva una
gentilezza, che gli dimostrava quanto forti fossero i suoi sentimenti e
che di
lui poteva fidarsi, che non lo avrebbe mai tradito e ferito.
Se si
soffermava un secondo a
pensare si rendeva conto che se non avesse mai incontrato Naruto ora
tutto
sarebbe come prima, non avrebbe avuto la sua ricercata
libertà e vivrebbe
ancora in un mondo privo di luce, ma soprattutto non avrebbe mai capito
quanto
in realtà suo fratello lo amasse e quanto ci tenesse a lui.
Un solo
scambio di sguardi quel
lontano pomeriggio e adesso tutta la sua
vita era cambiata radicalmente, in maniera positiva ovviamente.
Alcune
volte, tuttavia, il
rancore provato così a lungo nei confronti del suo aniki
tornava così
prepotentemente a galla da lasciarlo stordito, incapace di reagire,
lasciandolo
debole e con una terribile voglia di far smettere tutto, di cancellare
per
sempre dalla sua vita quel fratello così irraggiungibile.
Dimenticare sarebbe
stata la via più semplice, quella per far cessare tutto ma
sarebbe stata anche
la più sbagliata. Per quanto il suo cervello arrivasse a
processare questi
pensieri era difficile accettarli anche a livello di sentimenti, sedici
anni di
lontananza non si potevano cancellare così facilmente, non
bastava un semplice
colpo di spugna per far sparire tutto e far finta che niente fosse mai
successo
e se ne rese conto il giorno in cui tutte le sue debolezze vennero a
galla,
quando la sua più grande paura si era palesata sotto gli
occhi: vedere con
quanta facilità Itachi avesse instaurato un rapporto con
Naruto lo fece cadere
nel baratro più profondo della gelosia, ebbe così
paura di perdere il suo
ragazzo, temette così fortemente che Itachi glielo stesso
portando via da farlo
scoppiare, urlandogli contro tutto ciò che teneva
così segretamente nascosto
nel cuore. Fu improvviso, non programmato e doloroso, non si era reso
conto di
quanto male gli facesse tenere quei pensieri rinchiusi da qualche parte
nel cervello,
avvelenando tutti i progressi che stavano facendo e azzerandoli tutti.
Itachi non
disse niente, si
limitò ad incassare tutti quei sentimenti repressi, come se
non stesse
aspettando altro, come se meritasse ogni impropero che si sentiva
rivolgere, spezzò
il cuore a Sasuke vedere lo sguardo che gli era comparso sul viso, non
aveva
mai visto due occhi così triste ma non poteva più
tornare indietro e si rese
conto che non lo voleva, era giusto così, prima o poi tutto
quel risentimento
sarebbe venuto a galla e nascondere la testa nella sabbia non avrebbe
giovato a
nessuno dei due, si erano feriti tanto, dovevano accettarlo e provare
ad andare
avanti o avrebbero mai costruito qualcosa di solido. Alla fine Itachi
si alzò
gli rivolse un sorriso triste e se ne andò.
Bastò
guardare negli occhi Naruto
per capire di aver esagerato, di aver sbagliato il modo in cui aveva
detto
certe cose, non gli aveva mai visto fare un espressione così
delusa e la
vergogna che provava non fece che aumentare quando seppe che in
realtà Itachi
gli stava raccontando di quanto carino fosse lui da piccolo.
Quella
terribile giornata si
concluse con una porta sbattuta e la minaccia da parte di Naruto di non
mettere
più piede in quella casa fino a quando non avesse risolto
quella brutta
situazione.
L’iniziale
tradimento che provava
nei confronti del suo ragazzo si acquietò presto quando
capì che stava cercando
semplicemente di fare il meglio per lui, perché si era reso
conto quanto
tenesse a suo fratello e poi oggettivamente parlando avrebbe dovuto
trovare il
modo migliore per parlargli, si sentiva terribilmente immaturo in quel
momento
e non gli piaceva per niente quella sensazione.
Trascorse
un’intera settimana
prima che il suo orgoglio si ritirasse e gli permettesse di telefonare
al
fratello per poter chiarire, la conversazione che ne era seguita era
stata
matura, entrambi avevano ammesso i propri errori e fu il primo momento
in cui
Sasuke fu in grado di vedere dietro la maschera di suo fratello, scorse
tutta
la preoccupazione, la paura e quanto fosse pesante per lui il ruolo in
cui
tutti lo avevano relegato, capì quanto si sentisse solo
rinchiuso sotto quella
campana di vetro sotto cui lo avevano costretto, entrambi avevano delle
ferite
aperte e delle cicatrici ma in qualche modo avrebbero trovato una
soluzione.
Quello fu il
primo passo atto a
costruire quel rapporto che sarebbe diventato così prezioso
e inimitabile per
loro.
***
Fu durante
l’anno in cui Sasuke
compì diciassette anni che si rese conto di avere qualcuno
su cui fare
veramente affidamento a parte Naruto e Shikamaru, inspiegabilmente si
trovava
molto bene con quel ragazzo, era acuto e intelligente tanto da far
paura delle
volte, se solo non fosse stato così pigro sarebbe stato uno
dei migliori in
quella scuola.
Non sa
esattamente come tutto
ebbe inizio, durante la pausa pranzo si stava dirigendo verso la classe
di
Naruto – per suo grande disappunto erano finiti in due
sezioni diverse
quell’anno – quando sentì due ragazzi
dietro di lui bisbigliare delle malignità
su loro due, non gli importava granché cosa dicevano su di
lui ma dire simili
cattiverie su Naruto era del tutto inaccettabile. Realizzò
di aver scagliato un
pugno contro uno dei due solo quando lo ebbe effettivamente fatto, non
era da
lui reagire in questo modo ma non poteva assolutamente tollerare che
due
perfetti sconosciuti denigrassero ciò che li univa. Inutile
dire che in poco
tempo la situazione era sfuggita al controllo di Sasuke, tutti quelli
che
avevano dei risentimenti nei suoi confronti approfittarono di quella
situazione
per cercare vendetta, come se fosse colpa di Sasuke il fatto che non
emergessero negli studi non colpa della loro profonda
stupidità, in ogni caso
per quanto numerosi fossero riusciva a gestirli bene, erano un branco
di
scimmie senza un briciolo di cervello e con una forza pari a quella di
un
bambino per cui non era difficile stargli dietro. Commise
l’imprudenza di
distrarsi quando vide comparire Naruto nel corridoio, stava per dirgli
qualcosa
quando un ragazzo – approfittandosi della situazione
– era riuscito a colpirlo
dritto nello stomaco, l’impatto lo colse così di
sprovvista che si piegò in due
e poggiò le mani sul pavimento, fu necessario quello per far
entrare nella
rissa anche Naruto, per quanto potesse apparire gracile di aspetto la
sua forza
era pari a quella di Sasuke e in poco tempo riuscirono a mettere fuori
gioco
tutti quegli stolti che avevano avuto il coraggio di sfidarli, questa
bravata
però costò loro un richiamo da parte della
preside con tanto di convocazione
dei loro familiari.
Minato e
Kushina era
imperturbabili, non riusciva a capire se fossero arrabbiati o meno,
Naruto a
loro fianco appariva del tutto tranquillo, ovviamente Fugaku non si era
presentato all’incontro, non riconoscendolo più
come suo figlio non si sarebbe
abbassato a presentarsi ad un evento in cui ancora una volta Sasuke si
sarebbe
dimostrato l’onta della famiglia, in sua vece
presenziò Itachi, splendido nel
suo abito di alta sartoria e con i capelli perfettamente raccolti in un
codino,
era l’immagine della serietà e della freddezza,
non rivolse una parola a Sasuke
e quando entrarono nell’ufficio della preside si
limitò ad ammettere le sue
colpe e non provò a discolparlo così come fecero
i genitori di Naruto, entrambi
ebbero una settimana di sospensione, eppure quando uscirono fuori dalla
scuola
la serietà si era disciolta nel nulla e Itachi conversava
tranquillamente con
Minato, come se non fossero appena usciti da un incontro serio, Sasuke
fissava
la scena senza sapere cosa dire mentre Naruto al suo fianco sorrideva
tranquillo, perché tutti erano calmi tranne lui? Cosa si era
perso?
“Itachi
caro saremmo molto felici
se tu e tuo fratello accettaste di venire a cenare a casa nostra un
giorno di
questi, credo sia arrivato il momento di presentarci come si deve dato
che
ormai è molto tempo che Sasuke e Naruto si frequentavo, non
trovi?”
L’offerta
era partita da una
gentile Kushina con un sorriso cordiale stampato in faccia, Sasuke
sentì
improvvisamente freddo, una cena formale a casa dei genitori di Naruto,
non era
ancora pronto a questo.
Un braccio
si posò con gentilezza
sulla sua spalla mentre Itachi accettava l’invito,
sprigionando il suo solito
fascino che mandò letteralmente in brodo di giuggiole la
madre di Naruto che
ricevette un’occhiata sconvolta da parte di Minato e una
divertita da parte del
figlio.
Minato
avvolse le spalle di
Naruto mentre si avviavano verso la macchina e si girò a
lanciargli
un’occhiataccia e a farli la linguaccia.
Sasuke era
ancora più confuso da
quella situazione, l’uomo più potente del Giappone
si era appena comportato
come un bambino di cinque anni nei suoi confronti? Allora come temeva
lo odiava
veramente, quella sarebbe stata una cosa dura da superare, Itachi al
suo fianco
ridacchiava, evidentemente qualcuno si stava divertendo.
“Sono
contento che tu ti stia
divertendo aniki.”
“Non
prendertela Sasuke, stavo
solo pensando che allora le voci che giravano su Minato-sama sono
vere.”
Incuriosito
si voltò verso
Itachi.
“Voci?
Che voci?”
L’espressione
che si vide
rivolgere gli fece gelare il sangue.
“Oh
mio caro otouto si dice che
sia estremamente geloso del figlio e che lo adora oltre ogni limite
della
decenza umana. Sarà difficile per te, probabilmente
tenterà di avvelenarti di
nascosto.”
Bene, di
male in peggio, com’era
possibile che quell’uomo fosse a capo di un’azienda
così potente?
“Sai
otouto devo dire che sono
fiero di te.”
L’occhiata
obliqua fu
sufficientemente chiara da spingerlo a continuare.
“Il
Sasuke di una volta non
avrebbe mai fatto una cosa così prima, sei cambiato e ne
sono contento. Ero
convinto che saresti finito con il diventare come nostro padre, freddo
e
spietato invece per fortuna non è così. Hai
difeso la persona che ami, non hai
fatto niente di sbagliato anzi, solo la prossima volta evitate di fare
fuori
metà del corpo studentesco, ok?”
La presa
sulla sua spalla aumentò
mentre si avviavano verso la macchina, Sasuke fu incredibilmente felice
di aver
seppellito gli antichi rancori, aveva qualcosa da proteggere adesso e
non era
solamente Naruto.
***
Il diploma
nell’istituto che
frequentavano lui e Naruto era un traguardo importante, qualcosa da
festeggiare
in pompa magna in quanto immettevano nel mondo la futura classe
dirigente
ragion per cui quel giorno erano invitati tutti i genitori e lo
studente migliore
doveva tenere un discorso di commiato davanti a tutti.
Non fu certo
una sorpresa sapere
di essere il migliore così come non lo fu il fatto che lo
fosse anche Naruto,
entrambi avevano il massimo dei voti in tutte le materie e avevano
ottenuto il
punteggio più alto anche agli esami, fu scontato che
toccasse a loro due tenere
il discorso, lo sapevano tutti sia studenti che genitori.
Come aveva
scoperto molto presto
i genitori di Naruto erano dei personaggi piuttosto bizzarri, Kushina
era
oltremodo esuberante e aveva il vizio di balbettare ogni volta che
parlava
troppo velocemente – cosa che accadeva molto spesso
– ma era anche estremamente
dolce mentre Minato… Beh Minato… Era difficile da
catalogare, un momento era
freddo come il ghiaccio l’altro la persona più
sconclusionata del mondo, più di
una volta Sasuke si era chiesto se fosse affetto dalla sindrome di
personalità
multipla perché non era assolutamente normale un simile
comportamento poi aveva
capito, ogni volta che si avvicinava a Naruto non poteva fare a meno di
emettere versetti al limite del decoro e correva subito ad
abbracciarlo,
avevano un rapporto molto fisico e poi lo guardava con pura meraviglia
e amore
negli occhi, era indubbiamente molto fiero di lui non perdeva occasione
per
dimostrarlo con lui ovviamente era tutto un altro discorso, lo aveva
strattonato dentro uno stanzino buio per minacciarlo di morte atroce se
mai
avesse fatto soffrire il suo dolce bambino e poco importava che il suo
“dolce
bambino” avesse diciotto anni senza contare che gli aveva
velatamente detto che
non glielo avrebbe mai ceduto… Quella famiglia era
incredibilmente unita ma
anche incredibilmente incasinata…
Ovviamente
quel giorno non
potevano mancare e guardarli faceva quasi male agli occhi, sembrava che
fossero
circondati da luce e scintille tanto erano brillanti, chi gli passava
accanto
era come rapito e in effetti sia per bellezza che per carisma
surclassavano
chiunque.
Quando
Naruto lo vide si congedò
dai genitori per andare da lui con un sorriso luminoso sul volto e i
capelli
che svolazzavano in ciocche dorate per via della leggera brezza che
presente
quel giorno, quell’immagine si impiantò nel
cervello di Sasuke, voleva ricordare
quel momento per sempre.
Durante il
discorso gli occhi di
Sasuke vagarono per tutta la platea in cerca di suo padre, era convinto
che
almeno per quell’occasione si sarebbe presentato, anche solo
per formalità ma
già al primo sguardo si rese della sua assenza, la mano di
Naruto corse ad allacciarsi
alla sua al riparo da sguardi indiscreti poiché protette
dalla cattedra che li
proteggeva, fu allora che si accorse della presenza di Itachi, era
appena
entrato nella stanza e sembrava avesse il fiatone, come se avesse
corso, appena
lo vide gli sorrise e l’animo di Sasuke si quietò.
“Congratulazioni
otouto, sono
molto fiero di te.”
Sasuke fu
invaso dalla gioia.
***
Era nervoso,
incredibilmente
nervoso e lui non lo era mai, le sue mani stavano sudando e la gola era
incredibilmente secca mentre la sua mente era invasa da pensieri al
limite del
tragico.
“Ehi
otouto calmati andrà tutto
bene.”
“La
fai facile tu, non sei quello
che deve sposarsi!”
Itachi rise
lievemente a quelle
parole, era il suo testimone doveva cercare di tranquillizzarlo non
ridersela
sotto i baffi!
“Allora
anche tu ti fai prendere
dall’agitazione, chi lo avrebbe mai detto.”
Lo sguardo
truce che Sasuke gli
lanciò lo fece tacere, agitato com’era
probabilmente l’avrebbe lanciato
veramente fuori dalla finestra. Vederlo in quello stato gli faceva una
tenerezza infinita, ebbe pietà di lui e lo
afferrò per le spalle prima di
parlargli con il tono più serio che aveva.
“Ascolta
otouto andrà veramente
tutto bene. Stai per sposare l’amore della tua vita e niente
e nessuno potrà
rovinarti questo giorno quindi fa un respiro profondo, Naruto ti
aspetta.”
Sasuke
sorrise.
***
Il bambino
che teneva in braccio
era piccolissimo, un fagottino che quasi spariva tra le sue braccia,
avvicinò
il viso a quello del piccolo e ispirò il suo odore, sapeva
di borotalco e
latte, una combinazione intossicante per i sensi di Sasuke, sarebbe
rimasto ore
ad odorare quel piccolo frugoletto, sorrise istintivamente mentre il
suo dito
veniva avvolto da una manina piccola e paffuta.
“È
un bambino bellissimo otouto.”
Il sorriso
orgoglioso che gli
rivolse lasciò stordito Itachi, non era da suo fratello
esprimere così
chiaramente i suoi sentimenti, sorrise mentre gli scompigliava i
capelli.
“Sarai
un ottimo padre.”
*
Sasuke
è stremato, nel corpo come
nello spirito, Naruto è stato cattivo con lui tutto il
giorno, tentandolo in
ogni maniera e i suoi nervi già in stato precario erano
collassati del tutto
quando ha visto suo marito uscire dalla doccia con un minuscolo
asciugamano che
di fatto non copriva niente.
Nemmeno
andare al ristorante di
ramen ha sortito qualche effetto e ora gli tocca dormire di nuovo sul
divano,
il suo collo sta già implorando pietà.
Stupido
aniki pensa mentre chiude
gli occhi e cerca di dormire.
Il giorno
dopo la situazione è
ancora più critica, praticamente gli fanno male muscoli di
cui non conosce
neppure l’esistenza, oh ma oggi è il giorno della
grande vendetta, ha concesso
al suo aniki un’intera giornata per sentirsi al sicuro, oggi
non gli lascerà
scampo e il fatto che sia domenica è solo
un’aggiunta al suo piano.
Si fa la
doccia e si veste con
molta attenzione, il suo collo scricchiola in maniera inquietante se fa
movimenti bruschi quindi anche solo indossare una maglietta
è un’impresa epica.
Lascia un biglietto sul cuscino in modo che Naruto sappia dove si trova
e
scende nel garage per prendere una macchina, l’albergo di suo
fratello non è
molto lontano ma camminare normalmente senza sembrare reduce da un
incidente
non è facile quindi opta per la soluzione migliore.
248. Il suo
aniki ovviamente ha
riservato la suite più costosa dell’albergo,
oltremodo prevedibile, crede di
essere al sicuro, ma si sbaglia di grosso, per tutto il giorno
farà in modo di
essergli appiccicato, non lo lascerà un solo secondo, per
colpa sua non fa
sesso da un tempo inquantificabile se crede di passarla liscia e
potersi
dedicare impudentemente a certe attività si sbaglia di
grosso.
Bussa tre
volte con forza e il
suo stupido, stupido, aniki apre subito la porta, probabilmente
aspettava il
servizio in camera a giudicare dallo sguardo di pure terrore che gli
rivolge,
evidentemente sa già cosa l’aspetta, un ghigno
diabolico gli si dipinge in
faccia mentre entra nella camera senza aspettare un invito che
sicuramente non
arriverà.
“Oh
mio caro povero aniki,
credevi di passarla liscia? Che ti avrei perdonato così
facilmente? Andiamo mi
conosci bene senza contare che per colpa tua e del decerebrato
nell’altra
stanza me la sono vista molto brutta. A causa vostra Naruto ha quasi
perso un
cliente molto importante e ovviamente ha scaricato la sua furia su di
me, il
lato sadico di Kushina si è manifestato e mi sta torturando
lentamente quindi
se pensavi che ti avrei lasciato godere un momento di idilliaca pace con Gaara ti sbagli di grosso.
Dunque perché non
ti prepari? Oggi passerai tutta la giornata con me a fare quello che
dico io e
se speri di evitarlo ti sbagli di grosso, non ti lascerò un
solo istante.”
La risata
malefica che fa
metterebbe il terrore anche al peggior criminale.
La giornata
si è rivelata più
fruttuosa del previsto, oltre ad avere schiavizzato per
un’intera giornata il
fratello portandolo a fare solo cose che detesta - come andare
all’acquario, sì,
lo detesta, non conosce il reale motivo ma è intenzionato a
scoprirlo – ha
ottenuto la promessa di non farsi vedere per i prossimi sei mesi il che
gli
garantisce un periodo di totale pace.
Rientra a
casa che è già buio
fuori, non ha visto né sentito Naruto per tutto il giorno e
gli è mancato.
Accende la
luce del soggiorno e
lo trova addormentato sul divano, già in pigiama con un
peluche tra le braccia,
probabilmente è passato Yu con Aki mentre non
c’era. Quando dorme il suo viso
assume un espressione tenera – più del solito
comunque – gli si avvicina e gli
accarezza i capelli, deve svegliarlo o domattina sarà un
ammasso di ossa
doloranti.
“Ehi
dobe, è tardi andiamo
svegliati.”
Neanche con
il tono di voce più
dolce che ha riesce a svegliarlo, nemmeno le cannonate riuscirebbero in
questo
intento. Avvolge un braccio attorno alle sue spalle mentre
l’altro lo porta
sotto le sue ginocchia e facendo attenzione lo solleva portandolo nella
camera
da letto, lo adagia sotto le coperte con dolcezza prima di lasciargli
un bacio
sulla fronte, spegne la luce e fa per uscire quando sente una mano
appoggiarsi
sul suo braccio, nonostante l’oscurità che permea
nella camera riesce a
scorgere perfettamente gli occhi di Naruto velati ancora dal sonno, si
sente tirare
verso il basso e capisce che per stanotte dormirà nel suo
letto, la mano sul
suo braccio lascia la presa mentre il proprietario scivola di nuovo nel
sonno.
Si infila il pigiamo in fretta e scivola sotto le coperte, avvolge il
corpo di
Naruto tra le braccia e sospira contento, gli è mancato
abbracciarlo.
“Dove
sei stato teme?”
Non si
aspettava che fosse ancora
sveglio, aumenta la presa per paura che lo mandi via mentre risponde.
“Ero
da Itachi.”
La testa di
Naruto si appoggia
sul suo petto mentre si stringe a lui.
“Mi
sei mancato.”
“Anche
tu.”
Parole
inascoltate, il sonno ha
già preso il sopravvento sull’altro, sorride
felice mentre lascia che quel
bozzolo di calore e amore lo faccia scivolare nel sonno.
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L’angolino
di Ro…
I’m
back! Visto? Lo avevo detto
che questa volta non vi avrei fatto aspettare tanto! Allora? Cosa ne
dite? Vi è
piaciuto il capitolo? Personalmente ho amato scriverlo, sarà
perché Itachi è
uno dei personaggi che amo di più, sarà che nella
mia storia è completamente
folle… in ogni caso devo dire che questo capitolo mi
soddisfa pienamente! Come
avrete notato il ricordo è in realtà un insieme
di ricordi, tappe importanti
nella vita di Sasuke in cui Itachi è stato in qualche modo
fondamentale… Vi è
piaciuto o avreste preferito altro? Fatemelo sapere…
Come sempre
ringrazio tutti
quelli che leggono, mettono questa storia tra le
seguite/preferite/ricordate e
chi lascia un’opinione! Grazie infinitamente! Aumentate
sempre di più e non so
come ringraziarvi!
Ultimo
appunto e poi vi lascio:
il capitolo non è betato, la mia cara amica
nonché beta è nel pieno degli esami
quindi il suo tempo è decisamente limitato spero che non ci
siano troppi errori
disseminati XD
Vi lascio un
piccolo spoiler sul
prossimo capitolo: si intitolerà FIGHT…
chissà a cosa si riferisce…
Detto questo
vi saluto al
prossimo capitolo!