Shikamaru lo diceva sempre: dalla vita desiderava cose semplici.
Nonostante la sua intelligenza non amava immergersi in cose complicate.
Non gradiva le letture di gialli.
Non gradiva i film troppo complessi.
E non gradiva il mondo delle donne: gli esseri più contorti che calcavano quella terra.
Lui voleva una donna normale, né bella né brutta, con la quale condividere la vecchiaia quando i loro figli - ne desiderava due - fossero abbastanza grandi da badare a sé stessi.
Ma allora, perché Temari e Ino non volevano capire quel suo semplice desiderio?
Non chiedeva tanto. Voleva pace e discrezione.
Voleva una donna che non fosse la copia sputata di sua madre.
Le due bionde della sua vita - le definiva ormai così - non erano perfette per lui.
Troppo belle.
Troppo esigenti.
Troppo chiassose ed energiche.
Troppo donne 'da Clan Nara'.
E Shikamaru non voleva essere come suo padre - che faceva il forte con gli amici ma davanti alla moglie diventava docile come un gattino - lui voleva sempre essere sé stesso.
Fuori e dentro la famiglia.
Era sicuro che se, mal auguratamente, si fosse fidanzato con Temari, questa l'avrebbe costretto a lasciare la sua rilassante occupazione di 'cloud-watching'.
No. Era inconcepibile.
Per una volta nella sua vita il giovane Nara era sicuro di una cosa: lui si sarebbe distinto da tutti i membri del suo clan e si sarebbe trovato una donna docile e intelligente, che non pensava solo agli allenamenti e alla bellezza.
Donna che per lui era incarnata in Shiho.
Aveva avuto modo di frequentarla solo per lavoro inizialmente e da subito si era trovato bene con lei, almeno caratterialmente.
Era intelligente, si impegnava tantissimo nel suo ruolo di decriptazione senza mai distrarsi.
Dopo di quegli incontri, puramente lavorativi, avevano iniziato a frequentarsi anche fuori, quasi per caso.
Shikamaru infatti non si sarebbe mai immaginato di invitare una ragazza fuori ma dopo quella serata, passata chini sui libri, sentiva il bisogno di rilassarsi e di sicuro anche la ragazza ne aveva la necessità.
La guardò mettere a posto i libri - tutti insieme, il classico viaggio del pigrone.
" Shihosan, deve uscire ora?", domandò con garbo ed educazione.
" P-penso di no. Forse resto qui. Ho dei libri da finire."
" Perché la volevo invitare fuori."
A quelle cinque semplici parole, i libri che stava mettendo sullo scaffale più alto le crollarono addosso, sommergendola.
Inizialmente Shikamaru rimase perplesso ma si azionò subito per aiutarla.
" Tutto bene?", domandò guardandola in viso.
Era rossa per l'imbarazzo e per lo spavento.
" S-sì. Scusa la sbadataggine."
" Mpf."
Il ragazzo trovò impossibile non sorridere.
Shiho era così semplice, silenziosa e calma.
Un poco sbadata e timida.
Sicuramente non era di una bellezza prorompente come quella di Ino ma non era neanche brutta.
Poi era intelligente.
' La donna perfetta per me.', pensò il Nara, folgorato da tale pensiero.
Decisamente: Shiho rappresentava il suo ideale di moglie.
Forse era troppo presto per pensare alla parola 'moglie' ma era sicuramente il momento giusto per iniziare a conoscere meglio la ragazza.