Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: likeadarkangel    12/06/2014    1 recensioni
Quando inizi a non capire più chi sei; quando non sai più qual'è il posto adatto a te; quando non sai più la giusta direzione da prendere; quando l'amore arriva portando con se tanti dubbi; quando i problemi iniziano ad essere più difficili da risolvere; quando non sai più quale sia il bene e quale il male; quando le persone ti deludono; quando ciò che credevi giusto si rivela sbagliato: sono in quei momenti che il buio che c'era dentro a te inizia ad espandersi, diventando sempre più incontrollabile, riuscendo a coprire la poca luce che c'era in te.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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The dark inside


Il sole è alto; gli uccellini cinguettano. 

Apro leggermente gli occhi, lievemente infastidita da quei pochi raggi che penetrano dalle tende. Sollevo il lenzuolo mettendomi a sedere. Appena appoggio i piedi al freddo suolo un piccolo brivido mi percorre il corpo. Mi alzo e ancora leggermente assonnata mi dirigo verso la cabina armadio. Indosso la mia uniforme e dopo aver indossato le mie adorate converse bianche esco dalla cabina armadio per andare in bagno a rinfrescarmi il viso e lavarmi i denti. Mi sistemo i capelli e prima di uscire dalla stanza mi fermo a guardarmi allo specchio. 
"Impeccabile" è ciò che tutti pensano che io sia. Ciò che tutti si aspettano dalla figlia di Karen Angel Light. Direttrice della più grande scuola di magia bianca. 
Secondo molti io sono come era lei alla mia età. In più il fatto di assomigliarle tanto non gioca a mio beneficio. Possiedo quasi tutti i suoi tratti, anche se ci sono due cose che mi distinguono maggiormente da lei: i miei capelli e i miei occhi.
I miei capelli sono dello stesso colore di mia nonna paterna: rossi. Un rosso scuro, quasi dello stesso colore del sangue. Ma ciò che amo di più di me sono i miei occhi. Sono di color nero, dello stesso colore di tutta la casata di mio padre; un colore che caratterizza tutti noi Daimon. Un cognome che crea molti dispiaceri a mia madre, tanto da chiedere più volte a me e a mio fratello di cambiarlo, prendendo il suo di cognome. Un cognome importante nella nostra società: Light.
Sembra strano che i miei genitori abbiano dei cognomi cosi differenti, ma non lo è. Dopotutto loro lo sono, differenti intendo; sono l'esatto opposto. Mia madre è un'angelo, mio padre è un demone. Lei la luce, lui l'oscurità. Lei salvatrice, lui distruttore. Il loro amore è stata la loro rovina. Ma poi in una notte di passione lei rimase incinta di me e mio fratello. 
Non so esattamente che cosa siamo. Potremmo essere "demoni bianchi" o "angeli oscuri". Da quando siamo nati noi viviamo nella "luce", tra gli angeli. Frequentiamo la migliore scuola di magia bianca; dove ci insegnano ad usare la magia bianca e tutti i benefici che porta, ci insegnano la forza dell'amore e dei sentimenti positivi, ma ci insegnano anche come combattere e distruggere il male. 
Nonostante sia circondata dalla "luce" non riesco a fare a meno di cercare il "buio". Sebbene io sappia che ciò è sbagliato e che non dovrei cadere nelle tentazioni , l'oscurità e la magia nera mi affascinano.
* * *
Mentre percorro il lungo corridoio del piano superiore, vengo raggiunta da mio fratello. Giro il viso per poterlo osservare meglio e incrocio i suoi occhi, identici ai miei, intendi a scrutarmi. 
Mio fratello è un bel ragazzo. Alto, un fisico ben scolpito dai duri allenamenti ai quali piace sottoporsi. Mamma dice sempre che è troppo simile a nostro padre; forse per le due caratteristiche tipiche della nostra casata. I capelli biondi, di un biondo talmente chiaro che a volte potrebbero sembrare quasi bianchi, e gli occhi neri. Il suo aspetto fa molto effetto sulle ragazze, forse perché assomiglia al ragazzo bello e dannato: ciò che alla fine è. 
"Allora Lilth cara" mio fratello è l'unico a chiamarmi con il mio secondo nome "quali incantesimi oscuri hai praticato sta notte?" la mia bocca si apre in un sorriso, lui capisce sempre quando faccio qualcosa che non dovrei fare " niente di che, qualche incantesimo di tortura". Ritorno a guardare davanti a me. "Sai Klaus questa notte ti ho sentito uscire" inizio tranquillamente "... di che ragazza hai portato via l'anima?" gli chiedo diretta. "Un'insignificante umana" mi risponde senza guardarmi. "Sai vero che se mamma lo scopre ti ammazza" constato guardandolo nuovamente "Sai vero che la stessa cosa vale per te" mi dice sorridendo "Touchè" gli sorrido anch'io. Entriamo nella sala da pranzo trovando mamma già intenta a fare colazione. "Scusate ragazzi ma oggi non vi aspetto" ci informa mentre finisce la sua colazione "Sapete oggi è il primo giorno di scuola, devo accogliere i primini, mostrare loro la scuola e tutto il resto". La vedo alzarsi. "Ci vediamo a scuola" dice prima di scoccarci un bacio sulla guancia di ognuno "Vi voglio bene" aggiunge prima di uscire da casa. 
"Finalmente l'ultimo anno di scuola" dico spensierata "Già" afferma lui "Dopo tutto cambierà" aggiunge tranquillamente. Non so a cosa si riferisse, ma non ci do troppo importanza. Finiamo la colazione in silenzio, per poi uscire di casa. Visto che la scuola non è lontana ci andiamo a piedi. Mentre percorriamo la strada una strana sensazione si impossessa del mio corpo, come se qualcuno mi stesse osservando. Nonostante abbia guardato più volte dietro di me, non ho notato nessuno osservarmi. Forse la mia immaginazione mi gioca brutti scherzi. 
Prima di entrare a scuola "indosso" la mia solita maschera, quella che ormai da anni tutti sono abituati a vedere. Con un enorme sorriso saluto tutte le persone che incrocio nel mio cammino, alluni o insegnanti che siano. Arrivati al terzo piano saluto mio fratello, per poi entrare nella mia classe mentre lui raggiunge dei suoi compagni che si trovano in fondo al corridoio.
Come al solito mi siedo al mio posto: l'ultimo banco in fondo a sinistra, vicino alla finestra. Da questa classe si vede bene l'inizio della foresta, alla quale però è proibito accedere.
La campanella suona indicando cosi l'inizio delle lezioni. La professoressa entra poco dopo e dopo averci salutati inizia a spiegare. Per la prima parte della lezione sto attenta, ma poi qualcosa mi distrae. Nel mio corpo si manifestano le stesse emozioni provate questa mattina. Istintivamente mi giro verso la classe, ma noto che stanno tutti guardando verso la lavagna ascoltando la lezione. Pensando di essermi immaginata tutto inizio a guardare la lavagna per poter seguire la lezione. Purtroppo la sensazione di essere osservata non sparisce e senza saperne il motivo volto il mio sguardo verso la finestra, osservando il paesaggio fuori. Subito il mio sguardo viene attirato da qualcosa che si muove nella foresta, appoggiandosi in fine su una sagoma. Sposto un po' lo sguardo vedendo che leggermente più spostata a destra c'è un'altra sagoma, la quale però osserva in un'altra direzione. Riporto lo sguardo all'interno della classe, fissando il mio banco. Forse anche questa volta è stata la mia immaginazione a creare tutto, o forse sto impazzendo a causa di qualche incantesimo sbagliato. Non resistendo porto di nuovo il mio sguardo in quel punto, sperando che fosse solo la mia immaginazione e che ora non ci sia più niente, il mio cuore inizia a battere più forte appena mi rendo conto che non è cosi e che quella sagoma è ancora presente. Non so perché, ma uno stato d'ansia si forma in me: come se sapessi che è qui per me.
"Signorina Daimon" mi richiama sprezzante, a causa del mio cognome, la professoressa "forse la mia lezione non le interessa?" "n-no.. cioè si... io... mi scusi, non mi sento molto bene, ho bisogno di aria". Raccolgo velocemente le mie cose, uscendo subito dopo dalla classe. Scendo velocemente le scale, sperando di arrivare al più presto nel giardino: ho bisogno di un po' di aria. Non riesco a capire perché io sia così spaventata. Appena esco fuori lascio cadere la borsa a terra e mi siedo vicino ad essa. Mi prendo il volto tra le mani cercando di calmarmi; non mi ero neanche accorta di aver iniziato a tremare. Un brivido mi percorre la spina dorsale. Girandomi noto di nuovo quella sagoma. Lo vedo avanzare, quel tanto che basta per venir leggermente illuminato da alcuni raggi del sole. Vedo la sagoma prendere forme più precise, rivelandomi la figura di un ragazzo. Questa è l'unica cosa che riesco a scorgere prima che sparisca. Subito dopo la sua uscita di scena, un leggero venticello si alza. E in lontananza mi sembra di sentire il mio nome "Rosaline Lilth Daimon"  
  
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