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Autore: Tigre Rossa    14/06/2014    1 recensioni
"Il giovane sospirò e si passò una mano sugli occhi.
Quanto avrebbe desiderato avere un po’ di luce.
Gli sarebbe bastato il fievole bagliore della stella più piccola e lontana.
Era tutto ciò che desiderava.
Solo un po’ di luce.
Quel poco che bastava per illuminare l’oscurità in cui viveva da quando, due settimane prima, si era risvegliato senza ricordare nulla di sé stesso e del proprio passato.
Già, lui non ricordava più nulla.
Assolutamente nulla.
Della tartaruga una volta chiamata Leonardo non restava che una creatura sperduta e senza memoria, una creatura facile da ingannare e da manovrare.
Un creatura che, pian piano, avrebbe smarrito sé stessa e la propria luce."
Leonardo ha perso la memoria e non ricorda più nulla di sè o del proprio passato, così Shredder decide di approfittarne e lo trasforma in uno dei suoi più fidati ninja. Ma Splinter, Raffaello, Michelangelo, Donatello, April, Casey e il resto della banda faranno di tutto per riavere indietro il loro leader, il quale dovrà combattere la più dura delle battaglie: quella della ricerca della verità.
Universo 2003
Genere: Azione, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Karai, Leonardo Hamato, Raphael Hamato/ Raffaello, Shredder/Shrell/ Oroku Saki, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Quando l'oscurità inghiotte la luce



Ti ritroverò
 



 
 
Un’ombra si muoveva veloce e silenziosa sui tetti della città, controllando ogni angolo con attenzione ed occhio vigile e cercando di non farsi sfuggire neanche il più piccolo movimento, cosa ancora più difficile del solito a causa dell’assenza degli astri notturni e della loro voce.
Ormai erano passate molte ore da quando aveva iniziato la ricerca. Era uscita dal proprio nascondiglio al tramonto, sfruttando il più possibile il buio per muoversi senza essere notata né dai propri nemici e nemmeno dai normali cittadini.
 
A dire il vero, se fosse stato per Raffaello egli avrebbe continuato a cercare in tutta la città anche durante il giorno, incurante degli umani, fino a quando non avrebbe trovato colui che stava cercando.
Ma il maestro Sprinter non aveva voluto sentire ragioni: non avrebbe esposto i suoi figli al rischio di essere visti e braccati, soprattutto non dopo ciò che era successo due settimane prima.
Già era tanto che gli aveva permesso di separarsi per mandare avanti le ricerche e di stare fuori tutta la notte. Meglio non tirare troppo la corda gli aveva consigliato Don, cercando di convincerlo ad ubbidire al sensei.
Ma il ninja dei Sai non li aveva ascoltati ed aveva continuato ad uscire di giorno ogni volta che aveva potuto, accuratamente travestito e pronto a tutto.
Nonostante queste uscite clandestine, però, egli non era ancora riuscito a trovare Leonardo.
 
Raffaello avvertì una fitta di dolore al pensiero di suo fratello, scomparso ormai da due settimane.
Non poté impedire alla propria mente di ritornare agli eventi passati, eventi che tormentavano le sue ore di veglia e che tornavano sotto l’aspetto di incubi durante le poche ore che si concedeva di sonno . . .
 
 . . . “Devo concedertelo, Raph: il film che hai scelto stavolta era proprio bello!” gli disse Leonardo, sorridendogli da sotto la sciarpa azzurra che gli nascondeva il volto.
Anche il focoso sorrise. Era raro che gli stessi film che piacevano a lui piacessero anche al suo fratellone perfettino “Che ti avevo detto, intrepido? Non valeva la pena travestirci e salire in superficie  per vedere al cinema ‘Rush’? Voi non ascoltatemi mai, mi raccomando . . .”
Don sbruffò e lanciò un’occhiataccia a Michelangelo, che camminava sul marciapiede accanto a lui “ Per quel poco che sono riuscito a capire doveva essere veramente bello, ma non sono riuscito a seguire molto con questa specie di maiale verde che mi masticava nelle orecchie tutti i pop-corn del cinema!”
“Come, sei arrabbiato? Ma se te n’ho anche offerto un po’!” esclamò l’arancione, mentre ingoiava l’ultima manciata di pop-corn “Sei proprio incontentabile!”.
Leo e Don scossero la testa, sconsolati, mentre Raph lo sgridava “Tu sei incontentabile! Quanti soldi avrai speso per tutti quei pacchetti?! Davvero, Mich, oltre che un coniglio sei anche un porco!”
“Oh, ma guarda che sei tu quello che si è finito in un pomeriggio tutta la fornitura di cioccolata che avevamo comprato la settimana scorsa! Guarda che se continui in questo modo diventerai grasso, Raph, e non ti conviene, visto che sei già abbastanza brutto così . . .” lo prese in giro l’altro, ammonendolo con un tono di voce così  simile a quello che usava Leo per le sue ramanzine che tutti quanti scoppiarono a ridere.
“Su, basta” li richiamò all’ordine il maggiore, mentre entravano in una vicolo buio e isolato “Raggiungiamo il Tarta-Corazzato, il maestro ci starà aspetta . . .” la frase gli morì in gola.
Di fronte a loro erano apparsi come dal nulla una dozzina di ninja del Piede, tutti armati di katana e bo, che sembravano aspettare proprio loro.
Mentre questi li circondavano, i ragazzi si lanciarono un’occhiata d’intesa, si tolsero gli abiti in modo da poter combattere con più facilità, estrassero le proprie armi e si mise in posizione di difesa.
I ninja li attaccarono e a loro si aggiunsero molti altri, arrivati da chissà dove, troppi per poterli combattere con facilità in quello spazio ristretto. Peggio che peggio, avevano chiuso ogni possibilità di fuga.
“Raph” disse a bassa voce il leader al fratello accanto al quale stava combattendo “ sono troppi per sconfiggerli tutti. Voi tre avete dei fumogeni, vero?”
Il ninja dei Sai annuì.
“Bene. Quando vi darò il segnale, usateli e sfruttando la confusione cercate di raggiungere il tetto. Da lì seminate i ninja e raggiungete il Tarta-Corazzato. Ok?”
“Ok, fratello. Riferisco io a Mich e Don?”
“Si, ma fai in fretta.”
Il rosso fece come gli era stato ordinato e non appena Leo urlò “Ora!” sia lui che i suoi fratelli lanciarono a terra i fumogeni e nascosti dal fumo raggiunsero il tetto. Da lì si divisero, prendendo strade diverse e attirando un numero minore di ninja che riuscirono a sistemare.
Don e Mich raggiunsero per primi il Tarta-Corazzato e aspettarono i fratelli fuori dal veicolo, con le armi pronte in caso fossero apparsi altri ninja.
Raffaello arrivò poco dopo e circa cinque minuti più tardi apparve anche Leo.
“Però, ce ne hai messo di tempo, intrepido” lo prese in giro il focoso.
“Ne avevo alle calcagna due dozzine come minimo. Sembravano avercela tutti con me.” spiegò l’altro, guardandosi ancora alle spalle. “Su, andiamocene.”
Don aprì la portiera e fece per entrare, quando un shuriken si conficcò con forza proprio ad un centimetro dalla sua mano.
I quattro si voltarono verso la direzione dalla quale era stato lanciato e rimasero di sasso.
Di fronte a loro c’era l’elité di Shredder e Karai.
“Dovevo immaginare che ci fossi tu dietro questo attacco improvviso, Karai” ringhiò quasi Leonardo, stringendo con più forza le katana.
Karai non disse niente. Si limitò a guardarlo con i suoi occhi verdi ed a stringere le labbra. Poi alzò la mano ed a quel gesto le guardie giurate di Shredder si lanciarono contro le tartarughe, attaccandole con tutte le loro forze.
Queste contrattaccarono e riuscirono anche a ferire, seppure lievemente, i ninja dai mantelli rossi, ma il combattimento si faceva sempre più intenso e loro iniziavano a perdere terreno, troppo terreno.
“Ragazzi!” urlò Leonardo mentre ripagava il suo avversario del taglio appena infertogli “Prendete il Tarta-Corazzato e tornate alla tana! Io li trattengo e poi vi raggiungo!”.
“Non se ne parla neanche!” ribatté Raph, tirando un calcio alla guardia giurata che gli stava davanti “Noi non ti lasciamo, Leo!”.
Ma egli, nella foga di rispondere al maggiore, non vide la spazzata del ninja e si ritrovò a terra prima che se ne potesse rendere conto.
Il suo nemico, alzatosi in fretta, lo bloccò con un piede e alzò soddisfatto la propria arma per finirlo.
“No!” gridò l’azzurro, che aveva visto la scena, e si lanciò contro di lui, parando l’attacco e spingendolo lontano dal fratello. Poi aiutò Raffaello ad alzarsi e gli disse di nuovo, guardandolo negli occhi “Andatevene! È un ordine!”.
Il rosso non poté fare in tempo ad aprire bocca che la punta affilata di una lancia attraversò quasi tutta la spalla destra del leader, facendolo gridare dal dolore.
Raffaello allora, furioso,  si lanciò contro il ninja che l’aveva attaccato a tradimento, gli tirò due pugni dritti, un pugno circolare, un doppio calcio volante e quando questi cadde a terra gli conficcò un Sai nel braccio.
Si voltò di scatto per tornare dal fratello e vide Leonardo a terra, esamine.  Sopra di lui c’era il ninja contro il quale Leo prima stava combattendo. Gli stava puntando l’ascia alla gola.
Anche Donatello e Michelangelo videro la scena e fecero per raggiungerlo, ma i loro avversari glielo impedirono. Raffaello, invece, non riusciva a muoversi. Voleva intervenire, ma il muscoli sembravano non funzionare. Era come paralizzato.
“Lo uccido, mia signora?” domandò la guardia giurata a Karai, che era rimasta in disparte per tutto il tempo.
La donna sembrò esitare un attimo, ma poi disse in un soffio “No. Portiamolo via.”
A quelle parole Raffaello si riscosse e urlò, lanciandosi contro il ninja “Lascia stare mio fratello!”.
Questi, però, gli tirò un calcio al centro del piastrone e lo fece volare al muro, dove sbatté violentemente la testa e cadde a terra. Sentì altre urla e poi altri due tonfi proprio accanto a lui.
Cercò di rialzarsi, ma non ce la fece e cadde nuovamente a terra.
Prima di perdere conoscenza l’ultima cosa che vide fu Leonardo che veniva sollevato e poi . . . e poi fu il buio . . .
 
 
Raffaello tentò di ricacciare indietro le lacrime che spingevano per uscire e sollevò lo sguardo verso il cielo, cercando conforto in quella volta celeste e in quei astri che avevano sempre affascinato suo fratello Leo fin da quando era una tartarughina.
Gli sembrava quasi di sentirne ancora la voce entusiasta Vedi, Raph, quella è la costellazione del Saggitario . . . o, guarda, la luna è in fase crescente . . .
Ma gli astri notturni sembravano essere spariti insieme a Leonardo e lui non ne poteva più di quell’oscurità che regnava da quando il suo fratellone non era più lì.
 
“Ti ritroverò, Leonardo” mormorò Raffaello stringendo i pugni “Fosse l’ultima cosa che faccio, ti ritroverò e ti riporterò a casa. Te lo giuro.”
 
Proprio in quel momento vibrò il tarta-cellulare.
Raph sbruffò e rispose, sibilando “Spero che sia importante.”
“Raph!” urlò dall’apparecchiò la voce entusiasta di Casey Jones “Io e Mich abbiamo finalmente incrociato un gruppo di ninja e siamo riusciti a catturarne uno!”
Il cuore del rosso ebbe un guizzo. Finalmente, dopo due settimane di vane ricerche! “Davvero? Dove siete?”
“Nell’appartamento di April. È ancora incosciente.”
“Capito. Arrivo subito.”
La tartaruga chiuse il cellulare e si mise a correre.
 



La tana dell'autrice

Eccomi tornata! Credo che questo sia una specie di record, non ero mai riuscita a pubblicare due capitoli in un solo giorno - beh, sono un prologo e un capitolo, ma non badiamo a simili piccolezze-

Beh, non so cosa dire, spero solo che questo primo capitolo vi piaccia. Ci ho lavorato davvero con molto impegno perchè volevo rendere al massimo Raffaello, il cui legame con il fratello è forse uno dei più belli e complicati mai visti. Non so se ci sono riuscita, ma . . .
Ah, questa è la prima volta che scrivo una scena di combattimento! Che ve ne pare? Ho tentato di scriverla il meglio possibile, ma è stato un po' difficoltoso . . .

Tutto qui, spero che vi sai piaciuto

Cawabunga!

T.r.


 
  
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