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Autore: bulabula00    15/06/2014    2 recensioni
Una raccolta dove ogni capitolo rappresenta una singola storiella, dedicata ogni volta a una coppia diversa.
La prima vicenda, incentrata su Gray e Juvia, racconta della dolce maga d'acqua che, stanca dei continui rifiuti del mago di ghiaccio, decide di andare avanti senza di lui. Ce la farà il gelido mago a far risplendere il sole?
Il secondo racconto è basato sulla coppia Nalu! È vero che Natsu non ha paura di nulla? Scopritelo leggendo questo capitolo! ^-^
*PREMESSA*
Questo è il primo racconto che scrivo basato su un fanon (e si vede), ma ultimamente sono proprio impazzita per questo manga e le sue "coppie", quindi ho deciso di provarci, sebbene io non abbia mai amato molto le fanfiction.
Buona lettura, spero molto vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard, Lluvia, Mirajane, Natsu
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Juvia era confusa. Dov’era finito Gray-sama? Un attimo prima combattevano fianco a fianco e poco dopo era apparso Silver, il demone di ghiaccio, che con incredibile velocità si era avventato contro Gray, facendo scomparire entrambi.
 La battaglia fra fate e demoni infuriava con rabbia e violenza e la donna d’acqua, senza pensarci due volte, si allontanò dallo scenario per correre alla ricerca del suo amato Gray: non avrebbe mai potuto abbandonarlo.
Mentre si muoveva sola tra le macerie, Juvia pensò alla strana somiglianza fra il mago e il demone di ghiaccio, osservando  che entrambi avevano lo stesso potere e anche lo stesso odore… Probabilmente era per questo motivo che Silver se l’era presa proprio con Gray.  
In lontananza  Juvia poteva sentire le urla dei suoi amici e sperò con tutto il cuore che stessero bene, facendo assegnamento sulle loro capacità.
Nel frattempo migliaia di interrogativi prendevano forma nella  mente della maga che, agitata, non sapeva darsi delle risposte. “L’importante ora è trovare Gray-sama”,  si disse.  

Improvvisamente udì un boato alle sue spalle e, spaventata, si voltò alla ricerca della fonte del rumore. Poco lontano intravide due sagome scure che si fronteggiavano, avvolti in uno spiraglio di vapore.
Juvia si avvicinò titubante e rabbrividì, rendendosi conto che la temperatura era drasticamente calata e che il terreno sotto i suoi piedi si stava ricoprendo di un sottile strato di ghiaccio.
Di fronte a lei, Juvia vide Gray e Silver faccia a faccia, il primo con lo sguardo furibondo e i pugni stretti, il secondo che sorrideva beffardo.
La ragazza dai capelli blu fece uno scatto in direzione del suo compagno e con espressione sollevata urlò: “Gray-sama, Juvia ti ha trovato! Juvia era così preoccupata”.
Silver spostò lo sguardo su di lei e poi, con una risata sprezzante,  disse rivolto a Gray: “Ma guarda un po’… chi l’avrebbe mai detto che un essere disgustoso come te avrebbe potuto avere una fidanzata?”
Intanto Juvia si stava affiancando a Gray con aria risoluta, pronta a combattere, quando il mago di ghiaccio esclamò con rabbia: “No, stupida! Vattene via, non ho bisogno di te! Né ora né mai!”
Juvia si paralizzò dov’era, esterrefatta e con occhi vitrei. Proprio in quel momento Silver si mosse e con un attacco intrappolò la ragazza in un masso di ghiaccio.
Juvia non poteva respirare e lentamente iniziò a perdere i sensi, e, prima di venir ingoiata dall’oscurità, scorse una figura correre verso di lei.
DUE GIORNI DOPO
Quando Juvia si risvegliò si trovava in un luogo a lei sconosciuto e le doleva tutto il corpo. Piano girò la testa e guardandosi in torno capì di trovarsi in un’ infermeria provvisoria. Non sapeva di che edificio si trattasse, ma sicuramente non era la gilda. Poi ricordò: Elfman l’aveva fatta saltare in aria.
Di fianco a lei c’erano altre due brandine, una occupata da Lucy e una da Laxus. I due non sembravano feriti gravemente, ma semplicemente deboli ed esausti.
Juvia si mise a sedere e osservò meglio la stanza, che era grande e luminosa, contando altri sei lettini, occupati rispettivamente da Wendy, Happy, Sting e Freed. Juvia indugiò sull’ultimo, dove era sdraiato Gray, mentre in un angolo era seduta Porlyusica, che studiava due fiale colorate.
Poco dopo la maga d’acqua avvertì un rumore di passi e dalla porta principale entrò Erza, che aveva il braccio destro bendato. Accorgendosi che Juvia era sveglia si avvicinò verso di lei, e sottovoce, con tono gentile, le domandò: “Come stai Juvia, ti senti meglio?”
Juvia annuì e si sforzò di sorridere, ma poi mormorò ansiosa: “Abbiamo vinto? Cos’è successo? Quanto tempo è passato?”
Erza le strinse la mano e disse: “È tutto passato, ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto. Sono due giorni che tutti voi dormite, ma presto saranno tutti guariti. L’attacco di Silver era molto potente, ti ha prosciugato tutto il potere magico. Ma vedo che ora stai bene” Juvia espirò sollevata e guardò di soppiatto Gray. Erza, accorgendosi di dove si era posato lo sguardo della ragazza dai capelli blu, aggiunse: “Ha perso tutto il suo potere combattendo contro Silver, ma ce l’ha fatta. Presto si rimetterà”.
Qualche istante dopo, Natsu  fece capolino nell’infermeria e con aria affranta si sedette sul lettino di Happy, accanto a quello di Lucy.
“Che palle che è qui… senza di voi ci si annoia ragazzi!” sbuffò Salamander.
Juvia domandò: “Ma… dove ci troviamo?”
“Lamia Scale ci sta ospitando nella sua gilda e ci sta aiutando a ricostruire la nostra, insieme a Blue Pegasus e Sabertooth. Per quello quasi nessuno è qui” rispose Natsu.
Più tardi, quando si fu finalmente ripresa, Juvia lasciò l’infermeria e raggiunse i suoi compagni nell’atrio della gilda, che la salutarono gioiosi: “Juvia! Bentornata fra noi! Come stai?” esordì Mira.
Dopo aver parlato degli ultimi avvenimenti con gli altri membri di Fairy Tail, Juvia si allontanò per passeggiare un po’ in solitudine. Dopo ciò che le aveva detto Gray, la donna d’acqua era giù di morale e non sapeva cosa pensare.
Mentre camminava distratta, Juvia andò addosso a qualcuno, che la fermò cortesemente appoggiandole le mani sui fianchi. Juvia arrossì e alzò lo sguardo, incontrando quello di Lyon. “Ehm, Juvia non voleva, s-scusa” balbettò.
“Non preoccuparti” rispose Lyon con un sorriso “andavi da qualche parte?”

Qualche minuto dopo i due camminavano lungo un viale alberato, chiacchierando allegri. Lyon, imbarazzato, si avvicinò a Juvia e prese il suo braccio sotto al suo, facendola irrigidire improvvisamente: “J-Juvia non sa..” Ma poi ripensò alle dure parole pronunciate da Gray e timorosa ricambiò la stretta di Lyon, che sorrise compiaciuto.
Juvia aveva ormai capito che il suo amore non era corrisposto e si era decisa ad andare avanti senza Gray, sebbene sarebbe stato doloroso. Ma non doloroso quanto amare qualcuno senza venir ricambiati, dopotutto.


Nel frattempo, in infermeria, Gray si risvegliò. Appena Erza se ne accorse gli si avvicinò e si sedette sul suo letto, guardandolo dritto negli occhi.
“Prima di liberare Juvia dal ghiaccio ho sentito la vostra conversazione. So che le hai detto quelle cose per proteggerla, Gray. Ma l’hai ferita e dovresti rimediare.”
Il mago del ghiaccio, ancora frastornato dal risveglio, si limitò a guardare fuori dalla finestra e sbuffare, ma allo stesso tempo, Erza poté notare le sue guance diventare rosse.
Titania, con un sorrisino malefico aggiunse: “Beh, sappi però che ora ci sta pensando Lyon a consolarla”.
Juvia e Lyon si erano fermati su una panchina e in silenzio ammiravano il tramonto, mentre una brezza leggera soffiava nei loro capelli.
Con insicurezza, Lyon mosse il braccio e abbracciò Juvia, avvicinando pericolosamente i loro corpi. Lei rimase immobile e pensò: “Juvia potrebbe essere felice così, in fin dei conti.”
Lyon si voltò verso Juvia con gli occhi che luccicavano e dolcemente le prese il viso fra le mani. “Juvia, io…” e protese il collo verso di lei, che imbarazzata non osava nemmeno respirare.
Ad un tratto, si sentì da lontano un urlo selvaggio e in meno di un secondo Gray apparve dal nulla e saltando in aria tirò un calcio in faccia a Lyon, gridando: “Come osi, bastardooo?” scaraventandolo lontano.
E sempre con frenetica eccitazione, Gray prese Juvia per il polso e la alzò in piedi, appoggiando una mano sul bacino e l’altra sulla schiena, stringendola a sé.
Gray, che come al solito non indossava vestiti, era ricoperto da diverse fasce e respirava affannosamente.   Juvia era allibita e non sapeva come reagire. Le sue mani, appoggiate sul petto di Gray, potevano sentire  il suo cuore, che batteva all’impazzata.
All’improvviso, Gray arrossì violentemente e sussurò: “Mi dispiace per le cose che ti ho detto… io ho bisogno di te e non voglio che mi lasci per quell’idiota di Lyon.”
Juvia, ora radiosa e con gli occhi lucidi, rispose: “Juvia è felice”. E portò le mani sul viso di Gray, fissandolo nei suoi occhi scuri.
“Anche io lo sono” bisbigliò lui, che, cautamente, iniziò a sfiorare le labbra di Juvia, fino a baciarla appassionatamente. Al bacio si aggiunsero le lacrime calde della maga d’acqua, che sorrideva raggiante, mentre dal cielo iniziavano a cadere fitte gocce d’acqua, che a mezz’aria si trasformavano in candidi fiocchi di neve.
   
 
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