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Autore: Matrona    16/06/2014    8 recensioni
Affrontare battaglie sul campo o nel cuore lascia sempre delle cicatrici. Ad ogni azione una conseguenza e Ranma e Akane lo stanno scoprendo a loro spese. Riusciranno a crescere e ad affontare la più grande delle battaglie senza nascondere il cuore e sfoderare i pugni? Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Twenty - five years and my life is still 

Trying to get up that great big hill of hope

For a destination...

And I realized quickly when I knew I should

That the world was made up of this brotherhood of man

For whatever that means

And so I cry sometimes

When I'm lying in bed

Just to get it all out

What's in my head

And I am feeling a little peculiar

And so I wake in the morning

And I step outside

And I take a deep breath and I get real high

And I scream at the top of my lungs

What's going on?                                 (What's up - 4 no blondes

 


Entrato a casa Ranma non aveva notato nulla di anormale. Il chiacchiericcio proveniente dalla sala da pranzo indicava che era l’ora di cena.
Chissà se lei era li a fingere in una parvenza di serenità o si era già barricata in camera.
Oh Ranma bentornato, lavati le mani che è pronto. - Cinguettò dolcemente Kasumi.
Certo, grazie. - Salì le scale di corsa e si diresse verso il bagno pensieroso.

Doveva trovare un modo per comunicare con lei. Chiederle scusa. - All’improvviso si ricordo le parole del dottore… “lasciale i suoi spazi… cerca di non farla arrabbiare…
Doveva aspettare e cercare il momento giusto per avvicinarla senza farle sospettare nulla. Nel frattempo gentilezza e calma sarebbero state le parole d’ordine.
Invocò mentalmente i kami di tenere a bada il suo caratteraccio impulsivo, avviandosi di sotto con passo pesante.
A tavola erano tutti presenti, compresa lei. Chiacchieravano del più e del meno cercando di non intavolare discussioni su matrimonio , eredi e amenità simili.
Ranma si sedette al solito posto vicino la fidanzata, che era presa in una discussione con Nodoka a proposito di non so quale ricetta di dolci.
La cena passò abbastanza tranquillamente e con una media di tensione accettabile. I ragazzi si erano più o meno ignorati.   



Mentre Kasumi sparecchiava e gli altri si ritiravano nelle loro camere, Soun  e Genma fermarono i due ragazzi.
Ranma, Akane avete un momento? - I due si guardarono interrogativi ma già pronti ad un ennesima discussione sul loro futuro.
Certo… - Con aria seria i due si sedettero fissando alternativamente i due ragazzi.
Come avrete notato il matrimonio che avevo organizzato non è andato a buon fine… - Cominciò Soun non dimenticando di scoccare un occhiata di rimprovero al suo amico Genma.
Ce ne siamo accorti...- Sussurrò Akane.
Beh… ecco io, cioè noi volevamo chiedervi scusa. - I due ragazzi fissavano il signor Tendo sconvolti. Cos’ era la settimana nazionale delle scuse?
Papà…
Signor Tendo…
Fatemi finire ragazzi. Io sono , anzi noi compresa Nodoka siamo convinti che voi siete una coppia perfetta.
Il nostro più grande desiderio è di vedervi sposati e sereni a condurre il dojo, magari mentre noi ci prendiamo cura dei nostri otto o dieci nipotini.
- Sorrise sornione.
Ma papà! Soun! - Gridarono all’unisono imbarazzati.
Ma… abbiamo sbagliato. Pensavamo che dopo la faccenda cinese sareste stati pronti a convolare a nozze...
purtroppo avete ancora da chiarire molte divergenze con i vostri spasimanti e o nemici.
- Lo sguardo passò su Akane e finì eloquentemente su Ranma, che deglutì piccato.
Fino a quando non avrete fatto chiarezza nelle vostre vite il matrimonio con mio sommo dispiacere  è rimandato.
Silenzio imbarazzato. La piccola Tendo si chiese come mai Ranma non era partito con la solita solfa che lui non avrebbe mai sposato una senza un briciolo di sex appeal eccetera.
Lo guardò sottecchi e notò la sua espressione seria e vagamente dispiaciuta.

Devo dirvi anche un’altra cosa. - Tossì Soun.
Io non riesco a gestire più il dojo da solo, l’età si sta facendo sentire in più...
tra il matrimonio e le riparazioni della la palestra siamo quasi al verde… fortunatamente gli allievi non mancano, quindi dobbiamo cominciare ad aumentare i corsi.
Per questo Ranma, Akane è arrivato il momento di cominciare a prendervi cura del dojo seriamente.
Un giorno voi due sarete gli eredi, tra un anno vi diplomerete ed è arrivato il momento di prepararvi al vostro futuro.
  - Un tono che non ammetteva repliche.

Ranma ci pensò su seriamente, amava le arti marziali più di qualunque altra cosa, praticamente era la sua unica qualità.
A scuola non era propriamente brillante e non aveva mai pensato ad altro lavoro all’infuori dell’artista marziale.
Akane dal canto suo dopo un attimo di perplessità si sentì felice e onorata. Il padre la considerava degna di portare avanti la tradizione,
doveva solo rimettersi in salute e dare il massimo tra scuola e lezioni.

Io accetto.  - Esordì il codinato lasciando di stucco i presenti.
Infondo te lo devo, per tutti i casini che ho combinato in questi anni e per tutte le preoccupazioni… e poi perché è quello per cui sono stato addestrato da questo imbecille. -
Disse indicando il padre ormai trasformatosi in panda.
Accetto anche io. Potrei occuparmi dei corsi serali, senza lasciare gli studi ovviamente. - I due genitori piansero abbracciandosi.
Ad una condizione però. - Intimò la mora.
Non dovete mai più propinarci la storia del matrimonio. Saremo noi da oggi in poi a decidere delle nostre vite sul piano sentimentale ok? -
Gettò un occhiata eloquente al codinato che annuì confuso dalle sue parole.
Ma bambina mia…
Niente ma, o così o non se ne fa nulla. Non voglio più rivivere un giorno come quello passato… non voglio ricatti ne sotterfugi.
Un matrimonio è per la vita e non ci deve essere niente e nessuno ad ostacolarlo. 
-

Da quando Akane aveva il coraggio di disobbedire a suo padre in maniera così sincera e metterlo alle strette?
Ranma la osservò ammirato. Gli occhi velati di lacrime ma fieri. Avrebbe voluto rassicurarla e giurarle che da ora in poi le cose sarebbero state diverse.
Però aveva ancora tante cose di cui occuparsi, chiarire con tutte le altre per dirne una. 
Parlare di matrimonio non era appropriato nelle sue condizioni ma Akane ostentava una sicurezza non da lei. Il codinato strinse i pugni deciso.
Avrebbe trovato una soluzione al più presto e avrebbe sistemato ogni cosa.

Ranma e tu cosa ne pensi? - Chiese Genma ridestandolo dai sui pensieri.
Beh.. ecco io, credo che Akane abbia ragione. Siamo artisti marziali e non ci tireremo indietro dal nostro dovere…
per quanto riguarda matrimonio e affini dobbiamo decidere da soli e quando lo faremo sarete i primi a saperlo.
Siamo giovani, finiamo la scuola e vediamo come va con noi il dojo. Trarrete da soli le vostre conclusioni. -
Disse più sicuro.
I due amici si guardarono sconsolati ma sereni.
D’accordo, per questo anno faremo come dite voi. Però per cortesia non distruggete più casa e cercate di andare d’accordo, solo questo. - Sospirò un rassegnato Soun.
Te lo prometto.
Anche io.
-Era la prima volta che parlavano in maniera civile e costruttiva.


Avevano strappato un altro anno ai loro genitori e infondo erano curiosi anche loro di sapere se avevano fatto bene a puntare su di loro per governare la palestra.
A cena finita ognuno si ritirò nelle proprie stanze. Ranma saliva ancora le scale tergiversando sulla questione chiarire con Akane.
Solo oggi pomeriggio l’aveva praticamente mollato e adesso erano i maestri della palestra Tendo. Deglutì sonoramente cercando di farsi coraggio.
Voleva parlarle, anche solo per sentire la sua voce inveire contro di lui.
Stava rileggendo per la cinquecentesima volta il nome sulla paperella di legno, tamburellandosi il mento con un dito. *al mio tre busserò e o la va o la spacca*


Toc Toc - Alcuni secondi.
Avanti. - La voce ovattata della mora era atonale. Ranma a mani tremanti abbasso la maniglia.
Posso? - La ragazza sobbalzò dal fondo dell’armadio dalla quale era emersa. Aveva l’aria di una che non voleva essere disturbata o almeno non da lui.
Dimmi Ranma, sono molto impegnata. - Selezionava abiti e lanciava quelli da scartare in un cumulo ai piedi del letto.
Ecco.. volevo sapere come stai? - Si morse la lingua
Come va? Ci hanno sganciato una bella bomba stasera eh eh eh… - Proferì imbarazzatissimo.
Se non te la senti puoi rifiutare.  Come ho già detto sei libero di agire come meglio credi. - Osservò in tono piatto. Il codinato si irritò non poco ma cercò di imporsi calma e sangue freddo.
Se te ne fossi accorta, ho spiegato perché ho accettato la richiesta di tuo padre.
Certo per sdebitarti dei casini combinati. Ottimo modo di prendersi cura della palestra della mia famiglia. Col senso di colpa si va lontano.-
Sottolineò con esasperazione. *Respira Ranma respira* s’impose come un mantra; lo stava volutamente provocando ma lui non avrebbe ceduto, non dopo tutto quello che sapeva.
Un’ ondata di tristezza lo avvolse; Akane preferiva scontrarsi con lui pur di non pensare a cosa le stava accadendo.

Sono il migliore artista marziale di Tokyo se non del Giappone intero e lo sai.
Lo faccio per sdebitarmi ma non solo, in questi anni voi siete diventati la mia famiglia e
mi avete dato la possibilità di allenarmi e imparare cose nuove mentre io ho difeso l’onore del dojo. Direi che è uno scambio equo.
-
Disse secco senza trasparire emozioni. La mora grugnì piccata. Non sarebbe mai stata all’altezza di condurre il dojo da sola e comunque lui era infinitamente più forte e abile nei combattimenti.
Con la mia forza e la tua organizzazione ben presto estingueremo il debito di tuo padre. - Suonava quasi come un complimento e la ragazza arrossì leggermente.
Ah e un’altra cosa Akane, io sono stato sempre libero di scegliere come agire e non credere che io abbia bisogno della tua benedizione quindi trai da sola le tue conclusioni…
e…ecco se vuoi mollarmi dillo e basta ma non accampare scuse come se mi facessi un favore.

Proferì con un sorriso. Non era riuscito a trattenersi. Le iridi nocciola di lei lo guardarono prima arrabbiate poi confuse e infine imbarazzate.
Io non… ecco. Baka non hai capito nulla. Io insomma non voglio la pietà di nessuno. Le responsabilità della palestra Tendo è mia, purtroppo per mio padre non sono nata maschio…
così a quest’ora tu saresti libero da qualsiasi legame.
  Un altro crack al suo cuore. Akane credeva che lui provasse pena e senso di colpa… quanto poteva essere lontana dalla realtà?
Beh non c’è andato lontano dal fare un maschio… - Sdrammatizzò beccandosi un libro in testa.
Baka… — Borbottò risentita ma Ranma sorrise al suo imbarazzo.
Nelle condizioni in cui siamo, i nostri padri ci avrebbero promesso lo stesso. Infondo dimentichi la mia parte femminile. - Sghignazzò.
La mora immaginò una sua versione maschile a braccetto con Ranko. Rise anche lei.
Secondo me quei pazzi avrebbero trovato comunque un modo per imparentarsi…quindi…
Ti stai rassegnando al nostro finanziamento?
- Tagliò serio Ranma.
io… voglio bene a mio padre e tengo alla palestra… conduciamo insieme e vediamo come va.
Ho messo le cose in chiaro appunto per questo. Tutto quello che accadrà nelle nostre vite da ora in poi deve essere frutto delle nostre scelte, qualunque esse siano.
-
Stretta nelle spalle, le sembrava ancora più piccola, nonostante ciò riusciva chiaramente a percepire il suo spirito combattivo.
Stava assistendo quasi inconsapevolmente al mutamento di una ragazzina violenta in una donna combattiva. Sorrise alla sua fidanzata.
Ci sto! Mi ha stupito il tuo discorso. Anni sui libri di studi hanno dato i loro frutti eh…
Invece per te non c’è speranza… sei sempre il solito baka
- Sorrise.
A proposito… piccolo genio, ovviamente mi darai una mano a scuola visto che dovrò occuparmi dei corsi.
Hei! Non che prima ti ammazzassi di lavoro e poi li conduco anche io i corsi!
Beh a me basta che mi fai copiare!
- Non sarebbe mai cambiato mai.
Sei irrecuperabile Saotome. -

Per alcuni istanti i loro sguardi si incatenarono in un attimo eterno. Erano stranamente eccitati e spaventati per questa nuova avventura.
Avrebbero voluto dirsi tante cose, infondersi fiducia e stringersi in quel banco di prova che finalmente era li davanti a loro.
Ranma lo sapeva ma per il momento andava bene così non voleva forzare la mano e caricarla di emozioni e aspettative.
Ci sarebbe stato tempo per tutto, ora era il momento di cercare di vivere serenamente e trovare una soluzione al problema. Il codinato le allungò la mano.
Collaborazione allora?
S…sì.
- Akane la strinse serena. Sarebbe stato l’inizio di una nuova fase di vita che l’avrebbe distratta dai suoi problemi.
D’improvviso un mancamento. La ragazza si sentì girare la stanza attorno mentre la voce del suo fidanzato giungeva ovattata.
Akane! Akane! Rispondimi! - Mise a fuoco dove si trovava ancora ebbra della sensazione di apnea e vuoto avute.
Ra…ranma. - Il codinato la guardava preoccupatissimo.
Era stesa sulle gambe di lui, che la teneva stretta in un abbraccio, con il viso a pochi centimetri dal suo. Arrossì violentemente ma non era in grado di muoversi.
Accidenti Akane, mi hai fatto prendere un colpo, come ti senti?
Bene…credo
. - La osservò funereo.
Sto bene… davvero, sono solo un po' stanca. - Fece per staccarsi ma lui la strinse saldamente, alzandosi e mettendola a letto.
Devi riguardarti. Sei pur sempre una donna. - Le sopracciglia di Akane sparirono dietro la frangia in un espressione di puro stupore.
E da quando sarei una donna e non un maschiaccio? - Chiese lei.
Coff… coff… sei proprio una bambinetta! Possibile che credi a tutto quello che dico?
Se…se uno lo dice sempre poi finisce per crederci… non ti pare? - Il moro non aveva mai riflettuto sulla questione effettivamente.
Aveva sempre pensato che lei fosse superiore ai suoi insulti, che non li considerasse veri a prescindere, provenendo da un’attaccabrighe come lui.
Beh… se dici ogni giorno che sei una sirena mica ti spunta la coda di pesce. - Rispose serio come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Akane non poté fare a meno di scoppiare in una risata cristallina seguita a ruota dal fidanzato. La tensione era stata smorzata e una specie di armistizio era stato tacitamente siglato.
Ora a nanna, non farmi preoccupare… socia. - Era un tono che non ammetteva repliche però era stranamente dolce.
Buona notte allora….
N…notte Akane
. La ragazza si staccò a malincuore restando interdetta quando le scoccò un leggerissimo bacio sulla fronte, scappando poi a gambe levate dalla stanza.
*sei proprio un baka* Sorrise e si addormentò serena.




Si rigirava nel letto in preda agli incubi. Sudata e pallida si contorceva di dolore. Flash del monte Hoo, improvviso gelo, tremendo calore la facevano sentire più spaventata e atterrita che mai.
Ranma, doveva salvarlo ma come faceva in un corpo così piccolo? Le forze la stavano abbandonando.
Non avrebbe più potuto abbracciarlo, non gli era stata d’aiuto e adesso moriva li, in Cina lontano dalla sua famiglia. No doveva reagire!
Ad un certo punto le palpebre fino ad allora forzatamente chiuse riuscirono a spalancarsi permettendole di visualizzare il soffitto della sua camera.
Boccheggiando si tirò su a sedere. Si era dimenticata di prendere le medicine prescritte dal dottore. Scese in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e trovò stranamente la luce accesa.
Non riusciva ad essere intimorita dopo quello che aveva sognato e quindi si affacciò con naturalezza convinta di trovarci Kasumi.
Una figura femminile c’era ma non era quella di sua sorella. Nodoka avvolta in una vestaglia da camera color malva era intenta ad armeggiare con un bollitore.


Zietta… Sussurrò la ragazza cercando di non spaventarla.
Oh Akane chan, anche tu sveglia? Non riesci a dormire? - Il sorriso della donna le scaldò il cuore. Era così dolce con lei e le sue sorelle.
Averla in casa era per assurdo come riavere un pezzettino della sua mamma. Sorrise di rimando appollaiandosi ad uno sgabello vicino.
Eh sì, ho dimenticato di prendere la compressa della sera. - Lo sguardo di Nodoka si scurì leggermente preoccupato.
Come va con le cure? Ti va un pò di tea? -
Bene, mi sento molto meglio…sì grazie.
Mi fa molto piacere, adesso dovrete affrontare la nuova sfida della palestra, dovete essere in gran forma.
- Trillò orgogliosa.
Già…
 C’è qualcosa che ti preoccupa piccola?
No..no è tutto ok.
- La donna percepì i suoi pensieri.
Akane chan non ti preoccupare. Ranma è un tale combina guai ma ama davvero le arti marziali. Sarà l’orgoglio della vostra palestra!
Non lo metto in dubbio.
- Sorrise sghemba.
Ah e sono sicura che anche tu farai del tuo meglio. Sono così orgogliosa di te. Sei diligente e organizzata non può che andare tutto bene. -
Quella donna era un crogiolo di positività ed energia nonostante tutto quello che aveva passato.
La mora le sorrise grata non riuscendo a celare però le sue vere preoccupazioni e senza volerlo cominciò a non riuscire a trattenere le lacrime, che gocciolarono nel profumato tea davanti a lei.
Ma… Akane… ho detto qualcosa che non va? - Era uguale a suo figlio.
N..no è solo che… -
Con fare materno Nodoka l’abbracciò esortandola a sfogarsi e lei come un fiume in piena non se lo lasciò ripetere due volte.
Le raccontò tutto lasciandola di stucco. Il dolore che permeava dalle sue parole era vivo e difficile da digerire.
Era senza parole, quale orrore stava vivendo quella povera piccola. Akane per lei era la figlia che non aveva mai avuto.
Bella, gentile e forte vederla soffrire così le aveva spezzato il cuore. Dopo interminabili minuti passati a cullarla e ad asciugargli le lacrime, la guardò con dolcezza.
Piccola mia, mi spiace non aver capito prima il tuo dolore…ma sei giovane e forte. I
l dottore presto troverà una cura adeguata e sono sicura che un giorno avrai degli splendidi bambini e io dei dolcissimi nipotini da crescere.
-
Akane arrossì leggendo il sincero augurio negli occhi della donna.
Ranma lo sa? -
N…no ho preferito non dirglielo, sono cose emh… intime.
Oh ma pensavo che tu e mio figlio…insomma dopo che eravate chiusi in camera al buio insieme*
…La ragazza divenne color pulce.
Come mai tutti davano per scontato che lei e Ranma avessero un rapporto più che intimo.
Emh… non ancora.. oh insomma no! Con quel baka poi… - Nodoka non riuscì a trattenere una risatina. La ragazza di suo figlio era più simile a lui di quanto pensasse.
Zietta…vorrei che nessuno lo sapesse, non voglio che gli altri si preoccupino per me. - In effetti immaginarsi la reazione di Soun Tendo non fu difficile.
Ok va bene. Sarà il nostro piccolo segreto. Adesso beviamoci questo tea, che si raffredda. -

Una promessa importante in una notte come tante. Nodoka inaspettatamente si era rivelata una fantastica confidente. Sicncera, discreta come un elegante ciliegio.
Avere una persona con cui confidarsi era importante. Akane quella sera pensò vividamente che quella donna fosse un dono da parte di sua madre.
Sorrise con il cuore più leggero pronta ad affrontare un nuovo giorno.






Note dell'autrice: *Nodoka si riferisce al capitolo del manga in cui Akane per salvarlo dalla sua furia (convinta che ci fosse un molestatore) si chiude con lui al buio e Ranma che ne approfitta per fare pace tentando di baciarla.

Eccoci qua! Grazie ancora a chi sta seguendo e recensendo la storia, siamo arrivati al terzo capitolo. Spero che nonostante i capitoli corti si capiscano i sentimenti e l'evolversi della vicenda.
Mi scuso se non ci sono ancora combattimenti all'ultimo sangue ma ho preferito una visione più quotidiana e introspettiva. Spero di fare cosa grandita.
La canzone scelta oltre ad essere un bellissimo classico del pop rock descrive perfettamente i sentimenti di Akane..ho deciso appunto di dare il nome al capitolo in base ad una canzone, lo trovavo carino.  
I nostri piccoli si stanno avvicinando ma purtroppo per loro non hanno nemmeno idea di quanto sia in salita la strada mauahahaha *ghigno sadico*  e cosa pensate la palestra sopravviverà a questi due pazzi?
E a tutti gli altri? Spero di avervi incuriosita...  Un grazie speciale a tutte le persone che mi sostengono con le loro bellissime e dettagliatissime recensioni *me commossa*  davvero sono contentissima!
Alla prossima e buona giornata!

  
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