Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Black Iris    16/06/2014    1 recensioni
I Nephilim sono sia angeli che umani, sono tra le razze più ripudiate dal mondo, ma dalla loro esistenza dipende il destino del mondo. Il mondo è sull'orlo dell'apocalisse, l'inferno sta per riversarsi sulla terra, ma loro possono fermarlo, loro e gli angeli che si sono ribellati al paradiso.
Una famiglia stana e particolare: sei Nephilim fratelli, un padre angelo e una madre... magari meglio lasciare la sorpresa.
Buona lettura a tutti!
^_^
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heather aveva col tempo imparato a controllare gli incubi che la perseguitavano da ormai settimane. Prima di andare a dormire prendeva una tisana alle bacche di Goji e quando dormiva cercava di controllare la propria mente. Era sicura che quei sogni erano un avvertimento chiaro. Avevano tutti la stessa ambientazione ed erano tutti sullo stesso argomento. Spesso mentre sognava c’erano elementi in più, a volte elementi in meno, ma l’argomento preferito dei suoi incubi sembrava essere Friburgo in fiamme.
Adesso mentre sognava aveva iniziato a spostarsi dai luoghi ormai classici per capire di più di quella vicenda. Non aveva ancora trovato nessun significato, anche se in realtà un significato c’era, quella voce che le bisbigliava ogni tanto, ma lei voleva ignorare quel senso.
La voce però la perseguitava e le bisbigliava parole nella lingua degli angeli, parole strane e sconnesse l’una dall’altra.
 
Fu mentre cercava sul dizionario arcano la traduzione di una parola che bussò qualcuno alla porta.
Aidan andò ad aprire. Lei dalla cucina ascoltava ciò che accadeva. Un uomo era entrato di fretta e confuso.
-dovete andarvene…- aveva semplicemente detto.
-Octavian, che cosa ci fai qui?- aveva detto Aidan sorpreso.
-dov…. do….. dovete andarvene….. loro stanno venendo, sono molto vicini….- parlava tremando. Aidan lo fece sedere e cercò di calmarlo.
-no, voi non capite, sono molto vicini….- diceva battendo i denti
-chi, chi sono vicini?- chiedeva Aidan.
- i demoni-. 
 
Per gli angeli caduti i demoni erano un grosso pericolo. Avendo loro perso i poteri erano vulnerabili e i demoni potevano farli fuori. erano creature diverse dalle classiche creature bibliche. Erano anime di peccatori e alcuni di loro obbedivano direttamene a lucifero, altri soltanto al più forte.
L’uomo entrato in fretta e confuso, Octavian, era un angelo caduto, amico di Aidan. A differenza sua però aveva deciso di seguire Lucifero nella guerra e se ne era da tempo pentito. Viveva poco lontano dalla città e lavorava come impiegato in una azienda. Era totalmente integrato nella società e segretamente si occupava anche della sicurezza di Friburgo. Aidan aveva raccontato che era scomparso anni fa.
-spiegaci- aveva detto Kevin che era in soggiorno  quando tutto era accaduto.
-sono stato alla ricerca di una cosa per tantissimo tempo e quando l’ho trovata ho scoperto una cosa terribile- disse stringendo i pugni - quando gli angeli vennero a Friburgo per Paride restarono qui qualche giorno in più- disse - Cercavano qualcosa. Io volevo scoprire cosa e li seguii, indagai, ma non raggiunsi a nessuna conclusione, finché non incontrai un demone qualche settimana fa, Vathek. Lo incastrai nell’oblio e mi feci raccontare tutto. Era un demone che aveva a che fare con Paride prima della sua riammissione in paradiso, mentre era ancora un caduto. Era andato a trovarlo tempo fa e gli aveva proposto il patto e lui gli aveva risposto che avrebbe dovuto aspettare per secoli la risposta e lo aveva buttato nell’oblio-
Vathek. Ecco che cosa voleva, una risposta. Era uscito fuori dall’oblio ed era libero. Da quello che aveva letto pochi giorni fa l’oblio era un luogo ai confini dell’inferno in cui potevano essere spediti temporaneamente i demoni. Chiunque poteva recitare la formula che era nella lingua degli angeli.
-andando avanti mi disse anche che c’era un'altra cosa- proseguì - Friburgo sarebbe bruciata all’arrivo dell’angelo oscuro e presto anche.
Pensateci bene, il patrono di Friburgo è S. Giorgio. Qui probabilmente aveva chiesto di essere sepolto, il cavaliere, perché qui sotto poteva combattere ancora contro i demoni e impedire che la porta della gabbia che sta proprio sotto Friburgo si aprisse.-
Silenzio. Nessuno parlava o cercava di contraddirlo.
-mi disse anche che l’ora era vicina-
 
Quando i demoni stavano per cadere nell’oblio venivano purificati perché là dentro non si poteva portare il male e diventavano per un attimo mortali. Ciò era un grande problema se una volta morti andavano di nuovo all’inferno e questo era peggio che stare al gioco degli angeli per quei pochi secondi in cui gli venivano poste delle domande.
 
 
Una parola bisbigliata piano all’orecchio di Heather. All’inizio incomprensibile e dopo realizzò che era nella lingua degli umani e non in quella degli angeli. Arrivo anch’io. Non avere paura.
Non riusciva a capire chi le avesse parlato. Se era stata la solita voce o se era invece qualcuno. Si guardò intorno spaventata, non capiva. Guardami. Aveva di nuovo parlato, aveva di nuovo usato la lingua degli umani. Era sconcertata. La voce era quella di sempre, ma questa volta aveva un tono diverso.
Devi fare quello che ti dirò. Sei così piccola ancora. Heather, sono io Paride.
Heather si bloccò sul posto. Quello che sentiva non poteva essere suo padre.
Ascolta ho poco tempo per parlarti in lingua umana. Ascoltami bene. Voglio scendere e venire sulla Terra, ma ho bisogno del tuo aiuto. Aiuteresti tuo padre?
Non sapeva se rispondere o meno e aveva le lacrime agli occhi. Suo padre le stava parlando in tono dolce e da settimane le era ormai accanto.
Ho cercato di avvertirti mentre dormivi, ma eri proprio testarda. Non mi lasciai fare. Poi ti ho parlato nella lingua degli angeli perché non è intercettabile e tu sei stata bravissima. Sei stata brava anche a non dire niente, Kaleb si sarebbe sicuramente preoccupato e mi avrebbe impedito di comunicare con te, anche se inconsapevolmente. Sei stata molto brava, figlia mia, molto.
 Heather scoppiò in lacrime. Fino ad allora aveva pensato di odiare il padre che l’aveva abbandonata e invece si era sbagliata. L’aveva giudicato senza conoscerlo e si sentiva in colpa. Era felice che suo padre le parlasse in tono dolce, la faceva sentire veramente figlia sua. Si riprese e si mise a ragionare, come faceva ogni volta in questo genere di situazioni che la emozionavano tanto.
-ma perché solo adesso?- aveva chiesto al padre con voce bassissima. Temeva che dal soggiorno la sentissero.
Mi ci è voluto quasi un anno per collegarmi e riuscire a parlarti.
-ma perché solo adesso?- ripeté piano con più decisione. Per un attimo ci fu un triste silenzio che Heather parve infinito.
Non bisogna fidarsi di nessuno. Aveva risposto.
-neanche di Aidan?-
Non lo so. Ma tu adesso ascoltami, ora puoi dirlo solo ai tuoi fratelli e insieme dovete fare una cosa perché io ritorni tra di voi.
-ma perché hai parlato proprio con me?- chiese tra le lacrime.
Mi dispiace, il mio tempo sta per scadere. Ti riparlerò più tardi, ora non riesco.
Heather, per tutto quello che vi ho fatto passare, mi dispiace.
  
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