Fumetti/Cartoni europei > Martin Mystère
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Autore: EvelynJaneWolfman    17/06/2014    4 recensioni
"Fenrir? Chi è?" Chiese Martin.
"Uno dei tre figli che Loki ebbe con una gigantessa. E' stasto legato con la Gleipnir ed esiliato sul lago Ámsvartnir. Solo al Ragnarörk, Fenrir si libererà dalla catena che lo tiene imprigionato, uccidendo tutti gli Dei. Si dice che spalancherà le fauci con tanta ferocia, che la mascella inferiore toccherà il suolo e quella superiore il cielo. Divorerà Odino e verrà sconfitto da Víðarr, con un colpo di spada al cuore."
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Diana Lombard, Martin Mystère
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La völva
 
Martin e Diana si aggiravano per il museo. Come promesso, all'orario ci chiusura, loro si erano fatti rinchiudere dentro. Ed ora, Martin ammirava le imponenti nave vichinghe, mentre Diana dava un'occhiata in giro. Aveva molta paura che Fenrir potesse comparire all'improvviso, ma doveva farsi coraggio. Entrò nell'ultima camera da ispezionare, dentro vi erano rune di ogni genere. Diede un'ultima veloce occhiata e si decise ad uscire e tornare da Martin, ma non fece più di due passi. Qualcosa sul pavimento attirò la sua attenzione, si avvicinò e la raccolse: era una collana. La catena era d'oro ed il ciondolo era una pietra nera su cui era incisa una runa, assomigliava ad una "z" capovolta ed allungata. La riconobbe, era la runa di Eihwaz. Il suo significata era: "difesa".
Ma difesa da cosa? Da Fenrir? Da qualcosa o qualcuno di più pericoloso?
Indossò la collana, appena il ciondolo venne a contatto con la pelle, Diana sentì come se qualcosa si legasse alla sua anima. Le mancava il respiro, cercò di arrivare alla porta, ma le gambe cedettero e si trovò inginocchiata a terra, in cerca di aria. All'improvviso, nella sua mente, lo vide; vide Fenrir uscire da un portale e scaraventarsi su Martin, con ferocia. In sottofondo sentiva il suono dell'orologio a pendolo, che avvisava della mezzanotte. In un'attimo tutto scomparve e Diana tornò a respirare, si alzò in fretta e corse da Martin. Aveva avuto una visione? Guardò sul suo orologio ... le 23:58, doveva sbrigarsi. Corse più veloce che poteva, arrivò all'entrata, dove Martin stava sbirciando sulla scrivania del custode.
"M-Martin..." Aveva il fiatone, si sentiva debole e spossata.
"Diana!" Martin la guardò preoccupato e si avvicinò a lei."Ma che ti è successo? Sei pallida e sudata!"
"Ti ... racconto dopo." I rintocchi dell'orologio le fecero gelare il sangue nelle vene ... mezzanotte. Istintivamente si aggrappò al braccio di Martin, che la guardò con aria divertita.
"Sei sempre la solita fifona, era solo..." Gli occhi terrorizzati delle ragazza, bloccarono le ultime parole di Martin. Stava per chiederle cose le succedesse, quando una luce abbagliante costrinse i due ragazzi a chiudere gli occhi.
Tutto durò pochi secondi, la luce svanì ed un ringhio minaccioso fece tremare i due. Diana aprì gli occhi, le sembro di avere un deja vu. Un grande lupo nero li guardava con odio, ringhiava e lei poteva vedere i suoi lunghi ed affilati canini, era spaventoso. Il lupo ringhiò con maggiore ferocia e si lancio su Martin, ma Diana aveva già visto questa scena. Diede una spinta a Martin, che cadde poco più lontano, mentre il lupo si schiantò contro la parete. Nel panico, sentì come se il suo corpo non le rispondesse più, qualcosa la costringeva ad avvicinarsi alla scrivania del custode, prese un pennarello ed iniziò a disegnare strane rune per terra. Finito la sua opera, il tempò si fermò ed in mezzo alle rune si aprì un portale, simile a quello da cui era uscito Fenrir. Una voce nella sua testa le gridava:" Salta!"
Si guardò intorno, in cerca del compagno, e lo trovò seduto a massaggiarsi la testa. "Martin!" gridò. Il ragazzo alzò la testa e la guardò impressionato. "Vieni qui!"
Martin non se lo fece ripetere due volte, ed in meno di due secondi era già accanto a lei. "Diana! Come cavolo hai fatto?"
Se lo chiedeva anche lei. "Non lo so, ma non abbiamo molto tempo." Si alzò e prese per mano il compagno."Al mio tre saltiamo, okay?" Il ragazzo annuì, poco convinto. "Bene ... uno ... due ... tre!" Saltarono insieme, e si ritrovarono avvolti da una luce azzurra, era bellissimo, ma durò pochi secondi. I due ragazzi si ritrovarono con il sedere su un prato.
"Ahi!" Si lamentò Martin, massaggiandosi la parte dolorante. "Ma dove siamo?" Domandò.
Diana si guardò intorno, tutti gli alberi erano neri, il cielo grigio. Tutto era cupo. ... "Siamo a Svartálfaheimr, la dimore degli elfi oscuri". La voce nella mente di Diana si fece risentire.
"Chi sei?" Diana era spaventata. "Io  sono una Völva", io ti ho fatto avere quella visione, e sempre io vi ho portati qui".
"U-una völva?" Diana era incredula, cosa ci faceva una veggente nella sua testa? "Si, la mia anima rimarrà legata al ciondolo, fino al giorno predetto."
Martin guardava la sua compagna preoccupato, ora iniziava anche a parlare da sola ... "Di? Tutto bene?" Si avvicinò a lei.
Diana fissò Martin, stava bene? Non lo sapeva nemmeno lei, troppe cose strane. "Si, almeno credo."
"Parlavi da sola, poco fa..." Era ancora preoccupato per lei, tutto questo doveva averla sconvolta.
"No, io..." Doveva dirgli la verità? Le avrebbe creduto? "Vedi, il ciondolo che porto al collo ... dentro è stata sigillata l'anima di una völva, stavo parlando con lei, mi ha detto dove siamo."
"E' stata lei a portarci qui?" Diana annuì. "E dove siamo?" Martin credeva alla sua storia, non era la prima volta che si imbattevano in qualcosa di bizzarro.
"Nella dimora degli elfi oscuri ... sono davvero stanca." Diana si appoggiò ad una roccia.
"Dovremmo cercare un riparo, ma questa foresta mi sembra poco raccomandabile" Sbuffò e si passò una mano sul viso.
"Casa mia non è lontana da qui, e sono sicura che l'incantesimo di protezione che feci, l'ha protetta dal tempo."
"La völva dice che ha una casa non lontano da qui." Fissò il ragazzo, non sapeva se fidarsi della veggente, ma era veramente stanca.
"Va bene, andiamo." Martin seguì Diana.
Dopo venti minuti di cammino, una piccola casa di legno e pietra si ergeva solitaria in mezzo agli alberi. I due entrarono e notarono il modesto arredamento, tipico di quell'epoca. C'era un tavolo al centro della stanza, un camino con una pentola ed un letto.
"Un letto!" Esclamò felicemente Diana, e senza pensarci due volte, ne prese possesso. Martin ridacchio e continuò a curiosare, notò delle strane ampolle sul davanzale della piccola finestra. Avevano dei colori strani, sicuramente erano delle pozioni. Si girò verso Diana e la trovò profondamente addormentata. Si avvicinò a lei, sembrava veramente esausta, colpa della völva? Se era così, le avrebbe strappato quel ciondolo con la forza ... senza accorgersene, aveva iniziato ad accarezzare la guancia della compagna. Prese una sedia e si sedette vicino a lei, appoggiando la testa sul materasso ed addormentandosi poco dopo.
 
 
-Angolo Pomodori-
 
Ehm ... salve, chiedo scusa per il capitolo disastroso. Mi era venuta l'ispirazione, ed ho pensato: "Adesso, o mai più."
Chiedo scusa per gli eventuali errori, e spero di migliorare nei prossimi capitoli. Come sempre, fatemeli notare gli "orrori"
Ringrazio chi ha letto, recensito il primo capitolo. E chi ha messo la storia tra le seguite.
Alla prossima, Evy!
  
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