Naruto, 'This is me ' di irishpuppysmile (Cap 2) su EFP Fanfiction

Il giorno dopo uscì di casa alle otto, era stata convocata dall’Hokage per una nuova missione. Era in anticipo quindi si permise di passeggiare con calma mentre si avvicinava al palazzo, guardando quei pochi negozi aperti e anche se non era presto le persone che scendevano in strada erano poche. Alzò lo sguardo e si perse in quell’azzurro così intenso da fare male agli occhi, senza nemmeno una nuvola che distraesse l’occhio dall’uniforme colore. Una brezza leggera faceva ondeggiare le chiome degli alberi e i fili d’erba. Prese una boccata d’aria e sorrise a una chunin che passava di lì. Raggiunse il palazzo poco più di mezzora dopo essere uscita di casa, entrando si accorse che il silenzio che regnava fuori non poteva nemmeno essere constatato con quello che vi era all’interno della struttura. I suoi passe echeggiarono e diedero una strana atmosfera al luogo, si guardò intorno ma vide solo qualche ninja indaffarato con delle carte in mano. Raggiunse la stanza dell’Hokage e bussò, entrò dopo aver ricevuto il consenso. All’interno vi era la signorina Tsunade, che la salutò con un dolce sorriso, e due ragazzi che lei riconobbe subito: Rou e Rei.
«Ayumi-chan! Te la sei presa con comodo eh» la salutò Rei scherzando, ricambiò il sorriso di entrambi e si mise in piedi in mezzo ai due.
«Vi ritroverete in missione di nuovo insieme, come i vecchi tempi» iniziò Tsunade «vi avverto subito che non è una missione semplice e avrei mandato volentieri Kakashi a svolgerla, ma è impegnato con il suo team.» si fermò per guardare un foglio e poi lo posò nella pila alla sua sinistra
«prima di tutto dovrete pattugliare i confini della foglia e i suoi interni, abbiamo ricevuto un messaggio da un villaggio alleato, specificava di aver visto dei membri dell’Akatsuki muoversi in nostra direzione» fece una pausa e non le sfuggì che Rou guardò Ayumi con la coda dell’occhio nell’aver pronunciato il nome dell’organizzazione. «immagino sappiate perché avrei preferito farla fare a Kakashi» lasciò che un silenzio carico di tensione calasse su di loro.
«Immagino per Ayumi» proferì Rou puntando i suoi occhi penetranti in quelli di Tsunade. «esattamente»
Ayumi abbassò lo sguardo e strinse i pugni, prese un bel respiro e la guardò, cercando di sembrare più determinata possibile. «signorina Tsunade, non lascerò che i miei sentimenti prendano il sopravvento nel caso .. nel caso sia lui» tentennò infine ma i suoi occhi non tornarono a fissare i suoi piedi, voleva quella missione a tutti i costi.
«Spero per voi che sia così, partite oggi pomeriggio alle quattro in punto, buon lavoro» i tre s’inchinarono e uno alla volta uscirono. Non si parlarono fino a che non uscirono dal palazzo. «Che bello, torno a lavorare con il mio musone preferito-» scherzò Rei passando un braccio intorno alle spalle di Rou che sbuffò ma non tolse il braccio, infondo gli piaceva che Rei riservasse quelle piccole attenzioni anche a lui e non solo ad Ayumi. «Rei, non intralciarmi» tuttavia non poteva far trasparire niente. Ayumi rise di quella scena ma dopo poco si congedò, dopo aver svoltato l’angolo saltò su un alberò e saltò su di essi fino a raggiungere il campo di allenamento dove Sas’ke, Naruto e Sakura erano già presenti. Kakashi li guardava seduto su un ramo.
«Kakashi-sensei!» esclamò Naruto vedendola saltare da un albero, Kakashi spostò lo sguardo dal biondo alla ragazza appena arrivata, che esibiva un’espressione adirata, sospirò e scese anche lui dall’albero, sapeva che non sarebbe stata una discussione semplice. Sas’ke guardava Ayumi senza farsi notare, anche se a Sakura non sfuggi, di rado Sas’ke aveva visto un’espressione nemmeno lontanamente vicina all’irritamento sul volto della ragazza. L’aveva sempre aiutato e parlato con il sorriso sulle labbra e ora gli faceva uno strano effetto vederla così, l’unica volta che l’aveva visto arrabbiata tanto da piangere era per Itachi. Assottigliò gli occhi e cerco di sentire che cosa si dicessero, anche se non fu difficile.
«Perché hai detto a Tsunade di lui?» esclamò adirata guardando Kakashi come se da un momento all’altro volesse attaccarlo «volevi prenderti quella missione? Cosa pensavi? Che se lo incontrassi lo lascerei tornare chissà dove? Mi pensi davvero così stupida?» urlò così forte che il collo le diventò di una sfumatura rossastra mentre le lacrime le inumidivano gli occhi e Sas’ke non ebbe dubbi, c’entrava Itachi nel discorso. «calmati Ayumi, non penso che tu sia una stupida, ma con ciò che provi e con quello che hai passato ..»
non finì nemmeno la frase, Ayumi lo guardo e Sas’ke in quello sguardo ci riconobbe ciò che non avrebbe mai immaginato di vedere nei suoi occhi, odio.
Si voltò e sparì tra gli alberi lasciando dietro di se un silenzio fin troppo carico di domande. Naruto osservò il maestro come se avesse appena squartato qualcuno, Sakura aveva un’espressione confusa e Sas’ke .. bhe lui non si poteva decifrare. Fece solo una cosa che sorprese tutti tranne il sensei, seguì Ayumi. Aveva sempre fatto molto per aiutarlo da quando Itachi aveva ucciso il suo clan, era ovvio che provasse affetto nei suoi confronti . Ayumi si fermò solo quando arrivò ai piedi della montagna in cui erano scolpiti i volti dell’Hokage, nessuno la vide, quel posto non lo frequentava mai nessuno. Pianse. Per la prima volta da quando Itachi era diventato un nukenin lei pianse, buttò fuori tutto ciò che aveva accumulato in quei periodi. Si asciugò gli occhi con il palmo della mano e si diede uno schiaffo per riprendersi. «non c’era bisogno che mi seguissi Sas’ke-kun» mormorò accorgendosi della presenza del ragazzino. Si voltò e tra le lacrime gli sorrise.
«E tu non hai bisogno di sorridere anche in questo momento» rispose lui avvicinandosi «sembri così forte ma dentro sei proprio come il tuo amato cioccolato» questo paragone fece tornare il sorriso a Ayumi, Sas’ke tirò fuori dalla tasca una barretta di cioccolata che si era fermato a comprare . «Grazie» prese il dolce e iniziò a mangiarlo. Dopo che lo ebbe finito sorrise baciando la guancia di Sas’ke, che arrossì leggermente. Ayumi rise e gli scompigliò i capelli ma una sensazione si fece spazio in lei, le sembrava si essere osservata. Si voltò verso degli alberi e da dietro ne uscirono Sakura e Naruto. «eravamo preoccupati» disse Sakura con un sorriso dolce, aveva sicuramente visto Sas’ke arrossire.
«Dimenticatevi ciò che è accaduto con il vostro sensei, chi vuole un po’ di Ramen?» Naruto fu il primo a gridare, felice. Tutti e quattro andarono a mangiare il Ramen e ovviamente offrì tutto lei, poi i tre si allontanarono salutandola con una mano. Sas’ke non si voltò ma alzò una mano, senza muoverla, e solo dopo voltò di poco il volto sorridendole. In quel momento Ayumi rivide Itachi.
Tornò a casa per preparare lo zaino per la missione, mise un po’ di tutto, i confini non erano dietro l’angolo, in più dovevano controllare anche gli interni, ci sarebbero voluti giorni se fosse filato tutto liscio. Controllò l’orologio: 14:30
Sospirò e si stese sul letto osservando il soffitto: in due giorni erano accadute fin troppe cose. L’unica cosa che le faceva piacere era sapere che sarebbe andata in missione con i suoi due amici. Però si comportavano in modo strano: dal canto suo Ayumi aveva sempre saputo l’orientamento sessuale di Rei, ma difficilmente credeva che anche a Rou potessero interessare i ragazzi quando non mostrava nemmeno considerazione per un gatto. Quindi difficilmente ci sarebbe stato del tenere tra quei due. Guardò il comodino vicino al letto e si ricordò di un libro che le aveva regalato sua madre prima di morire. Aprì il cassetto e spostò qualche foglio, poi ne tirò fuori un piccolo libro con una copertina verde e liscia, una scritta nera risaltava in quell’uniforme di colore –i segreti del cuore.- una volta l’aveva iniziato ma poi con le missioni non aveva mai avuto tempo di continuarlo e quindi di finirlo. Lo sfogliò e alla pagina 56 trovò una piccola busta rossa, la prese e l’aprì. Non ricordava di averla mai vista. Dentro vi era un foglio bianco ripiegato un paio di volte.

Ciao Tesoro,
se stai leggendo questa vuol dire che me ne sono già andata.
Ti chiedo perdono per tutto il dolore che hai sofferto e che sicuramente ancora affronterai, perché? Ti potresti chiedere
Questo libro forse ti può aiutare a capire la mia morte, leggilo quando il tuo cuore non sarà tranquillo, quando troppi pensieri soffocheranno la tua anima.
Ricorda che ti amo e ti amerò per sempre
Mamma.

Rilesse quella lettera una ventina di volte, come se volesse stamparsela nella mente. Nessuno le aveva mai raccontato come sua madre era morta, suo padre, prima che morisse anche lui, le aveva detto che era morta durante una missione. Evidentemente non era così, cosa era successo?
Cercò qualcosa, sfogliando ulteriormente il libro per cercare una lettera simile a quella, una busta, qualcosa che l’aiutasse. Chiuse il libro e rilesse il titolo. I segreti del cuore. Che sua madre fosse innamorata di qualcuno che non fosse suo padre? Ma come poteva questo portarla alla morte? Avrebbe voluto chiarire tante cose, ma era come se non avesse risolto niente. Più casi le si accumulavano e più lei si perdeva in essi non ricavandone niente.
Che cosa avrebbe fatto ora?