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Autore: Inathia Len    19/06/2014    1 recensioni
Celia Stebbins è una ragazza qualsiasi, ma nasconde un segreto.
Celia sogna.
Celia ricorda.
Di un tempo in cui un uomo che viaggia in una cabina blu più grande all'interni rispetto all'esterno l'ha salvata dalla morte, quando era solo una bambina. Ma Celia non sa la verità, non sa che la donna che chiama madre non lo è davvero, non sa chi lei sia.
Quando i sogni si colorano di rosso e Celia ricorda di un pianeta andato distrutto, sa che deve scoprire la verità. E sa anche che c'è un solo uomo che la può aiutare: Sherlock Holmes.
Primo cross-over tra Doctor Who e Sherlock, ambientato tra la seconda e la terza stagione del primo e dopo la terza del secondo. Fatemi sapere che ne pensate :-)
Genere: Angst, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Watson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The tale of the Doctor   -part One-

 

 

-Dove mi hai portato questa volta?- chiese Rose, saltellandomi accanto e togliendole mie mani dalla consolle per intrecciare le sue dita con le mie.

-Oh, è fantastico, ti piacerà di sicuro!-

-Che pianeta è? E quando siamo?-

-Dunque, l’anno è sempre lo stesso, ma ci troviamo circa a sei galassie dalla tua. E il pianeta…- ma il mio discorso venne interrotto da uno scossone che ci fece finire lunghi distesi.

-Sempre così turbolento qui?-

-No anzi, di solito è un posto tranquillo. Per quello ti ci ho voluta portare, un po’ di riposo ogni tanto non ci ammazza mica- dico, riflettendo a voce alta.

-E come si chiama “qui”?- chiese Rose, cercando di leggere sul monitor senza molto successo.

-Tharacorix.-

-Tarcox- provò Rose, ingarbugliandosi nella sua stessa lingua e facendomi ridere.

-Tharacorix- dissi, più piano. –Riprova.-

-Thara…-

-…corix- completai io.

-Tharacorix- esclamò, saltando dall’eccitazione di essere riuscita a pronunciarlo giusto. –Tharacorix, Tharacorix!-

-Fantastico!-

-Suona anche bene.-

-E gli abitanti sono gente a posto, vedrai, ti piacerà. Vengo spesso qui quando non ho voglia di guai, è un posto davvero…-

-Fantastico?- completò lei per me, facendomi ridere.

Ma la risata su interruppe in fretta. Un altro scossone ci rispedì per terra.

-Questo è davvero strano, però. Qui non ci sono mai terremoti- borbottai, andando alla porta del Tardis deciso a capirci qualcosa.

Quello che vidi fuori mi sconvolse.

Il verde e boscoso pianeta che ricordavo stava letteralmente bruciando davanti ai miei occhi. I campi che avevo vantato a Rose come perfetti duplicati della campagna toscana, le montagne in lontananza, così alte e imponenti da sembrare eterne, gli specchi d’acqua… da ogni parte era scomparso qualsiasi altro colore, trascinato via dal nero fumo e dal rosso delle fiamme.

Chiusi la porta e rientrai nel Tardis con ancora le grida della popolazione nelle orecchie. Tornai ai comandi camminando come uno zombie e cominciai ad inserire nuove coordinate.

-Che succede?- chiese Rose confusa, notando il mio sguardo sconvolto.

-Ce ne andiamo.-

-Come? E tutto quello di cui mi avevi parlato? Le cascate che cantano, i frutti che ti volano in bocca da soli…?-

-Non esistono più, non esiste più niente.-

-Che significa?-

Aveva già visto lhie. al rosso delle fiamme.a fine del suo pianeta una volta e anche io ero a posto, quindi l’unica cosa che mi rimaneva da fare era portarla da qualche altra parte, lontano da quell’inferno di grida e distruzione. Non poteva vedere, non la mia Rose, non la mia dolce e sensibile Rose.

-Dottore, spiegami cosa sta succedendo- disse decisa, fermando le mie mani e guardandomi fisso negli occhi. Scorse le lacrime ma non arretrò. –Dimmelo.-

-Tharacorix sta morendo. Tempo qualche ora e non ne rimarrà più nulla. I vulcani stanno eruttando tutta la loro lava e tra poco la crosta si spaccherà, facendo sprofondare tutto e tutti- dico con un filo di voce.

-Tutti? Non si salverà nessuno?- chiese Rose con voce tremante.

Scossi la testa e le lacrime comparvero anche nei suoi occhi.

-Non possiamo fare nulla?-

Di nuovo feci cenno di no e la tenni stretta tra le mie braccia.

-Mi dispiace. Ti sarebbe piaciuto tanto- mormorai, evitando di dire che Tharacorix sarebbe mancata anche a me. Non era Gallifrey, ma qui ero stato bene e la gente aveva cominciato a conoscermi, a volermi bene.

-Ma tu puoi salvarli, lo so! Abbiamo affrontato situazioni peggiori- cominciò Rose, ma io la interruppi.

-Questo è un punto fisso nella storia del cosmo. Accadrebbero cose terribili se modificassimo qualcosa. La vita del pianeta non vale quella dell’intero universo.-

Rose rimase in silenzio. Sapevo che la cosa non le andava giù, ma non avrei cambiato idea. Avevo promesso a Jackie che l’avrei protetta, ma ora non si trattava più solo di mantenere una promessa a una madre. Amavo quella ragazza, non avrei permesso che le sarebbe successo nulla. E se questo doveva consistere nel portarla via di peso prima che Tharacorix sprofondasse… bè, ero pronto. Non le avrei fatto di nuovo vedere la morte di un pianeta. Quando le avevo proposto di viaggiare con me, avevo in mente luoghi fantastici e posti sconosciuti, le avrei fatto vedere le meraviglie più spettacolari… perché, invece, finivamo sempre in mille disastri? Non volevo che piangesse, Rose doveva ridere ed essere felice! Nella mia vita c’era stato tanto dolore prima che lei arrivasse, avevo sofferto tanto, troppo… non potevo permettermi che lei passasse attraverso tutto quello che ero passato io. Una fine del mondo a vita bastava e avanzava. Anche per chi, di vite, ne aveva a disposizione infinite.

Rose rimase stretta a me mente piangeva.

-Posso almeno vedere una città?- chiese dopo un po’, asciugandosi le lacrime e il trucco scuro che le colava dagli occhi.

-Non è un gran bello spettacolo là fuori- la avvertii io, ma sapevo che questo non l’avrebbe fermata. Mi misi così ai comandi. Sarebbe stata una cosa veloce, mi dissi, quindi meglio andare con il Tardis e non lasciarlo chissà dove.

Pochi scossoni dopo eravamo nella capitale, Babilki. Se Rose doveva vedere qualcosa di Tharacorix, anche se il giorno della sua fine, volevo che fosse la sua splendida capitale. Babilki era stata costruita tra le montagne, a ridosso di quella cascata che le avevo promesso avremmo visto. Ora, ero pronto a scommetterci, vi scorreva lava, anziché acqua limpida.

Era una città antica, maestosa, dall’architettura imponente, dove i templi ricordavano l’antica Grecia, i viali alberati quelli delle capitali europee e le case un borgo medioevale, mentre qua e là spuntavano canali e ponticelli come a Venezia. Era sempre stata bellissima e non avrei mai potuto credere che ne avrei visto la fine.

-Babilki, la capitale- la presentai a Rose, aprendo la porta del Tardis. –Solo un’occhiata veloce e nei dintorni, poi ce ne andiamo- la avvertii.

Eravamo arrivati in una piazzetta e c’erano tharacorixiani che correvano ovunque, chiamando i loro cari in quella loro lingua che mi era sempre sembrata un antico canto, ma che adesso sapeva di morte e paura. Cercavano rifugio, ma non ne avrebbero trovato alcuno. Tempo poche ora e tutto sarebbe scomparso.

Fu il pianto di una bambina piccola a darci la direzione. Rose non poté resistere, non appena lo sentì, e io ovviamente le andai dietro, chiedendomi in che guaio mi stavo andando a cacciare, e solo per lei, questa volta. 

 

 

 

 

 

 

Quella bambina eri tu.

 

 

 

 

 

 

Inathia's nook:

 

ciao belle fanciulle, come va la vita? Qui quasi tutto bene, se non si tenesse conto del fatto che sono nel bel mezzo dell'esame (non fisicamente e letteralmente, ovvio, non sono così pazza da caricare il capitolo a metà versione ;P) ma diciamo che la prossima prova è lunedì, quindi... sì, sono tecnicamente a poco più di metà dell'esame. Gli scritti, ovviamente. Perchè la culona qui presente non potrà bruciare i libri (ho davvero in mente di fare un falò con quelli di fisica e matematica) fino al 3 luglio, essendo stata estratta la lettera I ed iniziando il mio cognome con la G. 

Le gioie della vita.

Meno male che ci siete voi :)

Ho notato un calo nelle recensioni dello scorso capitolo e, nonostante vi capisca (il caldo da alla testa a chiunque), spero che questo capitolo un po' più "movimentato" vi spinga a dirmi le vostre opinioni. 

Abbiamo il ritorno di Rose, la piccola dolce Rose che si incarta a dire i nomi dei pianeti ( e come darle torto!) e Nine, ovviamente. Perchè anche se è Ten, tecnicamente, a parlare, è Nine il protagonista del racconto. Non ho mai scritto un suo POV, quindi spero di non aver fatto un casino :)

Be', alla prossima settimana, quando avrò già i risultati degli scritti *corre via piangendo*

  
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