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Autore: roseblack13    20/06/2014    2 recensioni
Aindil porta con se un segreto. La sua missione è convicere gli elfi di Bosco Atro ad allearsi con il suo popolo contro misteriosi cavalieri oscuri. Dovrà svelare il suo segreto e sciogliere il suo cuore ...magari a quell'elfo biondo che ha incontrato nel bosco...ma il destino ha in serbo tante sorprese...specialemente per una ragazza speciale come lei.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Thranduil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Cap 21

 

Epilogo


“Cassandra! Cassandra!”
La bambina riconobbe la voce del padre e si nascose meglio sotto il letto, sicura di non essere vista.
Legolas entrò nella camera della figlia. Individuò subito i piedini scalzi che sbucavano da sotto le coperte.
“Ma dove si sarà cacciata quella bambina?” disse falsamente preoccupato.
Cassandra si lasciò sfuggire un risolino divertito.
“Peccato....vorrà dire che la torta di more la finirò da solo..”
“No no!” urlò la bambina uscendo dal suo nascondiglio.
Legolas le sorrise e lei si tuffò tra le braccia del padre. A vederli erano identici. Cassandra aveva gli stessi occhi profondi e vivaci del padre e lunghi capelli d'argento. Ma nel carattere era tutta sua madre.
“Vieni, la torta ci aspetta. Poi dobbiamo metterci in viaggio.”
“Dove 'diamo papà?”
“Nella nostra nuova casa, un posto che un tempo era bellissimo e tornerà presto ad esserlo. Si chiama Ithilien.”

Legolas osservò la figlia con la faccia imbrattata di marmellata di more. La cosa più dolce che avesse mai visto.
Aveva due anni e mezzo ed era una bambina intelligente e bellissima. Sospirò e la lasciò alle cure di una delle sagge. Tornò nelle sue stanze per finire di sistemare gli ultimi bagagli. Era tempo per loro di lasciare Cailexa.
Osservò per un ultima volta il paesaggio fuori dalla finestra. Era tutto così tranquillo e rigoglioso, che pareva di stare ammirando un quadro. Nel corso degli ultimi due anni, il regno di Cailexa era tornato a risplendere e a ripopolarsi. La sagge si erano dedicate alla nascita di un giardino botanico , ove erano presenti tutti i tipi di piante medicinali conosciute. Gestivano ora la più grande farmacia di quelle terre, e molti regni vicini richiedevano le loro cure e i loro medicamenti.
Era diventato proprio un bel posto per viverci, adesso che stupide e retrograde leggi erano state abolite definitivamente. Ma lui non poteva continuare a vivere lì.
Aveva avuto il permesso di suo padre per dimorare nell'Ithilien, così profondamente deturpato dalla guerra dell'anello, e lui aveva il profondo desiderio di riportarlo all'antico splendore. In più avrebbe goduto della vicinanza al rinato regno di Gondor e del suo caro e vecchio amico Re Aragorn.
Chiuse il baule e lo lasciò vicino all'entrata. Avrebbe mandato a prenderlo. Guardò la stanza un ultima volta e, con un velo di malinconia, la richiuse alla sue spalle.
“Legolas, amico mio!”
L'elfo si voltò e vide il volto sorridente del sovrano di Cailexa, l'imperatore Tryon.
“Tryon! Pensavo fossi alle scuderie.”
“Non pensavi davvero che ti avrei lasciato partire senza salutarti e ringraziarti!” disse abbracciandolo affettuosamente.
“Non mi devi nulla!”
“Scherzi? E' anche grazie a te che questo regno è diventato quello che è oggi. Era un diamante grezzo e tu hai contribuito a renderlo una pietra delle più preziose. Senza i tuoi consigli e le tue conoscenze elfiche...”
Legolas sorrise e gli posò una mano sulla spalla.
“Già, e tu e Syelva sarete degni sovrani di questo posto!”
Tryon sorrise. Era un uomo felice adesso. E non solo perchè era imperatore di un regno prolifico e ricco, ma perchè in Syelva aveva trovato la compagna della vita. Avevano un figlio maschio, Ilhemen, cosa unica e straordinaria a Cailexa, che fece definitivamente capire che le cose erano cambiate. E Syelva ora aspettava il secondo. Si, era davvero un uomo fortunato.
“A presto amico mio!” si congedò Tryon.
“A presto!” salutò Legolas.


Caricò il suo bagaglio sul cavallo e lo assicurò. Aveva portato solo il necessario per il viaggio. Il resto dei bagagli sarebbe stato spedito successivamente. Decise di fare un ultimo giro per quella che era stata la sua casa negli ultimi due anni. Chiuse gli occhi e i suoi pensieri volarono indietro nel tempo. Al giorno in cui Sauron fu sconfitto, al giorno in cui tutto finì.
Era sollevato e felice, finalmente l'anello era stato distrutto e con lui anche il potente signore del male. Adesso sarebbe iniziata una nuova era, una nuova vita. Il suo primo pensiero fu per Aindil, adesso avrebbero finalmente potuto vivere il loro amore,non ci sarebbero stati più ostacoli.  Abbassò gli occhi e con la coda dell'occhio, vide un armatura a terra, i colori di Cailexa. Il suo cuore smise di battere quando vide i capelli corvini sparsi ovunque. Era corso da lei, dalla sua Aindil, e scosso dalle lacrime l'aveva accolta tra le sue braccia. Era ferita gravemente .
Una delle aquile la prese con se e li riportò entrambi a Cailexa.
Le sagge si presero subito cura di lei, ma aveva perso troppo sangue ed era molto debole.
Le vide uscire una ad una da quella stanza con gli occhi bassi e velati di lacrime.
Per giorni e notti aveva vegliato su di lei, senza mai lasciarla sola un attimo, nella speranza che si risvegliasse.
Una notte, una delle donne gli portò la bambina.
“Pensavo voleste vederla.”
Legolas pensò amaramente che in tutto quel trambusto si era dimenticato di avere una figlia e se ne rammaricò.
La prese tra le sue braccia e si sentì il cuore più leggero.
“O Aindil...nostra figlia...è ..è bellissima...” disse con occhi colmi d'amore osservando la bimba che li stringeva il dito.
La donna gli porse una lettera.
“Cos'è?”
“L'imperatrice Aindil me l'aveva data in consegna nel caso le fosse successo qualcosa. Credo siano le sue volontà e credo che spettino a voi.”
Con mano tremante Legolas prese la busta. Poggiò la bimba accanto alla madre e attese che la donna uscisse. Poi spezzò il sigillo e l'aprì.

“Mia dolce, piccola Cassandra.
Se stai leggendo questa lettera, significa che purtroppo le cose non sono andate come avevo sperato.
Ti scrivo prima della mia imminente partenze per una battaglia, spero l'ultima e decisiva, che deciderà le sorti della nostra terra e del nostro regno. Non ti sto abbandonando. Sto andando a combattere affinchè il mondo in cui crescerai sia un posto migliore. Spero  che un giorno ti verranno narrate le  storie al riguardo e che parlino della nostra vittoria sul male. Te lo racconterei io, ma al momento non ne so molto. Sono qui invece per parlarti di me e di tuo padre. Al momento lui non sa di te, è partito per una missione importante che ha  a che vedere con questa guerra ,prima che io stessa sapessi di attenderti. E non ho più avuto sue notizie. Parto anche con questa speranza. Di ritrovarlo, di dirgli di te e di ritornare con lui. Nel caso non riuscissi, sappi che tuo padre è un principe elfico. L'elfo più bello e valoroso che io abbia mai conosciuto. Non dubitare mai di questo. Se ancora vive lo troverai nel Reame Boscoso. Raggiungilo e fagli leggere questa lettera. Lui capirà. E ti donerà l'amore che ti avrei donato io. Anche di più. Sentirai molto leggende e storie anche su di me e non saranno tutte positive. In questa vita, troppo spesso ho seguito il mio istinto e ho sbagliato. L'unico cosa che volevo evitare di fare è stata quella che poi mi ha portato la maggior felicità. Sto parlando proprio dell'essermi innamorata di tuo padre. Lo amo, l'ho sempre amato anche quando lui pensava il contrario, ma pensavo di proteggerlo così. Pensavo di non essere alla sua altezza, che meritasse di meglio. Ma lui mi ha sempre trovata e mi ha sempre riportata a lui. Adesso tocca a me trovarlo e spero di riuscire almeno in questo. Bambina mia, va a cercarlo te ne prego. Sarai fiera di avere un padre come lui. Vi amo entrambi e se non sarò più tra voi, sappiate che il mio spirito vi proteggerà sempre e ovunque.
Con tutto l'amore che ho.
Aindil, tua madre.”

Legolas finì di leggere tra le lacrime.
“O Aindil...ti amo ...non mi lasciare...non andartene...” supplicò stringendole la mano.

L'elfo fu ridestato dai suoi pensieri dalla voce di una donna che gli offriva dei frutti.
“Ho sentito che partite” disse la donna dispiaciuta “Vogliate prendere questo omaggio”
Legolas sorrise e la ringraziò con un cenno del capo. Guardò il sole. Si stava facendo tardi. Era ora di partire.
Tornò velocemente nel cortile del palazzo. Vide che era atteso. Syelva teneva per mano la piccola Cassandra, che le stava accarezzando la pancia prominente.
“O Legolas! Sei qui!” disse Syelva vedendolo.
“Si...ho voluto fare un ultimo giro.”
Syelva lo guardò dolcemente.
“Mancherai a tutti noi. La porta qui è sempre aperta .”
“Ti ringrazio” e si chinò a baciarla “Torneremo a vedere il nuovo nato sicuramente!”
Si guardò intorno con aria interrogativa poi udì una voce urlare in lontananza.
“Arrivo...arrivo...”
Si voltò verso il portone del castello e finalmente la vide uscire.
“Aindil...è tardi!” la rimproverò scherzosamente.
“O Legolas...dovevo salutare tutti!”
Legolas guardò sua moglie, tutta trafelata con i capelli scarmigliati. Teneva la fascia legata al busto, dalla quale spuntava la manina del piccolo Illheais, di soli due mesi.
Aindil salutò con un bacio la sua cara amica Syelva.
“Sei sicura Aindil?” le chiese la donna guardandola preoccupata.
Aindil le sorrise. Non era mai stata più sicura in vita sua. Aver rinunciato al trono in favore di Syelva non le era costato affatto. Anzi. Era sicura che quella valorosa guerriera sarebbe stata una grande imperatrice per Cailexa.
Legolas l'aiuto a issarsi a cavallo, poi montò sul suo e Syelva gli passò la piccola Cassandra.
“Siete sicuri che non volete una carrozza? Ve la faccio preparare in un attimo!” chiese Syelva accorata.
“No, ti preoccupare. E' una bella stagione per cavalcare e  per dormire un paio di notti sotto le stelle!” disse felice Aindil prima di spronare il cavallo e mettersi in viaggio.
Fuori dalle mura della città , Legolas la vide fermarsi un ultima volta, ma non si guardò indietro. Controllò che il bambino stesse bene e ripartì.
“Stai bene?” le chiese lui premuroso.
“Mai stata meglio” ed era vero. Ci aveva messo un bel po' a riprendersi dalla ferita, che ancora oggi le dava qualche fastidio, ma adesso era felice e se anche un po' le dispiaceva lasciare Cailexa, aveva bisogno di iniziare una nuova vita fuori da quelle mura, che troppi ricordi dolorosi le portavano alla mente. Sarebbe stata per sempre la signora di Cailexa, ma quella non era più casa sua. Guardò sorridente il marito che le cavalcava affianco. E guardò i loro figli.
“Si, sto decisamente bene!”
 


                                                                           FINE

 

SPAZIO AUTRICE.
 Eccomi giunta al temine...spero di non aver deluso nessuno con questo finale. Io sentivo di dover concluderla così. Ringrazio chi mi ha letto e chi ha recensito, chi ha messo la storia tra le ricordate, le preferite  e le seguite. E stata una faticata, ma ne sono soddisfatta. Grazie.

  
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