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Autore: Lione94    20/06/2014    2 recensioni
Un nome,
una profezia,
una guerra millenaria fra Angeli e Demoni.
Allie Fox, come ogni comune adolescente, ha smesso di credere alla magia dei bambini, ma sarà costretta a ricrederci dopo aver messo la sua firma su un libro incantato: mai sottovalutare il potere delle parole!
Sarà così coinvolta in un conflitto tra Bene e Male e, tra profezie, diavoli guastafeste, gatti parlanti, angeli custodi e un affascinate Principe dei Demoni, la sua vita cambierà completamente.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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17. Festa di compleanno




 << E pensare che domani è il giorno del mio compleanno >> riflettei a voce alta mentre cambiavo le bende alle ferite di Layo. Era uscito davvero malconcio dallo scontro con i Diavoli. Ormai non si risparmiavano più contro di lui.
 Mi lanciò un’occhiata sofferente quando gli medicai la ferita sul petto. Per fortuna che con la magia la sua guarigione era molto più veloce. << Ahia! Ti stai forse vendicando per il braccio che ti ho ferito? >>
 Scossi la testa: << Shh zitto! I diavoli non ti battono ma un po’ di disinfettante sì? >>.
 Erano già tre giorni che ci trovavamo nei cieli, nella casa vuota di Evangeline. Salem, l’unico che era riuscito a tornare sulla Terra grazie al suo aspetto alquanto anonimo di gatto (mannaro), aveva riportato cattive notizie: Heyl era caduta nelle mani dei demoni e ormai era completamente avvolta dall’oscurità. Tornare sarebbe equivalso a un vero e proprio suicidio dato che Demon, ormai stanco di attendere ancora la vittoria che gli spettava, aveva messo una vera e propria taglia sulla mia testa e di Layo. Il figlio lo voleva vivo per fargli pagare il suo tradimento mentre io andavo bene anche morta. Bella consolazione! Per fortuna questa notizia l’andava portando in giro quello strano diavolo vestito da fata che avevo incontrato tempo prima nella mia visita all’Inferno e speravo così che non molti lo prendessero sul serio.
 << Che cosa hai detto??? >> esclamò una voce con un tono stridulo.
 Mi girai per vedere Gwen che mi guardava stralunata.
 << Ehm >> sperai di non averla offesa: tutto era nel caos ed io pensavo al mio compleanno. << Che domani compirò gli anni >>.
 Gwen mi fu affianco in un battito d’ali e mi afferrò per le spalle. Aveva un sorriso che andava da un angolo del volto all’altro, sembrava uscita fuori di sé. << Oh Allie è fantastico! >>.
 << Davvero? >> dissi perplessa.
 << Gwen ha ragione! >> concordò Layo scacciando le mie mani che tentavano di medicarlo e mettendosi a sedere sul letto.
 Mi era forse sfuggito qualcosa?
 << Allie, ascolta: il tuo compleanno è un’occasione speciale, no? >> disse Gwen.
 << Suppongo di sì… >>
 << Oh sì che lo è! >> m’interruppe il mio Angelo Custode con gli occhi che brillavano << E Grimorio concede sempre un giorno di Tregua per le occasioni speciali! >>.
 Finalmente capii cos’era venuto in mente a Gwen. << Davvero?! >>.
 << Si! Chiederemo a Grimorio un giorno. Organizzeremo una festa favolosa e quello sarà il nostro diversivo! Avremo un giorno di completa protezione grazie a te… e sarà proprio allora che agiremo! >>
 In quel momento entrarono in casa Ivoene e Nathaniel. Avevano due facce sconfortate.
 << La luce del Paradiso si sta spegnendo da quando Evangeline non è più qui e l’assenza di Gabriel di certo non aiuta >> annunciò tetro papà << Neanche l’ultima volta era così grave! >>
 Ivoene si fermò a osservare le nostre facce stranamente sorridenti dopo giorni. << Che cos’è successo qui? >>
 << Gwen ha avuto un’idea fantastica! >> annunciai.
 << Avanti, racconta! >> la incitò mia madre.
 Gwen spiegò la sua idea del compleanno e gli occhi dei miei genitori si riaccesero di un barlume di speranza.   
 << C’è solo un problema… come faccio a chiedere un giorno di tregua? >> chiesi.
 << Domandalo al Libro >> rispose papà.
 Ivoene si tolse una piuma dalle ali e ci soffiò sopra. Quella si illuminò e vibrò per un secondo, poi mia madre me la porse con un sorriso e mi incitò: << Scrivi! >>.
 Tirai fuori Grimorio dal suo nascondiglio (chissà perché il pavimento sotto il letto mi sembrava sempre un buon nascondiglio) e tenendolo tra le mani lo aprii a una delle pagine bianche.
 “Chiedo un giorno di tregua
 Comparve subito una scritta svolazzante dall’inchiostro rosso.
 “Motivo”.
 “Genetliaco”.
 Di certo a un libro antico più del mondo non potevo scrivere in modo banale.
 Aspettai ansiosa la risposa, battendo ossessivamente la penna sul pavimento.
 “Accordato”.
 Osservai le scritte sparire ed esultai contenta.
 Il Richiamangeli che tintinnava piano da quando Evangeline era stata rapita finalmente cessò di suonare.
 A parte il geniale piano di Gwen ero felice che almeno il giorno del mio diciottesimo compleanno non l’avrei passato a scappare dai Demoni.
 Poi, all’improvviso, un’idea mi balenò nella mente e allora sfogliai il libro lentamente, cercando le pagine dov’erano scritti gli eventi di pochi giorni fa. Lessi del rapimento di Evangeline e Gabriel e il sangue mi ribollì nelle vene.
 “Evangeline emise un flebile grido di aiuto ma ormai nessuno poteva più sentirla…
 Non sapevo se fosse possibile, ma tentai ugualmente di modificare il fatto che l’angelo fosse stato rapito, ma appena toccai il foglio la penna mi volò via dalle mani con violenza (Layo fece appena in tempo a spostarsi prima che gli cavasse un occhio) e comparve una grossa scritta dorata.
 “Se la storia vuoi modificare, la Penna del Destino devi conquistare”.
 Wow Grimorio sì che era un eccellente poeta…
 Aspetta un momento…
 La Penna del Destino?!
 Ecco che cosa aveva in mente Demon!  
 La storia si poteva cambiare! E io sapevo esattamente cosa Demon avesse intenzione di modificare… voleva cancellare la Profezia e scrivere un nuovo finale, il suo finale.
 Ci guardammo tutti a bocca aperta, colti dallo stesso pensiero. Layo strabuzzò gli occhi e Ivoene tirò un lungo sospiro: << E’ peggio di quanto pensassimo! >>.


 Quando rimisi piede dentro casa sembrava che niente fosse cambiato, che niente fosse successo.  
 La magia di Grimorio era stata così potente da spazzar via dal cielo le cupe nuvole grigie che coprivano Heyl da quando Evangeline si trovava prigioniera nell’Inferno di Demon. Il sole era alto nel cielo, la sua luce era così accecante che quasi mi feriva gli occhi. Non eravamo più abituati a vederlo. Per fortuna grazie alla potente magia del libro la nostra assenza era passata inosservata… faceva parte del gioco d’altronde. Gli umani meno sapevano e meglio era. Speravo solo che non si sarebbero mai dovuti accorgere di niente, ma sapevo anche che con la vittoria del male tutto sarebbe cambiato. Non dovevamo permetterlo, no!
 La festa ci sarebbe stata quella sera quindi andava tutto preparato al meglio in poco tempo. Mio padre era rimasto nei Cieli (va bene la situazione di grave pericolo ma un genitore a una festa di compleanno di un’adolescente… insomma avevo ancora la mia reputazione da mantenere!), Salem si era occupato di distribuire gli inviti e mentre io e Gwen ci occupavamo di sistemare la casa, Layo ne aveva approfittato per far visita a sua madre.
 << Wow Gwen! Nessuna festa ha avuto addobbi più belli! >> esclamai alla fine del nostro lavoro.
 La casa non sembrava più la stessa. Il salotto era irriconoscibile: insieme avevamo spostato tutta la mobilia e gli oggetti che avrebbero rischiato la loro integrità a stare in mezzo a una casa dove si svolgeva una festa. Il tavolo era stato sommerso da una montagna di cibo e sembrava che da un momento all’altro sarebbe crollato sotto tutto quel peso. E gli addobbi! Gwen aveva abbassato magicamente la luce dei lampadari e su tutti i muri della casa sembrava come se scintillasse un cielo stellato. Dal soffitto scendevano dei festoni argentati che sembravano essere le code di stelle comete.
 << Oh niente che non si possa fare con un po’ di magia >> disse Gwen facendomi l’occhiolino << Va bene che questo è un diversivo… ma è sempre il tuo compleanno! Perché non approfittarne per fare una festa con i fiocchi?! >>
 Le sorrisi. << Sono contenta di averti come mio Angelo Custode, Gwen! >> la abbracciai stretta e le sussurrai: << Vedrai che andrà tutto bene >>.
 Quando sciolse il nostro abbraccio, la vidi asciugarsi gli occhi, sapevo che stava pensando a Gabriel. << E’ tutto così difficile… >>
 << Non gli permetteremo di vincere! >> ribattei con forza.
 Sentii la porta sbattere dietro di noi e Salem comparì con un balzo nel salotto.
 << Gli inviti sono stati ricevuti, è tutto sistemato! Inoltre ho ricevuto un messaggio da Ivoene, dice che è tutto pronto per il diversivo, l’ora è quasi giunta. Ma a quanto pare a me toccherà rimanere qui a controllarvi quindi… >> la sua figura ebbe un tremulo e all’improvviso si trasformò nella sua forma umana, un ragazzino dai capelli castani arruffati. Ghignò divertito: << Se mi avessero detto che passando dalla parte del Bene sarei finito a fare il baby sitter a degli adolescenti non so se avrei accettato >>.
 << Oh Salem non fare il noioso! Cercherò di chiamare Minù >> lo riprese Gwen << Però adesso io e Allie dobbiamo andare di sopra >>
 L’angelo mi trascinò su per le scale con forza.
 << Gwen ma chi è Minù? >>
 << Oh una gatta mannara, vecchia amicizia di Salem >> rispose veloce mentre mi spingeva dentro la camera << Ma adesso non importa! La festa sta per iniziare e a te manca ancora qualcosa? >>
 << Cosa? >>
 << Il vestito! Non vorrai presentarti con jeans e scarpe da ginnastica! Quello sul letto è un regalo di tua madre, indossalo! Io ti aspetterò di sotto… >>
 Mi fece l’occhiolino e poi si chiuse la porta alle spalle.
 Mi avvicinai a letto dove c’era una grossa scatola con sopra un biglietto. Lo aprii. Era la scrittura di mia madre.
 “Mia cara Allie, mi sono persa troppi tuoi compleanni… Sei cresciuta così in fretta, bambina mia! Io non sono stata vicino a te, non ho visto il tuo primo sorriso né sentito la tua prima parola, non ci sarò il giorno del tuo diploma e non ti abbraccerò il giorno del tuo matrimonio però sappi che in tutti questi anni tu sei sempre stata vicino al mio cuore e io sarò per sempre nel tuo. Adesso che siamo insieme ne approfitto per donarti il mio primo regalo. Ti voglio bene tesoro mio! Buon compleanno!”
 Oh mamma…
 Aprii la scatola e tirai fuori il vestito. Rimasi senza fiato. Era bellissimo! Era un lungo vestito stile imperio del colore blu scuro della notte, il tessuto era così morbido che sembrava di tenere acqua tra le mani e le cuciture era tenute insieme da un sottilissimo filo dorato che sembrava scintillare. Ero certa che quell’abito era stato fatto in Paradiso!
 Lo indossai e guardandomi allo specchio mi sentii del tutto un angelo, come se la mia parte umana fosse sparita. Wow gli angeli si sentivano sempre così belli?!
 Quando riscesi al piano di sotto vidi che già alcuni invitati erano arrivati e Gwen e Salem li stavano accogliendo presentandosi come “i lontani cugini di Allie da parte di padre”.
 << Ehi Allie, ma lo dovevo sapere da un invito che stavi organizzando una festa? >> esclamò la voce squillante di Genevieve << Oh la la! Allie sei favolosa! Ma dove l’hai comprato questo vestito? Sono davvero invidiosa! >>.
 << Grazie Jo, anche tu sei molto bella! >>.
 Lo era davvero nel suo vestito dorato con una corta e gonfia gonna che lasciava scoperte le sue secchissime e diafane gambe. Aveva stirato i rossi capelli che le ricadevano sulle spalle come una colata di lava.
 << Stasera Mark ti salterà addosso! >>
 La vidi rabbugliarsi. << Oh non so…>>
 << Che cos’è successo? >>
 << Abbiamo litigato >> disse con tono triste.
 Chissà cosa aveva combinato quello zuccone di Mark!
 << Perché? >>
 << Oh non lo so Allie, è da qualche giorno che sembra che nessuno riesca ad andare d’accordo qui ad Heyl! >>
 Le sue parole mi fecero sussultare. Ecco cosa succedeva quando il Male prendeva il sopravvento!
 Mi rabbuiai ma quando notai che Jo mi guardava perplessa, cercai di sorriderle. << Non preoccuparti tutto si aggiusterà! >>
 Andammo insieme in salotto e diedi inizio alla festa mettendo nello stereo la musica per ballare. Concessi il primo ballo al dolce Simon ma la mia testa era da un’altra parte: dov’era finito Layo?
 << Ehi Allie! Buon compleanno! >> mi disse Judith correndo ad abbracciarmi con un grande sorriso che le illuminava il volto << Questa festa è spettacolare, ancora meglio di quella dei tuoi sedici anni! >>
 Per fortuna dov’era Jud c’era anche suo fratello e allora ne approfittai per fare qualcosa di veramente scorretto. Ma in amore è lecito tutto, no? Mentre ringraziavo la sua gemella, usai i miei Occhi di Specchio su Mark. Adesso nessuno sarebbe stato triste per futili litigate. Almeno i loro cuori non sarebbero stati presi dall’oscurità. Mentre osservavo soddisfatta i due piccioncini riappacificarsi, una voce conosciuta mi fece sobbalzare.
 << Oh amore, sei la mia dea questa sera! >>
 << Evapora Theo! >>
 Scommetto che c’era lo zampino di qualcuno se l’invito era arrivato anche a lui. Avrei spiumato Gwen con le mie stesse mani! A volte anche gli angeli potevano essere davvero dispettosi.


 Già un’ora era passata ma di Layo nessuna traccia.
 << Accidenti che festa ragazze! >>
 << Sta zitta Kim! >>
 La mia attenzione fu attirata da una stridula e antipatica voce.
 << Scusa Violet >>.
 Mi girai per vedere in un angolo del corridoio che Violet Jones e il suo gruppetto di cheerleader erano riuscite ad imbucarsi alla festa. Indossava un vestito rosso sgargiante così corto, attillato e scollato che sarebbe stato impossibile non notarla. Era circondata da tre ragazze vestite al suo stesso modo ma ovviamente con dei colori alquanto scialbi in confronto al suo rosso fuoco. Va bene avere lo stesso taglio di capelli e indossare le stesse lenti a contatto colorate all’ultima moda, ma di certo era lei che doveva apparire al meglio.
 Mi ero sempre chiesta come Violet riuscisse a essere informata su tutti i pettegolezzi e a stare al centro di tutte le feste di Heyl… forse anche lei nascondeva dei poteri magici. Ormai non mi sarei stupita più di tanto nel scoprirlo.
 << Violet non puoi negare che il vestito di Fox non sia niente male >>.
 << Brenda ha ragione >>.
 La corte si stava ribellando alla sua regina!
 Violet fulminò con lo sguardo le tre povere ragazze che avevano avuto il coraggio di contraddirla. Brenda e Rebecca capirono che tirava aria di tempesta e con una mossa molto intelligente si dileguarono tra gli altri ragazzi, mentre Kim rimase a sorbirsi le ire della bionda cheerleader.
 << Il vestito sarò anche bello ma io di sicuro avrei molta più classe di lei nell’indossarlo >> sibilò Violet afferrando Kim per la spalla << E’ chiaro? >>
 << Sì Violet, è ovvio >> squittì Kim.
 << E se sono vere le voci >> aggiunse lasciando l’amica e sistemandosi i capelli << Vorrei proprio sapere perché il suo nuovo “fidanzato” ancora non si è presentato alla sua festa >>
 Allora non ero l’unica ad aver notato l’assenza di Layo.    
 Ma dov’era finito?
 Iniziavo a preoccuparmi. Era da troppo tempo che mancava. Che fosse successo qualcosa?
 Uscii in giardino, respirando l’aria fresca della sera. Alzai gli occhi al cielo e osservai le stelle luminose e silenziose. S’intravedeva solo uno spicchio di luna. Dall’orizzonte oscure nuvole si avvicinavano a Heyl. Un lampo lontano brillò in esse. Una strana sensazione mi attanagliò il petto in una morsa. Rimasi per un po’ di tempo a fissarle incantata immaginando che fossero trasportate da diavoli ghignanti ma non riuscivo a vederli.
 Mi ripresi solo quando un refolo di vento mi fece rabbrividire.
 << Non dovresti prendere freddo >>.
 Sussultai, sentendo una voce familiare provenire da un angolo buio del giardino, vicino a una finestra scura della casa.
 << Layo! >> esclamai << Finalmente sei qui! >>
 Lo strinsi a me sperando che il calore del suo corpo potesse essere come un balsamo per quel peso improvviso che sentivo sul cuore. Quando sciogliemmo l’abbraccio, cercai le sue labbra ma Layo rimase immobile a fissarmi con i suoi occhi scuri indecifrabili. Sembrava forse… emozionato?
 << Sei bellissima Allie! >> arrossii sotto il suo sguardo << Ho un regalo per te. Chiudi gli occhi >>.
 Feci come mi aveva detto e sentii le sue mani muoversi veloci sul mio collo.
 << Adesso puoi aprire >>.
 Aprii gli occhi e vidi che al mio collo c’era una catenina dorata con un ciondolo. Lo presi tra le mani e lo osservai alla fioca luce delle stelle: era una piccola volpe d’argento. Era in posizione seduta, con la coda che le circondava le zampe e le orecchie dritte.
 Alzai lo sguardo e incontrai quello di Layo. Gli sorrisi e lui ricambiò.
 << Ti piace? >> chiese chinandosi verso di me.
 << Sì, davvero. Grazie, è bellissima >>.
 Mi persi nei suoi occhi profondi e tormentati. Poi finalmente le sue labbra si poggiarono sulle mie.
 Forse quello sarebbe stato il momento giusto per rivelargli i miei sentimenti…
 Un altro refolo di vento fece frusciare il grano dei campi e Layo s’irrigidì. Sembrava come se a un tratto fosse diventato freddo, distante, i suoi occhi velati.
 << Layo? >>
 Si riscosse e mi rivolse un sorriso falso, c’era agitazione nei suoi occhi. << Scusa Allie, devo andare >>.
 In un attimo sparì, lasciandomi sola.
 Sospirai e mi portai una mano sul collo, dove c’era la volpe.
 E mi accorsi che il Richiamangeli non c’era più.
 Un terribile presentimento mi assalì e subito ricorsi la scia che Layo aveva lasciato nel grano. Lo seguii fino al boschetto, dove lo vidi, in piedi, rigido, vicino a un grande albero. Aveva tra le mani la catena con il Richiamangeli. Notai che una riga gli solcava la fronte aggrottata mentre lo osservava.
 Capii subito che qualcosa non andava.
 << Layo! >> corsi verso di lui, la mano tesa.
 << Allie >> Layo si voltò dalla mia parte e quando mi vide sgranò gli occhi sorpreso. << Cosa…? >>
 << Layo, dammelo! >> esclamai con voce resa stridula dall’agitazione << Dammi il Richiamangeli >>.
 Fece un passo indietro e il gingillo tintinnò forte.
 E quel suono nel silenzio risuonò assordante.  
 Pericolo.
 Terrorizzata mi nascosi velocemente dietro il tronco di un grande albero quando dal terreno sbucò in tutta la sua terribile bellezza Demon.
 Vidi Layo fare un passo verso Demon e il Richiamangeli trillò ancora più forte. Il diavolo con una mano pallida e affusolata lo prese velocemente, quasi strappandolo dalle mani del figlio.
 << Se avessi saputo che prenderlo sarebbe stato così semplice… >> disse Demon scuotendo la testa, rimproverandosi con se stesso. << Avrei dovuto pensarci prima >>.
 << Sei soddisfatto adesso? >> disse duro Layo.
 << Oh figliolo >> Demon scoppiò in una risata stridula, orribile. Quella parola suonava così stonata pronunciata dalle sue labbra. Un brivido di terrore corse lungo la mia schiena. << La tua parte umana ti rende davvero così debole! … ma sapevo che alla fine l’anello debole della catena ci avrebbe portato alla vittoria! >>
 Il cielo ormai si era fatto così scuro che riuscivo distinguere la figura del Diavolo solo dai suoi occhi rosso fuoco e dai canini appuntiti che luccicavano nell’oscurità mentre ghignava.
 << NO! >>
 Uscii allo scoperto tentando di fermare Demon ma era troppo tardi. Dopo aver scosso il Richiamangeli davanti i miei occhi, il diavolo sparì con aria trionfale.
 Un fulmine squarciò l’oscurità e il rombo di un potente tuono scosse la terra.
 Osservai per un attimo la nuova di zolfo nera che era comparsa al suo posto e poi arretrai di alcuni passi, orripilata.
 Non potevo crederci, non volevo crederci…
 Un pensiero mi balenò nella mente.
 La Penna del Destino!
 La Penna del Destino era lì! L’avevo portata sempre con me, senza mai saperlo.
 E adesso era nelle mani di Demon!
 Un rametto scricchiolò sotto le mie scarpe e Layo mi guardò, ricordandosi che ero ancora lì.
 << Allie… >> mormorò avvicinandosi.
 Lo respinsi. << Tu non sai che cos’hai fatto! >> il ragazzo sgranò gli occhi stupito dalla mia furia. << Hai consegnato a Demon la Penna del Destino! >>
 Sobbalzò quando sentì quel nome. << Allie, non sapevo… >>
 << Bugiardo! >> gli urlai contro, dandogli un pugno sul petto. << Era per questo che hai fatto così tardi eh? Hai incontrato Demon? Traditore! >>
 M’impedì di colpirlo ancora, prendendomi per il polso.
 << Credi davvero che l’avrei fatto se lo avessi saputo… >> domandò stralunato.
 Guardai Layo mentre la rabbia, insieme allo sconforto m’inondavano.
 << Hai idea di cosa farà Demon adesso con la Penna del Destino? >>
 << Allie tu non capisci! Lui… >>
 << Vattene >> sibilai.
 << Aspetta, lasciami spiegare! >>
 << Vattene Layo! >> urlai così forte che mi sembrò che il petto mi si squarciasse.
 Un tuono fece eco alle mie parole.
 Alla luce dell’ennesimo tuono osservai Layo arretrare sempre di più e fuggire via.
 Mi lasciai cadere sulle ginocchia e scoppiai a piangere.
 Solo un miracolo adesso ci avrebbe salvato.

  
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