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Autore: _Miokie    20/06/2014    5 recensioni
"Uccido i demoni sulla terra perché quelli nella mia mente non possono morire".
In città è arrivata una ragazza avvolta da un mantello e dai lunghi capelli vermigli.
[Avvertimento per coloro che leggono, la storia che vi accingerete a leggere si rifà agli avvenimenti presenti nell' anime ispirato dalla saga dei videogiochi di Devil May Cry ]
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Siamo usciti dal retro e siamo scesi in una stradina irregolare che porta ai piedi della collina. Non molto lontano dalla casa della zia, ai confini con un boschetto c'è una casetta.
-Quella è casa tua?-
-Sì, la casa dove abitavo con i miei genitori.-
-E' piuttosto piccola...-
-Rispetto all'altra casa? Beh sì hai ragione.- Anche se di per sè sembra una normalissima casetta di campagna, in legno chiaro, il tetto a spiovente ed una veranda. Ma che comunque a confronto con la mastodontica villa di zia Margaret, rimane una casupola di insignificanti dimensioni.
-Ma perché mi ci hai portato?-
-Io veramente volevo solo fare una visita, ti ho voluto portare per non farti rimanere da solo.-
Mi guarda scettico -Non ci credo. Qual è il motivo vero?-
Sospiro.-Okay, ecco era per farti vedere il luogo dove sono stati uccisi i miei genitori.-
Spalanca gli occhi sorpreso. -E perché scusa?-
-Beh era un po' che me lo chiedevo in effetti, volevo saperne di più sulla morte di mamma e papà e ho pensato che potessi darmi una mano, visto che siamo qua. Sempre che tu ne abbia voglia.-
Ci siamo fermati sotto un ciliegio, di fianco alla casa. Sotto l'albero, all'ombra dei folti rami, c'è una lapide.
"In loving memory of Tyrana and Jasper Blanchard" e sotto le rispettive date di nascita e morte.
-Se vuoi entrare a dare un'occhiata vai, io voglio rimanere un po' qua.-
-Ma come faccio a sapere dove...-
-Fidati, si capisce appena entri.-


-Dante-


"Si capisce non appena entri"
Ed infatti si è capito benissimo.
Avranno fatto anche i lavori di restauro negli esterni, ma dentro è evidente che sia rimasto come prima.
Ne sono certo perché le pareti e il pavimento sono interamente imbrattati di sangue. Schizzi, segni di trascinamento ed impronte.
Dall'entrata si arriva ad un piccolo atrio completamente distrutto, i mobili scaraventati in ogni angolo. Subito dopo c'è un lungo corridoio buio ridotto nelle stesse condizioni della stanza precedente: quadri quarciati per terra, un tavolino completamente rovesciato, dei fiori completamente seccati, i petali totalmente rattrappiti ed accartocciati su loro stessi, un vaso in frantumi ed una cassapanca aperta e ribaltata su un lato. La cassa è grande abbastanza da poter contenere una bambina di dieci anni. Controllo dentro e trovo alcuni capelli, insieme ad un lembo di stovva impigliato alla serratura.
-Hanno fatto nascondere Beatrix qua dentro e poi hanno cercato di difendersi combattendo contro i demoni.-
Continuo a percorre il corridoio, il cui pavimento è marcato dalla scia di due corpi trascinati, noto negli angoli e negli spigoli e negli angoli dei segni neri simi a bruciature.
Alla fine trovo una porta, oltre questa continua la scia del sangue, alla porta manca la maniglia ed è semi aperta.
Se quello nel corridoio e nell'entrata erano segni di lotta, qui vi era il totale caos degno di una lotta all'ultimo sangue. I suoi genitori devono aver lottato davvero fino all'ultimo per lasciare tutto questo casino. Non vi è un mobile integro, qualsiasi cosa è stata usata per difendersi oppure attaccare.
Esamino la stanza e trovo buttate in un angolo buio una pistola.
-Mi aveva detto che il padre era un Devil Hunter, anche se piuttosto scarso.-
Se non altro si sono difesi per quanto hanno potuto e sono riusciti a salvare la figlia, almeno lei.
Ora che ci penso se i genitori non fossero morti quel giorno, io non avrei mai incontrato Bea.
Una strana sensazione mi avvolge facendomi sentire leggermente in colpa per l'affermazione appena pensata, in fondo anche io so cosa significa perdere i genitori, e poi anche un inspiegabile sentore. Impossibile descriverlo. Quasi di malinconia, come se il non aver conosciuto Beatrix avrebbe fatto mancare qualcosa. Beh sicuramente quella ragazza di cambiamenti ne ha portati alla Devil May Cry, forse anche a me.


Uscito dalla casa l'ho trovata lì davanti alle due tombe dove l'ho lasciata poco prima. Seduta per terra, con le gambe strette al petto e il mento poggiato sulle ginocchia.
Mi siedo vicino a lei, rigirandomi nelle mani la pistola trovata in salotto.
-Credo che sia tua.- e gliela porgo.
-Cos'hai trovato oltre questa?-
-Un sacco di sangue e di mobili sottosopra, insieme a vari segni di lotta. Però non si può dire molto su quel che può essere successo, sono passati più di dieci anni...-
-Diciassette.-
-Ecco appunto, quasi vent'anni. Le uniche tracce utili sono ormai andate perse, mi dispiace...-
-Non è che volessi scoprire qualcosa in particolare.- dice osservando attentamente la pistola del padre -Volevo solo sapere cosa ne pensavi di quel che è successo.-
Le cingo le spalle con un braccio. -Penso che abbiano combattuto con tutte le loro forze pur di difendere la loro figlia, a costo di morire. Devi essere fiera di loro.-
-Lo sono.- Sorride, ma il suo sorriso non arriva agli occhi che malinconici scrutano ogni dettaglio dell'arma che tiene in mano.
-Sai, sono curioso di vedere l'armamentario di tuo padre.- Mi alzo in piedi -Dove tiene le sue armi?-
Già più su di morale, si alza anche lei e mi porta nel retro della casa, dove troviamo in basso una porta, che porta in un buio seppur spazioso magazzino posto sotto la casa.
Accende l'unica lampadina presente al centro della stanza che va ad illuminare tutta un'immensa collezione perfettamente catalogata di armi bianche ed armi da fuoco.
Con occhi luccicanti mi guardo intorno. -Mai viste così tante in una volta sola.- mormoro.
-Quello che gli piaceva di più del suo lavoro era reperire attrezzature da ogni dove, lui stesso ne costruiva molte, come ad esempio Eve, la mia pistola, è il risultato finale di molti suoi brevetti. Qui puoi trovare qualsiasi tipo di strumento il cui scopo finale è solo quello di uccidere demoni, più o meno potenti.-
-Tuo padre era un genio!-
-Sì, ma la maggior parte di queste- e con un ampio gesto indicò tutta la collezione – non le ha mai usate, o non ha mai saputo usarle. Per fortuna ho preso l'agilità da mia madre, altrimenti dubito che sarei qui ora a parlarne con te.- E per la seconda volta oggi mi son trovato a ringraziare i suoi genitori per averla resa così.


Siamo rientrati in casa e Bea per lasciarmi libera la sua stanza per prepararmi ha preso alcune delle sue cose, tra cui un'enorme porta abiti nero ed una piccola trousse, ed è andata a cambiarsi in un'altra stanza, lasciandomi detto che la stanza ha il bagno personale.
Non mi capita spesso di vestirmi elegante, infatti ho dovuto recuperare il completo che era rimasto abbandonato in una scatola impolverata nel ripiano più alto dell'armadio.
Non ho impiegato molto e dopo una veloce controllata allo specchio sono sceso al piano di sotto, nel salone che lentamente si stava riempiendo di persone ed in fondo, vicino al finestrone che da sul balcone c'è un piccolo complesso musicale dotato per lo più di archi. Niente rock stasera.
Tutti sono tirati a lucido e quasi nessuno è più giovane dei cinquanta-sessant'anni. Il solito tipo di persone che si può incontrare a questo tipo di eventi dedicati alla piccola nobiltà. Scendo le scale e cerco di non allontanarmi troppo da lì, visto che a momenti dovrebbe arrivare anche Beatrix, sempre che non ci voglia più del previsto.


-Beatrix-

Capelli sciolti raccolti, trucco leggero, marcato... E chi si era mai chiesta cose di questo tipo?
Per la prima volta, mi ritrovo seduta davanti ad uno specchio in biancheria intima e non ho la più pallida idea di come conciarmi per uscire da questa stanza.
Non che me ne sia mai fatta un problema. Per me truccarsi significa burrocacao e nient'altro.
Questa volta però devo presentarmi davanti ad un gruppo di invitati di un certo ceto sociale e sembrare anche bella.
Per fortuna, una delle domestiche, passando davanti alla porta leggermente socchiusa, ha deciso di entrare per vedere se avessi bisogno di aiuto e ne ho bisogno eccome!
In poco tempo mi ha sistemato i capelli, prima spazzolandoli e rendendoli lucenti e setosi e poi li ha intrecciati in qualche modo che non so neanche spiegarmi alzandoli tutti e contornando il tutto con un nastro nero legato con un fiocco morbido appena dietro la frangetta.
E, non ho idea di come sia successo, ma è riuscita a rendermi irriconoscibile con appena un velo di cipria, dell'ombretto, un po' di mascara ed un rossetto.
Non rimango a farmi troppe domande, sono anche in ritardo, sento già la musica provenire dal salone. Mi infilo il vestito rosso, le scarpe nere ed i lunghi guanti, sempre neri, di seta.
Faccio per andare via, quando una nuvoletta profumata mi travolge, facendomi tossire.
-E' meglio profumarsi o nessuno vorrà ballare con lei.- dice la donna scherzosa. Le sorrido e la ringrazio per avermi aiutato.
Attraverso velocemente il corridoio e prima di girare l'angolo per scendere le scale faccio un respiro profondo. Mi reggo saldamente allo scorrimano e inizio la discesa degli scalini. Su questi trampoli la scalinata sembra ancora più lunga ma mi faccio coraggio. Quasi tutti si sono voltati ed il mio viso non può far altro che arrossire, sorrido e continuo. Infondo vedo Dante, intento a bere dello champagne da un calice, ancora non mi ha vista.
Si volta quando ormai sono agli ultimi gradini. L'ho notate sgranare appena gli occhi, cosa che mi ha fatto imbarazzare da morire, ma subito dopo entrambi ci riprendiamo. Mi porge il braccio e ci dirigiamo al centro della sala, dove c'è mia zia Margaret intenta a parlare con alcune persone.
-Tesoro, sei davvero stupenda! E anche tu Dante, stai molto bene.- Ci dice estasiata non appena ci nota. Ci presenta alle persone con cui stava conversando e loro curiose ci guardano come se già avessero capito tutto.
-Dunque signorina Beatrix, il signor Dante è...- fa uno di loro.
-Il mio collega, lavoriamo insieme in un'impresa da qualche tempo.- concludo velocemente sfoggiando un vocabolario più elegante del solito.
-E di cosa vi occupate?-
Ma a questa non siamo preparati, di certo non possiamo ammettere con nonchalance di essere sterminatori di demoni.
-A breve inizieranno i balli, dunque preparatevi.- si intromette la zia salvandoci da quel breve attimo di panico. E si allontana insieme agli altri, lasciandoci soli in mezzo alla sala. Qualche uomo passando mi saluta e mi fa gli auguri ai quali rispondo cortese e sorridente pur non riconoscendo neanche uno di loro.
Mi accorgo che Dante è leggermente rigido.
-Che hai?- gli chiedo.
Si volta verso di me e mi sorride:-Sei molto bella, Beatrix.- e qualche attimo dopo inizia la musica.
-E' un tango, seguimi.- mi prende per un fianco, non dandomi tempo di rispondere. Poggio la mia mano sulla sua spalla e l'altra si unisce alla sua libera. Iniziamo a ballare. Ed insieme a noi, diverse altre coppie iniziano a volteggiare e a muoversi.
Che poi, tra tutti i balli possibile, per forza quello dove bisogna stare più attaccati? L'unico modo che ho per arrossire il meno possibile e non diventare un tutt'uno con il vestito ed i capelli, è di non guardarlo, per nessuna ragione al mondo, negli occhi.
Attualmente, per l'imbarazzo, il caldo che fa nella stanza e l'ansia dell'avere tutti gli occhi puntati addosso, sono a rischio evaporazione e se mi immergo in quelle pozze d'acqua cristallina, per me è la fine.
La sua mano poggiata sul fianco, il suo viso così poco distante dal mio, la vicinanza dei nostri corpi mi da alla testa. Se riesco ad arrivare fino alla fine del ballo senza cedere potrò ritenermi invincibile a (quasi) qualsiasi cosa.
Ci incrociamo con altre coppie e grazie ad una coordinazione che vista da fuori sembrerebbe programmata, facciamo cambio di partner per qualche momento. Sento gli occhi di Dante su di me, mi tiene d'occhio. Ma non posso perdere la concetrazione. Seguo la musica, seguo i passi di chi balla con me finché la mano dell'uomo con cui sto ballando non mi guida lontano da lui, fino a farmi tornare tra le braccia di Dante.
Per un secondo mi ha sfiorato la schiena, dove verso la fine della vertiginosa scollatura che mette in mostra la mia pelle lattea. In quel punto dove mi ha toccato sento una scia di fuoco trapassarmi la pelle, lasciano un'invisibile scottatura.
Il ritmo si fa sempre più incalzante, i passi sono più decisi. Non ricordavo di saper ballare così bene. Forse è grazie al mio compagno di ballo che sono più sicura.
Persa nei pensieri faccio l'errore madornale di alzare lo sguardo sui suoi occhi.
E' rilassato, ma allo stesso tempo si focalizza sui passi e la musica. La sua bocca è una linea dritta, le labbra si dischiudono appena per tirare un sospiro, quasi di liberazione.
Siamo in completo sincrono, i nostri respiri, i passi che si susseguono uno dopo l'altro, eseguiti seguendo alla perfezione la melodia, bassa e malinconica narrata da quegli archi la cui voce riempie tutta la stanza.
Almeno finché la sua voce non giunge al mio orecchio:-Lo sai fare il casquet?-
-Non saprei...-
-Allora fidati e basta.- Quel che è venuto dopo si è confuso nella mia testa.
Un passo, una giravolta e poi con uno svelto movimento la mia schiena si è inarcata all'indietro, sorretta saldamente dal suo braccio.
C'è anche qualcos'altro però.
Una sensazione che si è andata a mescolare insieme alle altre creando il caos totale nella mia testa.
Le mie labbra contro le sue.





L'angolo di Lilith!


EFFINALMENTECISIAMOARRIVATI! * cori di vuvuzelas *
La metà di voi saranno morti, spero di no perché sennò la colpa è mia e non voglio andare in carcere sono ciofane ancora °^°
Avrei voluto che la scena del ballo fosse più lunga, ma è stata abbastanza difficile da descrivere, ho sempre paura di essere ripetitiva e questa cosa mi blocca un po' c.c
Però voglio assolutamente sapere cosa ne pensate e se vi piace! Un pezzetto del capitolo è già scritto e sarà un po' diverso dagli altri.
A tra l'altro, ho modificato le info della storia (di nuovo lol) e ho specificato che la storia è OOC e che è anche un Otherverse, dunque per darvi una mezza idea i fatti sono narrati dopo le vicende dell'anime di Devil May Cry, così potete darvi un'idea più precisa ecco.
E poi volevo aggiungere un'ultima cosa. Ultimamente, nelle recensioni che mi arrivano, spesso mi sento dire che faccio passare troppo tempo tra un capitolo e l'altro e che questo fa disinteressare i lettori. A me dispiace molto, però ho bisogno della vostra comprensione, io oltre ai vari impegni che ho, a parte la scuola in questo periodo di vacanze, sì il tempo per scrivere ne ho, il putno è che arrivata a questo punto della storia ho bisogno di un certo tipo di impegno e non è sempre facile, oltretutto non è che l'ispirazione ce l'ho sempre. Magari all'inizio era più facile scrivere le cose a braccio, però adesso non è proprio così. Ho solo bisogno che voi mi capiate ecco...
Bene dai, adesso mi rimetto al lavoro con una One Shot che sto preparando e che non credo ci vorrà molto a finire (almeno spero^^).
Al prossimo capitolo miei prodi! (?)
Lilith (che ha anche ricambiato il nome)

  
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