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Autore: BelleFrench    20/06/2014    1 recensioni
Rumplestiltskin getta nel pozzo il liquido viola per far tornare la magia a Storybrooke, Belle ora si ricorda di lui, potrà finalmente trovare il figlio e... qualcosa è andato storto!
Perchè sono nel mondo magico? E perchè Belle scappa da lui definendolo Mostro?
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Jefferson/Cappellaio Matto, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non più sola


-Ma dove sei finita? – tese l’orecchio, nulla. Possibile fosse riuscita a scappare? No! Non poteva neanche concepire una simile eventualità, non adesso. Aveva passato talmente tanti anni nei panni del signor Gold con il rimpianto di aver perso il suo amore, che adesso non riusciva a ragionare totalmente come un folletto.
Salì velocemente le scale a chiocciola della torretta che fungeva da biblioteca, e dopo aver superato la piccola balaustra, ed eccola lì: dormiva.
Le si avvicinò. era sdraiata lungo il tappeto intarsiato e pieno di polvere che lui non si era mai preso la briga di pulire accanto al caminetto spento.
La issò tra le sue braccia consapevole che se si fosse svegliata, lo avrebbe di sicuro colpito di nuovo trovandoselo così vicino.
Era inutile, non era più la dama che lui aveva incontrato in quel posto tanti anni prima. Vestita con quegli stracci che aveva avuto a Storybrooke sembrava più una ragazzina smarrita.
Come lui anche lei aveva avuto una esistenza comune a Storybrooke. Comune? Guardò il suo volto, era segnato e stanco, doveva davvero averne passate tante che neanche lui si immaginava.
Essere rinchiusa in una cella sotto un ospedale non era davvero stata una comune esistenza. La strinse più a sé iniziando a scendere le scale, gli piaceva sentirla respirare quieta sul suo petto. Come le aveva detto al pozzo dei desideri la amava. L’aveva amata sin dal primo istante in cui l’aveva vista.
Arrivò davanti la porta della camera più accogliente del castello oscuro: la sua camera da letto, ed entrò.
Quando la depositò sul letto, la ragazza ebbe un sussulto e gli strinse le braccia al collo facendolo rimanere chino su di lei, dormiva, forse stava sognando?
-Non lasciarmi sola… - sussurrò nel sonno, prima di sciogliersi da lui e tornare placidamente a dormire.
Il cuore di Rumplestiltskin si strinse in una morsa.
-Non ti lascerò più sola Belle.
Sarebbe mai riuscito a farla innamorare di nuovo?
Alzò le braccia rivolgendo i palmi verso se stesso e facendo un lieve movimento che fece uscire dalle sue mani della polvere violetta che andò a posarsi su alcuni degli oggetti a partire dalla camera fino a tutto il castello.
Quando ti sveglierai non sarai davvero più sola.

Quando Belle si svegliò aveva una fame da lupo.
-Dove mi trovo…?
Disse a voce alta, non aspettandosi certo la risposta di una voce di donna:
-Nella camera del padrone Mademoiselle! Vi ha portata qui per farvi riposare, mentre noi penseremo a rifocillarvi e vestirvi!
Scattò seduta sul letto, i capelli aggrovigliati le ricaddero sul viso.
Chi aveva parlato? Si guardò attorno: la stanza era stranamente illuminata come nessuna altra parte del castello che lei aveva perlustrato da cima a fondo per fuggire. C'erano  uno scendiletto, un armadio bianco, un tavolo imbandito, tè e pasticcini, ciambelle, croassaint, panini farciti e quant’altro… il suo stomaco brontolò sonoramente mentre dandosi della visionaria, scostava le pesanti coperte rosse ricamate d’oro e mise i piedi a terra.
-Forse stare in manicomio mi ha resa davvero un po' pazza...
Qualcosa però si mosse la sotto, costringendola a saltare di nuovo sul letto ed a guardare in basso. Topi?
Il piccolo scendiletto pieno di frange saltellò allegro appena la vide, salendo sul letto e guaendo come fosse un cucciolo.
Belle represse un grido più di sorpresa che non di paura, quello strano utensile animato le stava come…leccando il viso come facevano i cagnolini. Rise scioccata.
-Chi sei…? –chiese scostandoselo da sopra.
-Lui è Pluto, ed io sono la signora Armaud- le rispose la voce gentile che aveva sentito poco prima, proveniente non da una amabile signora ma da un grande armadio bianco.
-Un…armadio… che parla?
Forse non sono mai scappata e questa è la causa dell'elettroshock? 
-Beh buon giorno a lei! – fece un inchino Belle decidendo che avrebbe assecondato quelle assurde fantasie.
-Come sei graziosa mademoiselle! – batté felice le ante la signora Armaud.
-Chiamatemi Belle, piacere.
-Ed è un nome che ti si addice mademoiselle...Belle!
-Orsù orsù è l’ora dello spuntino! Guarda com’è smagrita questa povera ragazza, il padrone ha dato disposizioni affinché noi ci prendessimo cura di lei…
-Il padrone? – chiese Belle rivolta ad un altro oggetto animato che le si era avvicinato tutto grintoso, una splendida teiera di porcellana antica. E così avevano fatto tante tazzine, una poltrona molto comoda ed un piumino per la polvere.
-Il signore Oscuro. Madame. -spiego il dolce piumino dalla vocetta squillante.
-State parlando di quell’essere che mi ha portata qui? Di Rumplestiltskin?
A sentire quel nome tutti gli oggetti animati in quella stanza si chetarono.
-Non vuole si usi il suo nome, per scaramanzia dice. – poi le si avvicinò all’orecchio- pare che il sapere il nome di qualcuno conferisca grande potere.
Belle si accigliò.
-Che razza di…? –Si alzò nuovamente dal letto facendo molta attenzione a non calpestare il tappeto persiano che si stava scrocchiando le fibre sotto di lei.- Sapete una cosa? Non mangerò mai e poi mai quello che quel mostro ha fatto preparare! Io…
-Mademoiselle, hem… Belle…- una tazzina molto piccola dal bordo sbeccato le si posizionò tra i piedi. La ragazza la raccolse tra le mani.- il padrone ci ha resi di nuovo animati per servirla, se ora lei… tu- le parlò la voce tenera di quello che sembrava essere un bambino piccolo- non mangi, lui ci farà tornare come prima.
-Cosa? Eravate esseri umani una volta? - la rigirò tra le dita. Quella piccola tazzina le metteva malinconia, le piaceva.
-Tu non ti ricordi proprio vero? 
La teiera zompettò verso di lei facendole segno di andare a mangiare qualcosa. -Non accadrà nulla di male se mangiate qualcosa. Avanti…
In effetti aveva molta fame, e senza forze non avrebbe opposto molta resistenza comunque. Quindi prese la piccola tazzina sbeccata e si sedette al tavolo iniziando a mangiare tutto quello che le capitava a tiro. Ben presto riprese tono e cominciò a conversare con tutti quelli che a prima vista potevano sembrare oggetti animati ma che adesso per lei erano l’unica certezza di non essere davvero sola al mondo.
Non sapeva chi era, ma solo che aveva passato tanti, troppi anni in una cella nascosta al mondo. Sogno o immaginazione, ovunque quell'essere l'aveva portata ora loro erano gli unici con cui poteva parlare. Se avesse dovuto trascorrere l’eternità in quel posto strano, almeno ora aveva degli amici. Si rigirò tra le mani la piccola tazzina sbeccata che rise perché le sue dita gli facevano il solletico.

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