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Autore: Pandi34    21/06/2014    1 recensioni
Nel momento il cui Caliel, angelo custode, decide di abbandonare il Paradiso per scendere sulla Terra, segna il suo destino. Ma forse la sua sorte è proprio quella: abbandonare tutto per amore.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rimase in silenzio per un po’, osservando Caliel in piedi davanti al letto. Nei suoi occhi poteva leggere un po’ di timore, ma ormai era abituato a questo genere di situazione. Li portava a casa, andavano in camera, facevano quel che dovevano fare, e tutto il più in fretta possibile. Normalmente era lui a prendere l’iniziativa.
Si tolse la t-shirt con un unico gesto, poi si avvicinò al ragazzo che ora si tormentava i capelli, ora si mordeva il labbro. Notò che aveva una bocca bellissima, avrebbe voluto strappargliela a morsi.
Lentamente gli sbottonò la camicia e gli levò la canottiera, lasciandolo a torso nudo.
-“Spogliati”- gli ordinò. Nel frattempo si tolse gli anfibi, lanciandoli da qualche parte nella stanza, e armeggiò con i pantaloni in pelle che non ne volevano sapere di staccarsi dalle sue gambe muscolose. Guardò Caliel: era rimasto in boxer e lo stava osservando a sua volta. Lo spinse sul letto con poco tatto, e in breve gli fu sopra. Poteva sentire il suo respiro che si faceva affannoso senza motivo, probabilmente era uno di quei tipi che si agitavano con un semplice contatto fisico.
Ammirò ancora le sue labbra, così perfette, e decise che per il momento si sarebbe limitato a baciarle. E così fece com’era abituato, in un modo forse un po’ aspro, mettendogli la lingua in bocca con prepotenza. L’altro dapprima non reagì, poi si sciolse e si lasciò andare a quel bacio che desiderava ormai da tanto tempo. Finalmente era lì, tra le sue braccia, si sentiva desiderato. Titubante accarezzò la schiena a Stefano, che per tutta risposta attirò ancora di più a sé l’angelo.
Senza mai staccarsi da Caliel, prese a giochicchiare con i suoi capelli boccolosi che giacevano sparsi sul cuscino. Con l’indice arrotolava una ciocca morbida, per poi disfare tutto e riprendere da capo.
Si staccò dalle labbra dell’angelo e lo baciò sul collo dapprima lievemente, poi con più energia, affondandogli la testa nell’incavo tra la spalla e la nuca, che sembrava fatto apposta per lui. Sembrava fatto apposta per ospitare il suo viso e per accogliere i suoi baci. Con le labbra gli sfiorò l’orecchio, e sentì l’altro gemere sotto di lui.
D’improvviso s’illuminò, gli giunse inaspettato un pensiero che spiegava tutto. Così parlò a Caliel, sussurrandogli piano all’orecchio.
-“E’ la tua prima volta?”
L’angelo annuì.
Stefano si tirò su, guardandolo intensamente negli occhi. Gli pareva di poterlo trapassare da parte a parte, così come aveva fatto con tutti gli altri che erano venuti prima di lui, costringendolo prima o poi a distogliere lo sguardo. Però fu lui a cedere a quegli occhi verdi che lo fissavano intimoriti, e si addolcì un po’. Non gli era mai capitato e sicuramente non lo avrebbe mai ammesso, ma per la prima volta provò qualcosa che andava oltre la passione momentanea rivolta a un amante. Sentiva una sorta di legame con quel ragazzo, e non riusciva a spiegarselo giacché non si erano mai visti prima d’allora.
-“Hai paura, Caliel?”- gli chiese guardandolo negli occhi.
L’angelo annuì nuovamente. Era emozionato e spaventato allo stesso tempo, ma più di tutto era felice che Stefano si fosse ricordato il suo nome.
-“Non farò l’amore con te”- sussurrò -“Non stasera, almeno”- aggiunse.
Lo baciò nuovamente e si tolse da lui, sistemandosi dalla sua parte del letto.
Gli voltò le spalle, dato che vederlo gli faceva uno strano effetto. La prova più lampante erano i boxer, che aveva ancora indosso. Prima di quella sera non aveva mai rinunciato a fare l’amore. Per un istante si sentì stupido e debole: lo conoscevano per i suoi modi aspri e talvolta maneschi, e ora aveva fatto il carino e tutte quelle belle cose che odiava tanto.
“Cazzate” pensò, e si addormentò subito.
 
 
Caliel rimase immobile nel letto, per paura di invadere lo spazio dell’altro. Ancora non riusciva a crederci. In tutti gli anni che lo aveva “spiato”, come gli angeli custodi fanno con i loro protetti, non lo aveva mai visto rinunciare a una nottata di passione.
Si era limitato a baciarlo, e forse era meglio così. In fondo al cuore sentiva che non lo avrebbe lasciato andare, magari lo avrebbe invitato a rimanere con lui…
L’angelo sorrise, beandosi di questi nuovi pensieri, e si quietò un po’.
Poi si abbandonò a una sensazione di crescente stanchezza, che non aveva mai sperimentato prima d’allora, e si addormentò.
 
 
La sveglia suonò alle cinque e mezzo. Era un giovedì come tanti: la sveglia che suonava, Stefano che a momenti la scaraventava giù dal comodino, i residui di una nottata stancante ma soddisfacente. Tutto tranne l’ultima cosa.
Il moro si girò a sinistra, e ammirò Caliel che dormiva composto e silenzioso. Era di una bellezza mozzafiato, anche da fermo, anche con i capelli in disordine.
Decise che non lo avrebbe svegliato, e si alzò dal letto per dirigersi in bagno.
Si guardò allo specchio: i suoi occhi azzurri sembravano in grado di poter rompere il vetro, e stranamente erano svegli. Constatò di non avere neanche tante occhiaie: quella crema che gli era costata un occhio della testa funzionava davvero, a dispetto di ogni suo dubbio.
Si passò una mano tra i capelli scuri e rimase fermo ad osservarsi ancora un po’.
Concluse che doveva farsi la barba. E anche la doccia.
Mezz’ora dopo uscì dal bagno, e si diresse in cucina. Non aveva voglia di fare colazione.
Si mise a frugare in un cassetto e prese un foglio pulito. Afferrò una biro nera dal tavolo e scribacchiò qualcosa, ma a metà del lavoro la penna smise di scrivere.
Imprecò, gettando la biro a terra e causandone la rottura. Rovistò ancora un po’ nel cassetto alla ricerca di un'altra penna, ma trovò solo un evidenziatore verde. La sua prossima tappa sarebbe stata la cartoleria, poco ma sicuro.
Uscì di casa alle sei e un quarto, prese la macchina e si diresse verso l’officina.
 
 
Caliel si svegliò, a causa del sole che entrava dalle persiane. Si rigirò nel letto e vide che Stefano non c’era; sapeva che era andato al lavoro.
Si alzò e andò bagno, poi si diresse in cucina. Constatò che era l’una meno un quarto, e ciò significava che aveva dormito molto. La sua prima notte da umano era stata soddisfacente, e pervasa da sogni gradevoli che riguardavano per la maggior parte Stefano. Quando era un angelo non aveva mai sognato. Si distrasse a guardare l’orologio; la lancetta dei secondi scandiva il tempo silenziosamente, ed era quasi rilassante osservare il suo moto circolare. Pensò che ogni mortale avrebbe voluto fermare quella lancetta per sempre. Si ricordò del suo cellulare e della banconota da dieci euro che aveva in tasca; dovevano essere ancora in camera da letto. Improvvisamente prese consapevolezza della sua condizione: era pieno giorno, e lui era in mutande in una casa sconosciuta. A voler essere sinceri conosceva quell’appartamento anche meglio di sé stesso, ma era meglio non darlo troppo a vedere.
 Portò lo sguardo al tavolo sul quale notò un bigliettino, e curioso lo lesse.
 
Ciao Caliel, come puoi immaginare sono al lavoro. Tornerò alle cinque, se ti viene fame non farti scrupoli a mangiare, e se ti annoi guarda pure la tv. Dovrei  avere anche qualche libro in camera. Ti prego di non andare, stasera voglio parlarti.
Ste
 

L’angelo sorrise: lo aveva invitato a restare a casa sua. Strinse il bigliettino e lo portò al cuore, come facevano una volta le innamorate che ricevevano una lettera dal fidanzato. Si sentiva proprio così, come una ragazza alle prese con la sua prima cotta. Si sedette sul divano ancora immerso nei suoi pensieri, con un sorriso da ebete stampato sul viso.
Lo aveva addirittura pregato di non andarsene.
E voleva parlargli.




 
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*angolo dell'autrice*

Saaaalve a tutti :3
Ho trovato un po' di tempo per aggiornare, l'ho fatto anche abbastanza alla svelta direi. Non aspettatevi tanta velocità per i prossimi capitoli x'3
Ad ogni modo, parliamo di questo capitolo; rispetto al secondo è corto, ma vi avevo avvertite che la sintesi è una mia qualità/difetto.
Beh, che altro dire...
Fatemi sapere voi cosa ne pensate, lasciando una piccola recensione (che fa sempre piacere, eh) ^^
Come sempre ringrazio chi mi ha recensito la volta scorsa e chi lo farà questa volta ;)
Bacioni,
Pandi34
  
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