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Autore: mononokehime    21/06/2014    0 recensioni
La meravigliosa dichiarazione di Darcy, il rifiuto di Elizabeth, la lettera su Wickham.
Incomprensione, dubbio, pentimento, separazione, dolore.
E poi?
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La mia rivisitazione dello sviluppo della vicenda, così come me la sono dipinta da brava romantica senza speranze, cercando di non discostarmi troppo dalle convenzioni del tempo.
Spero di non deludere o annoiare nessuno! Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate in una recensione, anche brevissima :)
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlotte Lucas, Elizabeth Bennet, Fitzwilliam Darcy, Georgiana Darcy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

 

Elizabeth non si accorse subito della presenza di Darcy. Aveva il volto nascosto tra le mani, e le sue spalle tremavano come quelle di qualcuno che cerca di reprimere i singhiozzi.

Darcy la contemplò per un lungo istante, poi la chiamò a bassa voce.

“Signorina Elizabeth...”

Ella trasalì, guardandolo con occhi spalancati e pieni di sorpresa. Le sue ciglia erano umide.

“Signor Darcy... Voi cosa-”

“Vi prego di perdonarmi, signorina Elizabeth. Ammetto di aver ascoltato la vostra conversazione con la signora Collins”

Ad Elizabeth ci volle un momento prima di capire le implicazioni di quella frase. Quando le comprese, un morbido rossore le salì alle guance.

“Voi...” pronunciò infine, con voce incerta, “Voi eravate già qui? Avete sentito tutto, signor Darcy?”

Da quanto tempo non la sentivo pronunciare il mio nome?

Dopo un momento di esitazione, Darcy rispose: “Ogni parola, signorina Elizabeth. Vi chiedo perdono per la mia intromissione. Ero dietro l'angolo, non mi sentivo bene, cercavo un momento di tranquillità dal trambusto del ballo. Quando ho sentito delle persone avvicinarsi non ho fatto in tempo a tornare indietro, e non appena ho inteso che eravate voi il mio cuore ha sussultato così fieramente da impedirmi di muovermi. Credetemi, non è affatto mia abitudine ascoltare conversazioni altrui, e non ho scusanti per il mio comportamento”

Detto ciò, Darcy chinò il capo, in attesa della reazione di Elizabeth.

“Il vostro comportamento non è certamente stato corretto, signor Darcy” ella disse infine, “... ma anch'io ho di che scusarmi”

Darcy sollevò lo sguardo verso di lei, ma Elizabeth distolse rapidamente il suo.

Non era da lei essere così ritrosa.

“Poiché avete ascoltato la conversazione tra me e la signora Collins, potrete intuire le ragioni del mio imbarazzo” disse lentamente, senza guardare Darcy in viso.

“Voi sapete ciò che provo, ma io non so cosa proviate voi. Avrei così tante cose da dirvi, e ancor più per cui scusarmi, che non so da dove cominciare” Elizabeth si portò una mano alla bocca interrompendosi, mentre grosse lacrime iniziavano a formarsi all'angolo dei suoi occhi.

Darcy era completamente disarmato. Vederla così gli stringeva il cuore, e desiderava disperatamente fare qualcosa.

“Signorina Elizabeth...” cominciò d'impulso, senza ben sapere cosa dire esattamente.

Ella si sforzò di guardarlo negli occhi, nonostante la sua vista fosse annebbiata dalle lacrime.

“Signorina Elizabeth, vi prego di credermi se vi dico che quando ho riconosciuto la vostra voce la mia felicità è stata tale da non avere pari in questi ultimi mesi. Nonostante io abbia cercato di fare del mio meglio per rassegnarmi di fronte al vostro rifiuto, mi scoprivo continuamente a pensare a voi, e tanto intensamente da non avere pace. Ammetto di aver tentato di dimenticarvi dedicandomi al lavoro con più animo del solito, ma invano. I vostri begli occhi tornavano inevitabilmente nei miei pensieri, e con essi il ricordo dei momenti trascorsi con voi. Mi ero già risoluto di convivere con il dolore della separazione da voi, quando mi ritrovo qui ad ascoltare le vostre parole...” Darcy si interruppe, avvicinandosi a lei di alcuni passi.

“I miei sentimenti non sono mai cambiati, signorina Elizabeth, e se possibile vi amo ancora di più. Non posso dimenticarvi in nessun modo, e il mio cuore non avrà pace fintantoché piangerete a causa mia”

Una lacrima solcò la guancia di Elizabeth Bennet.

   
 
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