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Autore: Kira950    21/06/2014    4 recensioni
Misora Naomi.
Suicidio. Primo gennaio 2004 ore 13:25. Non penserà ad altro che ad un modo per suicidarsi in un posto che solo lei conosce di persona; porterà a compimento il suo piano solo dopo quarantotto ore
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Light/Raito, Naomi Misora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Misora Naomi, suicidio. Primo gennaio 2004 ore 13:25. Non penserà ad altro che ad un modo per suicidarsi in un posto che solo lei conosce di persona; porterà a compimento il suo piano solo dopo quarantotto ore"
Non lesse mai quelle parole. Mentre guardava la mano di Light muoversi veloce per scrivere la sua sentenza di morte,provava una cieca fiducia.
Averlo conosciuto le aveva conferito un profondo ottimismo, avrebbe contribuito alla cattura di Kira, ma soprattutto,avrebbe vendicato la morte dell'uomo che amava, a cui aveva promesso una vita intera e tutta sé stessa.
Non aveva dubitato di lui, neppure un istante, neanche un momento. Le era bastato sentir pronunciare il nome di Elle, sapere del suo coinvolgimento nelle indagini perchè ogni precauzione e diffidenza nei suoi confronti lasciasse il posto alla più totale fiducia. Provava una sincera gratitudine verso quel ragazzo anche se lo conosceva solo da pochi minuti. Si sentiva conquistata e lusingata, dopotutto l'aveva messa al corrente di informazioni strettamente confidenziali ritenendola all'altezza. Era convinta che in quel ragazzo risiedesse il più nobile e gentile degli animi, che desiderasse davvero aiutarla,per un attimo si sentì la persona più fortunata del mondo.
Se non avesse notato quello strano vezzo non avrebbe smesso di pensare a quanto quell'incontro fosse stato così propiziamente voluto dal destino.
"Posso chiederti perchè guardi continuamente l'orologio?" Credeva di avergli fatto perdere tempo prezioso, che per colpa sua avrebbe potuto tardare ad un qualche importante appuntamento, ingenuamente si sarebbe scusata se Light Yagami non l'avesse interrotta.
"Ehm questo?" Sollevò lo sguardo dal quadrante dell'orologio che aveva fissato con trepidazione fino a quel momento per poi riabbassarlo subito dopo.
"Vede il fatto è che.." Ancora undici secondi e sarebbero state le 13 e 25 l'ora in cui il destino di Naomi Misora si sarebbe compiuto.
"Che sono io Kira" la guardò negli occhi, sorridendo soddisfatto, tutto era andato secondo i piani.
Avrebbe voluto urlare, chiedere aiuto, ma il terrore la inghiottì come fa la notte con le stelle.
Lo fissò terrorizzata, era rimasto impassibile, non c'era traccia di esitazione sul suo volto, solo pochi istanti prima era stato cosí dolce, quasi seduttivo.
In quel viso di cera contemplò la sua fine. Improvvisamente il desiderio di togliersi la vita divenne prioritario, un' esigenza innegabile. Si allontanò dandogli le spalle. Raye, Kira ed Elle divennero aggregati insignificanti di parole, immagini sfocate e lontane.
Tornò all'appartamento cercando di capire come avrebbe potuto soddisfare quella sua insana ossessione. Nessuno avrebbe mai dovuto trovarla e se questo fosse comunque successo, nessuno avrebbe dovuto risalire alla sua vera identità. Più avrebbe cercato di nascondersi, più avrebbe destato sospetti, quello che doveva fare era semplice dopotutto, passare inosservata. Secondo i suoi calcoli era una delle poche persone ad aver scoperto uno degli aspetti dell'operato omicida di Kira: poteva manipolare la morte delle sue vittime uccidendole in altri modi oltre all'arresto cardiaco. Probabilmente non sarebbe passato troppo tempo prima che Elle collegasse la morte di Raje a Kira e di conseguenza la sua scomparsa, ma sarebbe stato difficile anche per un detective infallibile come lui, ipotizzare che Kira l'avesse indotta al suicidio restringendo quindi la ricerca.
Adesso doveva solo pensare al luogo adatto. Camminava avanti e indietro per il salotto stretta da un opprimente senso di angoscia, voleva uccidersi, ne sentiva il bisogno, così come per chiunque bere o respirare. Non aveva paura anzi, ogni cellula del suo corpo aspirava alla autodistruzione. Si fermò un istante, la sua attenzione fu catturata da una foto appoggiata sul piano dello scrittoio posizionato contro la parete. Erano lei e Raye. Avevano scattato quella foto durante un'escursione nella foresta di Aokigahara, famosa per essere la foresta dei suicidi. In quanto agente del FBI aveva avuto accesso a fascicoli riservati anche riguardanti la polizia giapponese. Prima di quel viaggio si era documentata circa la decisione della polizia locale di tenere nascosti i dati relativi ai suicidi venutisi a verificare in quella zona scoraggiando così analoghi comportamenti. Nei dossier erano conservate testimonianze circa il ritrovamento di cadaveri da parte di visitatori rinvenuti già in stato di avanzata decomposizione. Il tasso elevato di umidità della foresta accelerava infatti il processo di putrefazione. Senza rendersene conto i suoi ricordi si fecero sempre più specifici. La foresta era costituita da un fitto intreccio di conifere e proprio per la ricchezza della sua vegetazione si era guadagnata l'appellativo di Jukai (mare di alberi). I sentieri segnati non erano poi molti, la lava del monte Fuji aveva scavato solchi nel terreno dando origine a fossi e precipizi che rendevano pericoloso il passaggio anche per gli escursionisti più esperti, cosa che non aveva scoraggiato Raye il quale aveva sfidato la foresta allontanandosi dai percorsi consigliati. Aveva avuto paura, ma lo aveva seguito perchè non c'era luogo, che fosse pure l'inferno,a poterli separare e Kira non era stato che fautore di un destino che forse avrebbe prima o poi scelto da sola. Una lacrima le rigò la guancia, per un lasso di tempo che le parve troppo breve, tornò ad essere sè stessa riuscendo perfino a sorridere, tra non molto sarebbe stata ancora con Raye o almeno questo è il lusso che decise di concedersi.
Il giorno dopo lasciò Tokyo per raggiungere il piccolo paesino di Kawaguchiko e da lì la foresta di Aokigahara. Si addentrò tra le sue fronde solo alle prime luci dell'alba, i riflessi del sole color del corallo la fecero risplendere di una bellezza effimera ed evanescente.
Svanì in quel mare di foglie, insieme al suo tempo, al suo nome segreto,divenendo leggenda, fantasma della foresta degli impiccati.




Note: Ecco come ho immaginato il suicidio della povera Naomi. Spero di averle reso giustizia! Un enorme grazie a chi leggerà e deciderà di lasciare una recensione o anche solo un'impressione!
   
 
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